COMMEMORAZIONE DEFUNTI

COMMEMORAZIONE DEFUNTI

Nei ricordi la chiave dell’eternità

IL CULTO dei defunti risveglia in me dolorosi ricordi e la mestizia che regna all’interno dei luoghi di sepoltura mi riempie di tristezze capaci di farmi smarrire ogni memoria. Non pratico quindi, sino a che mi è possibile, la malinconica processione annuale con deposizione floreale e preghiera. Non biasimo certo chi lo fa: salutare la memoria dei nostri cari è sintomo di attaccamento ai valori della vita. Preferisco ricordare gli affetti ogni volta che ne ho occasione; molto più spesso, forse, che nei giorni deputati al ricordo per statuizione, per calendario o per legge.

E cosi ogni volto di chi mi è stato compagno nella vita e nei pensiero mi appare nelle più disparate circostanze, accompagnando una frase, un’immagine, una sensazione. Persino un rumore o un profumo sono capaci di evocare alla mente frammenti d’esistenze che poi l’ineluttabilità ha definitivamente allontanato. Ecco, ho usato una parola che non fa parte del mio vocabolario, sicuramente non è nelle mie intenzioni: definitivamente. Chi è stato capace di segnare i miei  sentimenti e la mia esperienza, non può essere abbinato a un avverbio risolutorio e conclusivo. La  sua presenza rimane al mio fianco, ogni volta che sfiorerò quell’oggetto, ripeterò quelle parole, osserverò quelle immagini.

Paradossalmente il dolore, insopportabile all’inizio, viene mitigato dal tempo e quasi all’improvviso si trasforma in piacevole ricordo capace di insegnare, di indicare, di far sorridere. E, quando i ricordi diventano compagni e il morso del dolore si attenua, solo allora siamo in grado di trarre dottrina di vita da chi ci ha preceduto. Ecco che cosa cerchiamo quando, raccolti, lanciamo un improbabile ponte con I’aldilà alla ricerca di chi ci è caro. Cerchiamo I’esperienza, il supporto, la conoscenza, un consiglio. Per alcuni il luogo sacro può essere la migliore base per porre le fondamenta di quel ponte. Importante è che il ricordo resti vivo e che l’onore rivesta ogni memoria, perché ogni vita vissuta è onorevole e degna di essere custodita nello scrigno degli affetti.

ALTRETTANTO importante è che gli affetti non ci tornino alla mente solo quando le prime nebbie autunnali spargono odori di mosto poco fuori le mura del camposanto. Ricordiamoci di loro sempre, ogni volta che ne capita I’occasione. E in quei momenti proviamo a rivolgere un pensiero affettuoso, una preghiera, un sorriso, un semplice bacio. Sia che esista o meno I’aldilà si sono meritati quel gesto, perché col loro amore, con la loro amicizia, con i loro insegnamenti hanno cesellato i percorsi della nostra vita regalandoci la capacità di vivere.

(di Marco Buticchi La Nazione 03/I1/2013)

LETTO IN LOGGIA DAL FR. G.T.

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