GLI UOMINI DEL FUOCO

Gli  Uomini  del Fuoco

RIFLESSIONI  SULL’ARTICOLO  TRATTO  DALLA RIVISTA ARCHEOLOGIA VIVA

Vittorio Lanternani, autore dell’articolo “Gli uomini del fuoco”, apparso sulla rivista “Archeologia viva”, descrive primordiali tecniche metallurgiche ritenute scomparse da tempo sul nostro pianeta e riscoperte in Camerun quale pratica rituale presso il popolo dei Matakam.

Gli aspetti mitologici ed esoterici di questa pratica, sebbene radicati in una cultura lontana da quella occidentale ed europea, si rivelano ad un’analisi approfondita molto vicini alla simbologia massonica e meritano, pertanto, di essere riassunti brevemente. Secondo la tradizione di alcune popolazioni dell’Africa nera, il fuoco, esclusivo possesso di qualche dio, fu rubato da un Essere che Io usò per fondere i metalli dando origine all’arte metallurgica. Primo a conoscere i segreti di questo elemento potentemente civilizzatore fu, dunque, il Fabbro, da cui altri eletti appresero l’arte. La moglie del Fabbro, invece, usò il fuoco per cuocere i vasi d’argilla inventando l’arte ceramica e trasmise tale arte a tutte le donne, specialmente alle mogli dei fabbri. E’ coerente con queste premesse mitiche il fatto che i fabbri d’oggi, nell’Africa nera, formino delle corporazioni chiuse a salvaguardia dei segreti iniziatici del mestiere che si tramandano di padre in figlio, segreti che l’apprendista riceve dopo un lungo e laborioso tirocinio. Il Fabbro, in quanto maneggia il fuoco, elemento carico di potenza ambivalente, che crea e distrugge, brucia e purifica, vivifica ed uccide, si pone al centro della vita sociale e religiosa della comunità, anello di congiunzione tra I’ uomo e Dio. Il Fabbro, nel dare forma agli utensili, oltre al fuoco, manipola altri elementi della natura: la pietra del minerale, l’acqua per raffreddare il metallo, l’aria del mantice. Dunque egli, più di ogni altro, è un “creatore” così come la divinità che plasmò il mondo e creò l’ordine cosmico. La costruzione del forno sottintende una complessa rete di significati cosmologici, per cui esso diviene, in qualche modo, un microcosmo che condensa simbolicamente l’intero universo. Mantice, martello e incudine si pongono, in questo contesto mistico, come simboli ricorrenti del potere creativo connesso con la persona del fabbro, mentre la fucina assume una funzione sacrale. La Massoneria, erede legittima di una tradizione inglobante orizzonti più antichi di quelli medioevali, fu inizialmente collegata all’arte edificatoria e a forme sapienzali di natura riservata ed appannaggio di specifiche cerchie di artefici gerarchicamente organizzate. Ma è a Londra, nei primi decenni del secolo XVIII, che si diffonde pubblicamente, al di là di una “filosofia costruttivistica” strettamente intesa, l’associazione dei Liberi Muratori, nella quale confluiscono uomini di tutte le classi (principi, nobili, dotti, artisti, commercianti; ‘cattolici, luterani, calvinisti), che accetteranno l’iniziazione e si chiameranno Fratelli. li compasso e la squadra saranno i simboli dell’istituzione e la Loggia, suddivisa nei suoi tre appartamenti, quale massima espressione architettonica, il luogo nel quale si custodiscono gli strumenti del lavoro e si tengono riunioni per imparare “l’Arte Reale”. Due culture lontane, quella africana della metallurgia e quella occidentale dell’arte edificatoria, nelle quali, quasi a significare la propensione dell’animo umano alla ricerca, nell’esoterismo e nelle pratiche iniziatiche, di una Verità non comunicabile attraverso le parole ma solo attraverso le mille interpretazioni dei simboli, dei riti, e dei segreti dell’arte, metallurgica o muratoria, si ritrovano innumerevoli analogie. Come la fucina nel fabbro, la Loggia massonica trova la sua massima espressione nel Maestro Venerabile, il fratello custode dell’arte di costruire colui che dirige i lavori ed istruisce i fratelli con la propria scienza muratoria, il fratello custode del fuoco. Il fuoco, anche in questo caso, diviene quindi, espressione della forza conoscitiva e trasfigurazione dell’intuizione intellettiva, nonché essenza prima ed ultima di ogni cosa, per cui ogni mutamento è sempre emanazione/distacco o ritorno ad esso. In entrambe le corporazioni è palese la volontà del perfezionamento nonché l’elevazione dell’uomo e dell’umana famiglia tramite il controllo e l’uso sapiente dei quattro elementi fondamentali alla genesi cosmica: la terra, l’aria, l’acqua, il fuoco. Il controllo dei quattro elementi, che servono al fabbro per creare armi e strumenti di lavoro, ed al maestro comacino per edificare templi, acquedotti ed altre opere maestose, evidenzia, anche in questo caso, la rottura dell’ordine “naturale” e la sua sostituzione con l’ordine “culturale”. Ogni evento sembra, quindi, rispondere a ritmi e proporzioni quaternari, dove la terra, l’aria, l’acqua e il fuoco sono, nell’ordine, gli elementi costitutivi del mondo fenomenico, e dove ogni cosa che nasce deve presentare quattro fasi basilari: formazione (terra), sviluppo (aria), apice ovvero fruttificazione/riproduzione (acqua), ritorno allo stato puro di energia (fuoco). Un quinto elemento, caratterizzato da un alone mistico nel popolo dei Matakam, ed identificabile nell’Architetto dell’Universo nella tradizione massonica, rappresenta la quintessenza degli elementi sopracitati. Non è casuale che gli stessi elementi si ritrovino all’interno del Tempio Massonico: la Terra presso la soglia del Tempio, colorato in verde; l’Aria, presso il Secondo Sorvegliante, colorato in giallo, l’Acqua, presso il Primo Sorvegliante, colorato in blu, il Fuoco, presso il Maestro Venerabile, colorato in rosso. La Loggia, come la fucina, diventa il luogo in cui i quattro elementi si uniscono generando la vita. Nella Massoneria moderna, sebbene non vengano più tramandate le tecniche dell’arte edificatoria, permangono invariati gli insegnamenti ed i valori originari. La loggia, quindi, diventa il luogo in cui si rigenera lo spirito umano, il luogo in cui l’uomo persegue la conoscenza di se stesso, la ricerca del vero, del giusto e della perfezione dell’io personale che tenderà a riconoscersi nell’io collettivo. La disunione dei quattro elementi genera la morte; così, al di fuori degli insegnamenti e dei principi massonici attecchiscono l’ignoranza, il pregiudizio e l’abbrutimento dello spirito.

Oriente di Follonica      E  T  V T

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