ALCUNE RIFLESSIONI SUL GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO

O

di Massimo Andretta (Università di Bologna)

e

Ivan Nanni (Medico chirurgo)

L’acronimo A:.G:.D:.G:.A:.D:.U:., Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo, che campeggia sulla parete orientale dei Templi massonici, dietro ed al di sopra del Seggio del Maestro Venerabile, alla vista di tutti i membri della Loggia, sta ad indicare un’invocazione a quell’Ente a cui tutti i Liberi Muratori fanno riferimento, in cui promettono di credere e che comprende ogni possibile raffigurazione personale del rapporto tra Dio, o meglio, il Principio Primo, e l’Umanità.

Il concetto di Grande Architetto Dell’Universo  può essere ricondotto, almeno in una prima accezione, ad un archetipo filosofico, di matrice razionalistica e di estrazione squisitamente deista. Deismo che, pur assumendo alcuni elementi del panteismo di Baruch Spinoza (Amsterdam, 1632 – L’Aia, 1677), sembra riconfermare una netta esternalità del Creatore rispetto all’Universo, oggetto del suo atto creativo. Infatti, ad una più attenta analisi, si può inferire come le preferenze teologiche del primo illuminismo si rivolgessero, in realtà, ad un Dio fuori dal mondo, un “orologiaio” o G:.A:.D:.U:. “esterno”, trascendente il creato, che non salva ma si limita a progettare i diversi costituenti dell’Universo. Tale concetto, riconducibile, come detto in precedenza, ad una idea deista, ermetica, rosacrociana e gnostica, si configura filosoficamente in maniera sostanzialmente differente dal G:.A:.D:.U:. massonico: un “orizzonte di senso” non teologicamente polarizzato, significante allegorico di un referente proprio di ciascun uomo. La Massoneria – associazione del tutto laica – ha, per principio, tratto dagli Statuti Generali dell’Ordine, osservando il Monoteismo, l’esistenza di un Principio Primo, che adora e rispetta sotto la concordata, determinata e prestabilita denominazione di Grande Architetto dell’Universo. Ai Liberi Muratori è richiesta la fede in un Ente Supremo. Questa accettazione incondizionata di un Essere Superiore, in un periodo di rare vocazioni, in cui i più allontanano l’idea della divinità e/o non seguono alcuna religione perché hanno paura di perdere la “libertà”, deve essere assolutamente radicata nel massone. Che deve andare alla ricerca della realizzazione della propria esistenza, del proprio arco vitale, dei propri bisogni e desideri, all’insegna dell’armonia con se stesso, dell’equilibrio con l’ambiente che lo circonda

e della concordia con gli altri, con la famiglia, gli amici e la società in genere. La credenza e convinzione in un Essere Superiore è, in più, elemento essenziale nella struttura della Massoneria, pur nella sua caratteristica, già citata in precedenza, di Istituzione laica, non confessionale e prettamente umana. I Landmarks, punti di riferimento massonici, gli Antichi Doveri della Istituzione Latomistica, annessi alle

Costituzioni massoniche del 1723 (pietre miliari della Massoneria Universale che devono sempre essere scrupolosamente mantenuti ed osservati da tutte le Obbedienze regolari), escludono categoricamente che il massone possa essere un ateo convinto: […] se egli intende correttamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido ne un libertino irreligioso […].

Pertanto, il massone non potrà mai fare affermazioni o attestazioni di fondamentalismo ateo, in quanto, tali assunzioni, costituirebbero un ostacolo pregiudiziale e preconcetto nel suo percorso di ricerca della verità iniziatica; tanto, e ancor più, di quanto potrebbe accadere se, per contro, abbracciasse una cieca adesione ad una qualsiasi religione o credo radicale e fondamentalista. Si verrebbe, infatti, così a creare una barriera alla migliore comprensione delle propria visione del G:.A:.D:.U:., che è causa e principio di tutte le cose, come sostenuto da Giordano Bruno, o Motore Immobile che tutto muove senza essere mosso, come esplicita la dottrina di Tommaso d’Aquino, o soffio vitale, universale, Pneuma, anima, come espresso dai filosofi presocratici                   dell’antica Grecia. Il Grande Architetto dell’Universo è la pietra miliare della Massoneria regolare e centro di tutta l’attività latomistica. A conferma di ciò basti ricordare come ogni lavoro muratorio, ogni Tornata, ogni decisione, documento, atto massonico ufficiale si apra con la formula rituale: […] Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo […].

Il Grande Architetto dell’Universo dei Massoni, che non è né cristiano né israelita né maomettano né parsi né buddhista, è una forza superiore, un’essenza simbolica che l’iniziato accetta e riconosce tanto da compiere, nel suo nome e nella sua gloria, uno speciale e personale cammino interiore alla ricerca della Verità. Al massone viene richiesto

e preteso di esercitare la propria fede nell’Ente Supremo, Grande Architetto dell’Universo, per il proprio percorso di crescita spirituale tracciato dalla Fratellanza. Il G:.A:.D:.U:. è il mezzo e lo strumento simbolico indispensabile per questo per Antichi Doveri, Costituzione, Regolamento dell’Ordine, corso di crescita spirituale. Esso è il fine della ricerca e, nel percorso da compiersi, deve essere concepito ed interpretato operativamente nella sua esemplificazione di utensile simbolico, imprescindibile ed essenziale per ottenere lo sgrossamento della pietra grezza.

Ripercorrendo in maniera sintetica, le principali riflessioni sull’Ente Supremo che si sono susseguite nella storia della filosofia e della teologia, possiamo prendere spunto dalla scuola stoica, per la quale l’Essere Supremo, il Principio Primo, se vogliamo, il G:.A:.D:.U:., è un Pensiero che, nel pensare se stesso, pensa e crea anche l’Universo, in un’unità inscindibile di spirito e materia.

Il richiamo al G:.A:.D:.U:. avviene poi, secondo una formulazione teologica negativa che risale a Plotino (205 – 270 d.C.), nel Dio che è quello che Egli non e, ma non diciamo quello che e. Diciamo di Lui partendo dalle cose che sono dopo di lui.

Il G:.A:.D:.U:. nella filosofia aristotelica, è l’unica realtà immateriale che causa il movimento   dell’Universo e assicura l’ordine perfetto. Il G:.A:.D:.U:. è completo, immutabile, eterno e, per questo, tutte le creature amano lui e tendono verso di lui, cercando di avvicinarsi a Lui.

Se passiamo, infine, a riflettere su concezioni filosofiche e scientifiche contemporanee, allora ci sembra doveroso presentare le seguenti considerazioni. Si potrebbe infatti osservare come, se si assume, alla luce delle ultime teorie cosmologiche sui multiversi, caotici o meno che

siano, che il nostro Universo possa essere stato generato da instabilità quantistiche del vuoto o dei campi inflattivi o di stringa, pre-esistenti all’evento iniziale costitutivo dell’Universo a noi noto, il così detto Big Bang,  allora non può che venir meno ogni concezione deistica del G:.A:.D:.U:., concepita nel senso di un Dio creatore completamente trascendente rispetto al mondo creato. A meno che non si rimandi, ad esempio, a soluzioni in qualche modo riconducibili al filone creazionista

contemporaneo, come, ad esempio, quelle espresse da Hans Jonas (Mönchengladbach, 1903 – New York, 1993), nel quale si fa appello ad un mito ipotetico di rinuncia divina alla onnipotenza del Creatore a favore dell’autonomia cosmica e delle sue chances (tipico, per altro, di una tradizione ebraica neo-cabalistica).

Ma, al di là di qualsiasi concezione più o meno teologicamente orientata, ci sembra di poter affermare come il punto nodale della concezione del G:.A:.D:.U:., o, meglio, del “Principio Primo” a cui ricondurre ogni speculazione metafisica, possa essere individuato nell’abbracciare o meno una visione progettuale, al contempo contingente e finalistica, contrapposta ad una cosmogenesi determinata a livello causale e dettata da una stringente ineluttabilità.

Progettualità che implica un Progettista; altro dal Progetto, o meglio, dal Creato e, dal punto di vista metafisico, ad esso esterno e superiore. A meno di non sostituire al Progetto un Processo Evolutivo che richieda solo un gran numero di alternative; Processo, al più, spinto dalla necessità.

Ci sembra, quindi, che il dilemma sulla natura prima del Principio Costitutivo del Cosmo, del G:.A:.D:.U:. e, di conseguenza, del fondamento dell’etica e della morale umana, si possa ricondurre, in altri termini, al dualismo: caso versus finalità o, similmente: caso versus progettualità.

Dilemma che potrebbe essere risolto, o riflettendo sul fatto che una progettualità nel creato non può, per ovvie ragioni, che essere riconosciuta a posteriori, da soggetti coscienti frutto, comunque, anch’essi, di una catena di passi evolutivi casuali (il così detto reperto cosmologico) o domandandosi se il cercare una definizione del G:.A:.D:.U:. attraverso ragionamenti filosofici/razionali, non ci faccia incorrere, in ultima istanza, in una sorta di paradosso di indimostrabilita alla Gödel, data la natura intrinsecamente metafisica dell’oggetto della ricerca.

A questo proposito, vorremmo solo ricordare come Jacques Arnold, sacerdote cattolico e fisico del CERN, sembra risolvere il suddetto dilemma attraverso il ricorso ad un corpus di verità rivelate trascendente il piano strettamente logico/ formale

Al Libero Muratore, per altro, è richiesto, in generale, di vivere nel rispetto del “Grande Architetto dell’Universo”. E, a questo proposito, uno dei Landmarks (caposaldi) dei principi che costituiscono le pietre fondamentali dell’edificio massonico riporta:

[…] Ogni Libero Muratore deve credere nell’esistenza di Dio come Grande Architetto dell’Universo […].

Pertanto, il requisito fondamentale del Libero Muratore è una fede in un Essere Superiore; una fede non assolutista né integralista né dogmatica e preferibilmente disgiunta ed indipendente dai riti propri

delle grandi religioni rivelate tradizionali. I massoni assumono, quindi, ed adottano l’esistenza di un principio comune ed universale, inteso come bene, verità e ragione, al quale far riferimento e dal quale trarre le coordinate per l’agire singolo e comune; in altre parole, il proprio orizzonte di senso.

E chi crede in un Essere Superiore, non può non credere in una palingenetica, postmortem, fusione con il Principio Primo, Eterno ed Immutabile, in quella che può essere vista come una forma di immortalità dell’anima. L’Anima, per il massone, si eleva all’Oriente Eterno per completare e perfezionare quel processo conoscitivo che

qui non ha che sfiorato. La figura latomistica del Grande Architetto dell’Universo non si manifesta mai direttamente ed in maniera diretta ed esplicita nel mondo contingente, non fa miracoli, non ha niente da rivelare; ed infatti niente rivela, tanto meno in campo etico o morale, non ha figli da inviare sulla Terra, non commina pene né dà ricompense

temporanee e/o eterne. In una parola, richiamandosi a quanto già esposto in precedenza, il Grande Architetto dell’Universo non interviene in alcun modo sui fatti della vita. Il Gran Maestro del Grande Oriente

d’Italia, Gustavo Raffi, nel suo intervento dal titolo Alcune riflessioni a proposito del Grande Architetto dell’Universo, alla VI Conferenza Mondiale delle Gran Logge Massoniche tenutasi a Nuova Delhi nel novembre 2002, ha dichiarato, tra l’altro, che: […] La Massoneria non è una religione; per questa ragione noi non abbiamo un “Dio massonico”

ne una “teologia massonica”. Il Grande Architetto dell’Universo rimane solo un concetto generale ed universale che la Massoneria non può ne deve determinare, perché di per se inesprimibile e indefinibile nel contesto di un’istituzione che si pone come luogo di incontro di diversità. Questa entità  divina e suprema rappresenta pertanto un concetto centrale che deve essere interpretato direttamente da ciascun Fratello, secondo la propria libera coscienza e la sua fede. […] Il Grande Architetto dell’Universo andrebbe innanzitutto definito come “l’ordine del discorso” […]. In definitiva il Grande Architetto dell’Universoè il ponte tra la realtà e l’irrealtàdelle nostre vite ed è la meta dell’Infinito.È,  richiamandoci ad un’immagine propriadell’antica scuola Stoica, l’Infinito. Il G:.A:.D:.U:., per il massone, rappresentaanche la vera espressione dell’Universo,simboleggiato nel Tempio, qualemetafora dell’Infinito, dalla Volta Celeste  rimasta a vista e che simbolicamente rappresentala costruzione incompiuta dell’OperaArchitettonica interiore.

Inoltre, l’accettazione del G:.A:.D:.U:. fa sì che i Massoni assumano l’esistenza di un principio comune e universale, inteso come bene, verità e ragione, al quale far riferimento e dal quale trarre le coordinate

per l’agire singolo e comune. Il profano, una volta iniziato alla Massoneria, non deve assolutamente abbandonare il suo Dio o le sue precedenti credenze religiose; al contrario, nel G:.A:.D:.U:., egli può ritrovare un principio trascendente nel quale nessuna religione, nessuna visione teologica, nessun Dio particolare sono negati. Entra, in altri termini, in un’atmosfera sincretica di unione e di avvicinamento

di diverse fedi che, alla luce del comportamento e della condotta etica

della Libera Muratoria, basati sulla fratellanza, sull’uguaglianza e sulla tolleranza reciproca, può apportare grandi benefici all’umanità tutta.

Ogni Massone è libero di credere nel Dio della religione alla quale appartiene, identificandolo nel Grande Architetto dell’Universo; vale a dire nel “Creatore”, qualunque sia la modalità della creazione di cui parlano i Testi Sacri della religione cui appartiene; in questo modo, applicandosi sotto l’impulso e lo stimolo della coscienza collettiva dell’intera Umanità, potrà lavorare “Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”. Per l’Iniziato, il G:.A:.D:.U:. diventa, quindi, un principio regolativo, una entità simbolica che il massone accetta e nel nome ed alla gloria del quale compie il suo cammino iniziatico nella ricerca della Verità.

Da Ente filosofico/teologico viene ad assumere, così, anche una valenza di […] utensile simbolico indispensabile per ottenere lo sgrossamento dalla pietra grezza, ovvero unico e necessario strumento per il trovare, riscoprendola attraverso la Luce e l’Illuminazione, la pietra nascosta nel buio tenebroso dell’ignoranza di se stessi […]. Il Grande Architetto dell’Universo diventa quindi la “bussola”, il riferimento, la motivazione, l’argomentazione, in altre parole, la ratio a priori,  il già citato ordine del

discorso, sul quale si fonda la ricerca della verità portata avanti dagli Iniziati.

Un principio, quindi, di spinta, di causa ma anche di ricerca della “philia”, dell’amicizia universale che pone nel “bene” e nella sua ricerca il fine dell’umanità e, conseguentemente, dell’Ordine Massonico

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