NORMANNO -ANNO 1100

 (Anno 1100)

«Figlio», disse il barone normanno, «io morirò e tu erediterai

quei larghi terreni d’Inghilterra che Guglielmo diede a me

per mia parte quando vincemmo i Sassoni ad Hastings.

E’ un bel po’; ma vorrei che prima di governarlo tu comprenda quanto dirò:

“Il Sassone non è come noi Normanni. Non son tanto cortesi i suoi modi.

Ma nulla lui dice d’importante finché non parla di giusto e diritto.

Quando è lì nel solco come un bue, con gli occhi torvi fissi

nei tuoi, e borbotta: Questo non è un bell’agire!, tu lascialo lì.

“Puoi tu frustare i tuoi arcieri guasconi, torturare i tuoi lancieri

di Piccardia; ma non tentar ciò col Sassone; avrai alle orecchie

tutta la loro schiatta, come calabroni, dal più ricco signor di campagna

al più misero servo della gleba: e se sei saggio, cederai.

“Ma prima devi ben conoscere la loro lingua, il dialetto, i proverbi e i canti.

Mai ti affiderai a un interprete quando vengono a dirti di torti ricevuti.

Farai saper che sai quel che dicono; farai sentire che sai quello che hai da dire.

Si, anche quando vorrai andare a caccia, farai sapere se ciò ti occuperà per tutto il giorno.

“Staranno a bere in ogni ora del dì, cacceranno di frodo durante la notte.

E’ lo svago che cercano, non i conigli (e vi son tanti giochi nel parco).

Tu non impiccarli, non mozzar loro le dita. Sarebbe disastroso, oltre che disdicevole,

poiché un incallito cacciatore di frodo ti fa il migliore arciere che tu possa avere.

“Sii presente con la sposa e i figli alle loro nozze, a feste e funerali.

Sii cortese, ma non affabile, coi Vescovi; e buono con i preti poveri delle parrocchie.

Di ‘Noi’ e ‘nostro’, quando ti rivolgi a loro, non ‘voi’ e ‘io’.

Non cavalcare sul seminato; controlla te stesso; e non mentire mai con essi!»

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