IL TRIANGOLO DELLA LUCE MASSONICA
(di Michele Moramarco)
L’obiettivo verso il quale converge l’attenzione del Libero Muratore, sin dal momento dell’iniziazione, è la ricerca di una compenetrazione di sé con la Luce. Di quale Luce si tratta ?
Il tempio stesso è “orientato”, ovvero volto ad Oriente: ex Oriente lux.
Ma questa luce fisica, che ci consente la chiara visione del mondo fenomenico, è solo la manifestazione – e in qualche modo il simbolo, sotto forma di quel Sole che campeggia sopra e a fianco del Trono del Maestro Venerabile – di altre due modalità della Luce.
La prima di queste è la “Luce intellettuale”, ovvero la sottile e nel contempo potente irradiazione dell’intelligenza, simbolizzata dalla Stella fiammeggiante . La Stella può rappresentare l’uomo leonardesco, proteso ad una espressione completa delle proprie facoltà. La Luce intellettuale è la facoltà interiore di riconoscere, ovvero di conoscere di nuovo, interpretandole, le realtà dapprima colte mediante la percezione sensoriale.
Luce fisica e luce intellettuale sono ben note all’uomo, poiché appartengono rispettivamente al campo dell’esperienza e a quello della ragione e della coscienza.
Ma esiste un altro genere di Luce, superiore alle due precedenti e generalmente latente per l’uomo fino a che le “porte della percezione” non si aprano in lui: è la “Luce spirituale”, illustrata nel Tempio massonico da Minerva, ed è la fonte di ogni intuizione, ispirazione e visione interiore.
Di carattere abissale e misterioso, la Luce spirituale albeggia sull’iniziando fin dal suo ingresso nel Tempio, che è rischiarato da lumi ancora fiochi, per farsi poi dirompente, abbagliante, al terzo colpo di maglietto del Maestro Venerabile. Con il suo rituale, la Massoneria evoca un processo ben noto in psicologia, quello dell’iter che conduce un soggetto – mediante percorsi di memoria e associazioni simboliche relative a materiali tratti dall’oscurità dell’inconscio – fino a quell’attimo luminoso e travolgente che a ragione viene definito catartico, ossia purificatore e liberatorio. In termini maslowiani, si parlerebbe di peak-experience. Osserviamo il triangolo di Luce che illumina la Loggia: negli angoli alla base, troviamo la Luce naturale (Sole) e quella intellettuale (Stella), che presiedono rispettivamente al mondo dei corpi e a quello delle idee; al vertice troviamo la Luce spirituale (illuminazione completa del Tempio), che presiede al mondo noumenico, essenziale.
Non si giunge alla compenetrante visione della Luce spirituale se non per tappe successive e progressive, che costituiscono altrettanti auto-trascendimenti. Proprio questo è il significato della ripartizione in gradi dell’iter massonico: occorre preparare il veicolo umano a divenire un “vaso di Luce”; in caso contrario, si corre il rischio di essere bruciati o di esser fatti “esplodere” dalla grande potenza di quella Luce. Il mito di Icaro insegna.
Ma c’è di più: per quanto potente, la Luce spirituale può avere accesso a noi soltanto se ci disponiamo ad accoglierla, spogliandoci da esteriorità, pregiudizi, false certezze, pigrizia. Ciò viene mirabilmente simbolizzato nell’iter massonico: a) dalla procedura del “testamento” all’interno del Gabinetto di Riflessione; b) dall’antica pratica della discalceazione – oggi spesso surrogata dal meno impegnativo scompiglio degli abiti – e del ritiro dei metalli; c) dall’interposizione di ostacoli (fisici, fonici, ecc.) tra l’iniziando e la meta del suo cammino.
Resta una considerazione da fare. Per raggiungere, dopo la visione, la compenetrazione con la Luce spirituale, occorre procedere preliminarmente alla riflessione. E’ palese che nella parola stessa è implicato un fotismo, sia pur di tipo speculare (non siamo forse noi, del resto, Massoneria speculativa ?) più che assimilativo, ma si può aggiungere che – intesa in senso esoterico – la riflessione comporta comunque, necessariamente, un certo grado di assimilazione della sostanza che “rispecchiamo” col nostro pensiero.
In altre parole, quando un Libero Muratore impegna tempo ed energie a riflettere sui valori e sui misteri dell’esistenza, già si fa centro raggiante della Luce spirituale che essi contengono. Perciò il lavoro del Libero Muratore in Loggia è una fonte di Luce dinamica, creatrice, ascensionale, in breve: la risposta dell’uomo-costruttore alla perenne emanazione di Luce che discende dal Grande Architetto dell’Universo
Michele Moramarco