SOLSTIZIO D’ESTATE

“Solstizio di Estate”

            Il 24 Giugno, San Giovanni Battista, è il Solstizio d’Estate, giorno in cui, secondo il simbolismo massonico, il sole giunge all’apogeo dell’equatore celeste, quando cioè l’astro risplende nella sua grandiosa luminosità, dispensatrice di forza, crescita e vita; la Festa più significativa della Muratoria Universale, ma non solo: l’avvenimento astrale ci offre l’opportunità di riscoprire i significati dell’alternanza dei cicli stagionali, infatti osservando la meccanica celeste i Massoni ascoltano il duplice richiamo della trascendenza cosmica e dell’immanenza terrena, ambedue misteriosamente fusi nell’animo umano.

Profonde sono le trasformazioni ad opera della scienza e della tecnica: trasformazioni che hanno cambiato i comportamenti dell’uomo il quale ha, malauguratamente, travisato il ruolo che gli ha assegnato il Grande Architetto Dell’Universo; persino la nozione stessa di tempo è cambiata e la vita non è più scandita dall’alternarsi delle stagioni e dei cicli astronomici, oggi l’Uomo ha reciso questo rapporto con la natura, il suo presente non coincide più con l’attualità del mondo in cui vive, perché costretto a rincorrere l’evoluzione tecnologica e scientifica, una rincorsa vana perché gli impressionanti ritmi di questa evoluzione non corrispondono a quelli spirituali dell’Uomo.

E in questa emulazione affannata finiscono col prevalere l’inquietudine, l’incertezza e l’impotenza; la Massoneria può rappresentare una chiave di lettura per comprendere il mondo contemporaneo e quindi le aspettative di una umanità orientata verso la realizzazione di valori nuovi.

E noi oggi siamo qui riuniti per riappropriarci dei valori iniziatici antichi e cercare di capire i profondi significati simbolici che il Solstizio d’estate oggi acquista in una società umana troppo disattesa da altri interessi per dare importanza all’alternarsi ciclico del giorno e della notte, dei mesi e delle stagioni.

Noi tutti siamo consapevoli dell’evento astronomico che si manifesta due volte all’anno, e ogni sei mesi la Libera Muratoria festeggia il simbolismo zodiacale con i solstizi d’estate e d’inverno.

Proprio quando il sole raggiunge la massima declinazione, positiva o negativa, tutta la Fratellanza Universale si riunisce nelle Officine per celebrare i riferimenti solstiziali: l’inizio dell’estate o dell’inverno, ma non, ovviamente, nei termini profani, infatti queste ricorrenze affondano le proprie radici nella notte dei tempi: per molte società antiche, al di là del Medioevo, al di là del Cristianesimo, il simbolismo solare rappresenta la Luce Spirituale sorgente dalle Tenebre. Dunque Sole non solo come fonte di luce nel mondo, luce essenziale che dà calore ed energia e che nutre la vita, ma anche come forza divina onniveggente dalla quale nessuno può nascondersi.

L’Astro come ordinatore del mondo e del ritmo del tempo che si era personificato in Shamastri, Elio, Apollo, Surya e Savitri; e anche Aton, Osiride e Mitra, l’invincibile dio Sole.

L’Egitto orientava i templi col sole, secondo Amon, il sol levante, e l’allineamento delle statue veniva sfiorato dal raggio solare due volte all’anno, e soltanto per qualche minuto, come i megaliti celtici di Stonehenge, orientati secondo il solstizio d’estate. Era dunque la dea della saggezza Safech che propiziava la felice mano dei costruttori egizi nel realizzare templi e piramidi in rapporto al ciclo del sole.

Dunque se da un canto la successione dei simboli illustra il processo di sviluppo delle civiltà solari nel corso dei secoli, dall’altro questo fenomeno, decantato nei secoli, si estrinseca col patrimonio simbolico e rituale della Massoneria nella Tradizione. Infatti la Fratellanza Universale si colloca nel contesto esoterico quale Ordine iniziatico solare, maschile, esternandolo nelle Officine con il Sole che campeggia all’Oriente, come gli egiziani allineavano le loro costruzioni col Sole Levante.

Ma quale significato o rilevanza esoterica e spirituale discende dai riti solstiziali? Essi assumono in genere significato di “trasformazione”, “rinnovamento” e “rinascita”.

All’estate si associa: luce, bello, caldo, crescita, abbondanza, giovinezza, forza; all’inverno l’opposto: freddo, tristezza, decadenza, vecchiaia, oscurità. Eppure, anche se il cammino del ciclo annuale inizia col solstizio d’estate, quello d’inverno, punto finale della fase discendente, costituisce l’inizio della nuova ascesa.

Sembra un paradosso, spiegabile unicamente con l’empirica constatazione che tutto ciò che raggiunge il suo massimo è destinato a precipitare, mentre quello che è al suo minimo può aspirare all’ascesa, alla crescita, anzi le rende possibili permettendo la rigenerazione a partire dalle energie nascoste.

Il solstizio d’estate segna dunque l’inizio della metà discendente, mentre il solstizio d’inverno segna l’inizio della metà ascendente dell’anno solare. In altri termini, quelli simbolici, il solstizio d’inverno simboleggia la porta d’accesso alla caverna, la transizione dal buio alla luce, dalla morte alla rinascita, mentre quello estivo rappresenta l’uscita dalla caverna cosmica.

Un parallelismo non necessariamente improprio può essere fatto con la vita interiore, che appare governata dallo stesso simbolismo: sole e luce uguale a mente, intelletto, e “illuminazione”, conoscenza e coscienza che però affondano le proprie radici nell’oscurità dell’inconscio, nutrendosi degli antichissimi contenuti ivi conservati e rigenerandosi a quella fonte.

Abbiamo accennato che le civiltà solari hanno prosperato e generato rituali esoterici in tutto il globo terraqueo: egiziani, babilonesi, greci, messicani, peruviani e via dicendo.

Ed è per le virtù di questo simbolismo astronomico che in occidente il simbolismo delle porte solstiziali esisteva, oltre che presso i Greci anche presso i Latini; questi ultimi legavano i solstizi al simbolismo di Giano: Giano (dio dell’iniziazione) che apre e chiude non solo le porte del ciclo annuale, ma anche quelle dei “grandi misteri” e dei “piccoli misteri”. E tutti sanno che Giano era il dio delle corporazioni artigianali o “Collegia fabrorum”, che celebravano in suo onore le feste solstiziali d’inverno e d’estate.

In seguito, questo uso si conservò nelle corporazioni dei costruttori fondendosi però nel cristianesimo con quelle di San Giovanni, l’invernale e l’estiva. Da qui deriva il nome di “Loggia di San Giovanni”, conservatasi fin nella massoneria moderna. Ecco un significativo adattamento dei simboli precristiani, talvolta misconosciuto e male interpretato dai moderni.

I due Giovanni, il Battista e l’Evangelista, sono, loro malgrado, gli inconsapevoli patroni della Massoneria: il primo precursore e annunciatore, il secondo apostolo prediletto del Cristo; offrirono entrambi il precetto e l’esempio più puro di carità, solidarietà e tolleranza: precetti a base della filosofia massonica.

Da quanto vi ho sinteticamente illustrato possiamo dedurre che l’esaltazione e la rinascita dell’astro del giorno non potevano non essere le principali feste dei Figli della Vera Luce; feste che si perpetuano nel tempo fino ad essere adottate dalla Massoneria moderna perché la Fratellanza Universale realizza col Sole filosofia e religione, e nell’Astro vede l’Istituzione.

Astro del mondo che, illuminando i Fratelli con la Luce della verità, dissolve le tenebre accumulate dall’ignoranza, dall’ipocrisia e dall’ambizione.

G. T.

Bibliografia

-GLSA

-Rito Simbolico Italiano

-Zenit Studi massonici

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *