SIMBOLOGIA

SIMBOLOGIA

(PENSIERI)

La necessità di ricercare, ritrovare, adattare particolari fenomeni alle esigenze spirituali è sempre stata appannaggio di tutte le culture, da quelle primordiali a quelle più evolute. Manifestazioni di questo tipo riempiono la storia evolutiva dell’umanità e la letteratura non ne è estranea.

L’uomo terrorizzato da fenomeni che esulano dalle sue capacità raziocinanti, li ha sempre posti su di un piano trascendente e ne ha fatto dei simboli, creando leggende, tradizioni, usi e religioni. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno feticistico nel quale la staticità culturale ha tentato di giustificare i reverenziali timori col completo asservimento dell’uomo verso immortali esseri ritenuti capaci di regolare il corso delle esistenze.

Il sole, apportatore di speranze e felicità, al suo sorgere, e di timori, al suo calare; la luna, intesa come pallido lume delle notti; il tuonare del cielo; lo scatenarsi delle forze della natura furono anticamente, e lo sono ancora oggi fra i popoli di primordiale cultura, segni tangibili di suprema volontà. Ma il mondo, la storia dell’umanità, la cultura dell’uomo hanno progredito creando un incommensurabile frattura fra il raziocinio e la spiritualità, anche se simboli di quelle antiche civiltà ancora oggi sussistono in molti ambienti.

Religioni moderne hanno sentito il bisogno di mantenere vivi strutture ed emblemi ed hanno creato ancora nuove simbologie. Correnti filosofico spirituali, da quelle orientali alle occidentali, hanno ricercato il collegamento tra materia e spirito tra immanente e trascendente, facendolo passare attraverso sensazioni, che questo o quel simbolo o rito simbolico possono determinare, cercando di spiegare come sia possibile la ricerca dell’Io per mezzo di essi. Templi perfettamente orientati, are scientemente poste, analitiche funzioni kabbalistiche, numeriche e geometriche, deambulazioni astrali, hanno sempre fatto da catalizzatori dell’animo umano e sempre saranno i condizionatori del suo  divenire sintanto che l’uomo non si accorga in quale stato confusionale si dibatte il suo vivere. Egli allora ricercherà la pace, ricercherà un’oasi nella quale poter riordinare le idee.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscurq…”.

Con questi endecasillabi inizia il più bel poema simbolico che mai sia stato donato all’uomo di buona volontà:

3 cantiche

33 canti per cantica

3 precise situazione psicologico spirituali

Disperazione Espiazione Estasi;

Stato confusionale Iniziazione Luce;

 Staticità Dinamismo Realizzazione.

L’iter intrapreso attraverso i tre regni mette a nudo, all’attento osservatore, le possibili situazioni nelle quali l’essere trova la sua collocazione nell’arco esistenziale.

Sono i momenti che coinvolgono ogni azione e mettono in evidenza che il vivere vitam nella sua parabola fisica tocca limiti concreti, mentre nella consecutio spirituale l’essere è

soggetto a sollecitazioni che tendono a condizionarlo. Come il flusso della corrente elettrica è rappresentabile da una sinusoide oscillante attorno all’ascissa cartesiana, così l’animo irrequieto alterna momenti di esaltazione spirituale a profonde prostrazioni.

Discende le spire dei gironi infernali; muore lentamente, rivivendo ogni stadio di sua vita profana dibattendosi fra dubbi, errori, fallacità.

Risale l’aspra erta del Purgatorio; rinasce faticosamente alla vita dello spirito e si avvia lungo l’impervio camminò che io porterà alla conoscenza di se stesso ed, in seguito, alla comprensione del divino.

Raggiunge I’etereità paradisiaca; con il continuo scrutare nel proprio Ego, con il raggiungimento dell’affrancamento dall’immanente, conquista una più ampia visuale, una più ampia panoramica dei valori che trascendono il profano cammino. Più chiara appare la realtà, più netta e profonda si determina la separazione fra presente e futuro, mentre la nebbia della incertezza lascia il posto allo splendore del sole. Ed allora, solo in quell’attimo non più fuggente, l’uomo avrà conoscenza del significato simbolico, ne capirà il più remoto valore. In quell’istante i Simboli non avranno più significato.

Quanto sopra potrà trarre in inganno il non attento uditore, poiché potrà pensare che la simbologia sia fallace ed inutile. Ciò potrebbe essere e lo sarà sicuramente, ma solo per colui che nel simbolo vede la verità assoluta e lo erge a feticcio; per coloro invece che ne esaminano il significato, che ricercano in esso la possibilità di astrazione, a mano a mano che ne scoprono i nascosti segreti lo assimilano e lo superano.

Pertanto giusti e perfetti debbono essere sempre le posizioni, gli orientamenti, le deambulazioni, i segni e l’ordine di ogni scuola iniziatica, ma non devono attrarre in modo assoluto per non distrarre l’attenzione da ciò che effettivamente significa ESSERE

NEL TEMPIO.

tavola scolpita dal FR.’. AUGUSTO CAMOSSO

Anno Massonico 5984.

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