LE NOZZE CHIMICHE DI C. RC. – TERZO GIORNO

Ora, non appena irruppe l’amorevole luce del giorno, ed il Sole cominciò a splendere

essendosi levato sopra le colline, e avendo ripreso il suo alto incarico nell’alto del Cielo, i

miei bravi compagni cominciarono ad alzarsi dai loro letti, e si prepararono senza fretta

all’Inquisizione. Quindi, uno dopo l’altro, entrarono ancora nella sala e dissero buon

giorno, domandandosi come avevano dormito stanotte. Avendo conosciuto i nostri limiti,

gli altri erano quasi sul punto di rimproverarci per la nostra viltà e per non avere

piuttosto, come loro, azzardato nuove avventure. Comunque alcuni di essi, i cui cuori

conoscevano ancora la compassione, non proseguirono oltre e ci lasciarono in pace. Noi

ci scusammo per la nostra ignoranza, sperando volessero adesso lasciarci liberi, avendo

già imparato qualcosa da questa disgrazia; mentre loro al contrario non erano ancora

scappati via tutti insieme, e forse per loro il grande pericolo doveva ancora arrivare.

Esiste una differenza significativa nell’atteggiamento di CRC rispetto ai suoi compagni.

Umiltà opposta ad arroganza.

Alla distanza tutti si riunirono ancora, e le trombe cominciarono a suonare ed i tamburi a

battere come in precedenza, e noi non immaginammo niente altro che lo Sposo fosse

pronto a presentarsi; il che era invece un grave errore. Infatti venne ancora la Vergine di

ieri, vestita di velluto rosso, ornata con una sciarpa bianca. Sul capo portava un verde

serto di lauro, che le donava grandemente. Il suo seguito non era più formato di piccole

candele, ma constava di duecento uomini in armi, vestiti come lei di rosso e bianco.

Ora, non appena si fu alzata dal trono, arrivò vicino ai prigionieri e dopo averci salutati,

disse in poche parole : “Che alcuni di voi siano consapevoli della vostra triste condizione

è grandemente piacevole per il mio potentissimo Signore, e Lui si è risolto ad adoperarsi

perché sia il meglio per voi.”

E avendo visto me nel mio abito, sorrise e disse “Buon Dio! Hai per caso sottoposto te

stesso al gioco? Immagino che ora possa essere soddisfatto di te stesso” con le quali

parole fece volgere i miei occhi al Cielo. Dopo ciò, lei comandò che fossimo slegati, riuniti

a coppie e portati in una posizione da cui avremmo potuto tranquillamente vedere le

Scale. “Perché” disse “è di gran lunga una migliore condizione quella di coloro che stanno

qui prigionieri, piuttosto che quella dei presuntuosi che sono ancora in libertà.”

Trombe e tamburi hanno annunciato la Vergine parecchie volte ormai. Questo deve

richiamare la nostra attenzione circa l’importanza della consapevolezza interiore. Notiamo

come lei usa i colori rosso e bianco, in modo opposto a quello di CRC quando ha

cominciato il suo viaggio interiore. Essi simbolizzano il singolo cammino di ridiscesa ed il

particolare processo alchemico associato a questo cammino. La Vergine indossa la corona

d’alloro della vittoria; Netzcah sull’Albero della Vita. Riconosce lo sforzo dei “prigionieri”

e decide di liberarli, in vista del giudizio.

Nel frattempo le scale, che erano interamente d’oro, furono appese nel mezzo della sala;

c’era anche un piccolo tavolo coperto di velluto rosso, e sette pesi piazzato su esso. Prima

di tutto ce n’era uno piuttosto grosso, vicino altri 4 più piccoli, in ultimo due grandi. E

questi pesi erano così pesanti in proporzione al loro volume, che nessun uomo avrebbe

potuto crederlo o comprenderlo. Ma ognuno degli uomini armati aveva insieme ad una

spada snudata, una forte corda; e furono distribuiti da lei secondo il numero dei pesi in

sette gruppi, e fuori da ogni gruppo ne scelse uno per il suo stesso peso, e quindi ancora

tornò al suo alto trono. Ora, appena ebbe fatto la sua riverenza, in un tono molto

stridulo, cominciò a parlare come segue:

L’oro è il metallo alchemico del sole e lo sefira Tiferet sull’Albero. Qui si tratta in effetti

dell’ “Opera del Sole” delle Tavole di Smeraldo – le scale della giustizia, il bilanciamento

degli opposti. Ci sono 7 pesi nella formula: 1 + 4 + 2 = 7; ma chi riuscirà a bilanciare questi

pesi? Chi passerà il giudizio? Chi sarà l’ottavo elemento di questa equazione? E’ la

Vergine, perché lei comanda le 7 bande. Perché l’8 è così importante? Perché ci sono 8

scalini nelle Tavole di Smeraldo e 8 sentieri verso il Tiferet nell’Albero della Vita. Le

Tavole e l’Albero sono collegate a questo punto.

Chiunque vada nello studio di un pittore

E non conosce niente della pittura

E ancora parlerà con molta ostentazione

Sarà deriso da tutti.

E chi entra in un ordine di artisti

Senza essere stato scelto

E comincia a dipingere con grande ostentazione

Sarà deriso da tutti.

E chi prenderà parte ad un matrimonio

Senza essere stato invitato

E nonostante questo vi si reca con grande ostentazione

Allora sarà deriso da tutti.

E chi salirà queste scale

E troverà che non pesa

Ma cadrà con grande rumore

E ancora sarà deriso da tutti

A questo livello, c’è ancora un altro avviso affinché gli indegni desistano dal procedere.

Naturalmente, noi non saremmo mai capaci di considerarci indegni, perché dovremmo?

Naturalmente tutti noi ci sentiamo morali, umili, dotati dei giusti attributi e propriamente

autorizzati a procedere, no?

Non appena la Vergine ebbe finito di parlare, uno dei paggi comandò ad ognuno di

piazzarsi secondo il suo ordine, e uno dopo l’altro entrarono. Della quale cosa uno degli

Imperatori non si fece scrupolo, ma in primo luogo si inchinò un poco davanti alla

Vergine, e poco dopo in tutto il suo imponente vestire, ella si alzò; quindi ogni Capitano

pose il suo peso, contro il quale (con meraviglia di tutti) l’Imperatore resistette. Ma

l’ultimo era troppo pesante per lui, così che dovette andare avanti; e lo fece on tale ansia

che (mi sembrò così) la Vergine stessa ebbe pietà di lui e chiamò con un cenno la sua gente

affinché lo sostenessero; ancora il buon Imperatore era legato e fu portato avanti al Sesto

Gruppo. Dopo di lui venne un altro Imperatore, che camminò verso la scala e avendo un

grande libro sotto il vestito, immagino avesse ferma intenzione di non fallire; ma era

scarsamente abile a sollevare il terzo peso, e fu impietosamente rimandato giù, ed il libro

gli cadde dalle mani e tutti i soldati cominciarono a ridere, e fu portato legato al Terzo

Gruppo. Così vennero anche altri degli altri Imperatori, che erano tutti pieni di vergogna e

derisi e messi in cattività.

All’inizio del XVII secolo, il tempo del Matrimonio Chimico, era importante per una guida

spirituale avere nel contempo anche autorità temporale. Ecco perché il giudizio comincia

da alcuni imperatori. Loro falliscono e sono portati via, legati e ricondotti ai rispettivi

gruppi. Questo è un giudizio karmico, ed il fatto che siano legati simbolizza le

conseguenze karmiche.

Dopo di loro vennero avanti un piccolo uomo con una barba castana e ricciuta, anche lui

un Imperatore, che dopo la solita riverenza, salì e arrivò così risolutamente che pensavo

che ci sarebbero voluti più pesi e che lui li avrebbe superati tutti. Nel vederlo arrivare, la

Vergine si alzò immediatamente, e gli si chinò innanzi, facendogli mettere un abito di

velluto rosso. E infine gli diede un ramo di alloro, di cui lei aveva una buona scorta sotto

il suo trono, sulle scale dove lo invitò a sedere.

Comunque, non sempre l’autorità temporale è un ostacolo. L’abito rosso è simbolo di un

particolare livello del processo alchemico. L’alloro è una prova del successo.

Ora come andò con il resto degli Imperatori, i Re e i Signori dopo di lui, sarebbe troppo

lungo da raccontare; ma non posso lasciare senza menzione alcuni dei grandi personaggi

che riuscirono. Comunque furono trovate in molti varie ed eminenti virtù (oltre la mia

speranza). Uno sarebbe potuto riuscire in una prova, il secondo in un altra, alcuni in 2,

alcuni in 3, 4 o 5, ma pochi riuscivano a raggiungere la perfezione; e tutti coloro che

fallivano erano infelicemente derisi da tutti gli altri. L’Inquisizione passò oltre la piccola

nobiltà, i sapienti e i non sapienti, e tutti gli altri, ed in ogni condizione i vagabondi

truffatori, e i farabutti autori di Lapidem Spitalanficum (la medicina universale NDT),

che stavano presso la scala con talmente grande indegnità che io stesso, a dispetto di

tutto il mio dolore, ero pronto per far scoppiare la mia pancia dal ridere, né avrebbero

potuto i prigionieri stessi frenarsi. Per la maggior parte non sarebbero stati abili a prove

così severe, ma scattarono fuori dalla Scala con frusta e flagello, ed erano condotti con

gli altri prigionieri, ad uno dei gruppi disponibili. Così rimasero così pochi che mi

vergogno a rivelare il loro numero.  

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *