INSEDIAMENTO DEL MAESTRO VENERABILE

“Insediamento del Maestro Venerabile”

                                                                                                  (G. T.)

Carissimi Fratelli,

          questa sera inizia, per volontà Vostra, il mio percorso di Maestro Venerabile della R\L\ “Niccola Guerrazzi” n°665 all’Oriente di Follonica; ho esaminato rapidamente il mio passato e posso affermare con certezza di avere ricevuto dalla Massoneria molto di più di quanto io abbia dato; è giunto il momento di restituire, almeno in parte, ciò che tutti Voi mi avete elargito frequentando questa Officina.

          Voi mi avete fatto apprezzare l’essenza della Fratellanza massonica: l’Amicizia, fatta di desiderio reciproco di essere compresi e graditi.

L’Amicizia, presso alcuni di noi nasce molto presto e si sviluppa assai agevolmente, dalla conoscenza o dalla sensazione di affinità intellettuali o caratteriali; presso altri è più lenta a comparire e a svilupparsi, perché, come una pianta ha necessità di coltivazione, l’amicizia richiede delle cure, uno sforzo, un dono personale. Ma tale dono deve essere reciproco e non si può sperare di ricevere senza offrire nulla in cambio; ad un approccio amichevole deve rispondere uno slancio uguale, e poco importa chi faccia il primo passo.

Inoltre, dal fatto di essere acquisita con un po’ di pena, l’amicizia acquista più valore e più forza e segnata da uno sforzo di comprensione e tolleranza cambia natura e si innalza fino alla nobiltà della Fratellanza.

          Ma la Massoneria non è soltanto una Fratellanza è anche una Scuola, non certo una scuola dove acquisire precise conoscenze o diplomi, ma un luogo dove apprendere molte cose essenziali come la difficile arte di vivere o di vivere meglio; una scuola che ricava una forza persuasiva nella poesia dei simboli ed  una scioltezza che lascia allo spirito individuale di ognuno la libertà di scegliere ed interpretare, nel rispetto di una linea generale.

          Compito del Maestro Venerabile è educare Liberi Muratori e tre sono le virtù necessarie: la Saggezza, la Forza, l’Entusiasmo.

La Saggezza è il desiderio di comprendere, di conseguire il vero, non ammettendo prudentemente come esatto se non quello che è evidentemente tale, evitando ogni giudizio precipitoso, scartando ogni pregiudizio; è la volontà di giudicare equamente, pesando sulla stessa bilancia e con gli stessi pesi le tue ragioni e gli argomenti del tuo contraddittore.

La saggezza è la facoltà di padroneggiare ogni passione, anche quella della verità, per recare nella lotta delle idee una conveniente moderazione; la saggezza è soprattutto la tolleranza che ti consente, quale che sia la tua convinzione, di ammettere l’opinione contraria; la saggezza è infine poter applicare questa prudente ricerca del vero in tutti i campi, anche in quelli nei quali meno si impongono le strette regole della ragione, come i campi dei sentimenti e dei principi morali.

La Forza è necessaria, e ne occorre molta, per applicare i precetti massonici, per indignarsi contro l’iniquità; la forza è anche il rifiuto dell’indifferenza, del lasciare andare; ho fatto prima l’elogio della tolleranza, ma questa non può arrivare fino ad una facile noncuranza, è un atteggiamento troppo comodo accettare, sotto il pretesto della tolleranza, l’errore manifesto e pervicace, magari la malignità.

L’Entusiasmo corona e completa la ragione e la forza, eleva il Massone al di sopra del banale livello del quotidiano, trasforma lo spirito dell’iniziato e accende il fuoco dell’aspirazione a tutte le cose belle e buone; l’entusiasmo cambia la fisionomia del mondo, abbellisce la realtà presente e poetizza l’avvenire, è l’amore platonico che eleva l’anima fino al cielo più alto dove alberga l’idea della bellezza. L’entusiasmo del Libero Muratore è come l’amore del credente sincero per il suo Dio.

La ragione fa fare le migliori cose del mondo, ma solo l’entusiasmo le più grandi e durature.

          Il Massone deve apprezzare la Modestia, senza sconfinare nell’umiltà, e deve combattere l’Orgoglio che offende il nostro sentimento di fraterna uguaglianza; infine deve praticare  la Pazienza perché il lavoro massonico è lento e si svolge per progressi sensibili, le modifiche che apporta alla nostra personalità sfuggono alla osservazione quotidiana e non appaiono che a degli esami di coscienza effettuati a lunghi intervalli, infatti non ci si sente veramente massone che al termine della propria vita, quando si misura quello che ha dato l’insegnamento, la meditazione massonica, oltre alla serenità e alla esperienza degli anni.

          Ecco, come sentite ho parlato esclusivamente di virtù e non di programmi, perché è mia profonda e consapevole convinzione che la costruzione del Tempio può avvenire solo dopo avere praticato e assimilato queste virtù da parte degli Apprendisti, dei Compagni e dei Maestri, ognuno secondo la propria capacità.

          Nell’accingersi a condurre questa prestigiosa Officina non possiamo astenersi da ripercorrere le tappe più significative della vita degli ultimi anni della R\L\ Niccola Guerrazzi, frutto della conduzione illuminata e appassionata di chi mi ha preceduto e monito a ben operare su una strada già tracciata:

-La partecipazione attiva della Loggia in vari anni al “Settembre Culturale Follonichese”, su temi di attualità e alla presenza del Gran Maestro.

-La richiesta, coronata da successo, di intitolare a Niccola Guerrazzi, la piazza a mare di Follonica.

-La creazione all’interno della Biblioteca Comunale di Follonica di una sezione dedicata alla Massoneria, con la donazione di numerosi testi.

-La realizzazione di un Concorso per borse di studio riservato agli studenti degli ultimi due anni degli Istituti Superiori del comprensorio, quest’anno alla sua undicesima edizione.

-La realizzazione del gemellaggio con la Loggia “Arcadia” 1161 all’Oriente di Napoli e con la Loggia “Jefferson” 1152 all’Oriente di Milano, con la presenza del Gran Maestro.

-La realizzazione della Festa di Primavera.

-La annuale Festa dell’Oriente di Follonica con le tre Logge unite.

          In questo solenne momento mi preme poi ricordare due Maestri di vita che non ci sono più e che tanto hanno dato a me personalmente e alla Loggia Guerrazzi in particolare: Giuliano Brunello e Ferdinando Pieri; loro ci hanno insegnato che la Massoneria va praticata si con assiduità e serietà ma sempre con letizia e che, soprattutto, è importante il legame fraterno che genera in ciascuno di noi.

          Voglio ancora dire che darò tutto il mio impegno affinché la nostra Loggia possa essere sempre fucina di idee e che tutti i Fratelli della Guerrazzi siano di esempio nella vita profana; e vi prometto solennemente che conserverò e difenderò la Tradizione Muratoria che oggi mi è stata consegnata.

Con questi auspici inizio il mio anno di Maestro Venerabile, confidando sul Vostro affetto, sulla Vostra comprensione e, soprattutto, sul Vostro utilissimo, prezioso e indispensabile lavoro!!!

          A Gloria del Grande Architetto dell’Universo e per il bene della Rispettabilissima Loggia “Niccola Guerrazzi” a cui ci onoriamo di appartenere.

Ho detto!! 

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