UN GRAZIE DEL MAESTRO VENERABILE

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Carissimi Fratelli,

            voglio innanzi tutto ringraziare tutti voi per la partecipazione massiccia all’Agape bianca di venerdì 11/6 e per la presenza non marginale, ma importantissima delle splendide nostre metà lunari, abbiamo sperimentato un percorso che può dare frutti abbondanti e che può fortificare la nostra appartenenza a questa istituzione, portate a loro il mio più caro saluto e la mia preghiera ad accompagnarci in futuro sempre più spesso.

            Non vi nascondo che ho costatato con gioia che la vostra presenza ai nostri Lavori è aumentata notevolmente da inizio anno, questo è importante perché il miglioramento individuale di ciascuno di noi si raggiunge solo con l’aiuto reciproco e la condivisione delle nostre tornate.

            Gli episodi che hanno coinvolto mediaticamente la nostra Loggia in questi ultimi tempi non devono procurarci preoccupazioni, la Massoneria va avanti con la forza di tutte le sue idee e di tutti i suoi principi virtuosi; una cosa vi chiedo, con vigore, non ergiamoci a giudici, ma esercitiamo in questo momento la comprensione e la tolleranza con la consapevolezza che ciascuno di noi può trovarsi un domani in analoghe circostanze.

            Sappiate comunque che la Loggia deve essere ed è una Famiglia e che qualunque problema individuale è un problema di tutti, non abbiate timore a confidarvi con il Maestro Venerabile o con qualsiasi altro Fratello della Loggia, non esistono ostacoli insormontabili, c’è sempre una via di uscita, un percorso che uniti si può affrontare meglio.

            Questo periodo estivo non prevede la mia assenza, sono a vostra completa disposizione anche, se volete, solo per il piacere di incontrarci in libertà; mi preme farvi sapere che stiamo lavorando insieme al Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili per organizzare a Settembre-Ottobre un Convegno di respiro nazionale a Scarlino con la presenza del Gran Maestro Gustavo Raffi e grandi relatori, non massoni, per parlare della “Genesi e composizione della Massoneria in Maremma” e della “Libertà di associazione e segretezza della Massoneria”, saprò essere più chiaro e tempestivo quando avrò notizie più certe, sappiate in ogni caso che non siamo silenti e assenti.

            Desidero arricchire questa mia comunicazione  con alcuni passi della tavola, pronunciata dal Fratello Salvador Allende durante la tornata della Gran Loggia di Colombia a Bogotà il 28 agosto 1971, dove l’allora presidente del Cile proclama la sua profonda e costante adesione agli ideali massonici che l’hanno guidato nell’azione politica. Il progetto e il programma di Unidad Popular, il movimento che condusse Allende alla presidenza del Cile, emergono chiaramente come il recupero storico e politico d’un fronte popolare cileno che venne guidato negli anni ’30 dal fratello massone Pedro Aguirre Zerda, radicale di destra e leader d’una formazione che spaziava dai marxisti ai radicali, ai democratici. Evidente e probabilmente tutt’altro che casuale il rapporto che il fronte popolare di Zerda ha con la lista che portò il fratello Ernesto Nathan a divenire sindaco di Roma.

“Appresi anche che nel nostro Ordine non ci sono gerarchie di natura sociale né economica. Fin dal primo momento divenne dunque più forte in me la convinzione che i principi dell’Ordine, proiettati nel mondo profano, potevano e dovevano essere un contributo al gran processo rinnovatore che tutti i popoli del mondo cercano di effettuare, specialmente i popoli di questo Continente, la cui dipendenza politica ed economica accentua la tragedia dolorosa dei paesi in via di sviluppo.
Per questo, ed essendo sicuro che la tolleranza è una delle virtù più profonde e solide, in tutta la mia vita massonica, che è già arrivata ai 33 anni, nelle Tavole presentate alle diverse Logge della mia patria ho sempre insistito sulla sicurezza, per me certa, che potevo coesistere nei Templi con i miei Fratelli, anche se per molti era difficile immaginare che questo fosse possibile per un uomo che nella vita profana dice pubblicamente di essere marxista. Questa realtà compresa nelle Logge, fu incompresa molte volte nel mio partito. Più di una volta nei congressi del partito fondato nientemeno che da un Ex Serenissimo Gran Maestro dell’Ordine Massonico del Cile, Eugenio Matto Hurtado, fu discussa l’incompatibilità tra l’essere massone e socialista
È più dura l’intolleranza nei partiti politici. Sostenni il mio diritto a essere massone e socialista allo stesso tempo. In questi Congressi dissi pubblicamente che qualora si fosse accettata questa incompatibilità, avrei abbandonato il partito come militante, anche se non avrei mai smesso di essere socialista in quanto a idee e principi. Allo stesso tempo sostenni che il giorno che nell’Ordine si fosse accettata l’incompatibilità tra le mie idee e la mia dottrina marxista, e l’essere massone, avrei abbandonato le Officine, convinto che ivi la tolleranza non era una virtù praticata. Ho potuto vivere questa realtà (essere marxista e massone, n.d.t.), e credo di poter offrire ai Fratelli della Gran Loggia di Colombia solamente una vita leale ai principi dell’Ordine, dentro l’Ordine e nel mondo profano.”…..

….“Pensiamo che l’uomo del Cile debba vivere il contenuto delle parole così significative, come quelle che costituiscono il trinomio fondamentale della Massoneria: FRATELLANZA, UGUAGLIANZA e LIBERTÀ. Abbiamo sostenuto che non può esistere l’uguaglianza quando pochi hanno tutto e molti non hanno niente. Pensiamo che non può esistere la fratellanza quando lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è la caratteristica di un regime o di un sistema. Perché la libertà astratta deve cedere il passo alla libertà concreta. Per tutto ciò abbiamo lottato.
Sappiamo che il compito è duro, e abbiamo piena coscienza che ogni Paese possiede realtà, metodi, storia e maniera di pensare assolutamente propri. E perciò rispettiamo le caratteristiche che danno un profilo peculiare a ciascuna nazione del mondo, e particolarmente quelle di questo Continente. Però, sappiamo anche, e con piena coscienza, che queste nazioni riuscirono a emergere rompendo le catene, grazie allo sforzo solitario di pochi uomini che, nati in terre diverse, con bandiere diverse, si unirono tutti sotto la stessa bandiera ideale, per rendere possibile un’America indipendente e unita”….

….”Sogno la notte dell’Iniziazione, quando ascoltai queste parole: «gli uomini senza principi ed idee ferme, sono come quelle imbarcazioni che, perso il timone, si incagliano sugli scogli». Voglio che i Fratelli di  Colombia sappiano che non perderò il timone costituito dai miei principi massonici. È difficile fare una rivoluzione senza un costo sociale, ed è duro scontrarsi con i poderosi interessi internazionali e nazionali.
L’unica cosa che desidero è che un domani, una volta compiuto il mio mandato, possa entrare (a testa alta, n.d.t.) nel mio Tempio, così  come sono entrato ora in qualità di Presidente del Cile”.

Un fraterno affettuoso saluto dal vostro Maestro Venerabole

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. G. T.                                                                                             i

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