RICORDO DI UN FR.

Rispettabilissimo M.. V..

Carissimi Fratelli,

           poco più di un mese fa, il 22 luglio E. .V.., il carissimo fr.. Floro Fontani è passato all’Oriente Eterno, dopo una lunga e sofferta malattia che ha vinto la tenace resistenza del suo fisico e lo ha strappato all’affetto dei suoi cari e alla nostra catena di unione, a soli 73 anni di età.

           Lo ricordiamo ora, con il rispetto e l’onore dovuti, in questa prima tornata di lavori dopo la pausa estiva, con l’amaro sapore della tristezza e del rimpianto, con il dolore ancora non lenito dalla medicina del tempo; lo facciamo in modo semplice e senza toni enfatici, come riteniamo che a lui, uomo genuino e spontaneo, sarebbe piaciuto.

           Alcuni fratelli, fra i più giovani, non lo hanno mai visto all’interno di questo tempio in quanto da tempo le sue condizioni di salute gli impedivano di frequentare i lavori; ciò lo amareggiava moltissimo e nonostante che la saggia comprensione dei M. …. lo avesse esonerato da tale dovere, egli sentiva, ogni volta che incontrava un fratello, il bisogno di scusarsi per queste sue assenze forzate e insieme il desiderio di sapere cosa stava avvenendo, di essere in minima misura aggiornato (senza che il fratello venisse meno al suo giuramento di non palesare quanto discusso nelle tornate rituali), di ridurre, con qualche notizia sull’Istituzione, il dolore di non vivere per intero la vita di Loggia.

           Mi torna ancora in mente il nostro ultimo incontro, meno di un mese prima della sua morte, quando sono stato a trovano a casa sua insieme ai fratelli Brunello e Francini, con la speranza di dargli un po’ di conforto e di serenità in un momento così difficile della sua esistenza.

           Lo abbiamo trovato sciupato e molto dimagrito e pur avendo difficoltà a parlare a causa di un forte abbassamento della voce e mostrando i segni di una sofferenza notevole, ci ha accolto con un sorriso e ha voluto discorrere con noi a lungo, di molte cose, ma soprattutto di Massoneria. Ci ha raccontato della sua iniziazione avvenuta il 13 Marzo del 1970, e del lungo periodo trascorso prima che la sua domanda fosse accettata, del suo desiderio di essere accolto fra i Liberi Muratori, del suo dispiacere per il molto attendere, della sua gioia quando gli fu comunicato che tutto era a posto.

           Nelle sue parole non traspariva il minimo rancore o risentimento per quelle vicende, ma al contrario la consapevolezza che il fare parte da una Istituzione come la Massoneria era un privilegio ed un onore e che caso mai l’attesa, anche se lunga, aveva reso più ricca di significato la sua Iniziazione ed era stata comunque ampiamente ripagata del piacere della vita massonica.

           Il suo attaccamento all’Istituzione era sincero e disinteressato, il suo amore per i fratelli palpabile ad ogni incontro, il suo essere massone vissuto con orgoglio e senza nasconderlo  agli altri.

           Ha voluto fino in fondo testimoniare la sua appartenenza all’Istituzione lasciando detto ai figli che era suo desiderio essere sepolto ornato con il grembiule da maestro con i guanti bianchi e ricevere da una rappresentanza dei fratelli di Loggia l’estremo saluto massonico in maniera rituale.

           La sua volontà è stata rispettata e pur nella freddezza e squallore di una camera mortuaria, resa meno anonima dalle insegne massoniche e dalla presenza del labaro della nostra Loggia, alcuni di noi hanno eseguito il rito funebre in onore del fr.. Floro, dando ai figli presenti il conforto e il calore di parole profonde e toccanti, in un momento di sincera commozione e partecipazione, con il nostro M. …. che riusciva a malapena a vincere il nodo di pianto che gli impediva di completare la cerimonia.

           Noi stasera carissimi fratelli, onoriamo la memoria del fr.. Floro e vogliamo ancora per un attimo salutano in mezzo alle colonne, in questo Tempio nel quale egli ha percorso il suo cammino iniziatico con impegno e amore, con la semplicità e a volte il candore che era proprio della sua anima, con il giusto orgoglio, mai troppo ostentato, di chi era riuscito a emergere da una vita difficile grazie all’acutezza del proprio ingegno e alla forza della propria volontà, in maniera onestà e retta.

           Ed è così che noi vogliamo ricordarlo, con immutato amore fraterno, raccogliendoci in silenzio per un attimo in modo che ognuno di noi possa inviargli un commosso messaggio interiore, convinti che nessuno muore veramente finché la sua immagine rimane nel pensiero di qualcuno coltivata con amore e rispetto; ci conforta in questo momento di dolore l’idea che il fr.. Floro Fontani è diventato un anello di una lunga ideale catena di unione che ininterrottamente scende dai primi massoni fino a noi, che siamo i continuatori nel presente della loro opera tendente a non disperdere la scintilla di divinità che è dentro di noi e che dobbiamo sentire l’impegno e la gioia di lavorare in comunione di spirito con chi ci ha preceduti, per il bene dell’Umanità e   A. .G. .D. .G. .A. .D. .U..

Settembre 1988

ROSSI   EROS

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