L’ANTIMASSONERIA “POLITICA” DELLA CHIESA CATTOLICA; ALLOCUZONE DI PIO IX

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ALLOCUZIONE Dl PIO IX
(1865) di
Giorgio Richiardi
Il 25 settembre 1 865, in concistoro segreto, Pio IX condannava esplicitamente la Libera Muratoria con una allocuzione, le cui prime parole recitano:
“Nel numero delle molteplici macchinazioni ed arti, colle quali i nemici del nome cristiano osarono assalire la Chiesa di Dio, e si sforzarono, benché inutilmente, di rovinarla e di distruggerla, si deve ascrivere senza dubbio, o Venerabili Fratelli, questa perversa società di uomini, che chiamasi comunemente Massonica, la quale prima si unì nei nascondigli e nelle tenebre, e poi uscì fuori con impeto, a comune danno della religione e della società umana.
Fulmine a ciel.sereno! Benché già molti papi avessero condannato esplicitamente la Libera Muratoria, nessuno si attendeva un ulteriore attacco. E così forte. Persino il Times scriveva, sorpreso:
“Non possiamo che chiederci: cosa significa tutto ciò? E il Papa ispiratob delirante, o sta semplicemente facendo pratica del suo Latino, in modo da tenersi in esercizio per l’Imperatore Napoleone, quando questi comincerà il ritiro delle sue truppe da Roma?
Ma con il senno di poi, cioè di chi può osservare i fatti a debita distanza, anche se risulta difficile spiegare la causa immediata dell’intervento pontificio, quella allocuzione assume un significato speciale. Perché chiude energicamente il primo capitolo della storia dell’antimassoneria cattolica, quello dei papi-Re che condannano I ‘Istituzione su basi politiche. Quando i papi non saranno più Re, le loro condanne assumeranno dimensioni principalmente religiose. Ed è di questo significato speciale che vogliamo parlare.
Il contenuto dell’allocuzione.
Ma cosa dice, in sintesi, l’allocuzione? Leggiamone i passi principali. Dopo l’apertura, che abbiamo già citato, prosegue:
…Le cui (della Massoneria) insidie e frodi come prima scopersero i romani Pontefici Nostri predecessori… stimarono di non dovere punto indugiare di arrestare colla loro autorità, e di colpire colla sentenza di condanna, come con una lancia, e disperdere quella setta, la quale ispirava scelleraggine, e molti e nefarii mali fabbricava contra le cose sacre e pubbliche. Ed in vero Clemente XII Nostro predecessore, con le sue Lettere apostoliche proscrisse e riprovò la setta medesima… sotto pena di scomunica da incorrersi nel fatto stesso e da assolversi soltanto dal romano Pontefice… Questa giusta e dovuta sentenza di condanna Benedetto XIV confermò dipoi in una sua Costituzione, e non lasciò di eccitare i sommi Principi Cattolici, acciochè contribuissero con tutte le forze e le sue cure per estirpare questa perdutissima setta, e per allontanarla a comune salvezza. E fosse piaciuto a Dio che i detti supremi Principi avessero porto orecchio alle voci del Nostro predecessore!…
Non si sarebbero certamente deplorati dà nostri padri, e non si deplorerebbero da noi tanti moti di sedizione, tanti incendii di guerre, onde arse tutta l’Europa, efinalmente tanta acerbità di sciagure, onde fu ed è tuttora afflitta la Chiesa. Inoltre, non rimettendo i malvagi il lorofurore, Pio VII, Nostro predecessore, fulminò coll ‘anatema la setta de’ Carbonari, nata di fresco e diffusa ogni dove specialmente in Italia; e Leone XII, acceso di pari amore della salute delle anime, con apostoliche sue Lettere condannò e…
Agorà gennaio – marzo 1997 9 proibì tanto quelle prime società clandestine, che abbiamo menzionate, quanto le altre, qualunque esse siano e comunque si domandino, le quali cospirassero contro della Chiesa e del civile potere. Nondimeno questi studii, messi dalla apostolica Sede, non ebbero quel risultato che era da aspettarsi. Conciossiachè non è mai stata domata e raffrenata questa setta massonica, della quale parliamo, ma per lo contrario si è così diffusa in lungo e in largo, che in questo tempo calamitosissimo, in tutte le contrade impunemente si esercita… La qual cosa noi stimiamo che si deve in gran parte ascrivere a ciò, che molti, perché forse ignorano i consigli iniqui, i quali si agitano in cotali ceti clandestini, si siano dati a credere falsamente, che questa maniera e istituzione di società sia innocua… Ma chi può facilmente intendere, quanto questa opinione si dilunghi dal vero? Imperciocchè che cosa significa quell ‘aggregamento di uomini, di qualsivoglia religione e di qualsivoglia fede? Che cosa significano quelle conventicole clandestine, che cosa il severissimo giuramento fatto da coloro, che sono iniziati in questa setta, di non manifestar mai nulla di ciò, che può appartenere ad essa? Finalmente a che mira l’inaudita atrocità delle pene, alle quali si obbligano di soggiacere, se per ventura manchino alla fede del giuramento?
Dev ‘esser certamente ampia e nefaria quella società, la quale ha così eccessivamente in orrore il giorno e la luce: imperciocchè, come scrisse I ‘Apostolo, chi opera male, ha in odio la luce. Or quanto grandemente dissimili da questa deve dirsi, che sono le pie società de’ Jèdeli, che fioriscono nella cattolica Chiesa! In esse niuna cosa si toglie al cospetto e si nasconde, sono manifeste a tutti le leggi, con che si reggono, sono manifeste le opere di carità… Eppure questi sodalizi cattolici così salutari… non senza dolore vediamo in alcuni luoghi osteggiati, ed anche in altri aboliti; mentre per l’opposto viene favorita o almeno tollerata la tenebrosa setta Massonica, tanto nemica della Chiesa di Dio, tanto pericolosa anche della sicurezza de’ regni. Ed è poi per Noi, Venerabili Fratelli, una cosa grave e dolorosa a sopportare, il vedere che nel riprovare cotesta setta, giusta le Costituzioni de Nostri predecessori, alcuni siano trascurati e quasi sonnacchiosi; mentm in un ‘opera di tanto momento la ragione del ministero e dell’officio loro commesso richiede, che essi siano vigilantissimi. E se vi ha di quelli, i quali portano opinione, che le Costituzioni apostoliche, pubblicate colla pene di anatema, contra le sette occulte e contra i seguaci e fautori di esse, non hanno alcun vigore in quelle regioni, ove dal civil potere le mentovate sette si tollerano; costoro al certo s ‘ingannano a partito…
Per le quali cose, acciocché gli uomini semplici e principalmente i giovani non siano tratti in inganno, ed acciocché dal Nostro silenzio non si prenda alcuna occasione di difendere l’errore, stabilimmo di alzare la voce apostolica, o Venerabili Fratelli; e qui nel consesso Vostro confermando le mentovate Costituzioni de’ Nostri predecessori, coll’autorità Nostra apostolica, riproviamo e condanniamo quella setta Massonica e le altre società dello stesso genere, che colla diversità delle sole apparenze si costituiscono di giorno in giorno, le quali macchinino contra la Chiesa e le legittime potestà, sia in pubblico, sia in privato…
A questo punto possiamo lasciare il testo, che contiene solo più l’esortazione retorica e la preghiera finale. Come avete sentito, l’allocuzione dice assai poco; anche fisicamente, è un documento breve. Ma cita esplicitamente le precedenti costituzioni antimassoniche di quattro papi, delle quali si pone come ultimo capitolo: questo potrebbe permetterci di studiare la sequenza dei documenti precedenti e di rintracciarne la sostanza politica, se la nostra ipotesi è vera. Ma andiamo per ordine. Chi era, Pio IX del 1865? •

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