IL PATRIMONIO SIMBOLICO

10/04/2015 Rimini Assise annuale del Grande Oriente d’ Italia, la più importante istituzione massonica italiana, dal titolo Il coraggio delle idee, la costanza delle azioni. nella foto un banco con gadget di ispirazione massonica.
Il patrimonio simbolico Si può dire che la Massoneria offra una sorta di summa dei sistemi simbolici affermatisi nella storia dell’Esoterismo e ciò rende quanto mai complessa la loro decifrazione. . Quello più genuino è forse il simbolismo operativo, a partire dalla squadra e dal compasso. Eredità delle antiche corporazioni edili e specifici l’una del grado di Apprendista e l’altro del grado di Maestro, alludono in generale alla costruzione spirituale, con varie sfumature a seconda delle tradizioni culturali (per esempio la squadra può simboleggiare lo strumento per conseguire la ‘rettitudine’ o dominare la ‘spigolosità della materia’ e il compasso lo strumento mediante il quale si stabiliscono ‘i confini’ della propria ricerca nell’equilibrio circolare tra Spirito e Grazia).
Altra ‘coppia’ simbolica di significato molto profondo è quella della livella e del filo a piombo, che invitano a meditare l’una sul potere livellante della morte, l’altro sulla possibilità che dalla terra ci si congiunga al Cielo, se non si devia dal sentiero lineare della virtù.
Devono ancora essere ricordati, fra i molti simboli operativi, il maglietto (francesismo per ‘mazzuolo’) e lo scalpello, che rappresentano rispettivamente la forza della volontà e quella del discernimento nell’opera di sgrossare e intagliare la Pietra. La Pietra è al centro del simbolismo minerale e costituisce in quello massonico un’eredità ermetica, per cui rappresenta il grado più basso della manifestazione dello Spirito nell’universo, sul quale si deve operare per risalire all’Origine. Fanno parte del simbolismo minerale anche i metalli. Nella prima fase della cerimonia di iniziazione il candidato viene privato di tutto ciò che reca con sé di metallico. Se ciò significa un richiamo a immedesimarsi, per imparare a rispettarla, nella condizione dei poveri e degli inermi, in senso più strettamente esoterico vengono anche recuperate le relazioni tra i sette metalli classici (piombo, stagno, ferro, oro, rame, mercurio e argento) con gli organi vitali del corpo. La deprivazione dei metalli induce quindi anche un richiamo alla necessità di distacco dalla corporeità, e quindi la necessità di affrontare la morte simbolica in funzione di una rigenerazione spirituale. Un simbolo massonico classico, di grande complessità. Nell’interpretazione di O. Wirth il triangolo con al centro l’occhio dell’intelligenza esprime il principio cosciente; i raggi rappresentano l’attività, ovvero l’espansione costante dell’essere; il cerchio di nubi allude alla ciclicità delle emanazioni espansive che, sotto la pressione del loro incontro, si condensano. «Il tutto è uno schema dell’Essere nella molteplicità infinita delle sue manifestazioni, giacché tutto è a un tempo triplice e uno». Dai saperi tradizionali è stato accolto dalla Massoneria anche il simbolismo geometrico. In particolare il punto e il cerchio sono variamente riconducibili al Grande Architetto dell’Universo, vuoi che si interpreti il cerchio come area cosmica della sua manifestazione dal centro (il punto), vuoi che lo si intenda come il corso del Sole o il ciclo ricorrente dello Zodiaco. (Anche il simbolismo astronomico ha trovato ampio spazio in Massoneria.)
Il simbolo geometrico più diffuso è tuttavia il triangolo, che spesso racchiude l’Occhio Divino. Nella tradizione pitagorica rappresenta l’ascesa dal molteplice all’uno, in quella cristiana la Trinità (Essere come Pensiero, Amore e Potenza). Ma il «Triangolo Massonico può essere simbolicamente letto anche come vettore direzionale; in questo senso, nella sua verticalità apicale simbolizza il lavoro (o meglio, la dynamis [‘energia’, in greco]) della Massoneria rivolta alla gloria del Grande Architetto dell’Universo» (M. Moramarco).
Va da sé che a quello geometrico sia strettamente connesso il simbolismo numerico, sulla base di un’aritmosofia che non deve essere confusa con le estensioni magiche dell’uso dei numeri. Dalla natura vivente la Massoneria ha tratto tanto un simbolismo vegetale quanto un simbolismo animale.
Nel primo domina l’acacia, già presente alle origini della Massoneria settecentesca. Il riferimento è all’immortalità (nella leggenda di Hiram questa pianta è collegata alla sua sepoltura). Dalla Bibbia sono stati poi assunti il cedro del Libano (per esempio il 22° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato è quello del ‘Cavaliere dell’Ascia Reale’ o ‘Principe del Libano’), la melagrana (che decorava il Tempio di Salomone), affine nell’alludere alla prosperità e all’abbondanza della spiga di frumento, e la rosa, centrale nella simbologia rosacrociana.
Fra gli animali simbolici spiccano il gallo (vigilanza), il pellicano (sacrificio di sé per amore), la mitica fenice (immortalità), il leone (fortezza spirituale), l’agnello (innocenza e purezza), le api nell’alveare (operosità). Un ruolo fondamentale gioca nell’Ordine e nei vari Corpi Rituali anche il simbolismo dei colori. Il più importante è l’azzurro (la gamma cromatica arriva a comprendere il blu), che definisce il sistema dei tre gradi massonici originari ed è in più peculiare del grado di Maestro. Il bianco e il nero (luce e tenebre) sono appaiati nel pavimento a scacchiera del Tempio, mentre al giallo-oro si ricorre per le frange e le passamanerie delle insegne e degli arredi massonici, in ragione del carattere radiante di questo colore. Analogamente collegato alla dialettica luce (funzione clorofilliana) e tenebre (la vegetazione affonda le radici nel grembo della Terra) è l’uso del verde, che è anche il colore convenzionale del Grande Oriente d’Italia. Va infine ricordato il rosso, in generale simbolo di attività, desiderio, forza prorompente. Un ultimo accenno al simbolismo del corpo umano. Vi campeggia l’occhio, antichissimo simbolo della divinità, organo della luce, altra immagine della coppia punto-cerchio (pupilla e iride). La tradizione massonica anglosassone fa anche ampio ricorso al cuore (secondo l’esoterista R. Guénon «la sede e il conservatore della vita cosmica») e al cordone ombelicale (definito in inglese con la parola di uso solo massonico cabletown), che allude al legame che unisce fra loro tutti i ‘fratelli’ del mondo. Un comprensibile richiamo alla necessaria riflessione sulla morte, prima di avviarsi sul cammino della rigenerazione e sublimazione, è dato dal teschio. La lettera G


Nel complesso simbolismo alfabetico e crittografico cui ricorre la Massoneria la lettera G, al centro della Stella Fiammeggiante, non è unanimemente interpretata.
In Italia è intesa come l’iniziale della formula G.·.A.·.D.·.U.·. (Grande Architetto dell’Universo), oppure come indicativa di termini quali Geometria, Gnosi, Generazione e altri ancora.
Nel mondo anglosassone prevale il riferimento alla parola God, ‘Dio’, ma è anche suffragata l’ipotesi che debba intendersi come l’iniziale di Geometry. In questo caso l’origine del simbolo va ricercata nella stagione deista e meccanicista della Massoneria, quando nella cultura inglese dominava il newtonismo.
In ambito francese la G avrebbe unitariamente assunto tre valenze: Gloria (in rapporto a Dio), Grandezza (in rapporto al Maestro della Loggia), Geometria (in rapporto ai ‘fratelli’).
Esistono poi altre spiegazioni che la fanno derivare da una trasformazione grafica della lettera greca corrispondente gamma, simile per forma alla squadra che veniva collocata al centro della Stella Fiammeggiante nelle logge inglesi del Settecento, o da una semplificazione della svastica (ruota del movimento universale).

.

Questa voce è stata pubblicata in Simbologia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *