POEMA REGIUS

Poema Regius

(1390)


PREMESSA Il più antico documento organico – ufficialmente riconosciuto – sulla struttura di un’associazione libero muratoria «operativa» medioevale è il c.d. «Poema Regius» datato 1390, detto anche «Manoscritto di Halliwell», dal nome di James O. Halliwell Phillipps (non Massone) che lo pubblicò nel 1840, scoprendolo giacente nel British Museum.
Il manoscritto, che originariamente faceva parte della Royal Library, era stato donato al museo da Re Giorgio II (1727-1760); da ciò la dizione «Poema Regius».
In precedenza il «Regius» era stato catalogato come «A Poem of Moral Duties».
Il manoscritto è redatto nel middle english dell’epoca di Chaucer, in forma poetica in 794 versi, e si suppone stilato ad opera di un prete o di un chierico inglese (o comunque di un erudito) e probabilmente ricavato da un testo statutario più antico.
È composto da un «Preambolo storico» (Qui cominciano le costituzioni dell’arte della geometria secondo Euclide), da 15 articoli, 15 punti e di 2 parti conclusive.
Il «Poema Regius» non è pertanto, a stretto rigore, un vero Statuto. Piuttosto potrebbe essere definito come un codice di comportamento valevole per i liberi muratori e redatto in versi allo scopo di renderne più facile l’apprendimento testuale a memoria.
Il «Poema Regius» si afferma ispirato alle Costituzioni in vigore nelle Craft Libero muratorie anglo-sassoni operanti all’epoca dell’anonimo poeta, ma con riferimento – come si afferma nel Poema – ad un’antecedente Costituzione redatta sotto l’egida di Re Atelstano.
Re Atelstano, o Athestan (o Adelstonus, o Adelston come scritto nel «Poema Regius» rispettivamente ai versi 60 e 485, o Athelsone come si legge nel c.d. «Manoscritto di Carmick» – che alcuni Autori collocano attorno al 990-1000, ma che forse dovrebbe collocarsi attorno al 910-930) regnò fino al 939 ed a lui successe il figlio Eduino (o Edwin), che alcuni Autori affermano sia stato, da principe ereditario, architetto della Loggia di York nel 925-926 (data quest’ultima attribuita alla fondazione di tale Loggia). Il «Manoscritto di Carmick» afferma che sarebbe stato tale principe che fece approvare in un’assemblea a York gli Statuti avuti dal Re suo padre.
Il «Poema Regius» è stato tradotto in italiano sulla Rivista Massonica 1973 N.6 (non in versi) e da GAETANO FIORENTINO (in forma poetica) in un volume edito dal G.O.I. («Il Poema Regio») nel 1984.
Il «Poema Regius» anche se non è un vero Statuto rimane comunque di grande interesse per un indagine sulla Massoneria antica, in quanto rivela anche ampie analogie con gli Old Charger – «Antichi Doveri» – redatti da Anderson nel 1723 e che costituiscono ancora oggi le norme cardine della Massoneria.

Qui cominciano le costituzioni dell’arte
Della geometria secondo Euclide.Chiunque saprà bene leggere e vedere
Potrà trovarle scritte nell’antico libro
Di grandi signori ed anche di signore
Che ebbero molti figli insieme, con certezza.
E non avevano rendite per mantenerli.
Né in città, né in campagna, né in boschi recinti;
Essi presero insieme una decisione
Di stabilire per la salvezza di questi fanciulli
Come essi potessero meglio sopportare la vita
Senza grandi malattie, affanni e lotte
E, principalmente, per la moltitudine dei figli
Che sarebbe venuta dopo la fine loro.
Essi li mandarono presso grandi maestri
Che insegnassero loro a bene operare.
E preghiamo loro, per amor di nostro Signore
Che sia dato ai nostri figli qualche lavoro
Che permetta loro di vivere
Bene e onestamente, in piena sicurezza.
In quel tempo, mediante buona geometria
Questa onesta arte di buona muratoria
Fu stabilita e fatta in questo modo:
Coll’imitare questi maestri, insieme
Alle preghiere di questi signori essi dimostrarono la geometria.
E dettero il nome di massoneria
All’arte più onesta di tutte.
Questi figli di signori si misero d’impegno
Per imparare da lui [Euclide, n.d.r.] l’arte della geometria
Che egli praticava con zelo.
Per le preghiere dei padri e delle madri
Egli li ammise a questa onesta arte.
Egli era il più grande erudito ed era onesto
E superava lo zelo dei suoi compagni
Poiché in quell’arte egli oltrepassava gli altri
E avrebbe conseguito più prestigio.
Il nome di questo grande saggio fu Euclide,
Il suo nome spande piena e ampia meraviglia.
Inoltre, questo grande maestro ordinava
A chi era più in alto in questa scala
Che insegnasse a chi era meno dotato
A essere perfetto in quella onesta arte.
E così ciascuno insegnava all’altro
E si amavano l’un l’altro come fratello e sorella.
Inoltre egli ordinò che
Lo si chiamasse Maestro,
In modo che chi fosse il più degno
Fosse chiamato così.
Ma i muratori non si dovevano chiamare l’un l’altro,
Nell’arte e fra di loro,
Né soggetto, né servo, ma caro fratello.
Anche se uno non era perfetto come l’altro
Doveva ciascuno chiamare l’altro compagno
Perché essi erano di buona nascita.
In questo modo, mediante la buona conoscenza della geometria
Ebbe origine l’arte della massoneria.
Il maestro Euclide in questo modo fondò
Quest’arte di geometria in terra d’Egitto.
In Egitto egli ampiamente insegnò,
E in diverse terre da ogni parte,
Molti anni dopo ho saputo,
Prima che l’arte venisse in questo paese.
Quest’arte venne in Inghilterra, come vi dico,
Al tempo del buon re Atelstano.
Egli fece sia sale che loggiati
E alti templi di grande prestigio
Per compiacersi sia di giorno che di notte
E onorare il suo Dio con tutte le sue forze.
Questo buon signore amò grandemente quest’arte
E si propose di consolidarla da ogni lato
Perché aveva trovato vari difetti in essa.
Egli mandò a dire in tutto il paese,
A tutti i Massoni dell’arte,
Di andare da lui immediatamente
Per correggere tutti questi errori
Col buon consiglio, se poteva essere dato.
Fece fare allora una assemblea
Di vari signori, secondo il loro stato:
Duchi, conti e anche baroni,
Cavalieri, gentiluomini e molti altri
E i maggiori cittadini di quella città;
Essi erano tutti là secondo il loro grado.
Quelli erano là secondo i propri mezzi
Per stabilire la condizione di questi Massoni.
Là essi cercavano col loro intelletto
Come poterli governare.
Quindici articoli essi cercarono
E quindici punti essi elaborarono.

Qui comincia il primo articoloIl primo articolo di tale geometria:
Il maestro massone deve essere pienamente sicuro
Risoluto, fidato e sincero.
Di questo egli non si pentirà mai.
E paghi i suoi compagni secondo il costo
Del mantenimento, voi lo sapete bene,
E paghi loro il giusto secondo coscienza,
Ciò che possono meritare.
E non assuma più uomini
Di quanti possa adoperare
E non si lasci corrompere, né per amore né per paura
Da qualsiasi altra parte,
Da signore o da compagno, chiunque sia:
Da costoro non accettare alcun compenso.
E, come un giudice, sta’ agli impegni
E allora farai il giusto per entrambi.
Fa questo sinceramente dovunque tu vada
E il tuo merito, il tuo profitto sarà migliore.


Secondo articoloIl secondo articolo di buona massoneria
Deve udirsi specialmente qui:
Che ogni maestro, che sia un massone,
Deve essere alla corporazione generale,
Naturalmente, se è stato informato
Dove sarà tenuta questa assemblea.
A tale assemblea deve andare
Salvo che non abbia una ragionevole giustificazione.
Altrimenti egli vuole offendere la corporazione
O vuole comportarsi con falsità,
Oppure è gravemente ammalato
Da non poter andare in mezzo a loro.
Questa è una giustificazione valida
Per quella assemblea, senza frottole.


Terzo articoloIl terzo articolo dice in verità
Che il maestro non assume apprendista
Senza aver l’assicurazione che si fermi
Sette anni con lui, così vi dico,
Per insegnargli la sua arte, quello che serve.
In minor tempo quegli non potrà imparare
A beneficio del suo signore né suo proprio,
Come potete sapere a buona ragione.


Quarto articoloIl quarto articolo deve essere quello
Che il maestro deve tenere per sé.
Che egli non deve tener schiavo l’apprendista
Né trattarlo con avarizia
Poiché il signore al quale è legato
Può cercare l’apprendista dovunque egli vada.
Se è stato preso nella loggia,
Egli può farvi molto danno
E in tal caso può accadere
Che faccia danno a qualcuno o a tutti.
Perciò tutti i Massoni che sono là
Stiano insieme in piena fratellanza.
Se una tale persona fosse nell’arte
Possono capitare vari inconvenienti;
Per miglior agio quindi, onestamente,
Assumi un apprendista di condizione elevata.
Dai tempi antichi si trova scritto
Che l’apprendista deve essere di nobile stato;
E così talvolta il sangue di grandi signori
Apprese tale geometria, il che è molto bene.


Quinto articoloIl quinto articolo è molto giusto.
Posto che l’apprendista sia di nascita legittima,
Il maestro non accoglierà a nessun prezzo
Un apprendista che sia deforme:
Ciò significa, come puoi udire,
Che avrà le sue membra tutte intere;
Per l’arte sarebbe grande scorno
Prendere uno zoppo e uno storpio.
Perciò un uomo imperfetto, di tale razza,
Porterebbe poco di buono all’arte.
Così ciascuno di voi deve sapere
Che l’arte vuole avere un uomo forte;
Un uomo mutilato non ha forza,
Dovete saperlo fin d’ora.


Sesto articoloIl sesto articolo non va tralasciato:
Che il maestro non rechi pregiudizio al signore,
Nel prendere da questi, per il suo apprendista,
Anche quanto è in ogni caso dovuto ai compagni.
A quelli che sono nell’arte già perfetti
Questo non deve essere, anche se parrebbe di sì.
Anche se vi fossero buone ragioni
Che percepisse il salario come i suoi compagni,
Questo stesso articolo, in tal caso,
Giudica che l’apprendista
Prenda meno dei compagni che sono perfetti.
In vari casi può occorrere
Che il maestro possa istruire l’apprendista
Onde il suo salario possa aumentare presto
E, prima che il termine giunga a compiersi,
Il suo salario possa venire migliorato.


Settimo articoloIl settimo articolo che è qui ora
Dirà chiaramente a voi tutti
Che nessun maestro, per favore o per timore,
Può rubare ad alcuno abito o cibo.
Né dare rifugio ad alcun ladro
Né a chi abbia ucciso un uomo,
Né a chi abbia cattiva fama,
Per timore di esporre l’arte al biasimo.


Ottavo articoloVi mostra così l’ottavo articolo
Che il maestro può far bene così:
Se ha qualche operaio
Che non sia perfetto come bisogna,
Egli può cambiarlo sollecitamente
E prendere al suo posto un uomo migliore.
Un tale uomo, per negligenza,
Potrebbe nuocere alla riputazione dell’arte.


Nono articoloIl nono articolo mostra appieno
Che il maestro dev’essere saggio e forte.
Che non può intraprendere alcun lavoro
Se non è in grado di farlo e condurlo a termine.
E che esso sia anche utile ai signori
E alla sua arte, dovunque vada,
E che le fondamenta siano ben preparate
Perché non si fenda e non crolli.


Decimo articoloBisogna conoscere il decimo articolo,
Nell’arte, in alto e in basso.
Che non ci sia maestro che soppianti l’altro
Ma stiano insieme come fratello e sorella.
In questa zelante arte, tutti e ciascuno,
Chi vuole essere un maestro massone
Non soppianti nessun altro.
Che avendogli sottratto un lavoro,
Il suo dolore è così forte
Che non pesa meno di dieci libbre,
Se non è trovato colpevole
Di aver con mano per primo toccato il lavoro.
Per nessuno in massoneria
Si soppianterà, di certo, un altro.
Ma se il lavoro è fatto in modo
Che possa a sua volta rovinare,
Allora un massone può chiedere tale lavoro
Ai signori, per tutelare il loro interesse.
A meno che non capiti un tale caso,
Nessun Massone vi si deve immischiare.
Veramente colui checomincia le fondamenta,
Se è un massone buono e integro,
Ha di certo nella sua mente
Come portare a buon fine il lavoro.


Undicesimo articoloL’articolo undicesimo, io ti dico
Che è insieme leale e franco
Poiché insegna, con la sua forza,
Che nessun massone deve lavorare di notte
Se non sia a conoscenza
Che ciò sia a vantaggio del lavoro.


Dodicesimo articoloIl dodicesimo articolo è di alta probità:
Ogni massone, dovunque sia,
Non deve corrompere i suoi compagni di lavoro.
Se vuol salvare la propria onestà
Li comanderà con parole oneste,
Con l’ingegno che Dio gli ha dato.
Invece devi migliorarlo come puoi
Fra voi insieme senza contesa.


Tredicesimo articoloIl tredicesimo articolo, così Dio mi salvi,
È che se il maestro ha un apprendista
Cui egli ha insegnato tutto
E gli ha spiegato gradualmente i vari punti
Così che questo sia capace di conoscere l’arte,
Dovunque possa andare sotto il sole.


Quattordicesimo articoloIl quattordicesimo articolo, a buona ragione
Mostra al maestro quel che deve fare:
Egli non deve accogliere un apprendista
Se non prendendo varie cautele
Che quegli possa, nel suo termine,
Apprendere da lui le diverse parti.


Quindicesimo articoloIl quindicesimo articolo pone un termine
Ed è un amico per il maestro
Per insegnargli che con nessuno
Egli si può condurre scorrettamente,
Né mantenere i suoi compagni nel loro peccato,
Per alcun interesse che gli potesse venire.
Non accetterà di fare falso giuramento
Per tema della salvezza della sua anima.
Se no, esporrebbe l’arte alla vergogna
E se stesso al biasimo.

Altre CostituzioniA questa assemblea furono stabiliti dei punti,
Dai grandi signori ed anche dai maestri,
Che chiunque volesse apprendere quest’arte e appartenervi
Doveva amare Dio e la santa chiesa
Ed anche il maestro col quale sta,
Dovunque egli vada, in campagna o nel bosco.
E devi amare anche i tuoi compagni
Poiché questo la tua arte desidera da te.


Punto secondoIl secondo punto è, come vi dico,
Che il massone lavori durante la sua giornata
Veramente, per quanto sa e può
In modo da meritare il suo riposo per la festa
Ed operi seriamente nel suo lavoro
Onde meriti la sua mercede.


Punto terzoIl terzo punto deve essere ben conosciuto
Fra gli apprendisti rispettivamente:
Che il consiglio del maestro deve accettare e tenere,
E quello dei compagni, con buon proposito.
Non dirà a nessuno i segreti della camera,
Né qualsiasi cosa essi facciano nella loggia.
Qualunque cosa tu ascolti o veda fare
Non devi dirla a nessuno, dovunque andrai.
Il consiglio del vestibolo e quello del loggiato
Vi renderà, per questo, grande onore.
Il contrario vi porterebbe al biasimo
Ed arrecherebbe grande vergogna all’arte.


Punto quartoIl quarto punto ci insegna anche
Che nessuno deve essere falso verso la sua arte.
Non deve perseverare nell’errore
Contro l’arte, ma evitarlo.
Non farà egli pregiudizio
Al suo maestro né ai suoi compagni.
E sebbene l’apprendista sia posto al di sotto
Anch’egli deve avere la stessa legge.


Punto quintoIl quinto punto, innegabilmente è
Che quando il massone prende la paga
Stabilita dal suo maestro,
Egli deve prenderla docilmente.
Tuttavia il maestro può, per fondata ragione,
Avvertirlo formalmente prima di mezzogiorno
Se non intende occuparlo più oltre
Come ha fatto fin qui.
Contro tale ordine non può contendere
Se [il maestro, n.d.r.] pensa di avere migliore successo.


Punto sestoIl sesto punto deve essere fatto conoscere
Sia in alto che in basso.
Nel caso dovessero accadere
Fra i massoni, alcuni o tutti,
Per invidia od odio implacabile,
Che nascano spesso grandi contese,
Allora il massone è obbligato, se possibile,
A, destinare un certo giorno per la composizione.
Ma essi non procederanno a tale rito
Finché la giornata lavorativa non sarà trascorsa.
Durante un giorno festivo potrete facilmente
Trovare il tempo per la composizione.
Se fosse fatto durante la giornata di lavoro
Il lavoro sarebbe dilazionato per tale questione.
Assegna loro, quindi, un tale termine
Cosicché vivano bene nellalegge di Dio.


Punto settimoIl settimo punto può bene significare
Che Dio ci ricompenserà per una vita buona.
A questo scopo descrive chiaramente
Che non dovrai giacere con la moglie del tuo maestro
Né con quella del tuo compagno, in nessun modo,
Altrimenti l’arte ti disprezzerà;
Né con la concubina del tuo compagno,
Come tu non vorresti che egli facesse con la tua.
La pena per questo sia severa:
Che rimanga apprendista per sette anni interi,
Se incorre in un caso di questi.
Quegli allora deve essere punito;
Molti guai potrebbero avere principio
Da un tal peccato mortale.


Punto ottavoIl punto ottavo, si può essere certi,
Se hai preso ogni cura
Di essere sincero verso il tuo maestro
Per questo punto non sarai dispiaciuto.
Devi essere un sincero mediatore
Fra il tuo maestro e i tuoi compagni liberi;
Fa lealmente tutto ciò che puoi
Ad ambo le parti e ciò è molto bene.


Punto nonoIl nono punto ci chiama
Ad essere attendenti del nostro alloggio.
Se vi trovate in camera insieme,
Ciascuno deve servire l’altro con cortesia.
Rende i compagni cortesi, come voi dovete sapere
Fare tutti l’attendente [‘steward’, n.d.r.] a turno,
Settimana dopo settimana. Senza dubbio,
L’attendente conviene farlo a turno;
Amabilmente servirsi l’un l’altro
Come si pensa per fratello e sorella.
Nessuno dovrà lasciare l’onere a un altro
Per rendersi libero senza corrispettivo
Ma ognuno sarà ugualmente libero.
Di tale corrispettivo, così deve essere,
Fai attenzione di pagare sempre bene ogni uomo
Dal quale tu abbia comprato dei viveri:
Che nessuna accusa sia possibile fare a te
Né ai tuoi compagni di ogni grado
Ogni uomo o donna, chiunque sia,
Pagalo bene e giusto, per quello che offre.
Di questo ricevi per il tuo compagno valida ricevuta
Per il pagamento che gli hai fatto,
Per timore che ciò provochi rimprovero dei compagni,
E a te stesso parti di grande biasimo.
Quanto a lui, deve fare buoni rendiconti,
Delle merci che egli ha preso.
Di quello dei tuoi compagni che hai consumato
Dove, come e a qual fine.
Tali conti devi venirli a fare
Ogni volta che i tuoi compagni lo richiedano.


Punto decimoIl decimo punto presenta la buona vita
Il vivere senza affanno e contesa.
Perciò se il massone vive in modo ingiusto
Ed è falso nel lavoro, certamente
Per tali false abitudini
Può diffamare ingiustamente i propri compagni.
Mediante frequenti false accuse
Può far sì che l’arte ne abbia biasimo.
Se egli farà tale villania all’arte
Certamente non gioverà poi a se stesso
Né lo si manterrà nella sua vita malvagia
Temendo che si metta a diffamare e contrastare.
Pertanto, non dovete ritardare,
Ma dovete costringerlo
A presentarsi dove crederete.
Dove tu desideri, forte o piano.
Lo richiamerai alla prossima assemblea
A presentarsi davanti ai suoi compagni
E se non vorrà comparire davanti a loro
Deve giurare di rinunziare all’arte,
Poi sarà punito secondo la legge
Che fu fondata in giorni lontani.


Punto undicesimoL’undicesimo punto è della buona discrezione
Come potete sapere con buona ragione.
Un massone che conosce bene quest’arte
E veda il suo compagno alzare una pietra
E posarla in pericolo di rovinare
Dovrà correggerlo, se può,
E poi insegnargli a fissarla
In modo che l’opera commissionata non rovini.
Devi però insegnargli gentilmente a perfezionarsi,
Con parole buone, che Dio ci ha dato;
Per il suo amore che sta in alto
Il tuo amore lo nutra con dolci parole.


Punto dodicesimoIl dodicesimo punto è di grande sovranità:
Laddove sarà tenuta l’assemblea,
Là si troveranno i maestri ed anche i compagni
E molti altri grandi signori.
Vi sarà lo sceriffo di quel paese
Ed anche il sindaco del posto;
Ci saranno cavalieri e gentiluomini
Ed altri notabili, come potrai vedere.
I decreti che essi faranno
Li manterranno tutti insieme
Verso ciascun uomo, chiunque egli sia,
Che appartenga all’arte buona e libera.
Se egli entrerà in contrasto con essa
Sarà preso in loro custodia.


Punto tredicesimoIl tredicesimo punto ci è molto caro.
Egli farà giuramento di non essere ladro
Né di aiutare alcuno nelle sue male arti.
Per qualsiasi cosa che egli abbia rubata
E tu ne abbia notizia o colpa,
Né per la sua roba né per la sua famiglia.


Punto quattordicesimoIl quattordicesimo punto contiene una buona legge
Per chi sia in soggezione.
Egli deve prestare un sincero giuramento
Al suo maestro e ai suoi compagni che sono lì.
Egli deve essere risoluto ed anche sincero
A tutte queste ordinanze, dovunque egli vada;
E al suo sovrano signore il re,
Di essere sincero verso di lui soprattutto.
E a tutti questi punti detti prima
È obbligato a prestare giuramento.
E tutti devono pronunciare lo stesso obbligo
Dei massoni, piaccia loro o meno,
A tutti questi punti detti prima
Che sono stati ordinati da un buon maestro.
Ed essi indagheranno, ciascuno
Dalla propria parte, meglio che potranno.
Se qualcuno può essere trovato colpevole
In qualche punto particolare.
E, se lo è, sia cercato
E sia portato davanti all’assemblea.


Punto quindicesimoIl quindicesimo punto è di ottima istruzione
Per coloro che là hanno giurato.
Tale decreto fu posto all’assemblea
Dai citati grandi signori e maestri,
Per quelli che sono disobbedienti, con certezza,
Contro il decreto esistente
Di questi articoli che furono fatti là
Dai grandi signori e massoni insieme.
E se sarà pubblicamente provato
Davanti all’assemblea, all’istante,
E non faranno ammenda della loro colpa,
Allora dovranno abbandonare l’arte
E così la corporazione dei massoni li rifiuterà
E promette solennemente di non assumerli più.
A meno che essi non facciano ammenda,
Non potranno più essere ammessi all’arte.
E se non faranno così
Lo sceriffo verrà da loro
E porterà i loro corpi in buie prigioni,
Per le violazioni che essi hanno compiuto.
E porrà i loro beni e la loro vita
Nelle mani del re, dovunque,
E li lasceranno stare là
Fin che piaccia al sovrano nostro re di liberarli.


Altro decreto dell’arte della geometriaEssi ordinarono che si tenesse un’assemblea
Ogni anno, laddove essi volevano,
Per correggere i difetti che capitasse di scoprire
Nella corporazione del paese.
Veniva tenuta ogni uno o tre anni
Sempre nel punto che preferivano;
Tempo e luogo doveva essere indicato
Perché avesse luogo il raduno.
Tutti gli uomini dell’arte dovevano trovarsi là
Con altri grandi signori, come dovete vedere,
Per correggere gli errori di cui si doveva parlare,
Se qualcuno di loro era stato scorretto.
Là, tutti dovevano prestare giuramento,
Tutti gli appartenenti a quest’arte,
Di accettare ciascuno questi statuti
Che furono ordinati dal re Atelstano.
Questi statuti che ho qui fondato
Voglio che siano mantenuti in tutto il mio paese
In nome della mia regalità
Che ho per mia dignità.
Comando anche che ad ogni assemblea che terrete
Veniate al vostro coraggioso, sovrano re,
Supplicandolo della sua alta grazia
Di stare con voi in ogni luogo
Per confermare gli statuti di re Atelstano
Che ha ordinato quest’arte per buona ragione.

Arte dei Quattro CoronatiPreghiamo ora l’altissimo Iddio
E sua madre, la lucente Maria
Affinché possiamo apprendere bene questi articoli
E questi punti, tutti insieme
Come fecero questi quattro santi martiri
Che dettero grande onore a quest’arte,
Che furono così buoni massoni come non ce ne saranno sulla terra.
Essi furono anche incisori e scultori di immagini
Perché erano artigiani dei migliori.
L’imperatore aveva grande predilezione per loro;
Egli desiderò che gli facessero una effigie
Che fosse venerata per amor suo.
Tali idoli dovevano in quel tempo
Distogliere il popolo dalla legge di Cristo.
Ma essi furono fermi nella legge di Cristo
E a quest’arte, senza dubbio.
Amavano Dio e tutti i suoi precetti
E volevano sempre più servirlo.
Uomini veri erano in quel tempo
E vivevano felici nella legge di Dio,
Essi non potevano concepire di fare degli idoli,
Per qualsiasi ricompensa potessero ricevere,
O credere negli idoli invece che in Dio.
Non avrebbero fatto questo, anche se egli si infuriava
Perché non avrebbero abbandonato la vera fede
E creduto alla sua falsa legge.
Allora l’imperatore li fece prendere
E mettere in una profonda prigione.
La cosa più triste fu l’essere puniti in quel posto
La cosa più gioiosa fu l’essere in grazia di Cristo.
Allorché non vide altra via
Li condannò a morte.
Dal libro si può conoscere
Nella leggenda dei santi
Il nome dei quattro coronati.
La loro festa, senza dubbio, sarà
L’ottavo giorno dopo Ognissanti.
Potete udire così come io ho letto
Che molti anni dopo, per un grande dubbio
Quando il diluvio di Noè fu completamente cessato
Ebbe inizio la torre di Babilonia,
Secondo un piano di lavoro di calce e pietra,
Come ognuno poteva vederla allora
Cosi lunga e larga era stata cominciata:
Per sette miglia di altezza oscurava il sole.
L’aveva fatta il re Nabucodonosor,
Di grande solidità per amore degli uomini.
In modo che se ancora fosse venuto un altro diluvio
Non avrebbe sommerso l’opera;
Per un così forte orgoglio, per tale vanteria,
Tutta quell’opera fu cosi perduta.
Un angelo colpì con la diversità delle favelle,
Cosi l’uno non comprendeva ciò che diceva l’altro.
Molti anni dopo, il grande dotto Euclide
Insegnò l’arte della geometria, molto profondo e chiaro.
Fece altrettanto con altri [soggetti, n.d.r.] nello stesso tempo
Di molte altre diverse arti.
Per la suprema grazia di Cristo in cielo
Cominciò con le sette scienze:
La Grammatica è indubbiamente la prima scienza.
La Dialettica la seconda, mi piace dirlo.
La Retorica la terza, non si può negarlo.
La Musica è la quarta, come vi dico.
L’Astronomia è la quinta, a mio fiuto,
L’Aritmetica la sesta, senza alcun dubbio.
La Geometria, la settima, chiude l’elenco.
Per la sua umiltà e cortesia
La Grammatica in verità è la radice
Per cui chiunque potrà apprendere dai libri.
Ma l’arte la supera di grado
Come sempre il frutto proviene dalla radice dell’albero.
La Retorica misura con espressione ornata il ritmo
E la Musica è un dolce canto,
L’Astronomia enumera, mio caro fratello,
L’Aritmetica fa vedere che una cosa è un’altra.
La Geometria è la settima scienza
Che può separare con certezza il falso dal vero.
Queste sono le sette scienze.
Chiunque le adoperi bene può avere il cielo.
Ora, cari figli, con la vostra conoscenza
Lasciate da parte la superbia e la cupidigia
E curate la buona discrezione
E la buona educazione, dovunque andiate.
Ora, vi prego di badare bene
A quanto sembrate abbisognare di più
Ma dovreste conoscere molto di più
Di quello che trovate scritto qui.
Se la vostra conoscenza è insufficiente,
Pregate Dio di farvela avere
Poiché Cristo stesso ci insegna
Che la Santa Chiesa è la casa di Dio
Che non è fatta per nessun altro scopo
Se non per pregarvi, come dice il Libro.
Là dentro la gente si riunirà
Per pregare e piangere i propri peccati.
Bada di non venire tardi in chiesa
A causa di scherzi lungo la via.
Quando poi vai in chiesa
Abbi in mente sempre di più
Di onorare di e notte il signore Dio tuo,
Con tutto il tuo intelletto e anche col tuo cuore.
Quando vieni alla porta della Chiesa
Prendi dell’acqua santa.
Per ogni goccia che tu prenderai
Estinguerai un peccato veniale, siine certo.
Ma prima devi tirar giù il tuo cappuccio
Per l’amore di Lui che è morto in croce.
Quando entri in chiesa
Offri il tuo cuore, subito, a Cristo.
Quindi guarda la croce lassù.
Poi piegati del tutto sulle ginocchia
Quindi pregalo di poter operare
Secondo la legge della santa chiesa,
Per seguire i dieci comandamenti
Che Dio ha dato a tutti gli uomini.
E pregalo sottovoce
Di tenerti lontano dai sette peccati
Per cui tu possa, durante la vita,
Preservarti dalle angosce e dalle lotte.
Inoltre, Egli ti assicuri la grazia
Di avere un posto nella beatitudine celeste.
Nella santa chiesa non usare parole sciocche
Proprie degli ignoranti, e parole sconce,
E respingi ogni vanità
Ma recita il pater noster e l’ave Maria.
Guarda anche di non fare alcun rumore
Ma rimani sempre in preghiera;
Se non vuoi pregare,
In nessun modo non impedirlo agli altri.
Non sederti né stai in piedi in quel posto
Ma inginocchiati per terra
E, quando si leggerà il Vangelo,
Alzati completamente lontano dalla parete
E benedici tu stesso se lo sai fare,
Quando comincerà il gloria tibi.
E quando il Vangelo è compiuto
Tu potrai inginocchiarti ancora,
Giù su entrambi i ginocchi,
Per il suo amore che ci fa tutti inchinare.
E quando senti suonare le campane
A quel santo sacramento
Tu devi inginocchiarti, giovane o vecchio che tu sia
E alza completamente entrambe le mani
E quindi parla in questo modo
Piamente e sommessamente, senza rumore:
“Signore Gesù, sii tu benvenuto
Come io ti vedo, in forma di pane.
Ora, Gesù, nel tuo santo nome
Difendimi dal peccato e dalla vergogna
Concedimi l’assoluzione e la santa eucaristia
Prima che esca di qui,
E tanto pentimento dei miei peccati
Che mai più, signore, io vi ricada.
E, come tu sei nato dalla Vergine,
Non permettere che io mi perda più
Ma, quando andrò via di qui,
Concedimi la infinita beatitudine.
Amen! Amen! Così sia!
Ora, dolce signora, prega per me”.
Simili parole potrai dire, od altre cose,
Quando ti inginocchi al sacramento
Desiderando il bene. Non risparmiare niente
Per onorare colui che tutto ha operato.
Un uomo può essere felice per il giorno
Che almeno una volta può vedere Lui.
È di così grande valore, senza dubbio,
Che nessuno potrà dire la virtù di ciò.
Ma quella vista dà tali frutti,
Come dice giustamente S. Agostino,
Che il giorno che vedrai il corpo di Dio
Due o tre volte, senza dubbio
Dovrai prestare obbedienza a quel signore.
Fallo col tuo ginocchio destro
In tal modo porterai rispetto a te stesso
Così, togliti berretto o cappuccio
Finché ti si dica di rimetterlo.
Tutte le volte che parli con lui
Amabilmente e con rispetto tieni alto il mento.
Cosi, secondo il senso del libro,
Potrai guardarlo bene in viso.
Tieni tranquilli i piedi e le mani:
Trattienti dal grattarti e dallo strascicare.
Guardati pure dallo sputare e dal pulirti il naso.
Per queste occorrenze personali
Sii saggio e discreto.
Devi aver gran cura di dominare le emozioni.
Quando entri nel vestibolo
In mezzo alla distinzione, la benevolenza e le cortesie,
Non presumerti troppo in alto per alcun motivo,
Né per la tua nascita, né per la tua abilità.
Non sederti né appoggiarti.
Questo è il modo saggio e pulito di condurti.
E se non si allenterà il tuo sostegno
Veramente la buona educazione preserverà la tua dignità,
Se il padre e la madre si condurranno bene
Il figlio non potrà che crescere bene.
Nel vestibolo, in camera, dovunque si vada
Le buone maniere fanno l’uomo.
Guarda attentamente il prossimo grado
Per trattare con riguardo ciascuno singolarmente.
Non salutarli quando sono in gruppo,
A meno che tu non li conosca.
Quando ti siedi a mangiare,
Fallo in modo piacevole e simpatico:
Prima guarda che le tue mani siano pulite
E che il tuo coltello sia affilato e aguzzo
E taglia il tuo pane e il tuo cibo
Nel modo conveniente in quel posto.
Se siedi vicino a un uomo
Più importante di te,
Lascialo prendere la carne
Prima di prenderla tu.
Non prendere il boccone migliore
Anche se lo vorresti;
Tieni le mani composte ed evita
Di pulirle insudiciando la tovaglia.
Non pulirti il naso con quella
Né stuzzicare i denti a tavola.
Non chinar troppo il viso nella coppa
Quando desideri di bere.
Se gli occhi fossero troppo vicini all’acqua
Questo non sarebbe cortese.
Bada di non avere cibi in bocca,
Quando stai per bere o per parlare.
Quando vedi che qualcuno sta bevendo,
Fai attenzione al discorso:
Smetti subito di parlare
Se egli beve vino o birra.
Guarda pure di non disprezzare nessuno
In qualsiasi grado lo veda salire.
Non devi disprezzare nessuno
Se vuoi rispettata la tua dignità:
Per tali parole può risultare
Di essere triste nel sentirti colpevole:
Stringi la tua mano a pugno
E fa di non dover dire “l’avessi saputo!”.
In sala, fra signore brillanti,
Frena la lingua e impiega lo sguardo.
Non ridere a crepapelle,
Non scherzare con licenziosità,
Non giocare se non con i tuoi pari,
Non dire tutto ciò che ascolti,
Non parlare dei fatti tuoi,
Né per gusto né per interesse.
Parlando bene puoi ottenere quello che vuoi,
Come puoi distruggerti.
Quando incontri un uomo rispettabile
Togliti il cappello o il cappuccio,
In chiesa, al mercato o in strada.
Onoralo secondo il suo stato.
Se cammini con uno più importante
Di quanto lo sii tu,
Tienti un po’ dietro di lui,
Per non mancargli di riguardo.
Quando egli parla, taci,
Quando avrà finito parlerai tu.
Sii efficace nei tuoi discorsi
E considera bene ciò che dici.
Ma non togliergli la parola
Né al vino né alla birra.
Allora Cristo nella sua grazia
Ti darà spirito e spazio
Per conoscere e leggere questo buon libro
Onde guadagnarvi il cielo.
Amen! Amen! Così sia!
Diciamo così tutti con carità
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