L’APPRENDISTA E IL SILENZIO

L’APPRENDISTA E IL SILENZIO

Rispet.mo M.:V:.

Carissimi Fratelli

I dizionari della lingua Italiana definiscono il SILENZIO la condizione ambientale che si viene a creare  in assenza di perturbazioni sonore, ovvero, lo stato di quiete che si ottiene nel momento in cui si riduce ogni fonte di suono, di voce, di rumore o di vibrazioni.

Tutto il processo di sviluppo umano è basato su un continuo lavoro interiore per progredire e migliorare la propria coscienza, al fine di ottenere ciò viene usato ogni tecnica o metodo che ne torni utile.

Il silenzio è una di queste tecniche, che consiste inizialmente nella limitazione dei movimenti corporei nel tentativo di ottenere uno stato psicofisico di quiete, di passività attiva, ottenendo che, una parte della mente resti sospesa in attesa; in modo che quando si cessa di essere occupati dai messaggi esterni si può prendere  in considerazione quelli interni, riuscendo a scindere il silenzio interiore basata sui propri vissuti e sulle proprie emozioni, e il silenzio del linguaggio. 

All’ “Apprendista”, nelle riunioni rituali di primo grado gli viene tolta la facoltà di prendere la parola, cioè gli viene volutamente imposto come primo dovere il SILENZIO.

In prima analisi tale regola potrebbe sembrare avere una ragione d’ordine pratico: cioè chi deve apprendere, deve imparare ad ascoltare, quindi capire in silenzio.

Tuttavia, è bene andare oltre le semplici apparenze e ricercare un senso più profondo in questa imposizione, dando un significato superiore a tale atteggiamento.

In ogni rituale ed in ogni simbolo ricorrente nella Massoneria come in qualsiasi  altra organizzazione iniziatica, deve ritrovarsi un significato, che trascenda dall’ordine puramente logico e razionale che costituisce l’ essenza stessa del valore del Simbolo, ovvero la capacità di saper osservare in Silenzio, equivale a possedere e saper controllare l’ umiltà interiore ed intellettuale.

Per la regola del Silenzio, potremmo trovare un primo paragone con gli Ordini Monastici, dove tale regola è recepita come una costante di comportamento, cioè che deve accompagnare il monaco per tutta la sua vita.

Il fatto poi che lo stato di silenzio sia transitorio per il Massone, ma permanente per il Religioso, fa capire la diversità tra Ordine Iniziatico ed Ordine Religioso e sui limiti di quest’ultimo.

Pertanto anche se esistono delle corrispondenze, sono su due piani molto diversi tra loro.

Dunque si tace per significare che siamo di fronte a qualcosa di inesprimibile di molto profondo, che si può contemplare e capire solo nel silenzio.

Siamo in una condizione in cui solo l’intuizione intellettuale, fondata sulla  Meditazione del Simbolo, permette di  comprendere la  vera Conoscenza Iniziatica.

L’Apprendista così tacitato, viene aiutato ad esercitare il Silenzio Interiore, che costituisce la preparazione indispensabile per aprirsi ad una nuova e più autentica Conoscenza interiore .

Sotto un altro punto di vista, il Silenzio imposto all’Apprendista significa anche la sua incapacità ad esprimersi nel linguaggio iniziatico; ossia nel linguaggio simbolico, ma che non gli impedisce la possibilità di partecipare alla vita rituale della Loggia nell’ ambito del suo grado.

Il silenzio è dunque solo una fase transitoria di depurazione della mentalità profana, che costituisce un duro ostacolo a tale integrazione, per arrivare a comprendere ed a esprimere quel linguaggio più vero e più completo, che è il linguaggio simbolico.

Il tirocinio del silenzio è fondamentale per l’ apprendimento del dialogo interiore; ovvero la costante attività verbale della coscienza,( il parlare a se stessi, il ricordare conversazioni, il farsi esortazioni, il darsi istruzioni, il fare commenti ecc…..) dà al  dialogo interiore il compito di riordinare il mondo esterno  conformandolo all’ immagine stessa che ce ne siamo fatti.

Tuttavia la libera muratoria si fonda sul segreto, cioè su un contenuto “non comunicabile” e “non esprimibile”, la cui conoscenza è possibile soltanto attraverso l’esperienza vissuta dell’iniziazione.

Curiosamente una delle migliore definizioni del “segreto iniziatico” è dovuta all’avventuriero veneziano Giacomo Casanova, come questi la espose nelle sue memorie:

Coloro che si fanno iniziare liberi muratori soltanto per pervenire a conoscere il segreto, possono sbagliarsi, perché può capitar loro di vivere 50 anni da maestri muratori senza mai giungere a capire il segreto di questa confraternita…”

Il segreto della libera muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore lo conosce soltanto per averlo ricercato e raggiunto con una perfetta sintonia rituale a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre.

Lo scopo dichiarato e autentico dell’iniziazione muratoria è il perfezionamento spirituale del singolo individuo.

Infatti, essa consiste nell’ammissione del candidato in un Tempio , ossia in un luogo sacro, che si pone a ricordo e  perpetuazione del Tempio di Gerusalemme, costruito “alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”.

Corollari e conseguenza logica di questa finalità, sono gli scopi del perfezionamento morale del singolo e l’estensione dell’opera di perfezionamento, sul duplice piano spirituale/morale, dell’intera società, intesa come “umana famiglia”.

Massa Marittima, 13/03/2009

                                                                                    L’ Oratore

                                                                                  Marco Masini

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