NON CREDERE, MA CONOSCERE

NON CREDERE, MA CONOSCERE

Divisa dell’iniziato – qualunque sia la forma tradizionale – è «non credere, ma conoscere».

La fede, la credenza cieca, è prerogativa delle religioni, «La religione – scrive Guénon in «Introduzione allo studio delle dottrine indù» – comporta essenzialmente la riunione di tre elementi di carattere diverso: un dogma, una morale, un culto».

Le religioni pongono come traguardo finale la salvezza dell’anima.

La conoscenza è prerogativa dell’iniziazione ai misteri e conduce alla liberazione dell’essere dai propri limiti o realizzazione metafisica.

La via della conoscenza iniziatica comporta sempre una gradualità (la prudente gradualità iniziatica) «ed ogni iniziazione – scrive Guénon in «Etudes sur la Franc-Magonnerie et le Campagnonnage», vol. II – comprende necessariamente più fasi successive, alle quali corrispondono altrettanti differenti gradi. Questi gradi e queste fasi si possono sempre ricondurre a tre; si possono considerare come fissanti le tre età dell’iniziato, o le tre epoche della sua educazione, e caratterizzarle rispettivamente con le tre parole: nascere, crescere, produrre», I tre gradi della Libera Muratoria vogliono rispondere alle tre domande della Sfinge: Donde vieni? (1 grado); Chi sei? (2 grado); Dove vai? (3 grado).

È evidente che tali risposte possono essere soltanto indicative, orientative per l’iniziato, in quanto la Verità in assoluto – che sia tale per tutti gli uomini in ogni tempo e luogo – non può essere codificata.

Ogni uomo porta in sé originariamente – anche se inconsciamente – la verità (la scintilla divina) per il fatto di essere collegato al principio tramite una catena fisica e spirituale ininterrotta, da Adamo in poi. Si dice, infatti, che tutti gli uomini sono omogenei ed affini; hanno, cioè,

la stessa comune origine ed hanno lo stesso fine comune.

Ma per ritrovare questa verità ogni uomo deve scavare, scavare, scavare dentro di sé sino a riconoscerla. Di qui il «conosci te stesso» (lat. nosce te ispum, gr. gnoti seauton) ritenuto essenziale da tutti i saggi di ogni tempo, anche se fu Chilone da Sparta a farlo incidere a lettere cubitali d’oro sul tempio di Dello.

Poi, alla fine, ognuno trova in sé la propria verità, poiché la verità in assoluto, valida per tutti, non risulta che sia stata ancora ritrovata, altrimenti non si giustificherebbe quella «ricerca della parola perduta» che costituisce il lavoro essenziale, fondamentale dei Liberi Muratori.

Ora, poiché vi è una dichiarata corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo – legge che nella Tavola Smeraldina attribuita ad Ermete Trismegisto è enunciata con le parole: «Come in alto, così in basso e come in basso, così in alto per far di tutte le cose il miracolo della cose una», è indispensabile recepire le leggi regolano l’universo – facendo di esso cosmo- per trovarne la corrispondenza stessi e rendere quindi più agevole il compito di conoscersi. La tradizione insegna che ciò che pure preesisteva (lo zero metafisico, Brahma) e che poi si è manifestato  (l’uovo del mondo, l’Uno, Brahma) lo ha fatto donando se stesso con un supremo atto d’amore e lo ha fatto secondo giustizia.

Ed ecco perché la legge cosmica dell’unità è la giustizia e ne consegue la pace (Pax opus Justiziae) ed entrambe sono rappresentate come i massimi attributi del divino,

La manifestazione è un riflesso del principio unitario ed è condizionata dalla dualità. La legge cosmica della dualità è l’equilibrio e da questo consegue l’armonia.

Se si trasferiscono queste leggi e questi principi all’essere umano – al fine di potere conoscere se stessi – si consterà che la rottura dell’equilibrio determina l’insorgere della malattia, fisica o psichica. che sia. La stessa rottura dell’equilibrio in tutta la natura determina l’insorgere di una malattia; da qui nasce l’ecologia, che non avrebbe ragione di essere se sussistesse l’equilibrio naturale.

L’iniziato, il quale attraverso i riti  ha ricevuto una «influenza spirituale» – della quale i riti sono appunto i veicoli – ed al quale, attraverso i simboli tradizionali, vengono rese intuibili delle verità trascendenti la sua limitata dimensione umana, diviene via via cosciente e si realizza liberandosi da errori, superstizioni, falsità.

È quindi. la sua, un’opera, un’azione di riconoscimento e di decantazione (non di accumulo, nozionistica, per intenderci), di separazione, cioè, di ciò che costituisce ti corpo pesante, la feccia, la rimanenza, il fondo, da ciò che costituisce la parte chiarificata, volatile, eterea. La scienza profana scruta l’universo, ma troverà sempre dei limiti nell’indefinitamente grande; scruta la materia, ma troverà sempre dei limiti nell’indefinitamente Di qui la sua limitatezza. L’iniziato, facendo uso dell’intelletto puro trascendente (che trascende, cioè, i limiti del mentale, al quale appartiene pure la ragione umana, per quanto meravigliosa essa sia) può superare tali limiti sino – sia pure in «casi eccezionali – ad indiarsi, sino a congiungersi all’identità suprema.

Franco Massimo Montanari

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *