Conclusioni del Fr.•.Oratore
per la tornata dell’8 novembre 1997 dell ‘e:. v:.
in occasione della visita della R:. L:. Hermannus van Tongeren NO 204
Fratelli carissimi di ogni ordine e grado,
E compito dell’Oratore trarre le conclusioni della tomata. Più che trarre conclusioni vorrei fare alcune considerazioni che nascono dal contesto geografico nel quale si è svolta la tomata.
Grazie per essere giunti, provenendo da orienti diversi della comunità europea, qui all ‘Oriente di Torino nella Valle del Po.
Grazie per essere riusciti a conciliare i vostri molteplici impegni, qualche volta profani e non sempre coincidenti, in modo da far risaltare la potenza, la bellezza e la saggezza della fraternità massonica.
Ogni spostamento, anche se piccolo, è comunque un viaggio. La nostra vita è un viaggio. Viaggiare significa cercare. Si cerca qualcosa di profano, si cerca qualcosa di spirituale e sovente viaggiamo per trovare noi stessi, dimenticando spesso che cerchiamo altrove quello che possiamo trovare soltanto in noi stessi.
Viaggiamo per conoscere gli altri, per cercare il dialogo. Dialogo molte volte inteso in modo inconscio come desiderio di convincere il prossimo che la nostra idea è quella corretta.
Quando viaggiamo abbiamo con noi valigie piene di cose nostre. Dovremmo prendere sempre l’abitudine di aggiungere al nostro bagaglio una borsa di dimensioni indefinite e di materiale inesistente da riempire, al nostro rientro, di ciò che ci fa veramente ricchi e cioè della ricchezza spirituale del nostro prossimo che sarà stato certamente felice di esseme stato “derubato”.
E una forma di amore. Iniziamo le nostre giornate, che sono una specie di viaggio, con amore, viviamole con amore, terminiamole con amore.
Con l’augurio che questo bagaglio “che non c’è” ci accompagni sempre nella nostra vita e poiché, malgrado ogni nostro sforzo contrario, tutto è giusto e perfetto ti prego, Venerabile Maestro, di procedere alla chiusura dei lavori in grado di Apprendista.