IL CARATTERE FONDAMENTALE DELLE COSTITUZIONI ORIGINARIE DELLA LIBERA MURATORI

IL CARATTERE FONDAMENTALE

DELLE COSTITUZIONI ORIGINARIE DELLA LIBERA MURATORIA

di Arturo Righini

Sino al 1717 ogni loggia massonica era libera ed autonoma, i Fratelli di

una officina erano ricevuti come visitatori nelle altre purché sapessero rispondere

alla tegolatura, ma ogni Maestro Venerabile era l’autorità unica e suprema per i

Fratelli di una officina. Nel 1717 si ebbe un mutamento con la costituzione della

prima Grande Loggia, la Grande Loggia di Londra, e poco dopo venivano

compilate per opera del pastore protestante Anderson le Costituzioni massoniche

per le Logge all’Obbedienza della Gran Loggia di Londra; e, sebbene teoricamente

un’officina potesse e possa, mantenere la propria autonomia o mettersi

all’Obbedienza di una Gran Loggia, nella pratica vengono oggi considerate Logge

regolari quelle che direttamente od indirettamente sono emanazione e derivazione

della Gran Loggia di Londra, supponendo che questa derivazione e soltanto essa

possa conferire la «regolarità».

Ora è molto importante notare che le Costituzioni dell’Anderson affermano

esplicitamente che per essere iniziato ed appartenere alla Massoneria si richiede

solo di essere un uomo libero e di buoni costumi, ed esaltano (a differenza delle

varie sette cristiane) il principio della tolleranza reciproca di ogni Fratello per le

altrui credenze, aggiungendo solo che un Massone non sarà mai uno «stupido

ateo». Taluno potrà forse pensare che l’Anderson ammetta che il massone possa

essere un ateo intelligente, ma è più verosimile che l’Anderson da buon cristiano

ammetta che un ateo è necessariamente uno stupido, seguendo la massima che

dice: Dixit stultus in corde suo: Non est Deus. Bisognerebbe qui fare una

digressione ed osservare che in questa disputa tanto chi afferma quanto chi nega

non ha in generale nozione alcuna di quanto afferma esistere o no, e che la parola

Dio viene adoperata di solito con un senso talmente indeterminato da rendere vana

qualunque discussione. Comunque, le Costituzioni della Massoneria sono

esplicitamente teistiche; e quei profani che accusane la Massoneria di ateismo

sono in mala fede od ignorano che essa lavora alla gloria del Grande Architetto

dell’Universo; ed osserviamo ancora che questa designazione oltre ad essere in

armonia col carattere del simbolismo muratorio ha un significato preciso ed

intelligibile a differenza di altre designazioni vaghe o prive di senso come quella

di «Nostro Signore», di «Padre di tutti gli uomini», ecc.

Maggiore interesse offre il requisito di uomo libero fatto al profano per

iniziarlo ed al Massone per considerarlo Fratello. L’Anderson non fa che

continuare a chiamare liberi Muratori i Free-Masons, e resta solo da esaminare in

che cosa consista questa freedom dei Free-Masons. Si tratta solo di franchigia

economica e sociale che esclude gli schiavi o servi e delle franchigie e dei

privilegi di cui godeva la corporazione dei liberi muratori rispetto ai governi degli

Stati e delle varie regioni in cui essa svolgeva la sua attività? Oppure questo

appellativo di liberi muratori va inteso anche in altro senso di non schiavo dei

pregiudizi e delle credenze che non era il caso di ostentare? Se così fosse sarebbe

vano cercarne le prove documentate, e la questione resterebbe indecisa. Pure è

possibile dire qualche cosa in proposito grazie ad un documento del 1509 la cui

esistenza od importanza sembra non sia stata finora avvertita.

Si tratta di una lettera scritta il 4 febbraio 1509 ad Enrico Cornelio Agrippa

da un suo amico italiano, certo Landolfo, per raccomandargli un iniziando. Scrive

Landolfo: «È un tedesco come te, originario di Norimberga, ma abita a Lione.

Curioso indagatore degli arcani della natura, ed uomo libero, completamente

indipendente del resto, vuole sulla reputazione che tu hai già, esplorare anche lui

il tuo abisso. . . Lancialo dunque per provarlo nello spazio; e portato sulle ali di

Mercurio vola dalle regioni dell’Austro a quelle dell’Aquilone, prendi anche lo

scettro di Giove; e se questo neofita vuole giurare i nostri statuti, associalo alla

nostra confraternita». Si trattava di una associazione segreta ermetica fondata da

Agrippa, ed è manifesta l’analogia tra questa prova dello spazio da fare affrontare

all’iniziando e le terribili prove ed i viaggi simbolici della iniziazione massonica,

sebbene qui la prova si effettui sulle ali di Ermete; Ermete psicopompo, il padre

dei filosofi secondo la tradizione ermetica, è la guida delle anime nell’al di là

classico e nei misteri iniziatici. Anche qui compare la qualifica di uomo libero,

sufficiente ad aprire le porte a chi bussa profanamente alla porta del tempio; anche

qui compare in sostanza il principio della libertà di coscienza e conseguentemente

della tolleranza; le due tradizioni parallele muratoria ed ermetica pongono la

stessa unica condizione al profano da iniziare; quella di essere un uomo libero; e

ne deriva che presumibilmente essa non si riferiva alle franchigie particolari delle

corporazioni di mestiere, che sarebbe stato del resto fuori di luogo pretendere

dagli accepted Masons che non erano muratori di mestiere ma liberi muratori.

Il carattere fondamentale delle Costituzioni massoniche dell’Anderson sta

adunque nel principio della libertà di coscienza e della tolleranza, che rende

possibile anche ai non cristiani di appartenere all’Ordine. Nelle Costituzioni

dell’Anderson la Massoneria conserva il suo carattere universale, non è

subordinata ad alcuna credenza filosofica particolare né ad alcuna sètta religiosa, e

non manifesta alcuna tendenza a lavori di ordine sociale e politico; può darsi che

questo carattere aconfessionale e libero inspirasse anche la Massoneria anteriore al

1717 e che l’Anderson non abbia fatto altro che sancirlo nelle Costituzioni.

Trapiantandosi in America e nel continente europeo la Massoneria conserva

in generale questo suo carattere universale di tolleranza religiosa e filosofica e

resta aliena da ogni partecipazione ai movimenti politici e sociali, talora

accentuando, come in Germania, il suo interesse per l’ermetismo. Sorgono per

altro a partire circa dal 1740 i nuovi riti e gli alti gradi, i quali però hanno cura di

mantenere intatti il rito ed i rituali dei primi tre gradi, ossia della vera e propria

Massoneria detta anche Massoneria simbolica od azzurra. I rituali di questi alti

gradi sono talora uno sviluppo della leggenda di Hiram, oppure si riattaccano ai

Rosacroce, all’ermetismo, ai Templari, allo gnosticismo, ai catari . . ., vale a dire

non hanno un vero e proprio carattere massonico, e dal punto di vista della

iniziazione massonica sono assolutamente superflui. La Massoneria sta tutta nei

primi tre gradi, riconosciuti da tutti i riti, e posti alla base degli alti gradi e delle

camere superiori dei vari riti. Il compagno libero muratore, una volta divenuto

maestro, ha simbolicamente terminato la sua grande opera; e gli alti gradi

potrebbero avere una qualche funzione veramente massonica soltanto se

contribuissero alla corretta interpretazione della tradizione muratoria ed a una più

intelligente comprensione ed applicazione del rito ossia dell’arte regia.

Naturalmente questo non significa che si debbano abolire gli alti gradi

perché i Fratelli insigniti degli alti gradi sono liberi, e quelli di loro cui piace di

riunirsi in riti e corpi per svolgere lavori non in contrasto con quelli massonici

debbono avere la libertà di farlo. Però dal punto di vista strettamente massonico

questa loro appartenenza ad altri riti ed a camere superiori non li pone in alcun

modo al di sopra di quei maestri che non sentono il bisogno di altri lavoro che

quello della universale Massoneria dei primi tre gradi. Del resto è manifesto che

riti distinti, come quello di Swedenborg, quelli scozzesi, quello della Stretta

Osservanza, quello di Memphis . . . appunto perché differenti non sono più

universali, oppure lo sono solo in quanto si basano sopra i primi tre gradi.

Dimenticarlo o tentare di snaturare il carattere universale, libero e tollerante della

Massoneria, per imporre ai Fratelli delle Logge particolari punti di vista ed

obbiettivi, sarebbe mettersi contro lo spirito della tradizione muratoria e contro la

lettera delle Costituzioni della Fratellanza.

La prima alterazione appare in Francia, simultaneamente alla fioritura degli

alti gradi. Il, fermento, degli *spiriti. in cotesto periodo, il ,movimento

dell’Enciclopedia, si ripercuotono nella Massoneria che si diffonde largamente e

rapidamente; ed accade così per la prima volta che l’interesse dell’Ordine si dirige

e si concentra nelle questioni politiche e sociali. Affermare che la rivoluzione

francese sia stata opera della Massoneria ci sembra per lo meno esagerato; è

invece innegabile che la Massoneria subì in Francia, e sarebbe stato difficile che

ciò non avvenisse, l’influenza del grande movimento profano che condusse alla

rivoluzione e culminò poi nell’impero. La Massoneria francese divenne e rimase

anche in seguito una Massoneria colorata politicamente ed interessata nelle

questioni politiche e sociali, e si formò quella che da taluni è considerata come la

tradizione massonica, sebbène sia tutt’al più la tradizione massonica francese, ben

distinta dalla antica tradizione. Questa deviazione e questa persuasione è la causa

prima, sebbene non la sola, del contrasto che è poi sorto tra la Massoneria

anglosassone e la Massoneria francese; anche in Italia essa è stata la sorgente dei

dissensi massonici di questi ultimi cinquanta anni e della conseguente disunione e

debolezza della Massoneria di fronte agli attacchi ed alla persecuzione fascista e

gesuitica.

Comunque anche i Fratelli che seguono questa tradizione massonica

francese non hanno dimenticato il principio della tolleranza, e nelle Logge

massoniche italiane, anche prima della persecuzione fascista, si trovavano Fratelli

di ogni fede politica e religiosa, compresi i cattolici ed i monarchici.

Va anche ricordato che, nel periodo di poco precedente lo scoppio della

rivoluzione francese, non tutti i Massoni dimenticarono la vera natura della

Massoneria, sebbene disorientati dalla pleiade di riti diversi e contrastanti; e si

tenne il Convento dei Filaleti allo scopo di rintracciare quale fosse la vera

tradizione massonica, ossia la vera parola di Maestro che, secondo la stessa

leggenda di Hiram, era andata perduta. Al Convento dei Filaleti convennero

Massoni di ogni rito, tutti desiderosi di ristabilire l’unità. Il solo Cagliostro, che

aveva fondato il rito della Massoneria Egiziana in soli tre gradi, dedito

esclusivamente all’opera della edificazione spirituale, rifiutava di partecipare al

Convento dei Filaleti per ragioni che sarebbe lungo esporre.

L’influenza massonica francese si affermò, dopo la rivoluzione e durante

l’impero, anche in Italia; la presenza anche oggi di alcuni termini tecnici nei

«travagli» massonici, come il «maglietto» del Venerabile, versione poco felice del

maillet ossia del martello, ne fa testimonianza!’, La Massoneria francese e quella

italiana ebbero durante tutto lo scorso secolo intimi rapporti, ed assunsero insieme

talora atteggiamento rivoluzionario, repubblicano ed anche materialista e

positivista seguendo la voga filosofica del tempo. Non si può dire per altro che la

massoneria divenne in Italia una massoneria materialista, perché non soltanto fu

sempre tollerante di tutte le opinioni, ma venerò in modo speciale la grande anima

di Giuseppe Mazzini; ed i grandi Massoni italiani come Garibaldi, Bovio,

Carducci, Filopanti, Pascoli, Domizio Torrigiani e Giovanni Amendola furono tutti

idealisti e spiritualisti.

Era riserbata alla teppa fascista la selvaggia furia di devastazione dei nostri

templi, delle nostre biblioteche ed il vandalismo che fece a pezzi i ritratti ed i

busti dei grandi spiritualisti come Mazzini e Garibaldi che decoravano le nostre

sedi.

D’altra parte bisogna riconoscere che, se la Massoneria anglo-sassone ha

sempre mantenuto il carattere spiritualista e non ha mai pensato a dichiarare la

inesistenza del Grande Architetto dell’Universo, essa è stata spesso incline, e lo è

ancora, a conferire un colorito cristiano al suo spiritualismo, allontanandosi dallo

spirito di assoluta imparzialità ed aconfessionalità delle Costituzioni

dell’Anderson. Non si può negare che l’imporre il giuramento sul Vangelo di san

Giovanni sia una manifestazione non troppo tollerante rispetto a quei profani ed a

quei Fratelli che, essendo agnostici, o pagani, od ebrei, o liberi pensatori, non

sentono particolare simpatia per il Vangelo di San Giovanni e non sanno nulla

della tradizione gioannita. L’intolleranza si accentua con l’andazzo di infliggere la

lettura ed il commento di versetti del Vangelo durante i lavori di Loggia. Questo

mal vezzo, qualora si affermasse, ridurrebbe i lavori di Loggia al livello di un

service di una chiesa quacchera o puritana, ad una specie di rosario e vespro

fastidioso, inconcludente, e ripugnante alla libera coscienza dei moltissimi Fratelli

i quali, anche in Inghilterra ed in America, non solo non vanno alla messa e non

accettano l’infallibilità del Papa, ma non accettano più neppure l’autorità della

Bibbia. Vale la pena di provocare il disagio e l’insofferenza tra le colonne senza

sensibile compenso? Si crede proprio con simili mezzi di convertire gli altri alla

propria credenza e di arginare la potente ondata dell’agnosticismo inglese ed

americano?

Queste considerazioni inducono a mantenere alla Massoneria il suo

carattere universale al di sopra di ogni credenza religiosa e filosofica e di ogni

fede politica. Il che non vuol dire che si debba fare astrazione dalla politica.

Occorre infatti difendersi. L’intolleranza non può lasciare prosperare la tolleranza,

e la tolleranza tutto può tollerare salvo l’intolleranza dichiaratamente ostile.

Appena comparvero le Costituzioni dell’Anderson col loro principio della libertà e

della tolleranza la Chiesa cattolica scomunicò la Massoneria rea appunto di

tolleranza; e l’accanimento contro la Massoneria non si è mai più smentito. In

Italia la persecuzione contro la Massoneria in questo ultimo ventennio è stata

iniziata e sostenuta dai gesuiti e dai nazionalisti”, ed i fascisti per ingraziarsi

questi messeri non esitarono a provocare l’avversione del mondo civile contro

l’Italia con le loro gesta vandaliche contro la Massoneria. I gesuiti hanno perduta

questa guerra; ma la peste dell’intolleranza non è finita, anzi si affaccia sotto

nuove forme e ne segue la necessità di prevenirla.

D’altra parte giunge l’ora, se non erriamo, di spargere la Massoneria sopra

tutta la superficie della terra e di stabilire una fratellanza tra gli uomini di tutte le

razze, civiltà e religioni; e per assolvere questo compito è necessario che la

Massoneria non abbia una fisionomia ed un colorito che appartiene solo alla

minoranza dell’umanità a cui le grandi civiltà orientali, tutta la Cina, tutta l’India,

il Giappone, la Malesia, il mondo dell’Islam si sono dimostrati, refrattari. La cosa

è possibile sin tanto che la Massoneria non si circoscrive in una qualunque

credenza e resta fedele al suo patrimonio spirituale che non consiste in una fede

codificata, in un credo religioso o filosofico, in un complesso di postulati o

pregiudizi ideologici e moralistici, in un bagaglio dottrinale in cui si creda

contenuta ed espressa la verità cui convertire i miscredenti. Bisogna pensare che,

anche se esiste la vera religione o la vera filosofia, è una illusione il credere di

poterla conquistare o comunicare con una conversione o con una confessione od

una recitazione di formule determinate, perché ognuno intende le parole di questi

credi e formule a modo suo, conforme alla sua cultura ed intelligenza: ed in fondo

esse non sono, come diceva Amleto, che words, words, words. Fin tanto che non ci

si ragiona sopra, permane l’illusione di comprendere queste parole nello stesso

modo; appena si comincia a ragionare, sorgono le sette e le eresie, ciascuna

persuasa di possedere la verità. La sapienza non può essere razionalmente intesa,

espressa e comunicata, essa è una visione, una vidya, essenzialmente e

necessariamente indeterminata, incerta; e, aprendo gli occhi alla luce con la

nascita alla nuova vita, ci si avvia a questa visione. L’arte muratoria od arte regia

è l’arte di lavorare la pietra grezza in modo da rendere possibile la trasmutazione

umana e la graduale percezione della luce iniziatica. Il che non significa

naturalmente che la Massoneria abbia il monopolio dell’arte regia.

Durante questi ultimi due secoli la grande maggioranza dei nemici della

Massoneria ha fatto sistematicamente ed unicamente ricorso soltanto all’ingiuria

ed alla calunnia facendo leva sui sentimenti moralistici e patriottici. Si è affermato

che i lavori massonici consistono in orge abominevoli, svisando a questo scopo i

rituali, si sono svelate le cerimonie massoniche ponendole in ridicolo, si è

accusato i Massoni di tradire la loro patria a causa del carattere internazionale

dell’Ordine, si è affermato che la Massoneria non è altro che uno strumento degli

Ebrei, sempre mirando ad ingannare ed aizzare i fedeli credenti ed il grosso

pubblico contro la «Società Segreta». I Massoni naturalmente sapevano bene che

non si trattava che di calunnie; e, non potendoli persuadere, si è pensato a

sopprimerli od a togliere ad essi la possibilità di adunarsi, di lavorare, di

rispondere e di difendersi.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *