9 DOMANDE SULLA MASSONERIA

Domande sulla Massoneria

Cos’è la Massoneria ?

Quali sono gli obbiettivi della Massoneria?

Chi può far parte della  Massoneria?

La Massoneria è un’associazione segreta ?

La Massoneria può essere considerata una religione?

Quali sono le cause di tanta ostilità che nutre la Chiesa di Roma nei confronti della Massoneria e che  non trova eguali in altre fedi?

Le Logge massoniche commettono atti sacrileghi?

La Massoneria può essere considerata alla stregua di un partito politico?

Che cos’è la “Via Maestra”?

Cos’è la Massoneria ?

La Massoneria è al contempo un’Istituzione exoterica ed una Comunione iniziatica.

L’Istituzione exoterica è l’associazione di uomini e donne di buoni costumi, liberi da pregiudizi, con un innato senso della ricerca, spiccate doti di autogoverno e di libertà intellettuale, che respinge ogni forma di strumentalizzazione ideologica che possa limitare od opprimere il diritto alla libertà. Ma una successiva “scelta iniziatica” implica la determinazione di percorsi che non sono necessariamente sovrapponibili, né sono condivisi da ognuno. Il percorso più palese e comunemente seguito è quello simbolico, exoterico e virtuale.

Dedicando la propria attenzione agli aspetti exoterici del percorso simbolico il massone può raggiungerne l’epilogo, pur mantenendo gran parte dell’originaria essenza profana della propria personalità magari abbellendone gli aspetti ed intellettualizzandone le espressioni.

Approfondire questo percorso, però, è impossibile se non operando una netta trasmutazione dell’imprintig personale di ogni candidato.

La trasmutazione iniziatica è la metamorfosi della coscienza fisica ed individuale che elabora le comuni prospettive mentali, elevando le quali la coscienza individuale può trascendere le impostazioni date dalle prime visioni collettive.

La cosiddetta prima visione è la suggestione dei primi condizionamenti culturali (imprinting); è il vincolo alle abitudini sociali e alle inibizioni dei modelli che accomunano l’emotività personale alle passioni collettive. I modelli collettivi sono tutte quelle abitudini a cui si conformano (conformismo) uomini e donne nella ricerca dell’approvazione sociale o del gruppo al quale l’individuo crede di appartenere.

Una coscienza individuale evolutasi intimamente (processo di autocoscienza ed identificazione di sé)è in grado di scegliere e di decidere ed è capace d’esprimere il “libero arbitrio”, ch’è dote dell’ego superiore e transpersonale. In una coscienza evoluta il libero arbitrio va a sostituire la “libertà di scelta” che segna le esperienze dell’ego fisico.

Libera dalle inibizioni dei modelli collettivi, dai vincoli culturali e dalle abitudini estranee alla propria natura, la coscienza s’innalza ad una condizione mentale in cui ogni elemento, a cominciare da se stessi, viene osservato da una prospettiva più veritiera perché oggettiva.

D’altronde è proprio il raggiungere una visione obbiettiva il primo sintomo che si sta compiendo una prima espansione di coscienza.

Allargarsi ad una visione più profonda e impersonale comporta anche la capacità di percepire un nuovo quadro di sé, penetrare le proprie condizioni, sino a saper distinguere obbiettivamente e al di fuori di ogni illusione o speranza i valori del proprio senso della vita che verrà, così, ad essere sempre più in sintonia con i valori universali del senso dell’esistenza.

Nelle celebrazioni dei Misteri minori il candidato è condotto ad attraversare una sequenza di rappresentazioni di carattere psicodrammatico. La chiave per interpretare la valenza di queste rappresentazioni sta nel fatto che il neofita “è condotto” e che, quindi, il “venire condotto o accettato” nell’azione presuppone che l’iniziando sia posto nelle condizioni di passività, attesa e sorpresa. Infatti è la sorpresa ad essere il fine ultimo dello psicodramma iniziatico.

Nello psicodramma il candidato subisce una partecipazione a fatti che gli sono estranei, perciò con poche probabilità di raggiungere i significati offuscati dalle allegorie che, di fatto, subisce. Lo si vedrà partecipare solo come spettatore ad una rappresentazione dove gli vengono mimati i significati apparenti del grado massonico o rituale a cui verrà ammesso.

Rivivendo antichi fatti, il neofita dovrebbe appropriarsi dei presupposti morali che vi si esprimono per poi trasferirli nei significati da dare alla propria vita. Ma un transfert breve quanto una rappresentazione difficilmente può ritenersi efficace. Tanto più un transfert che non è sostenuto da una vera pressione emotiva o da una qualche sorta d’empatia con i fatti rappresentati.

Si porta, poi, l’adepto ad approfondire i significati simbolici del proprio grado reiterando i fondamenti dello psicodramma, ripetendone i contenuti durante ogni incontro e sempre attraverso lo strumento della rappresentazione cerimoniale.

Però, seguendo solo il metodo rappresentativo (dei misteri) durante tutti gli incontri, non vengono mai raggiunti i significati iniziatici che si vorrebbero rappresentare, perché questi restano ancora avvolti nel velo delle allegorie utilizzate dal simbolismo. Inoltre, focalizzare l’attenzione sulla forma apparente del simbolo o della rappresentazione fa perdere il senso di quanto si vorrebbe trasmettere, e se si scambia il significato apparente della rappresentazione con il significato ch’essa ri-vela (vela due volte), allora s’ingenera e s’istituzionalizza un equivoco rituale.

Molte Istituzioni adoperano forme morali per rappresentare i “misteri” sul Bene assoluto e nelle proprie cerimonie exoteriche, di norma, fanno uso dello psicodramma in cui morali sacre e misteriche si fondano su sistemi intessuti di storia, miti e leggende oniriche. E se l’attenzione dello spettatore si accentra sulle riproduzioni exoteriche dei misteri, o sui suoi interpreti, le forme usate per “fabbricare” lo psicodramma finiscono per ricoprire la sostanza sino a rendere invisibile l’anima del soggetto. Dunque, assimilando solo la superficie dello psicodramma, lo spettatore passivo finirà per trattenere solo il significato exoterico del cerimoniale, con il risultato che la forma esteriore dello psicodramma viene scambiata per il soggetto della rappresentazione.

Altra via è quella di colui che attraversa il segmento simbolico con coscienza viva e vigile.

L’iniziato si avvale dell’indagine esoterica per spogliare ogni significato dalla sua apparenza. Impadronendosi, così, del “messaggio” contenuto all’interno delle parole, dei simboli, dei sogni e delle allegorie. Espugnare un messaggio dalla sua forma, riporta il ricercatore al pensiero di chi lo ha concepito.

Una tale comunione intellettuale annulla per un attimo il tempo e lo spazio che divide il pensatore presente dal pensatore passato, facendo scaturire quel lampo d’emozione che talvolta sfiora la spiritualità. Questo lampo squarcia la tenebra dell’ignoranza illuminandola, rimanendo per sempre nel cuore dell’iniziato. Queste comunioni intellettuali e talvolta spirituali sono i lampi con cui si manifesta la vera trasmissione iniziatica, che è a fondamento del cosiddetto insegnamento occulto.

Ogni contatto con brani di conoscenza perpetua ricompone con un nuovo anello la perenne Catena d’Unione che, come recitano i catechismi esoterici della Massoneria,unisce gli iniziati al di là del tempo e dello spazio”.

 In conclusione, la Massoneria simbolica racchiude un complesso sistema di rappresentazioni; un continuum teoretico-speculativo in cui si contempla l’inanellarsi di 33 psicodrammi che velano significati, che vanno sempre distinti dal senso esteriore delle forme “costruite” per rappresentarli. Questo ripropone il postulato che vi si trovano sovrapposte sempre più realtà: arcaiche, antiche e moderne, tutte altrettanto vere ed utilizzabili. Ad una prima osservazione, la sovrapposizione di più realtà può essere giudicata un esempio di sincretismo. Ma seguendo una più attenta analisi del costrutto vi si può intravedere la straordinaria duttilità di uno strumento didattico adatto ad ogni stadio dell’evoluzione. Con insegnamenti che, a partire dalle semplici figurazioni simboliche adatte all’infanzia exoterica dell’iniziato, si approfondiscono per i livelli successivi di capacità e di sensibilità, sino alla soglia della maturità iniziatica della vera maestranza. Non già una semplice maestranza, ma quella del  Magister vitae, il “Maestro di vita” che offre sé stesso per il Bene comune: ecco il vero iniziato.

La Libera Muratoria cela nei precetti dell’Ars Muratoria l’anello di congiunzione tra i percorsi che distinguono i diversi livelli dei postulanti. Queste distinzioni nascono dalla “libera scelta” a cui è sottoposta la Regola iniziatica.

L’iniziato-massone che abbia un alto concetto di sé, si riterrà soddisfatto del percorso simbolico e, risparmiandosi faticose trasformazioni interiori, si farà massone pur restando ciò che già era prima del suo ingresso in Massoneria. In tal caso, potrà profondersi nei temi cari all’Istituzione exoterica quali la solidarietà, la morale storico-sociale e l’esaltazione dei Diritti umani, senza approfondire gli aspetti esoterici del simbolismo massonico.

Per chi tende, invece, ad una realizzazione più profonda rispetto a quella contrassegnata da sciarpe e decorazioni, i “Passi dell’Opera” sono velati nei significati alchemici dei colori massonici.

Il massone che vuole travalicare il proprio versante simbolico e virtuale, dovrà riconoscere le fasi dell’Opera iniziatica sottintese nelle fasi di trasmutazione indicate in: Massoneria Azzurra, Rossa, Nerae Massoneria Bianca.

Dal disegno dei misteri minori al piano dei misteri maggiori si debbono attraversare 3 “Passi” iniziatici velati nei significati esoterici di:

Ars Muratoria. Elemento Acqua (piano della ragione emotiva):

Opera edificante e vivificante della personalità fisica, i cui fondamenti morali sono sommariamente condivisi con quelli del percorso simbolico.

Ars Regia. Elemento Aria (piano della ragione super-razionale e dell’intelletto).

Opera in cui verrà annichilito e “putrefatto” ogni principio di egocentrismo materialista ristabilendo il potere della mente nell’atto di volontà iniziatica.

Ars Pontificia. Elemento Fuoco (piano ascetico della comprensione intuitiva).

Opera di sublimazione della sostanza mentale della personalità fisica (sub-stanziam materiale) nell’unione con l’essenza metafisica che accomuna gli intenti materiali e spirituali dell’iniziato. Questa è l’opera del pontifex, il costruttore di ponti coscienziali che, ponendosi tra il proprio “cielo e terra” interiori, li unisce in un solo dominio.

L’iniziato fonde in sé i 5 regni di natura (minerale-vegetale-animale-uomo e spirituale) diventando lui stesso un primo unico Regno nel quale l’uomo-animale si confonde con l’uomo-spirituale attraverso l’uomo-psichico, tornando, così, a costituire un’unica anima.

Quali sono gli obbiettivi della Massoneria?

L’obbiettivo ultimo della Massoneria è la conoscenza dell’uomo. Cercando la realtà nella sua storia, nei difetti della sua indole, nei pregi dei suoi pensieri e nei veri moventi delle sue azioni. Capirne, così, le cause e le sue origini, i motivi della sua emancipazione esteriore ed i mezzi per il suo perfezionamento interiore.

Inoltre, affinare ogni strumento che possa edificare una Catena fraterna iniziatica e perciò universale.

Chi può far parte della  Massoneria?

La Massoneria è aperta a Uomini e Donne che possono accedere sia alla sua parte exoterica che a quella iniziatica. La distinzione avverrà per le qualità che sapranno dimostrare, dalla volontà nel perseverare sul proprio cammino e dalla qualità del lavoro che sapranno e vorranno operare su sé stessi.

L’aspirante deve dimostrare una predisposizione verso il bello ed il giusto. Oltre ad un buon grado di tolleranza verso chi, o cosa, gli appaia diverso anche dai propri presupposti. La tolleranza massonica si esprime pure, nell’accettare come fratello e sorella ogni rappresentante di razza, ceto o religione o anche chi non aderisce a nessuno dei culti esteriori. In ogni caso l’aspirante deve essere prima riconosciuto dai propri pari come persona libera da pregiudizi, cosciente e rispettosa dei propri doveri. Desiderosa di conoscersi per migliorarsi, accogliendo di buon grado le finalità morali ed iniziatiche della Massoneria.

Il versante simbolico della Massoneria è l’ombra exoterica di una realtà iniziatica. Per accedere in quest’ultima non è più sufficiente una domanda o un grado d’anzianità, ma è necessario esservi riconosciuti. Un riconoscimento che avviene inavvertitamente, e solo a seguito della felice conclusione di un primo lavoro di trasmutazione interiore. Perché, solo questa metamorfosi potrà riconfermare l’iniziazione simbolica conferita al candidato.

Gli insegnamenti sono velati in antiche rappresentazioni simboliche ed exoteriche, perciò la loro trasmissione si avvale dell’indagine esoterica, accentuata dalla predisposizione del candidato all’intuizione e dallo sviluppo delle sue capacità dinamiche mentali. Questo permette di vedere ciò che non appare agli occhi di chi percepisce esteriormente la propria vita.

la Massoneria è un’associazione segreta ?

La Massoneria, come Istituzione illuminista, ha combattuto tenacemente la sovranità assolutista monarchica e teocratica attirandosi, così, le loro ire e rancori.

Opporsi con forza alla dittatura di quelle sovranità fu dapprincipio opera assai rischiosa. Così, pensando ai moti rivoluzionari di Francia e d’America come ai moti carbonari del Risorgimento italiano, è comprensibile come i cospiratori, patrioti che rischiavano ad ogni istante la vita, tenessero più che in segreto la propria appartenenza agli ideali liberali e repubblicani. In loro ricordo, la tradizione del “segreto d’appartenenza” rimase a lungo, per onorare la memoria dei martiri massoni che sacrificarono la vita per gli ideali, la cui massima espressione restano il diritto all’emancipazione ed all’autodeterminazione.

Ma da tempo, a scanso di calunniosi equivoci  e provocazioni, si può escludere che in Massoneria possa essere rimasto il retaggio dell’antica associazione segreta.

Come avviene per ogn’altro tipo di libera associazione, anche ogni sede massonica è comunicata all’autorità civile. Nonostante ciò, è ancora diffuso il gioco della controinformazione. Si vuole confondere una opinione pubblica spesso indolente e pedissequa, equivocando sul concetto di segretezza iniziatica (la cui inaccessibilità è garantita dalle sue intrinseche difficoltà a raggiungere i piani spirituali dell’iniziazione) frammischiandola con il  principio riservatezza individuale (ch’è garantita per legge) e tentando di coniugarli con l’immagine di segretezza deviata quale sinonimo di cospirazione.

E si tenta ancora, a decenni di distanza, di coinvolgere l’opinione pubblica nei ricordi di squallidi eventi di politica-squillo che hanno visto coinvolti, assieme al “piccolo ragioniere di Arezzo”, una nutrita schiera di “servitori dello Stato e servitori della Chiesa” che curavano i propri interessi in collusione, forse talvolta inconsapevole, con frange mafiose. Ma la sensazione che risalta da tutti questi tentativi denigratori, è quella di chi grida allo scandalo in casa altrui per coprire le indecenze di casa propria.

La Massoneria può essere considerata una religione?

Nella Massoneria simbolica e nei Riti superiori, si ripercorrono temi approfonditi dalle maggiori  tradizioni esoteriche, mistiche e cavalleresche. Inoltre, il catechismo massonico afferma di propugnare la virtù e di scavare profonde prigioni al vizio.

Dunque, tutto pare ricondursi alla composizione di un aspetto ideale: morale, etico ma non religioso. In più, l’impegno dimostrato nel propugnare la socializzazione dei Diritti umani non fa che rafforzare l’idea di un consesso laico e liberale, certamente immune da ogni forma di fideismo. Resta il fatto, però, che nel suo versante iniziatico la Massoneria riconosce la gnosi, ha istituito lo strumento della sacralizzazione, sostiene di perseguire l’illuminazione interiore, formula ogni suo giuramento sulla Bibbia, in una cerimonia viene rappresenta la resurrezione spirituale del Maestro, si parla di progresso spirituale dell’umanità e pronuncia ogni sua azione alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.

Anche non andando oltre tanto basta per rilevare che, osservato da questa angolatura, il divario tra religione e Massoneria sembra restringersi ed è forse questa la causa del malcelato risentimento della Chiesa cattolica romana. Comunque sia, l’argomento sollecita un rapido approfondimento.

Religio-onis (dal latino religere: legare) significa raccogliere gli uomini attorno ad uno stesso ideale. In tema di religione, però, si tratta di stabilire se si parli di fede incondizionata o di verità, perché, i due termini sovente non si sovrappongono. Nel trattato di Augusta (1555), ad esempio, viene affermato che: cuius regio eius religio (la religione di un paese sarà quella di chi lo governa). Questo induce ad un atteggiamento di naturale cautela nei confronti di quanti pretendono di addurre assolute certezze nel contesto di verità incondizionate ed indiscutibili.

 Anche la Massoneria raccoglie Uomini e Donne attorno ad un ideale: quello di una Comunione fraterna edificata sulla verità, sull’amore altruistico, sulla libertà di pensiero e sulla tolleranza verso il dissimile. Elementi, questi, che pur contenendo un’evidente carica di universalità non sono, però, da mettere in relazione con il comune sentimento religioso. D’altra parte, l’emotività religiosa appartiene a coloro che più che credere hanno bisogno di credere. Allora, la ricerca del consolamentum scaturisce da un sentimento che comunemente viene professato da una fede autolimitante, perché circoscritta ad un culto particolare. Bisogna ricordare che nella storia della devozione, questa si è trasformata spesso da tesi ad antitesi di se stessa. Capace di postulare l’amore e d’esprimere, al contempo, disprezzo per gli uomini ed odio per i dissimili. Perciò, paragonando l’atteggiamento super partes dell’ideale massonico ai confini tratteggiati dai credo popolari, si può escludere che la Massoneria contenga una qualche connotazione che possa ritenersi in analogia, in antitesi od in opposizione con il comune senso religioso. Ma, cadendo le barriere psicologiche dei nazionalismi, si vedrebbe annullata la settorialità delle religioni cosicché, l’universalismo misteriosofico e quello mistico potrebbero ritrovare proprio nell’uomo il loro naturale anello di congiunzione.

La Massoneria indirizza gli adepti d’ogni livello, grado e taratura iniziatica verso una coerente pratica della virtù. Afferma l’esistenza di un Ente Supremo-UNO, da cui tutto proviene e a cui tutto torna, la cui esistenza, però, non deve essere articolo di fede, ma un’attestazione a cui giungere prima per le vie del cuore e poi per quelle dell’intelletto. E se le religioni sono “un insieme eterogeneo di regole e di culti istituiti ed osservati dagli uomini per propiziarsi il favore e la benevolenza della Divinità”, la Massoneria ne ammette la coesistenza: purché queste siano contenute nella debita forma, ovvero, che il sentimento individuale non vada a ledere le altrui sensibilità. Ed è per evitare qualsiasi tipo di faziosità religiosa che la Massoneria ha inteso chiamare il Principio Creatore: il Grande Architetto dell’Universo senza, però, destinargli  alcun culto esteriore. Ma è innegabile che al di là di qualsiasi nome, ogni iniziato è spinto, pur mantenendo la propria individualità, alla ricerca del Principio Creatore nella frazione di sé che condivide con il Tutto vivente.

Il massone ricerca Dio attraverso la conoscenza di sé essendo “solo un veicolo transeunte, senza importanza particolare, ma di sconfinato valore per quello che di Dio ha in sé[1][1]. Questo è il fondamento spirituale che traspare con più evidenza dall’insegnamento massonico.

 quali sono le cause di tanta ostilità che nutre la Chiesa di Roma nei confronti della Massoneria e che  non trova eguali in altre fedi?

La Massoneria può suscitare ostilità in una professione di fede che non riconosce all’individuo nessuna prerogativa spirituale propria. Ed anche se molti religiosi, pure illustri, si siano seduti su seggi massonici, l’apice delle gerarchie romane è sempre stato ostile nei confronti di ogni laico che non interponga intermediari tra sé stesso e Dio. Il vero iniziato usa il proprio libero arbitrio ed anche nella sua imperfezione tende al vero, al bello e al giusto. Opera alla luce di una piena libertà di coscienza e delega solo a se stesso, alla sua volontà e capacità, il proprio progresso interiore. E’ questo il nocciolo del sacrilegio massonico: l’aver resa superflua l’intermediazione di un uomo nella spiritualità di un altro uomo.

Non va dimenticato che la Chiesa di Roma, e non quella di altre fedi, ritiene colpevole la Massoneria di aver leso la sua maestà per aver combattuto, e vinto, la sua sovranità sui propri “sudditi”. Con l’eccezione dell’Italia: unico stato laico dove la Chiesa di Roma può ancora permettersi d’influenzarne le scelte politiche per assecondare i propri criteri religiosi.

Le Logge massoniche commettono atti sacrileghi?

Questo è stato per lungo tempo l’anatema lanciato dai detrattori della Massoneria che si basano sul noto luogo comune, che il diverso è sempre “pericoloso o cattivo”.

Si vuole biasimare che all’apertura e alla chiusura dei lavori in Loggia viene sempre aperta e poi chiusa una Bibbia, a rappresentare ogni Libro sacro scritto dagli uomini. Così, come i giuramenti massonici che vengono anch’essi prestati su di una Bibbia sempre a rappresentanza di ogni Libro sacro agli uomini. Ed all’inizio come al termine d’ogni attività rituale o amministrativa è detto o scritto, che quanto è stato fatto è posto ad onore e gloria del Grande Architetto dell’Universo. Ma anche fuori della Massoneria s’invoca la sacralità del Principio creativo e un Libro sacro viene aperto nelle più diverse occasioni pubbliche e sociali, per sottolineare la sacralità del luogo e del momento. Ma l’antinomia tra Chiesa e Massoneria non è insorta certo a causa di un tale “sacrilegio”. Più verosimilmente, il dissidio profondo che separa le due Istituzioni è da ricercare in certe similitudini che le oppongono, nel sostenere ognuna i significati del proprio carisma etico e spirituale. Il massone-Iniziato, per la Chiesa, ha il torto di trattare con piena autonomia i simboli ed usare strumenti teurgici e cerimoniali; di liberalizzare certi insegnamenti e di usare certe parole o segni distintivi come fossero propri e senza seguire le direttive dell’autorità ecclesiale.

Sembrano, allora, irrisolvibili le cause d’antinomia tra le due Istituzioni anche se, paradossalmente, ai comuni livelli di entrambe, dove maggiore s’accende lo scontro, la compiutezza del carisma iniziatico e della teurgia cerimoniale resta misconosciuta. Ma in deroga a questa regola, oggi come nel passato adepti di entrambi i fronti, per amore della verità e degli ideali dello spirito, assumono tra loro atteggiamenti concilianti. Sono coloro che intendono le geometrie che uniscono mente a spirito, interpretate con messaggi ri-velati (velati due volte) nei cerimoniali e nei segni distintivi. Ed è naturale che le conciliazioni tra i diversi lembi di una stessa realtà iniziatica e spirituale, anche se svolte prudentemente, sapute ma non viste, vengono intese. Ciò crea ulteriori motivi di astio e gelosia in chi non è ancora adombrato da una ferma luce iniziatica, e barcolla nella penombra di se stesso e delle proprie idee.

La Massoneria può essere considerata alla stregua di un partito politico?

La Massoneria non ha interesse in nessun potere politico particolare, se non quello di difendere da un potere estraneo i propri principi ed i propri intimi convincimenti. La Massoneria è un’Istituzione mondiale ed i massoni, per la facoltà di autodeterminazione che li contraddistingue, sono presenti in ogni schieramento politico e religioso, anche in posizioni di vertice. La distesa presenza di fratelli in coalizioni anche notevolmente diverse non evidenzia, però, tra loro alcun atteggiamento velleitario, perché, come è stato detto, il principio fondamentale del massone è quello della Fratellanza. La solidarietà fraterna ingenera tra massoni il principio di desistenza,che sfocia da un atteggiamento di riconoscimento reciproco non-velleitario. Resta comunque il fatto che il principio di fratellanza posto accanto all’obbedienza per la propria Istituzione, si frappone tra il massone ed una vera e propria militanza politica o religiosa.

Che cos’è la “Via Maestra”?

Una strada maestra è un strada che ammaestra, cioè, un cammino d’esperienze e di conoscenze. E questo può essere interpretato in vari livelli.

Un contadino che aspirava a diventare “uomo d’arme”, lasciva i campi (l’essere profano) e bussava al castello del signore, chiedendo d’essere accettato per intraprendere l’addestramento alle armi.  Un altro che voleva farsi religioso, bussava alla porta del chiostro, chiedendo d’essere accettato come postulante. Chi si sentiva versato per l’arte cercava l’artista e domandava di diventare apprendista. Chi voleva cucire andava dal sarto e chi amava cucinare chiedeva al cuoco migliore che conosceva. Poi, tutti volevano crescere e migliorasi, ognuno nella propria arte, mestiere e professione.

Oggi le cose non sono affatto cambiate. Il metodo della “trasmissione” o del “bocca orecchio” , non solo sono ancora necessari ma, come nel passato, l’affidarsi alle cure di un “Fratello Esperto e Terribile” è ancora una garanzia di successo.

Non basta collezionare un po’ di libri (commerciali) e dedicarvi un po’ di tempo per diventare “esoteristi”, tutt’al più si esercita la propria curiosità. Come l’uomo d’arme, il religioso, l’artista, il sarto e il cuoco hanno bisogno di ammaestramenti di qualità per diventare ciò che desiderano, anche l’iniziando deve seguire la stessa procedura. Farsi riconoscere, accettare e ammaestrare da un vero ordinamento iniziatico, da un maestro esperto, o da un iniziato avanzato,  capaci di far metabolizzare dei principi  d’ordine superiore ad una struttura mentale comune, fino a renderla straordinaria.

Ma ammesso che si trovi la “porta giusta” (ed io credo sia questa scelta la vera prova dell’Aspirante), e dopo un buon ammaestramento, bisogna lasciare la “sicurezza della teoria” per inoltrarsi nell’“incertezza della pratica”.

Il ché significa lasciare il mantello protettivo di chi ci ha accolti e accresciuti, e passare alla prova dei fatti.

Entrare in una strada maestra significa, con una metafora, lasciare le mura del  castello per intraprendere la ricerca del Santo Graal.

Di norma pochi “cavalieri” scelgono di percorrere questa via, alla ricerca della sacralità dimenticata. Molti, nonostante “spada e speroni” , preferiscono bivaccare nelle osterie dei trivi, tra fumi di vino e gioco di dadi, dimenticando lo scopo del Giuramento fatto alla “cavalleria iniziatica”.


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