CAMMINO VERSO LA PACE

CAMMINO VERSO LA PACE

di Adele Menzio

Nessuna istituzione, meglio della Massoneria, è più adatta ad indicare

ai popoli il cammino verso la pace.

Un cammino duro, faticoso, irto di difficoltà apparentemente insormontabili, il più delle volte deludente e frustrato frequentemente

dall’insania dei governanti, dall’egoismo di complicati ed aggrovigliati interessi, dalla poca lungimiranza di una massa di individui condizionati da mille pastoie materiali.

Tuttavia, consci dell’utilità dell’opera, i Massoni da sempre vanno indicando all’umanità la strada da percorrere e non cesseranno mai di farlo. Oggi, a differenza di altre epoche storiche (ma forse non per la prima volta se si crede all’esistenza di popoli quali i Lemuri e gli Atlantidi) la guerra, quella che incombe e giustamente spaventa, si intende non solo totale, ma atomica, se non addirittura stellare. Una guerra dalla quale minime sono le speranze per l’umanità di sopravvivere.

L’angoscia ed il terrore (se pure si tenta di rimuoverli con un comprensibile meccanismo mentale singolo e collettivo) non cessano di preoccupare ogni individuo che, in varia misura e con diverse soluzioni, tenta di superare giorno per giorno uno stato di grave e tragica incertezza.

Si può arrivare al suicidio, alla droga, alle stragi senza costrutto o finalità, alla frenetica attività volta alla idealizzazione di « non valori ».

In fondo alla coscienza dei più v’è la certezza che queste sono. strade sbagliate e non soccorrono. Oggi l’umanità è in attesa di una parola nuova, di un (diciamolo pure) Messia che indichi una scala di valori certa, alla quale aggrapparsi ed in cui credere. Tramontate le filosofie positivistiche e materialiste, svelate a tutti le leggi della scienza (in ciò consiste la grande differenza tra l’epoca nostra e quelle passate nelle quali la conoscenza della Legge Cosmica era appannaggio di una élite), oggi la salvezza è demandata alla riscoperta di valori spirituali tanto assoluti e certi e veri da travolgere con la loro chiarezza e la loro potenza le ingannevoli apparenze del Male, e di suoi sottili e tentatori suggerimenti.

La scienza, in sé, non è male. Il dominio della natura da parte dell’uomo

non è male. La guida dei popoli non è male. Malevolo è l’uso che se ne può fare.

Male è l’orgoglio smisurato dell’uomo che si identifica con Dio e crede di poter governare in maniera indipendente ed indirizzando verso mete non trascendenti i risultati delle sue conoscenze. Male è non apprezzare, non capire, non rispettare la sacralità della vita.

Male è prevaricare, obbligare, decidere della sorte altrui senza tener

conto delle altrui istanze, speranze e sensibilità.

Male, in una parola, è «non amore».

Il fulcro della Massoneria è proprio l’amore. Un amore tanto grande ed assoluto e trascendente da manifestarsi quotidianamente nel rispetto e nella tolleranza.

Non è chi non veda come il termine amore sia inconciliabile con il concetto di guerra e non sarebbe necessario aggiungere altro per chiarire come il Massone, per sua stessa definizione, sia vettore di pace.

Come, praticamente, nel mondo odierno il Massone può e deve operare per infondere negli altri la consapevolezza e la certezza della indispensabilità dell’amore?

Non certo, come si va facendo nel mondo profano, con il terrore. Films (valga per tutti « The day after »), canzoni, romanzi di fantascienza e fantapolitica, discorsi a tutti i livelli ed ancora di più l’immediatezza dell’immagine (il mezzo di comunicazione più in voga) sono diretti ad incutere nell’uomo la paura. Non si accorgono questi falsi profeti che, bombardando quotidianamente l’umanità di immagini agghiaccianti e truculente essi abituano i destinatari dei loro messaggi (nei quali molte volte si legge il compiacimento dell’orrido) alla violenza e rendono «normale» ed «abituale» la lotta indiscriminata ed il sangue. Faccia ciascuno in segreto un esame di coscienza e paragoni ad esempio lo sdegno provato alla notizia del primo sequestro di persona a quello di oggi, alla breve notizia di un cronista del Telegiornale che ci porge il fatto tra quello di una inaugurazione di un tratto di autostrada ed una vincita al Totocalcio. Ci si abitua.

È evidente che non è la via della paura quella giusta. Ma esattamente la via contraria. Essa deve essere preceduta, se si vuole che il messaggio venga recepito, da una lenta preparazione dell’anima ad accoglierlo. Soltanto un animo volto alla spiritualità, soltanto una coscienza del fine ultimo dell’uomo possono accogliere in sé un discorso

difficile come quello dell’Amore. Bisogna operare una rivoluzione negli animi di tutti: occorre insegnare un discorso antiutilitarista, sconvolgere ab imis una scala di valori consolidata da millenni, anteporre ai risultati materiali i tentativi spirituali, condurre lentamente l’uomo alla riscoperta del Cosmo, non già in termini di orgogliosa possibilità di possederlo e piegarlo al proprio indiscriminato volere, ma al solo fine di percepirne la perfezione divina e di intuire e godere, in un impeto meraviglioso e poetico, la propria identificazione con il tutto.

Occorre considerare l’avventura terrena come un breve, brevissimo attimo, una fugace apparizione che ha il valore di una «dove l’individuo prova», non deve mai dimenticare da dove viene e pensare sempre dove andrà.

Bisogna ricordare che dipenderà dalle sue azioni la sua collocazione eterno. Ci rendiamo conto che tutto ciò è arduo e che il mondo profano non è affatto preparato ad un discorso che, sempre, profeti, illuminati ed iniziati hanno tentato con alterni risultati. Tuttavia se oggi la conoscenza di alcune fondamentali leggi dell’universo è stata svelata a tutti, ciò significa che nella evoluzione dell’uomo (per imperscrutabili disegni) i tempi si vanno avvicinando. Tempi della distruzione totale o dell’ascesa di un ulteriore gradino progrediente. Non sappiamo. Preferiamo credere che dipenda da noi progredire piuttosto che finire.

L’ingresso nell’era dell’Acquario, con le implicazioni positive che preannuncia questo segno, può costituire un auspicio e un incitamento. Ma dipende proprio da noi Massoni che, vinte le sciocche ed umanissime (poniamo l’accento sulle debolezze e le piccinerie dalle quali non siamo esenti) ragioni delle nostre divisioni territoriali, dobbiamo unirci nel nome della nostra Tradizione che ci indica l’univocità sia delle basi di partenza che delle finalità.

Dipende da noi Massoni, che dobbiamo operare per creare nel mondo profano un modo nuovo (ma antichissimo) di concepire la vita.

Poniamo a ragion veduta l’accento sulla vita. Vita che è mistero meraviglioso, magico, arcano ed ineffabile.

Vita che è dono inimitabile e prezioso. Vita che è materializzazione del sacro. Che proviene dall’Uno e all’Uno è destinata. A differenza del mondo profano che, non solo mostra di disprezzare la vita (si veda il disastro ecologico che trae la sua causa maggiore proprio dalla indifferenza verso la vita in ogni suo aspetto) ma, vinto dalla paura, predica la pace basandosi sul negativo. Riteniamo che il Massone debba invece farsi promotore di una campagna sul positivo.

Non la messa a fuoco del male, ma l’esaltazione e illuminazione del bene. Non la descrizione terrificante delle conseguenze del cattivo uso delle conquiste scientifiche, quanto invece la proiezione in futuro delle risultanze di un corretto uso della scienza e delle tecnologie. Il terrorizzare l’uomo con la paura è in fondo considerare lo stesso uno schiavo, incapace di ragionare e tanto debole e condizionato da non avere nemmeno la possibilità di affrancarsi.

Non è una vieta formula quella che si legge nelle Logge: libertà. Il Massone si rivolge ai propri Fratelli profani con rispetto, considerandoli

uomini liberi e conseguentemente capaci di apprezzare il ragionamento basato sui valori positivi.

Vogliamo insistere su questo ribaltamento dei metodi, su questo sistema che riteniamo l’unico possibile per la salvezza di tutti e di Occorre che l’uomo capisca quanto ineffabili siano le gioie dello spirito e come queste non possano nemmeno essere avvicinate da chi nel proprio cuore alberghi odio, rancore e desiderio di guerra.

Allora soltanto si potrà iniziare un proficuo discorso di pace tra

i popoli. Preparare l’animo dell’uomo ad accogliere la verità è uno dei compiti demandati al Massone di oggi e di domani.

Un’utopia?

Ma non sono state proprio le utopie, anche parzialmente realizzate, a segnare le grandi tappe del cammino dell’Uomo?

81

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *