IL CORAGGIO MASSONICO

IL CORAGGIO MASSONICO

del Gran Maestro  Stefano Bisi  da “HIRAM”  n° 1/2015

Il coraggio è la prima delle qualità umane, perché è quella che garantisce tutte le altre. Questa frase scritta da Winston Churchill è un monito ed una divisa che ogni massone deve tenere bene a mente in ogni momento dello scorrere del tempo nella sua vita profana e iniziatica. Così come questa famosa citazione di Tucidide: Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. Per Aristotele invece il coraggio, è una delle virtù etiche per eccellenza. Una virtù che anche per noi massoni è fondamentale. Tutta la storia massonica è costellata di grandi imprese, di grandi rivoluzioni che hanno cambiato il destino di Popoli, Nazioni, Continenti e migliorato l’Uomo e l’Umanità. In ogni parte del Globo ci sono statispiriti coraggiosi che hanno affrontato dittature, hanno abbattuto re e regimi ed hanno portato al trionfo la Libertà, l’Uguaglianza e la Fratellanza, i tre principi-architrave del Trinomio massonico. Tanti hanno dato la loro vita per fare prevalere  questi ideali, per liberare da ogni tipo di schiavitù o di servitù altri esseri umani. Nella nostra amata Italia ci sono stati tanti fratelli che si sono battuti eroicamente scrivendo gloriose pagine del Risorgimento, ed altri che con titanico coraggio hanno donato la propria vita per salvare altri uomini ed ostacolare la tirannia del Fascismo. Fratelli coraggiosi come il fiorentino Giuseppe Becciolini, proposto per la Gran Maestranza onoraria alla memoria nell’ormai prossima Gran Loggia di Rimini. Il 3 ottobre del 1925, mentre una squadraccia cercava di trascinare fuori dall’abitazione il suo Maestro Venerabile, Napoleone Bandinelli,suo vicino di casa, luisi oppose armi in pugno ai fascisti consentendo al Venerabile della Loggia “Lucifero” del Grande Oriente d’Italia, disalvarsi. Becciolini fu seviziato prima nella sede del Fascio e dopo essere stato ricondotto nell’abitazione del Bandinelli fu massacrato presso i cancelli dei Mercati centrali. E ilsuo cadavere,straziato, venne esposto davanti alla folla. Per arrivare a compiere gesti così generosi e nobili, arrivando a versare il proprio sangue per un’idea e una “causa giusta”, bisogna essere dotati di grandi qualità umane, dismisurato altruismo. Serve il coraggio di cercare la Verità e anche di dirla, di battersi per essa senza permettere che trionfino la menzogna e il male. Ma l’essere massoni non comporta necessariamente l’estremo sacrificio. Si deve cercare di essere, più che mai in questa Società divisa, frantumata, minata alla base nei valori e attaccata da fondamentalismi terroristici inneggianti a scellerate guerre di religione, protagonisti anche di piccoli-grandi comportamenti coraggiosi che possono fare molto nel quotidiano umano divenire. Ogni massone, in qualsiasi momento, è in grado di dare prova di sé e del proprio coraggio. Un coraggio che parte da lontano e che ognuno deve accendere ed alimentare come la fiammella di una lampada. Quello massonico è un percorso spirituale molto impegnativo, lastricato di atti di coraggio e di costanza, di fraterna solidarietà e d’amore. Colui che si incammina su questo tortuoso sentiero della Conoscenza, innanzitutto alla ricerca di se stesso e poi della fonte della Verità, è un uomo che ha fatto già una ben precisa scelta valoriale decidendo di entrare in Massoneria. Il suo primo atto di coraggio, in verità, lo ha compiuto ancora profano nel Gabinetto di Riflessione. Guardando le pareti della stanza del cambiamento, i simboli e le scritte ammonitrici, ha dimostrato di non avere paura, ha avuto il coraggio di affrontare la discesa agli inferi, per uscirne fortificato e pronto all’iniziazione da apprendista. Ma è da questo punto in poi che il coraggio delle idee e la costanza delle azioni diventano delle vere e proprie pietre miliari nel cammino di crescita del novello massone. Nelsalire le balze che conducono alla vetta del Monte dei Saggi, con le proprie gambe, con l’uso equilibrato delle proprie forze e cercando sempre di fare del bene, dovrà usare la Ragione e l’Intuizione, la Forza e la Temperanza, la Giustizia e la Carità. Dovrà avere il coraggio delle proprie idee e il giusto modo con cui palesarle e renderle efficaci sempre al servizio della propria Loggia, dell’Ordine e dell’Umanità. Senza mai prevaricare nessuno, usando sempre il principio della Tolleranza e avendo il massimo rispetto per chi ha pensieri e cammini più lenti o diversi. Come diceva Platone: Non si scrive nelle anime con la penna. Ognuno dopo “aver conosciuto se stesso” deve migliorare il proprio livello iniziatico per quanto possibile e usando il coraggio, prendersi le sue responsabilità, agendo nelle situazioni più difficili. Chi pensa di agire su altri piani, di trovare delle scorciatoie, di usare la furbizia a scapito degli altri, di creare disarmonia fra i fratelli, magari per un mero tornaconto personale, potrà pure ottenere degli effimeri riconoscimenti, ma difficilmente riuscirà mai ad ottenere il dono più gratificante, quello che sovrasta tutti i desideri, rende lievi gli sforzi e le fatiche ed appaga la quiete dello spirito. È la vera bellezza e allo stesso tempo la grandezza del massone che sa dare tutto se stesso senza chiedere nulla in cambio,se non di essere considerato una piccola luce dai confratelli. Ecco il più bello dei salari, la maestria sublime per chi ha avuto il coraggio di mettersi in gioco alservizio degli altri e il cuiricordo sarà ripagato con l’imperituro ramo d’acacia del coraggio, della riconoscenza e della generosità.

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