CIUANG-TZE

Ciuang-Tze

25

Un allevatore di scimmie distribuiva ghiande alla scimmie, dicendo loro: «vi darò tre ghiande al mattino e quattro alla sera. Che ne pensate?». Le scimmie si mostrarono innervosite. «Ve ne darò quattro al mattino e tre alla sera. Che ne dite?». Le scimmie ne restarono incantate.

In realtà non c’era nulla di cambiato, ma la prima proposta aveva provocato la collera e la seconda la gioia. L’allevatore aveva saputo adattarsi alla natura delle scimmie. Così il Santo dosa affermazione e negazione affidandosi al corso del cielo.

27

Di tutto ciò che è al di là dell ‘universo, il Santo ammette l’esistenza, ma non ne tratta. Tutto ciò che è all’interno dell’universo, il Santo ne tratta, ma non lo commenta.

28

Sapere che vi sono cose che non si possono conoscere, ecco il sommo sapere. Colui che sa che il discorso è senza parole e il Tao senza nome, questi possiede il tesoro del cielo. Versare senza mai riempire; attingere senza mai esaurire e questo senza saperne il perché, ecco ciò che si chiama «nascondere la luce».

32

L’ombra dell ‘ombra interroga l’ombra. «Poco fa tu camminavi e ora ti fermi. Poco fa tu eri seduta e ora sei in piedi. Perché tu non hai una condotta indipendente?».

L’ombra rispose: «Non dipendo forse da qualcosa, per essere così? Questo qualcosa non dipende a su volta da un , altra cosa? Io dipendo da qualcosa proprio come il serpente dipende dalle sue scaglie e la cicala dalle sue ali. Come potrei io conoscere ciò che fa sì che io ora sia così, ora altrimenti?»

33

La vita umana è limitata; il sapere è illimitato. Colui che consuma la propria vita limitata per inseguire l’illimitato sapere giunge all’esaurimento; esauritosi, vuol sapere ancora e muore così di esaurimento».

46

Zi-qi (…) scorse un albero straordinariamente grande. La sua chioma avrebbe potuto coprire mille carri tirati da quattro cavalli.

«Che albero è questo?» si chiese Zi-qi. «A che cosa potrebbe servire? Guardandolo dal basso i suoi piccoli rami curvi e contorti non possono venire usati per i tetti o le travi. Guardandolo dall’alto. il suo tronco nodoso e pieno di crepe non può servire a costruire bare. Chiunque assaggi le sue foglie ne ha la bocca ulcerata e piena di ascessi. Basta l’odore a fare diventare pazzi e ubriachi per tre giorni consecutivi». Zi-qi concluse: «Quest’albero è davvero inutilizzabile! Per questo ha potuto raggiungere tale altezza. Già! L’uomo divino è anche lui null ‘altro che legno inutilizzabile».

97

L’uomo comune ama chi gli somiglia e detesta chi è diverso da lui

1 19

Una volta il ministro Shun interrogò il sovrano Yao: «Celeste re, come usate il vostro spirito?» Yao rispose: «Non disprezzo coloro che non sanno difendersi, non abbandono la povera gente. soffro con coloro che hanno dei morti; mi rallegro con coloro che hanno dei figli; ho compassione per le donne. E’ così che uso il mio spirito».

«Tutto ciò è bello – disse Shun – ma non è grande».

«Allora – chiese Yao – che cosa dovrei fare?» «Colui che possiede la virtù del cielo – rispose Shun – agisce senza turbare la propria pace.

La sua influenza cade da lui, come la luna e il sole spandono la loro luce, come le quattro stagioni si succedono. come il giorno e la notte tornano con regolarità, come la nube porta la pioggia».

120

(…) Dopo averlo sentito e approvato, Lao Dan gli disse: «È troppo prolisso. vorrei conoscere l’essenziale della vostra esposizione».

«Si riassume – disse Kong-zi – nella bontà e nella giustizia».

«Sono davvero la natura dell ‘uomo?» chiese Lao Dan.

«Sì rispose Kong-zi – perché il saggio giunge alla perfezione soltanto attraverso la bontà e non può vivere senza la giustizia. Senza la bontà e la giustizia, che sono veramente la natura dell ‘uomo. che cosa farebbe l’uomo in questo mondo?».

«Che cosa sono la bontà e la giustizia?» chiese Lao Dan.

«Avere a cuore la felicità degli uomini e amarli tutti in egual modo senza distinguere egoisticamente tra loro, questa è la sostanza della bontà e della giustizia».

«Ah! – disse Lao Dan – una dottrina come questa mi sembra costruita a cose fatte. L’amore universale è un assurdo, perché l’altruismo è una forma di egoismo. Volete che il mondo non sia senza autorità? Guardate dunque il cielo e la terra, le loro leggi sono costanti; il sole c la luna hanno luce propria; le stelle e le costellazioni posseggono un ordinamento proprio; gli uccelli e gli animali si riuniscono in branchi; gli alberi e le erbe hanno proprie conformazioni. Si deve lasciare agire la virtù di ciascuno e conformarsi al Tao, così si giunge alla perfezione. Perché esaltare sempre la bontà e la giustizia. come uno che per cercare il figlio in fuga facesse battere ilo tamburo? A questo modo, non fate altro che perturbare la natura dell ‘uomo».

140

(…) La decadenza si accentuò ancora di più. I sovrani Yao e Shun vollero agire sugli uomini. Inaugurarono un’amministrazione e vollero educare il popolo. La purezza e la semplicità sparirono. Gli uomini abbandonarono il Tao per praticare il bene».

154

Una volta che Ciuang-Tze pescava nel fiume Pu, il re di Chu mandò due suoi dignitari a fargli queste profferte. «Il nostro principe – dissero – vorrebbe affidawi il suo territorio».

Senza rialzare la canna da pesca, senza nemmeno girare la testa, Ciuang-Tze disse loro : «Ho sentito dire che a Chu si trova una tartaruga sacra, morta da tremila anni. Il vostro re ne conserva il guscio in un cesto, avvolto in un panno, in cima al testo dei suoi antenati. Ditemi, questa tartaruga non avrebbe preferito vivere trascinando la sua coda nel fango?».

«Avrebbe preferito vivere trascinando la sua coda nel fango» dissero i due dignitari.

«Andatevene allora! – disse Ciuang-Tze – Anch’io preferisco trascinare la mia coda nel fango».

213

«Quello che avete appena detto rappresenta dunque la perfezione suprema?» chiese Nan-Rong Chu.

«Non ancora» proseguì Lao-zi . «Ho detto :riuscite a’ tornare bambino? Egli si muove senza sapere quello che fa e cammina senza sapere dove va. Che il vostro corpo sia simile a un ramo di albero secco! Che il vostro spirito sia simile alla cenere spenta! Così non sarete visitato né dall ‘infelicità né dalla felicità».

233

Benché i piedi dell’uomo non occupino che un piccolo spazio della terra, è grazie a tutto lo spazio che non occupa che l’uomo può camminare sulla terra immensa. Benché l’intelligenza dell’uomo non penetri che una particella della verità totale, è grazie a ciò che non penetra che I ‘uomo può comprendere il cielo.

245

Poca Intelligenza pose questo problema: «La tesi di Ji Zhen è che nulla agisce all ‘origine del mondo. La tesi di Jie-zi è che qualcosa guida il tutto. Quale delle due tesi è conforme alla realtà?» Grande e Imparziale Armonia gli rispose: «Il gallo canta e il cane abbaia, ecco ciò che tutti sanno. Ma neppure una grande intelligenza conosce quale sia stata l’evoluzione di questi atti, ne prevede il loro futuro. Le analisi delle cause e delle fini inducono a pensare che la piccolezza suprema sfugga a qualsiasi paragone e che la grandezza suprema non possa essere circoscritta».

«Qualcosa guida il tutto» e «mulla agisce all’origine del mondo» sono due tesi che riguardano le modalità delle cose e in fin dei conti sono false. (….)

La comparsa della vita non può essere evitata; la venuta della morte non può essere respinta; vita e morte sono ciò che ci tocca più da vicino, ma noi non ne vediamo la ragione. In verità, queste due tesi opposte sono soltanto ipotesi che esprimono il dubbio. Giacche, risalendo all ‘origine del mondo, io incontro l’infinito; cercandone la fine incontro ugualmente l’infinito; questi due infiniti che oltrepassano l’ambito della parola riposano sullo stesso principio che governa gli esseri. La tesi che vi sia un autore del mondo e la tesi contraria non sono che parole la cui portata si limita all ‘ambito degli esseri».

(passi scelti da «Zhuang-zi», IV ed., Adelphi 1990.).

R. Scch, 6 aprile 2000 dell’e:.v:. (1 0 grado)

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *