IRENE PIVETTI

Gent.le On. Irene Pivetti

R O M A

Ho letto con stupore la Sua affermazione per motivare l’italico salto della quaglia dal partito di Dini all’UDR di Clemente Mastella, laddove Lei sottolinea di aver lasciato il primo perché vi sarebbero troppi massoni.

Brutta cosa, ha detto, offensiva per chi ha scelto la Massoneria come metodologia di vita, metodologia che tra i primi e fondamentali precetti include il rispetto della libertà di religione e politica di tutti.

Che per Lei il concetto di libertà di religione e politica sia limitato lo dimostrò già da tempo fa con la preghiera che fece allorquando si aprì in Italia una moschea; quanto poi alla visione politica, che la stessa sia quanto meno “personale” lo ha dimostrato con questo Suo ultimo atto.

Mi corre l’obbligo di ricordarLe che Lei è stata anche presidente della Camera dei Deputati e con una visione così limitata del concetto di libertà e del rispetto degli altri credo abbia molto sofferto. Gli eventi l’hanno liberata da questa posizione e Lei, dopo un felice periodo di vita coniugale, si riaffaccia alla politica dando subito un segno negativo della sua presenza.

Brutta cosa è offendere gli uomini liberi e di buoni costumi.

Brutta cosa è non avere rispetto delle idee e dei comportamenti altrui.

Queste cose dovevo dirLe perché, ogni tanto, si ricordi che gli uomini e le donne che viaggiano attorno a Lei possono avere idee diverse ma, nell’approccio che possiamo avere con loro, il primo atto resta la tolleranza per tutto ciò che ci divide ed il rispetto per tutto ciò che loro pensano.

La Massoneria ci insegna di donare agli altri metà della nostra verità perché noi speriamo che gl’altri – e tra di noi è così – facciano lo stesso: così si crea ugualianza che è alla base della libertà che a sua volta sostiene la Fratellanza.

Tanto Le dovevo.

Distinti saluti,

il Gran Mestro della gRan Loggia d’Italia, Prof. Franco Franchi.

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