ALESSANDRO TEDESCHI GRAN MAESTRO DELL’ESILIO

ALESSANDRO TEDESCHI GRAN MAESTRO DELL’ESILIO

del Fr.’. Massimo Bianchi G.’. M.’. O.’.

R.’. L.’. Adriano Lemmi n.704 Or.’. di Livorno

“Non c’era la fotografia neppure nella sala della Giunta al Vascello, dove sono ritratti tutti i G.’.M.’. da Eugenio Di Beauharnais in poi. Nessuna delle centinaia di Logge della Comunione che ne tramandasse il nome. Si deve al fratello Santi Fedele e all’Oriente di Livorno se la memoria è stata ritrovata. Alessandro Tedeschi nasce a Livorno nel 1867, da una famiglia di religione ebraica, in una città dove più nazioni e più religioni hanno quasi sempre convissuto caratterizzandone l’originalità. Tutt’ora edifici di culto, cimiteri e toponomastica segnalano questa caratteristica multiculturale e multietnica. Allievo del Liceo Classico “Francesco Domenico Guerrazzi”, dove hanno insegnato i fratelli Carducci e Pascoli e studiato Carlo Azeglio Ciampi, si laureò a Pisa in medicina con una tesi: “il contributo clinico allo studio della nevrite”. Iniziato nel 1892 nella Loggia “Garibaldi e Avvenire”, fondata nel 1865 tra le prime ad essere intitolata al Generale, ancora vivente. Dopo l’insegnamento universitario si trasferì in Argentina contribuendo a costruire la rete assistenziale per gli emigranti italiani, che non erano trattati meglio dei profughi attuali. Dette vita anche ad una scuola laica nel popoloso quartiere del Boca e una biblioteca aperta alla colonia italiana. Fondò il laboratorio di anatomia patologica dell’Ospedale psichiatrico di Buenos Aires e diresse l’Ospedale” Garibaldi “di Rosario e l’Ospedale ebraico. Rientrato in Italia per partecipare come volontario a quella che l’interventismo democratico definì come la IV guerra d’Indipendenza, fu successivamente eletto Presidente Nazionale dell’Associazione reduci e mutilati di guerra. Nel 1930 non potendo tornare in Patria a causa della avversione al Regime si stabilì in Francia e il 29 novembre 1931 venne eletto G.M. del GOI .Da Parigi, rivolse a nome dell’Alleanza delle Massonerie perseguitate un appello a tutte le Comunioni del mondo e a tutti i fratelli massoni: “Noi i Massoni perseguitati per evitare la sottomissione alle dittature e per continuare a lavorare per il trionfo dei nostri ideali, abbiamo scelto l’esilio, lasciato nella nostra Patria le persone che ci sono più care, abbandonando i nostri beni, le nostre posizioni sociali duramente conquistate, le nostre professioni ,i nostri mestieri, affrontando tutte le sofferenze e, per molti tra noi, la stessa miseria. Noi non domandiamo nulla per noi. L’interesse dell’Istituzione prima del nostro”.” Occorre che i profani siano persuasi da coloro che ne hanno l’autorità e la possibilità, che dove la Massoneria scompare, lì è la civiltà stessa ad andare in rovina e la democrazia, la libertà e la giustizia a crollare”. La Gran Loggia del maggio 2008 riconobbe sia pure tardivamente la continuità iniziatica dei quattro Gran Maestri che ressero le sorti del GOI nell’esilio parigino (Eugenio Chiesa, Arturo Labriola, Alessandro Tedeschi e Davide Albarin). L’Oriente di Livorno nel giugno fece dono alla Città di un busto dello scultore Stefano Pierotti, posto nella Villa Comunale, accanto a quelli di Lemmi e Carducci. Tedeschi fu parte attiva nella concentrazione antifascista e nella Lega dei Diritti dell’Uomo. Non sempre il contributo del GOI alla battaglia per la Libertà e la Repubblica viene ricordato con il giusto rilievo. Muore il 9.8.1940 sfuggendo così alla Gestapo che lo ricercava. Gli venne intitolata il 21.6.2007 la Loggia n.1303 all’Oriente di Livorno. Due anni or sono abbiamo chiesto al Municipio di dedicarli un ricordo nella toponomastica. Stiamo con pazienza ancora aspettando.

HIRAM  2032/ 4

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