GIAPPONE

GIAPPONE

di Giulia Dodi

MASSONERIE NEL MONDO

Blue Lodge Room, Tōkyō Masonic Building,

Grand Lodge of Japan

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Origini e diffusione

La storia della Massoneria giapponese, così come quella di tutta la massoneria orientale, è ancora poco conosciuta in Occidente, le conoscenze in merito sono poche e frammentarie. Raccontarne la genesi non è affatto semplice, considerata la carenza di fonti, ma per certo la diffusione della massoneria in tutto l’Estremo Oriente fu dovuta al colonialismo europeo. In regioni come la Cina fu l’arrivo

degli esploratori e dei commercianti europei nel XVIII secolo a dare avvio alla penetrazione massonica. Il Giappone, però, ha avuto una storia del tutto particolare, che si differenzia da quella del resto del continente asiatico, e che si caratterizza per l’atteggiamento di totale chiusura nei confronti delle altre popolazioni. I primi europei a raggiungere l’isola nipponica furono i portoghesi nel 1543, i quali iniziarono a stringere legami commerciali e a importare la cultura occidentale, ma questa situazione non durò a lungo. Nei primi anni del Seicento, con l’affermarsi della dinastia Tokugawa, iniziò per il Giappone un lungo periodo di politica isolazionista, detto sakoku (letteralmente “paese chiuso”), che per due secoli e mezzo impedì qualsiasi forma di contaminazione con la politica e la cultura occidentale. La svolta avvenne nel 1853, quando le Navi Nere del Commondoro americano Matthew Perry approdarono sulle coste giapponesi, riuscendo a sbarcare e a far accettare le proprie condizioni alle autorità giapponesi. Con la firma della Convenzione di Kanagawa del 1854 commercianti e militari statunitensi poterono stabilirsi in Giappone e dare il via ai propri affari. Fu in questo contesto che iniziò la diffusione della massoneria sul territorio giapponese ad opera dei cittadini nordamericani, e la prima loggia di cui si ha notizia fu la Sfinge, una loggia militare di rito scozzese aperta a Yokohama nel 1864.

Questo primo tentativo fu piuttosto breve, tanto che già nel marzo 1866 la loggia si era estinta e i suoi membri chiesero alla Gran Loggia di Inghilterra di poterne aprire un’altra, pertanto nello stesso anno aprirono i lavori della loggia Yokohama 1092. Negli anni seguenti furono create altre cinque logge affiliate alla libera muratoria inglese

e tre logge di rito scozzese, i cui appartenenti erano tutti cittadini stranieri, in gran parte militari e commercianti inglesi e statunitensi presenti in Giappone per lavoro. Il governo giapponese guardava con diffidenza alla diffusione della Massoneria, considerata un’organizzazione segreta e sovversiva, pertanto ai cittadini giapponesi fu proibito di entrare a far parte di qualsiasi associazione o confraternita che intrattenesse legami con la libera muratoria. In quegli anni le uniche testimonianze di uomini giapponesi affiliati alla Massoneria riguardavano alcuni diplomatici ed intellettuali residenti all’estero, e iniziati presso le logge dei paesi occidentali in cui risiedevano.

Nei primi anni del Novecento l’attività della Massoneria riuscì a svilupparsi sul territorio giapponese ma il disastroso terremoto del 1923 costrinse le logge a una battuta d’arresto improvvisa: per il

paese i danni furono incalcolabili e anche i luoghi di riunione ed attività della Massoneria andarono in gran parte distrutti. A rendere più difficile la condizione della Massoneria intervennero negli

anni ’30 anche le politiche fortemente nazionaliste e imperialiste dell’imperatore Hirohito. Il gran numero di massoni stranieri presenti nelle logge portò le autorità giapponesi a considerare l’associazionismo massonico come pericoloso e contrario

agli interessi nazionali. Sui quotidiani apparvero articoli che invitavano la popolazione a diffidare della Massoneria e dei suoi partecipanti, descritti come sovversivi ed attentatori dell’ordine sociale, pericolosamente legati alle potenze avverse al Giappone. In seguito, come per la Massoneria occidentale, anche per la Muratoria giapponese la Seconda Guerra Mondiale rappresentò un momento particolarmente difficile, il governo confiscò tutti gli edifici e gli oggetti appartenenti alle logge l’8 dicembre 1941, all’indomani dell’attacco alle basi navali americane di Pearl Harbor. Fino al termine del conflitto l’attività della Massoneria fu azzerata, anche perché molti diplomatici, militari e cittadini statunitensi ed inglesi, che erano la componente più consistente delle logge giapponesi, lasciarono il paese, talvolta dopo essere stati arrestati e incarcerati.

La Massoneria dopo la Seconda Guerra Mondiale

La guerra interruppe i lavori delle 16 logge attive sul territorio giapponese al dicembre 1941 e solo con la fine delle ostilità l’attività muratoria poté riprendere il proprio svolgimento, mentre il Giappone

entrò nell’orbita di influenza americana. La massiccia presenza di militari statunitensi, impegnati nella ricostruzione del paese sotto la guida del generale MacArthur, favorì la creazione di nuove logge e la rinascita della Massoneria nipponica. Yokohama e Tokyo furono i centri più attivi, nei quali i primi tentativi di ripresa delle attività

si registrarono subito dopo la conclusione del conflitto, attraverso il recupero degli oggetti sequestrati e la ricostruzione dei luoghi di incontro.

Il generale MacArthur, egli stesso massone, incoraggiò la diffusione di nuove logge dal momento che gli obiettivi principali della Massoneria, quali la fratellanza, l’uguaglianza, e il progresso dell’umanità, ben si inserivano nel progetto di democratizzazione voluto dagli Stati Uniti. Come lui stesso ebbe modo di scrivere nel 1957: “While in Japan I did all in my power to encourage the development of Freemasonry under the jurisdiction of the Grand Lodge of the Philippines. It made rapid strides, and in time embraced within its folds many Japanese leaders of distinction who impressed me as most seriously dedicated to the

craft. That the movement should reach the point where its members seek their own Grand Lodge is but healthy and natural and, in my opinion, should be heartily supported by Masonic Bodies

in the United States”.

: “Mentre ero in Giappone ho fatto tutto ciò che era in mio potere per incoraggiare lo sviluppo della Massoneria sotto la giurisdizione della Gran Loggia delle Filippine.Fece rapidi passi avanti e col tempo abbracciò tra le sue pieghe molti leader giapponesi di distinzione che mi impressionarono come i più seriamente dediti al mestiere.Che il movimento raggiunga il punto in cui i suoi membri cerchino la propria Gran Loggia non è che sano e naturale e, a mio avviso, dovrebbe essere vivamente sostenuto da organismi massonici negli Stati Uniti”.

A fronte dell’impegno Americano nella ricostruzione della Massoneria è necessario registrare il drastico calo delle logge inglesi, circa 13 scomparirono definitivamente, senza che sia possibile capire il motivo di questa diminuzione, dal momento che la presenza di cittadini britannici era ingente in quegli anni. Contestualmente aprirono

numerose logge affiliate alla Gran Loggia delle Filippine, nel complesso furono circa 16, la prima delle quali fu la Yokosuka Naval Masonic Lodge, fondata il 23 settembre 1947.

Rapidamente anche i cittadini nipponici iniziarono ad avvicinarsi alla Massoneria, il 9 gennaio 1950 il quotidiano Nippon Times annunciava l’iniziazione di cinque uomini politici giapponesi. Da quel momento la Massoneria ricevette il sostegno e l’appoggio di molti uomini di spicco delle maggiori istituzioni giapponesi, fra i quali il diplomatico e padre dell’imperatrice Chichibu, Tsuneo Matsudairu, che usò parole di entusiasmo per appoggiare l’attività massonica: “I know Freemasonry very well. I admire the principle of the fraternity that advocates and practices universal brotherhood. (… ) It will undoubtedly be a social revolution in Japan. It is wonderful to welcome liberty, equality and fraternity”. Conosco molto bene la Massoneria. Ammiro il principio della fraternità che sostiene e pratica la fratellanza universale. (…) Sarà senza dubbio una rivoluzione sociale in Giappone. È meraviglioso accogliere la libertà, l’uguaglianza e la fraternità”.

Dapprima l’iniziazione di cittadini giapponese fu vincolata alla loro adesione alle religione cristiana, e questa decisione generò numerose polemiche poiché una tale discriminazione su base religiosa era completamente estranea ai principi massonici. Fu John Cole, un massone di Washington, a prendere la decisione definitiva di far utilizzare la Bibbia  durante il giuramento dei nuovi membri,

escludendo qualsiasi altro libro sacro. Solo nel 1966 questa regola decadde e furono aperte le porte ai cittadini di qualsiasi fede religiosa, come accadeva già da tempo nelle logge massoniche degli altri paesi.

L’importanza e la crescente influenza della Massoneria in Giappone furono dimostrate dalla creazione, nel 1954, di una circoscrizione autonoma giapponese della Gran Loggia delle Filippine, guidata

dal Gran Maestro ed ex deputato William Jack Eichorn. Questa trasformazione rese possibile la traduzione in lingua giapponese dei termini e delle espressioni utilizzati durante i lavori, contribuendo

a radicare sempre più la Massoneria fra la popolazione giapponese.

Tuttavia i tempi erano maturi affinché anche il Giappone avesse una propria Gran Loggia completamente autonoma e indipendente, libera da qualsiasi altra influenza, e il 16 gennaio 1957 la loggia Moriahyama, inviò una risoluzione a tutte le altre logge affinché si discutesse tutti insieme questa possibilità. La proposta fu accettata all’unanimità da tutte le logge, e la separazione fu sancita de facto

il 16 marzo 1957 quando, nel corso dell’annuale incontro fra tutti i rappresentanti delle logge della Gran Loggia delle Filippine, i rappresentanti delle logge nipponiche furono esclusi dalle votazioni

poiché considerati appartenenti alla Gran Loggia del Giappone.

Rapidamente altre Gran Logge riconobbero ufficialmente la Gran Loggia giapponese e diedero il loro appoggio al primo Gran Maestro giapponese, Sadaichi Horiuchi. Oggi la Gran Loggia del Giappone

è costituita da 18 logge, quattro delle quali lavorano interamente in lingua giapponese, e nel complesso vi sono circa 2.300 membri, di cui il 20- 25% giapponesi, mentre i restanti sono in gran parte americani. Attualmente la massoneria giapponese si distingue per le sue opere filantropiche, coordinate dalla Tokyo Masonic Association, che si occupano dei bisogni della società e della popolazione nipponica.

DA MASSONICAMENTE  n° 5 3016

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