FINE MILLENNIO ALLE SOGLIE DEL 2000: QUALE MASSONERIA?

FINE  MILLENNIO ALLE  SOGLIE   DEL  2000: QUALE  MASSONERIA?

 (Documento redatto nel dicembre del ’99)

Lo scenario planetario è caratterizzato da processi che mettono in crisi egemonie prima intoccabili, equilibri  interni alle nazioni e tra le nazioni, modi di vivere e di pensiero, di produzione della ricchezza, di organizzazione della cultura, dell’utilizzo del tempo, della definizione dell’orizzonte dei Valori. L’entità dei fenomeni sociali, economici e politici è di tale rilevanza da non consentire ad alcuno – individuo, collettività, istituzione – di ignorarne l’importanza e continuare ad operare scelte di privilegio sottraendosi, in tal modo, alla possibilità di costruire nuove proposte per una convivenza civile e pacifica.

L’Umanità sta percorrendo velocemente un cammino disarticolato che vede, da una parte, progredire alcune nazioni, dall’altra, molti popoli sprofondare nell’oscurità dell’arretratezza e della miseria. Un divario inaccettabile per un mondo che si ritiene “civile” e che vuole affrontare consapevolmente le grandi sfide del 2000.

La divisione internazionale del lavoro è spinta dalla rivoluzione tecnologica, che investe ogni aspetto della vita collettiva e individuale, determinando squilibri sociali, economici e politici fra le nazioni più industrializzate e quelle che ancora oggi subiscono il retaggio della povertà e dell’ignoranza. I mutamenti si sviluppano nel segno della complessità e appaiono incomprensibili a quanti non hanno – o non riescono ad avere – un quadro globale della situazione. Cancellati dalla storia i sistemi di tipo sovietico, rimangono “modelli” di governo che – in un modo o in un altro – sono il risultato dell’evoluzione delle democrazie ottocentesche che, a livello organizzativo, si stanno dimostrando inadeguate a gestire il cambiamento di un’epoca. Né, nell’immediatezza, si intravedono proposte nuove, alternative a questo stato di cose.

Questo periodo di transizione da un millennio all’altro registra solo una serie di modificazioni che nascono da continue contraddizioni. Insufficienti appaiono, così, le risposte fornite dalle ricerche in campo sociologico e politologico, appiattite sulla “micro-analisi” in un mondo che è dominato da “macro-fenomeni”. Muta l’idea stessa di cultura, mentre viene accreditata l’immagine di una scienza proiettata verso un progresso illimitato e lineare. In effetti a mutare è la concezione della razionalità scientifica, che conserva l’involucro dell’impostazione positivista solo nel coltivare il disegno autoreferenziale di un progresso infinitamente perseguibile attraverso la dilatazione del conosciuto e la percezione netta dell’incommensurabilità del conoscibile, acquisibile soltanto attraverso la lente scettica dell’irrazionalismo.

Nel perpetuo dilatarsi dei confini dell’universo, si corre verso una sempre rinviata definizione dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo: si esplorano i limiti finora ritenuti ultimi dell’indivisibilità della materia, fino all’antimateria, quasi proiezione ectoplasmatica dello spirituale, dell’immateriale.

Si definiscono nuove cosmogenie, diverse cosmologie, leggittimabili in ogni caso solo come ipotesi provvisorie di ricerca, sempre meno caratterizzate, anzi del tutto improbabili, nella dimensione di verità. Le teorie, il cui confine tra ricerca filosofica e ricerca fisico-sperimentale diviene sempre più mobile, gestite in termini di verificabilità e falsificabilità, restituiscono alla parola verità  lo spessore di provvisorietà, di tela perennemente tessuta per essere subito disfatta nell’ambito di nuovi scenari sempre meno prevedibili. Ma la verità della ricerca non può che riprodurre la continua distruzione di punti di riferimento con la connessa creazione di un arcipelago di non-verità, di postulati provvisori in cui si decompone il tessuto dell’Uomo micro-cosmo, sia per quanto riguarda la realtà sociale che per quella psichica.

In questo processo di rapidissimo cambiamento avanzano atomizzazione sociale (i problemi collettivi vengono rappresentati in termini di vissuti individuali), anomia (le identità comuni si sgretolano, il collante sociale non regge), alienazione (l’individuo affoga nell’insicurezza, rimane schiacciato dai riti collettivi di massa). Similmente i popoli vedono compressa la propria identità nella più tragica crisi delle società tradizionali.

L’Umanità corre come un fiume senza argini e senza meta, con numeri in crescita esponenziale che portano alla negazione del numero, cioè dell’Uno, l’Individuo! Una Umanità che naviga senza bussola, senza un centro, finisce con l’essere la negazione dell’Uomo: è l’Uomo, è l’Individuo  che deve ritornare ad essere il centro, il perno del moto perpetuo dell’Umanità. Ed è questo il terreno vocazionale proprio della MASSONERIA UNIVERSALE, da sempre fucina di formazione di individui, sede della ridefinizione dei Valori, orientamento nella ricerca-creazione di senso.

Il quadro di esasperato dinamismo che caratterizza questa fase della transizione verso i nuovi assetti del Terzo Millennio vede una molteplicità di fattori e forze in campo espressione di mille particolarismi, contrabbandati spesso per universalismi. La  MASSONERIA è l’istituzione che può vantare un punto di vista complessivo perché parla a nome dell’UMANITA’ e non di questo o di quel popolo, di questo o di quel gruppo sociale, di questa o di quella religione. E’ per questa ragione che può suscitare solo indignazione e disprezzo morale qualsiasi gruppo dirigente che, arrogandosi il ruolo di portavoce della Massoneria, si limiti a svolgere la funzione di specchio deformato dalle contraddizioni della società nazionale, di cui è solamente piccola parte, fornendo così alibi alle vecchie e alle nuove classi dirigenti.

In questo senso, come GRAN LOGGIA DEL MEDITERRANEO, affermiamo la dignità del nostro ruolo di gruppo di UOMINI LIBERI che parlano alla UNIVERSALITA’ del Corpo Massonico, ai Fratelli operanti o in sonno, di qualsiasi Obbedienza; a coloro che si rifiutano di abdicare alla propria coscienza e, forti della propria identità morale, si differenziano da quanti – pur definendosi ancora Massoni – si predispongono a saltare sul carro del vincitore politico di turno, anche di chi abbia dalla Massoneria identità culturale e morale distante anni luce.

Noi affermiamo la più decisa convinzione che nell’attuale marasma sociale sia proprio la MASSONERIA UNIVERSALE l’unica Istituzione che, nella continuazione di una tradizione secolare, può analizzare il presente  senza contaminarsi con il contingente; può costruire analisi che siano fondamento di un futuro progetto di cambiamento per guardare al complessivo futuro dell’UMANITA’. In ogni contesto sociale l’Istituzione Massonica non può derogare al proprio ruolo: deve tornare ad essere affidabile punto di riferimento per gli UOMINI LIBERI.

Per ciò che riguarda il contesto europeo, ormai stano per completarsi i processi che ­- con il definirsi della costruzione dell’Europa del capitale – vedranno consolidarsi la concentrazione più forte di Paesi sviluppati, la più ricca area di mercato. Verso questa polarità si rivolgeranno le attese delle genti delle aree condannate alla marginalità economica, dai Balcani all’Africa, da talune zone Asiatiche ai territori dell’ex Unione Sovietica e degli ex suoi Paesi satelliti. Nella Comunità Europea del capitale finanziario si preparano sconvolgimenti radicali e migrazioni bibliche. La crisi delle ideologie, fondate sulla negazione del ruolo dell’individuo nella società, non ha prodotto la distruzione dei partiti che usano spezzoni di vecchie teorie, ammantate di finto modernismo, per acquisire il potere e gestire la società e impedirne l’evoluzione nel segno della Libertà. Tutto ciò rappresenta il contingente da cui l’Istituzione Massonica deve prendere le distanze. La MASSONERIA non può derogare alle proprie responsabilità. NOI MASSONI dobbiamo affermare con forza ciò che giurammo nel momento in cui siamo stati iniziati: la Massoneria sosterrà SEMPRE  la Libertà nelle scelte dell’individuo, così come rifiuterà l’idea dell’uomo-oggetto, dell’uomo-ingranaggio.

Noi intendiamo così affermare che senza una umanizzazione dell’Uomo non c’è futuro per l’Umanità.

Noi intendiamo affermare la convinzione che il Terzo Millennio debba essere necessariamente l’era del trionfo dell’UMANESIMO MASSONICO fondato sull’Universalismo e il Cosmopolitismo, fondato sulla triade immortale LIBERTA’ – EGUAGLIANZA – FRATELLANZA.

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