RIFLESSIONI SU INSEMINAZIONE ARTIFICIALE

Riflessioni su: le nuove frontiere della inseminazion artificiale

(M. L.)

 

In questi ultimi mesi abbiamo assistito a tutta una serie di fatti inerenti la procreazione di bambini attraverso la fecondazione artificiale, che non può lasciarci indifferenti.

Credo quindi che tutti, prima o poi, si siano interrogati circa la morale di queste tematiche ed abbiano riflettuto almeno per un attimo, su questi interventi sempre più numerosi ai confini della vita.

Esaminiamo brevemente i casi più eclatanti sui quali si è intervenuto in Italia ed all’estero.

-Una donna di 63 anni si è fatta innestare l’embrione concepito da una donna giovane ed ha partorito un bambino. In questo caso c’è da chiedersi se il neonato appartenga di più alla madre che lo ha tenuto in grembo o all’anonima persona che le aveva donato l’ovulo. Inoltre non sappiamo bene quali saranno i problemi che deriveranno al bambino dall’avere i genitori così anziani: essi avranno, infatti, 73 anni quando lui ne avrà 10, ed almeno 85 quando lui potrà lasciare la famiglia ed inserirsi, del tutto indipendente, nella vita.

-Un fenomeno analogo al precedente ma ancor di più sconcertante, è quello degli uteri dati “in affitto”. Ci sono stati casi di madri che hanno prestato l’utero alla figlia e viceversa, oppure di donne che lo hanno prestato alla propria sorella. Ma ancora più di frequente si tratta di donne che offrono i propri organi ad altre e che si fanno pagare per questa prestazione. Tutto questo non fa altro che alterare il senso della identità del bambino lasciandolo in bilico tra un genitore legale ed uno biologico.

E’ inoltre deplorevole assistere al fatto che, là dove la scienza apre una qualche possibilità, l’uomo a sua volta è subito pronto ad organizzare un mercato. Sono nate così vere e proprie imprese commerciali che si servono di donne estranee quali donatrici dietro compenso, mettendole poi in contatto con altre donne che intendono magari evitare i fastidi e le complicazioni della gravidanza.

Può capitare poi che chi ha prestato l’utero si rifiuti, dopo, di consegnare il bambino e quindi che in alcuni casi il tribunale decida di privilegiare i genitori genetici ed in altri colei che ha invece prestato l’utero. C’è da chiedersi come si può capire o giustificare una donna che per soldi è disposta a portare in grembo un figlio non suo e che non sarà mai suo. D’altra parte è difficile stabilire chi ha più colpa, se chi egoisticamente cerca un essere umano solo come strumento per realizzare una maternità impossibile e lo convince con i soldi, oppure chi vende il proprio corpo, stravolgendo la funzione stessa della maternità.

-Un caso analogo, anche se non ci troviamo in presenza di risvolti economici, è quello di Elisabetta, nata da un embrione della madre dopo due anni dalla sua morte e dopo che lo stesso era stato scongelato ed impiantato nell’utero della zia paterna. Ora io mi chiedo: come è possibile pensare di congelare per anni embrioni di esseri umani come se fossero alimenti da gettare poi alla scadenza riportata sulla etichetta? Quale sarà lo stato d’animo di una persona quando saprà non solo di essere stata concepita in provetta, ma addirittura congelata per anni prima di diventare un essere umano, seppure uguale a quelli concepiti con normali rapporti d’amore?

-C’è poi un altro caso che ha fatto scalpore: quello di una bambina, Sara, nata da una coppia di lesbiche ad una delle quali era stato donato lo sperma di un uomo, a sua volta omosessuale. La bambina ha quindi due madri ma in realtà nessun padre e quando scoprirà la sua vera condizione, si sentirà appartenente ad un mondo di diversi e dovrà superare ostacoli grandissimi.

-Un fatto simile è quello di donne vergini che vogliono comunque avere un figlio senza ricorrere a rapporti sessuali con un uomo, in pratica attraverso l’auto-inseminazione.

-Per ultimo è utile riflettere su quello che possiamo chiamare il mercato dello sperma. Ci sono alcune banche che conservano questo liquido seminale di donatori ultraselezionati, tutti dotati di titoli di studio conseguiti nelle migliori università americane. Bene, queste banche vendono il loro prodotto a chi desidera avere dei figli che abbiano buone possibilità di diventare dei geni, anche se non c’è alcuna base scientifica in tutto questo.

Per arrivare poi a certe donne che, per avere figli di razza eguale a quella del marito (per esempio nel caso di un bianco e di una nera), si fanno prestare l’ovocito da un’altra donna usando poi lo sperma del proprio congiunto per fecondarlo.

Fin qui la situazione che, come possiamo capire, è di vera e propria anarchia.

Probabilmente in tutto questo, almeno in Italia, gioca anche il fatto che quello dell’adozione è tuttora un problema reale. Forse la legge italiana è troppo rigida dal momento che impone tra adottato ed adottanti il limite di non più di 40 anni di differenza, spesso certamente ci troviamo di fronte a veri e propri abusi che il caos giuridico, esistente in materia, consente in Italia.

Un contributo è arrivato recentemente dall’ordine dei medici i quali, attraverso alcune norme interne, hanno emanato una serie di provvedimenti con precise regole deontologiche per regolamentare la procreazione assistita. Sono state vietate le forme di fecondazione artificiale di coppie omosessuali, divieto di fecondazione per le donne che sono già in menopausa, è proibito l’affitto dell’utero, il commercio e la donazione di ovociti. Non è inoltre consentita la selezione dello sperma secondo criteri di tipo sociale, professionale o di razza.

Ma per quanto ci riguarda, come dicevo all’inizio, il problema va giudicato dal punto di vista morale: è soprattutto questo orientamento che ci deve spingere a capire quali sono i confini e quali sono i limiti entro i quali si può intervenire sulla vita umana.

Ed è per questo che personalmente mi sembra difficile affidare completamente alle leggi di diritto penale il compito di limitare la scienza. Indubbiamente in tutti i casi si tratta di effettuare forzature della natura, ma se è vero che la fertilità maschile e femminile va continuamente diminuendo, mi pare giusto che l’uomo possa responsabilmente e senza ledere i diritti altrui, sfruttare ciò che la tecnologia mette a sua disposizione. Il punto è che bisogna impedire le speculazioni per denaro, l’affitto dell’utero, le donazioni a pagamento o comunque chi abusa della situazione delle coppie sterili.

Credo poi che sia da tenere sempre nella massima considerazione la salute, soprattutto psichica, dei bambini che nasceranno attraverso queste nuove forme di procreazione, situazioni che possono però essere valutate caso per caso.

In definitiva, a differenza della Chiesa Cattolica che ha condannato e condanna drasticamente qualsiasi tecnica sia di fecondazione artificiale che di un terzo elemento estraneo alla coppia sterile, penso che noi dovremmo prudentemente sentirci più aperti verso queste nuove tecniche scientifiche, anche se ancora poco conosciute.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *