ITALIA, VERSO IL RISORGIMENTO

Italia: verso il Risorgimento

L’impronta napoleonica (vedi capitolo Napoleone: un astro ‘voluto’?) caratterizzò anche la Massoneria dell’epoca in Italia dove a Milano, nel 1805, era sorto il Grande Oriente d’Italia e nel 1806 erano stati messi a punto gli Statuti Generali della Franca Massoneria in Italia. Ma, accanto ai membri dell’Ordine che ammiravano Napoleone o semplicemente si adeguavano alla situazione in atto, andò con il tempo crescendo il numero di coloro che intendevano opporsi alla ‘tirannide’ francese, già affiliati ad altre sette segrete di varia ispirazione ideologica. Tuttavia la Massoneria e tali sette restarono sempre realtà distinte, anche se è stata probabilmente la prima a suggerire alle seconde il modello organizzativo e il simbolismo, così come le abitudini cospirative e l’attivismo erano un’eredità dei club rivoluzionari di fine Settecento. Una delle più importanti sette segrete, almeno per quanto riguarda l’Italia, fu la Carboneria, forse derivata dalla Filadelfìa. Quest’ultima aveva raccolto lo scontento di certi settori dell’esercito e della Massoneria francese e si era diffusa in tutta Europa, penetrando anche con alcuni dei suoi esponenti nelle logge del Regno italico. La Carboneria, di cui è certo che fosse nota alle autorità di governo fin dal 1808, si sviluppò soprattutto nell’Italia meridionale e si infiltrò a sua volta nelle logge napoletane.

Con il passare del tempo al primitivo spirito democratico ed egualitario delle società segrete si sostituì un patriottismo di stampo liberale, avente come obiettivi l’indipendenza e la Costituzione, a proposito della quale si pensava che potesse garantire un assetto politico simile a quello inglese.

Dopo la Restaurazione, avviata dal Congresso di Vienna nel 1815, le sette clandestine continuarono a operare conquistando adepti tra gli ufficiali, gli intellettuali, gli studenti e, in alcune situazioni, anche tra le classi popolari. In Italia alla Carboneria sempre operante nel Meridione, si affiancò al Nord la Società dei Sublimi Maestri Perfetti, che soppiantò l’Adelfìa, attiva negli anni immediatamente successivi alla Restaurazione. È all’interno dei Sublimi Maestri Perfetti che, sotto il controllo di Filippo Buonarroti (1761-1837), si concentravano le posizioni più radicali. Se infatti il conferimento del primo grado comportava soltanto il giuramento alla fede deista, alla fraternità e all’uguaglianza, con il secondo ci si impegnava a combattere per una Costituzione repubblicana e con il terzo per l’abolizione della proprietà privata e la comunione dei beni e del lavoro. Fu però la Carboneria che, a partire dai moti napoletani del 1820, dette a lunghi anni di cospirazione il primo sbocco rivoluzionario concreto. Se il moto napoletano si era posto come obiettivo l’ottenimento della Costituzione, si fecero poi sempre più forti le istanze indipendentistiche, in funzione di quella ‘nazione’ che il movimento romantico celebrava come un valore irrinunciabile. In questo processo, almeno dal punto di vista ideale, ebbe un ruolo di primo piano Giuseppe Mazzini (1805-1872). Di tutti i patrioti italiani è quello che espresse le posizioni più vicine alla concezione dell’uomo e del suo ruolo nel mondo propria della Massoneria. Ebbe infatti contatti con l’esoterico Rito di Memphis-Misraim, in cui aveva grande importanza la tradizione misteriosofica egizia. A tale Rito aderiva anche Giuseppe Garibaldi (1817-1882).

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