CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA MASSONERIA

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA MASSONERIA

PREMESSA

Le parole scritte raramente riescono a trasmettere l’emozione e la tensione

che il suono e la personalità dell’oratore inducono, se poi a questi si aggiunge

l’atmosfera carica di una riunione di persone convenute nell’aspettativa di riuscire

a generare un minuscolo raggio di luce nell’oscurità che ci circonda, allora questa

misera accozzaglia di formiche nere su un foglio bianco si riduce a poco più che

un gioco grafico dove significato e significante sono pallide categorie logiche che

ci sforziamo di trovare e giustificare in una comunicazione che non comunica nulla

a nessuno,

Ma siccome crediamo che quanto le libere volontà umane riescono a creare

abbia energia propria e duri finché la sua carica energetica non si esaurisca, allora

speriamo che il pensiero, l’emozione, la conoscenza condensata di quella serata

accorrano dove queste parole vengono ripetute e arricchiscano chi le legge e ne

vengano da lui ricaricate e accresciute per una nuova durata.

Questa modesta pubblicazione contiene le tavole architettoniche scolpite per

le tre serate dedicate agli Apprendisti; esperti Maestri hanno cercato di far

partecipi della propria conoscenza i Fratelli più giovani in età muratoria. Gli

argomenti, le parole, sembravano scontati a chi li avesse letti così, a mente fredda,

ma il potere magico della tornata rituale e l’energia scatenata dall’unione di

volontà tese verso lo stesso obbiettivo hanno scosso dalle fondamenta i segni

fonetici, obbligandoli a rivelare il loro significato nascosto, esoterico appunto.

Gli oratori sono stati trascinati nel vortice da loro stessi creato e la

gragnuola delle domande e delle spiegazioni li ha spinti a trovare dentro di sé

stessi parole e sentimenti che hanno condotto tutto l’uditorio in uno stato di

tensione emotiva notevole. In particolare la successione delle serate ha seguito un

andamento, assolutamente non preordinato, che ha rispecchiato gli scalini stessi

dell’ascesa massonica.

La prima sera, la discussione sul contenuto simbolico degli elementi del

Tempio è sfociata in una dimensione rarefatta, dove gli elementi materiali dei

segni e delle parole hanno acquistato energia, comprensione cosmica, carica

dinamica e rispondenza emotiva come avviene agli Apprendisti che per la prima

volta si introducano nelle sfere esoteriche.

La seconda sera è stata improntata ad un discorso più intellettuale,

filosofico, nel quale si è cercato di rendersi razionalmente conto delle cose e degli

avvenimenti vissuti in sede emotiva. Le sottili questioni, irte di terminologia indù

e alchemica, hanno portato gli Apprendisti a comprendere che anche la mente, con

atteggiamento scientifico, era in grado di accogliere quanto intravisto

coll’emozione sensibile.

Nella terza serata, integrata infine razionalmente la forza emozionale, si è

affermato l’atteggiamento pratico, da costruttore, nel quale si è delineata l’azione

interna ed esterna che coloro che hanno raggiunto la conoscenza devono e possono

operare per il bene proprio, della fratellanza, della umanità.

T. M.

VALORI E CONTENUTI DELL’INIZIAZIONE

Nei momenti che precedono l’inizio del rito, nella Casa sembra scenda un

profondo silenzio, turbato soltanto dallo svolazzare delle colorate sciarpe e

grembiuli che vengono indossati dai Fratelli prima dell’ingresso nel Tempio. È un

silenzio che permette la riflessione.

I Fratelli tutti vengono chiamati a svolgere un lavoro fra i più impegnativi:

inizieranno un profano che chiede di essere ricevuto Massone. Quanta

responsabilità, quanti problemi!

Come quando in famiglia si attende un «lieto evento», così nella Famiglia la

stessa febbrile attesa è nel volto e nel cuore di tutti. I Fratelli stanno per partorire

un nuovo Fratello. Tutti parteciperanno al travaglio tutti soffriranno quindi,

quando il nuovo «vedrà la luce». Tutti godranno dopo la luce concessa. Il profano

viene ricevuto e quindi introdotto in un luogo appartato, Viene privato dei metalli

perché questi rappresentano tutto ciò che brilla di un fallace splendore. Il

pensatore deve disprezzare ciò che costituisce la ricchezza venale, perché illusoria

e ingannevole. Quindi il profano viene introdotto nel «Gabinetto di

meditazione»: luogo parato a lutto, illuminato dalla luce fioca di una candela; le

pareti sono ricoperte da scritte ammonitrici. Nel Gabinetto di meditazione il

profano è sottoposto alla prova della Terra. Egli prende il primo contatto con la

simbologia Massonica. Le scritte ammonitrici sottintendono i seguenti significati:

Vigilanza = sulle proprie azioni; Perseveranza = nel bene; la Clessidra = il tempo

che scorre; il Gallo = come annuncio della fine della notte e del prossimo trionfo

delle luci sulle tenebre.

La scritta VITRIOL = «Visita Interiora Tua Rectificando Invenies Occultum

Lapidem», ha il valore di penetrazione, ricerca, liberazione dalle impurità o, nel

suo significato letterale, di acido che produce il Sale, il quale rappresenta la parte

stabile e l’essenza stessa della personalità.

Su di un piano rustico troverà l’occorrente per scrivere, insieme a una

brocca e a un tozzo di pane, che vogliono significare gli elementi essenziali per

vivere. In questo luogo si va per astrarsi e rientrare in se stessi.

Il luogo oscuro da l’idea della discesa agli inferi. Negli antichi riti, si

scendeva in profondità oscure per rendere più verosimile la scena, impegnando.

maggiormente alla riflessione sui contenuti e sui valori del rito che si sta vivendo.

Qui il profano stila il suo testamento, la cui compilazione simboleggia il

trapasso dalla vita profana a quella iniziatica, ad una vita spirituale, alla vera vita.

Come un bimbo che nascendo, con un supremo sforzo si spoglia

dell’involucro che l’avvolge, così il profano, uscendo dal Gabinetto, lascia i suoi

abiti. Dev’essere né nudo né vestito, Egli è trattenuto ancora dal cordone

ombelicale ricordato dalla corda posta attorno al suo collo con un unico capo

trattenuto in mano da un Fratello Esperto.

Il profano viene introdotto nel Tempio. Qui entra con gli occhi bendati, per

significare la sua ignoranza della vita Massonica, Egli può solo udire l’invito che

il Maestro Venerabile gli rivolgerà e che è una raccomandazione al silenzio quindi

viene preso fra le due coppe: quella del Sapere e quella dell’Amarezza. Il

contenuto amaro di uno dei due calici simboleggia l’onda Letea nella quale

venivano tuffate le anime dei morti perché perdessero la memoria di tutto ciò che

riguarda la vita passata.

Al profano viene fatto percorrere il secondo viaggio: quello dell’Aria.

Durante il percorso, accompagnato da un Esperto, brancola e urta gli ostacoli che

non potrebbe certamente superare senza la guida di un illuminato.

Fino alla fine del secolo scorso, il rituale prevedeva che il viaggio avesse

termine verso la «scala infinita». Il Fratello veniva fatto salire su una scala mobile

che terminava con un ripiano ventilato artificialmente, in modo da rappresentare

l’uragano. Poi veniva improvvisamente precipitato al suolo, per cadere su un piano

morbido.

L’uragano, i rumori vari e gli ostacoli posti lungo il tragitto, rappresentano

il tumulto .delle passioni, le difficoltà che si incontrano in tutte le imprese. DÌ tale

prova ci da testimonianza anche la sedicesima carta del Tarocco.

Il profano ora è insicuro e preso da grandi incertezze, Per restituirgli la

sicurezza, gli si fa subire la purificazione dell’acqua. È questo il battesimo

filosofico che lava le ultime sozzure. Le ultime false fantasie vengono ripulite

dalle onde dell’Alfeo è del Peneo, i due fiumi che Ercole deviò per lavare la stalle

di Augia.

Al rumore confuso del viaggio precedente ora si sostituisce un ticchettio di

armi: simbolo dei combattimenti che l’uomo deve continuamente sostenere,

L’ultima prova è quella del Fuoco: la più terribile!

Durante la prova si fa passare la mano del recipiendario, su di una fiamma.

La mano scorre tre volte sulla fiamma. I tre passaggi simboleggiano il

superamento della triplice barriera di fiamme che separavano dal trono di

Proserpina e quindi della Verità.

Solo il giuramento, a questo punto, separa dall’ingresso nella Famiglia.

L’Oratore lo legge e da tempo al profano per riflettere e per dare risposta. Prestato

il Giuramento viene tolta la benda che fino a ora ha coperto gli occhi del neofita.

L’Iniziato vedrà per prima cosa il Delta illuminato e le spade dei Fratelli

rivolte verso il suo petto. Le spade, impugnate con la sinistra, mano del cuore,

simboleggiano la difesa solidale che viene offerta da tutti i Fratelli.

Il Maestro Venerabile impugna la spada fiammeggiante che è l’arma del

Cherubino guardiano del Paradiso Terrestre. L’Apocalisse ci spiega

l’irraggiamento del Pensiero e del Verbo, facendo nascere una spada tagliente,

dalla bocca di un cavaliere che monta un cavallo bianco.

L’Iniziato viene condotto all’Ara. Poggia a terra il ginocchio destro, mentre

con la mano regge il compasso con una punta rivolta al suo cuore. La mano destra

è posata su squadra e compasso adagiati sulla Bibbia. L’Iniziato non si prostra

perché non ha da chiedere perdono è invece in uno stato di attesa quasi come

guerriero che, superate le prove, attende la luce che ha meritato.

Il Giuramento viene prestato sul Vangelo dì Giovanni, patrono della

Massoneria e autore del più profondo e perfetto dei Vangeli.

Il Giuramento sino a non molti anni or sono aveva sapore arcaico e

conteneva anche se già sfrondato, pene ineseguibili quali la bruciatura delle

labbra, è la pena al mal dire; la mutilazione della mano, è la pena al mal fare; la

privazione della lingua è l’impedimento a rivelare; la privazione del Logos o del

Verbo; il taglio della gola, è la separazione dell’alto (testa, origine del pensiero);

dal basso (contenitore delle passioni che avvincono alla terra).

La seconda parte del giuramento elencava la successione delle conseguenze

provocate da una deviazione dai principi Massonici. La terza parte prevedeva la

distruzione completa (dispersione delle ceneri) dei “germi terribili, perché

appartenuti a uno spergiuro.

L’Iniziato giura sul primo versetto del Vangelo di Giovanni ove è scritto:

«nel principiò il Verbo èra, ed il Verbo era presso Dio, ed .il Verbo era Dio».

Niente di più meraviglioso poteva essere scritto per sintetizzare la Trinità.

La squadra e il compasso rispettivamente simboleggiano la Giustizia e

l’Equità la prima, il meticoloso rigore delle concezioni .Massoniche il secondo. La

squadra avrà un cateto di tre e l’altro di quattro parti l’ipotenusa sarà dunque di

cinque parti. Il tre e il quattro sono rispettivamente i simboli dello spirito e della

realizzazione. Si vedrà che elevando a potenza l’uno e l’altro cateto e sommando,

avremo la potenza di cinque. Il cinque è la rappresentazione della quintessenza

intesa come spirito invisibile delle cose.

Prestato il giuramento il Tempio s’illumina. Il neofita è aperto

all’intelligenza dei misteri, massonici.

Il Maestro Venerabile, impone la spada e batte tre colpi di magliette: col

primo crea, col secondo riceve e col terzo costituisce il nuovo Apprendista. Lo

solleva e col triplice abbraccio di Pace, Fratellanza e Amore, gli offre solidarietà.

L’Apprendista esce per ricomporsi e rientra nel Tempio dopo aver bussato

tre volte. Il primo colpo vuoi ricordare il: Bussate e vi sarà aperto il Santuario; il

secondo: Domandate e voi riceverete la Luce; il terzo: Cercate e voi troverete la

Verità.

Si entra all’Ordine eseguendo tre passi, come tre sono i temi fondamentali

della riflessione: Dio, se stesso, il prossimo.

L’Apprendista esegue il segno che comprende un duplice significato:

1) preferirò tagliarmi la gola piuttosto che rivelare i segreti affidatimi (dinamico);

2) indica il voler preservare il cervello da tutte le esaltazioni e le passioni che nel

petto si possono formulare col rischio di compromettere la lucidità dello spirito

(statico).

Il triplice saluto alle Colonne della Loggia rappresenta pure la dichiarazione

dei nuovi principi. Mentre la parola Sacra nasconde un riguardoso ed emblematico

significato il cui senso va scoperto progressivamente.

Tre sono gli anni dell’Apprendista, come tre sono i periodi della vita umana:

Infanzia – Maturità – Vecchiezza.

Il Maestro Venerabile consegna guanti e grembiule. Il grembiule porta la

risvolta alzata sia perché il giovane Massone, non aduso ancora agli scontri, deve

essere maggiormente protetto, sia perché, addetto ai lavori di sgrossatura deve

potersi riparare dai detriti. Altra versione è quella che vede l’Apprendista ancora

disordinato e quindi non avvezzo all’ordine Massonico. Il grembiule però, deve

anche ricordare la tunica che indossò la coppia; scacciata dal Paradiso, prima

d’iniziare le fatiche della vita morale, così come racconta la Genesi.

I guanti: ogni nuovo Massone ne riceve due paia perché imo vada offerto

alla donna; che egli più stima. Goethe si offrì alla signora Von Stein dicendole che

l’omaggio era umile ma che diventava prezioso perché un Massone poteva offrirlo

solo una volta nella sua vita.

L’Iniziato viene fatto sedere alla testa dei fratelli perché la prima pietra di

un edificio dev’essere quella dell’angolo nord-est.

All’Apprendista vengono restituiti i metalli perché ora, purificato

intellettualmente e moralmente, non si farà ingannare dal falso brillare.

Egli diviene un Iniziato. Nessuno gli imporrà di credere ad un tipo di Dio,

né ad una vita ultraeterrena.

La Massoneria non ha sacramenti, non ha tramiti esclusivi per arrivare al

Grande Architetto dell’Universo. Gli scanni non sono fatti per l’orazione ma per la

conversazione. Ognuno sceglie la sua strada, secondo la sua capacità di affrontare

i problemi metafisici. Non v’è alcuna analogia con la teologia morale.

Il cattolico ha per fine la salvezza dell’anima e perciò mortifica la sua carne

col cilicio o con la flagellazione. Il cattolico non commette peccati per poter

salvare l’anima, Al Massone è sconosciuta la concezione del peccato. Il Massone

segue la virtù come fine a se stessa perché crede nella Fratellanza,

nell’Eguaglianza e nella Libertà degli uomini.

Iniziazione e misticismo sono in antitesi. Il mistico crede nella possibilità di

conoscere Dio con puro impeto di sentimenti, quindi in posizione passiva, perché

non vi è ragionamento, né intelligenza. L’Iniziato invece è in una posizione attiva

perché intelligenza, osservazione e controllo rimangono in lui sempre vive e

partecipi.

La Massoneria suggerisce i mezzi per pervenire ad una iniziazione effettiva.

La vita iniziatica è quella della Ragione che conduce alla Sapienza. I Massoni

lavorano nel Tempio di Salomone che è il tempio della Sapienza.

Già durante la cerimonia d’iniziazione al primo grado vengono indicate le

strade da percorrere e soprattutto nelle prove prima richiamate, troviamo gli

elementi cardini.

La prova della terra, consiste nel riconoscere e valutare tutte le attitudini

umane che hanno attinenza con la terra: lo studio del corpo umano nei suoi aspetti

fisiologici.

La prova dell’aria consiste nel valutare e riconoscere il pensiero di fantasia.

Il neofita entra nel Tempio bendato; le visioni si mescolano alle allucinazioni, il

sognò alla realtà, gli errori sono facili, le delusioni fatali.

La prova dell’acqua rappresenta lo studio del pensiero logico (Logos era il

dio dei filosofi).

La prova del fuoco durante la quale il neofita riconosce e valuta

l’entusiasmo che purifica e sublima.

Le quattro prove possono anche significare, in una concezione metafisica,

che l’anima deve imparare ad attraversare i muri, a volare nell’aria per non cadere

nei precipizi, a muoversi dentro l’acqua e a passare impunemente nel fuoco.

Il linguaggio allegorico della Massoneria deve essere meditato con cura.

Non si può dunque esporre tutto ciò che un simbolo significa. Il simbolismo è una

maniera di scrivere che occorre saper leggere. Soltanto colui per cui il simbolo

non è più lettera morta, può dirsi pensatore e farsi definire iniziato.

Infine il compito dell’Apprendista è quello di ascoltare, imparare, obbedire,

mantenere il segreto, rispettare le leggi; il Catechismo del suo grado precisa che

«deve vincere le sue passioni, sottomettere la sua volontà». Per questo la squadra

deve essere posta sul compasso, ad indicare che il dovere sovrasta l’iniziativa.

Chiudiamo le porte all’ignorante, all’ambizioso, al fanatico. Non facciamoli

entrare nel Tempio: essi ucciderebbero la Massoneria. Inviamo i Saggi verso

oriente, occidente e mezzogiorno, affinché a mezzanotte ritrovino integra e viva la

nostra tradizione.

TAVOLA DEL FR.’. G. M.

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