Inno ad Aton
Il nostro Sole Aton,
è oggi al tramonto nel Cielo
e vira nel rosso,
più splendido e luminoso.
Noi, Liberi e Antichi Artieri del sasso,
ci siamo destati in altre vite e destini,
sicuri che il tutto che appare
è a volte illusione e che il certo
ha come compagno il suo Dubbio,
perché nel Domani
v’è solo certezza d’Inizio.
In questo istante, sentiamo
lo scoramento:
la Luce che già s’allontana,
induce terrore per buio,
sentore di nere paure.
Si accendano allora i Fuochi, non fatui,
ma forti forieri di luce,
sicuri che il buio che avanza
porrà la sua fine al solstizio
del prossimo inverno.
Andiamo al mulino col Grano
che presto conduce
a bianca farina abbondante,
per dare a tutti i fratelli
il Pane di fratellanza !
Aton s’attenua nel giorno:
eterno e rituale connubio
tra il Fuoco e la Luce,
tra il Buio e il Ricordo,
tra l’Uovo e la Vita.
La Porta del Sole si apra,
scindendo l’Androgino
nel doppio suo aspetto.
Il Sole, nel Cancro,
riporti le Acque di Sopra,
nell’egida d’Iside Luna.
Noi uomini tutti viviamo
all’ombra di tanti Fratelli,
vivendo i dolori e le gioie,
soffrendo gli affanni e velando,
le pecche di umana cadenza.
Il Sole accecante si staglia
sul mare grande del Cielo:
O Aton, se io non berrò
alla tua calda Sorgente,
per mille e più anni il destino
vagar mi vedrà nel deserto del Caos.
Se io non berrò alla tua stessa Luce,
io certo morrò,
siccome aquilone nel vento del Nulla.
Ma il Sole di Vita non muore
ed io inondato di Luce,
eterno granello di sabbia,
perenne fluirò,
siccome vendetta del Tempo.
Ave Aton !