GENTE DI SINISTRA
Siamo gente senza destrezza; gente sinistra, capace di sferrare
un tiro mancino. Gente come voi, ma gente diversa da voi; siamo…
di Fabrizio
Pezzana
Tranquilli, ragazzi,
la campagna elettorale è finita! Ma a pensarci bene, anche questa è una scelta
di campo che spacca in due la società.
Di là c’è chi telefona, chi scrive, chi ritaglia; di qua c’è chi si avviluppa
con il cavo della cornetta, chi si fa venire i crampi alla mano, chi si affetta
le dita; di là è il mondo della destrezza, di qua quello del mancinismo, ovvero
le gioie e i dolori di vivere in un mondo alla rovescia.
Il mancinismo, ovvero il prevalere per forza, rapidità e precisione dei
movimenti della mano sinistra su quella destra, coinvolge circa l’11% della
popolazione mondiale: più gli uomini (12,6%) delle donne (9,9%), più i giovani
(13%) degli anziani (6%); ancora, esistono un mancinismo podale (20%), uno
oculare (30%) ed uno uditivo (40%).
Questione
di emisferi
Per spiegare il fenomeno del mancinismo sono state avanzate diverse ipotesi:
tra le più fantasiose segnaliamo quella denominata “scudo e spada”,
che sostiene che gli antichi guerrieri mancini, impugnando lo scudo con la
destra, fossero impossibilitati a difendere il lato sinistro del corpo, cioè il
cuore; nel corso dei secoli questa loro maggiore vulnerabilità avrebbe prodotto
una sorta di selezione nella popolazione.
Al contrario, tra le ipotesi scientificamente più plausibili, citiamo quella
formulata da Previc e conosciuta come “vestibolo-monoaminergica”;
secondo questa teoria, la posizione assunta dal feto negli ultimi tre mesi di
gestazione sarebbe determinante nell’insorgere o meno del mancinismo: come
molti sanno, ogni metà del corpo è comandata dell’emisfero cerebrale opposto
(emisfero sinistro per la parte destra, e viceversa); ebbene, un feto
normalmente posizionato rivolge l’orecchio destro verso l’esterno della pancia
della mamma; in questa posizione l’orecchio destro, e di conseguenza l’emisfero
sinistro, verrebbero maggiormente stimolati dai suoni ambientali circostanti
rispetto all’orecchio sinistro (emisfero destro), provocando quindi la
dominanza dell’intero lato destro, manualità compresa.
Pensare
per immagini
Ma l’ipotesi più diffusa e comunemente accettata è sicuramente quella di
Geschwind e Galaburda, che indica negli anomali livelli di testosterone propri
dei mancini la causa dell’inversione della dominanza emisferica; ora, si dà il
caso che i due emisferi cerebrali non siano funzionalmente identici; infatti,
mentre quello di sinistra presiede al linguaggio e al pensiero logico ed
analitico, quello destro è deputato a funzioni percettivo-spaziali che
investono il senso dell’orientamento nello spazio, delle creazioni artistiche,
della capacità di cogliere la realtà nel suo insieme anziché scomporla nei suoi
diversi elementi.
Ai mancini questa ipotesi piace tanto perché spiega la nostra peculiarità di
pensare per immagini anziché per concetti: ad esempio, per un mancino, la somma
2+2 non si risolve con una operazione di logica matematica, quanto piuttosto
con la visualizzazione mentale di due oggetti accostati ad altri due;
l’apprendimento del contenuto di un testo non viene realizzato attraverso la
memorizzazione dei vari concetti, ma con la realizzazione di
“fotografie” psichiche delle varie pagine; il disegno e le attività
artistiche in genere ci comportano esclusivamente un lavoro di trasposizione di
un’immagine dalla mente al supporto materiale.
Ma l’ipotesi di Geschwind e Galaburda ci piace anche perché, facendoci sentire
in qualche modo speciali, fa giustizia di secoli di discriminazioni: come i
vocaboli italiani “sinistro” e “mancino”, in molte altre
lingue i termini che indicano le persone mancine hanno una connotazione di
valore negativo: così il francese “gauche” significa goffo; l’inglese
“left-handed”, impacciato; il greco “skaios”, nefasto; il
tedesco “Links”, maldestro; lo spagnolo “no ser zurdo”,
letteralmente “chi non è mancino”, significa
“intelligente”; ai primordi del cristianesimo si credeva che quella
sinistra fosse la mano usata dal diavolo; nel teatro greco, i personaggi
cattivi e i messaggeri di sventure entravano in scena dalla parte sinistra del
palco; i romani inventarono il saluto con la destra, come dimostrazione di
fiducia nell’offrire la mano non armata e ancora, era considerato offensivo
entrare in casa di un ospite con il piede sinistro; insomma, in mondo destro
non ci ama: non per disprezzo, ma perché, in realtà, ha paura di noi.
L’immaginazione
al potere
Certo, ridono di noi quando a scuola guida grattiamo le marce per colpa della
leva del cambio messa a destra: ma poi diventiamo come Ayrton Senna o Valentino
Rossi, e tutti si rimangiano le risate; ci prendono in giro perché abbiamo
difficoltà ad impugnare matite ed attrezzi, ma ammirando la Gioconda (Leonardo
da Vinci), la Pietà (Michelangelo) o Guernica (Picasso) restano tutti senza
parole; ci sfottono perché cincischiamo con il pallone tra i piedi, ma anche la
difesa con più destrezza al mondo avrebbe qualche grattacapo ad affrontare una
linea d’attacco Cruyff-Pelè-Maradona-Gullit-Romario-Van Basten, tutta
rigorosamente mancina; ci creano mille problemi con strumenti, spartiti e
diteggiature destrimani, ma davanti a David Byrne o a Kurt Cobain, a Jimi
Hendrix o a Phil Collins, a Paul Mc Cartney o a David Bowie, a Robert Plant o a
Johnny Rotten, signori giù il cappello.
Vivere in un mondo all’incontrario certo ci crea qualche difficoltà, ma con
creatività coraggio ed orgoglio (per intendersi quello di Einstein o di Fidel
Castro, di Lewis Carrol o di Napoleone, di Churchill o di Nietzsche, di Giulio
Cesare o di Bill Gates, di Alessandro Magno, di Neil Armstrong o di Kant) il
mondo può essere ribaltato a nostra immagine; e quando quel bambino, intimidito
dalla sua diversità, si trasforma in Tom Cruise o in Dan Aykroyd, in Steve
McQueen o in Charlie Chaplin, in Marilyn Monroe o in Robert DeNiro, in Greta
Garbo o in Julia Roberts, in Mickey Rourke o in Sylvester Stallone, in Keanu
Reeves, in Bruce Willis o, per strafare, nella rana Kermit, beh, allora non c’è
proprio più storia. E se da tutto ciò è possibile ricavare una morale, questa
forse potrebbe essere: a qualunque minoranza apparteniate, non chiedete di
essere considerati normali: la normalità è una cosa noiosa per gente comune.
Osate, mirate in alto, puntate all’eccellenza: solo essa vi merita.
INFO SINIST
Esteso infinitamente
in ogni direzione, il Web è il luogo ideale per far sentire a proprio agio i
mancini: invertite dunque i tasti del mouse e partiamo.
Subito un click sui siti dell’associazionismo italiano: il Club dei Mancini di
Torino (www.arpnet.it/~mancini/welcomeE.htm) che, rifacendosi al Left-Handed
Club (http://members.aol.com/alhleft/lhc.html), la maggiore associazione
mondiale di categoria, presenta un approccio sociale ed educativo al
mancinismo; più spartano, ma ugualmente ricco di notizie il sito
dell’Associazione Italiana Mancini
(http://soalinux.comune.firenze.it/aim/aim1.htm); infine il Forum dei Mancini
(http://193.70.11.199/pagine/forum/index.html), orientato alla diffusione di
materiale e metodologie didattiche.
Tra i migliori siti esteri, segnaliamo gauche!
(http://www.indiana.edu/~primate/lspeak.html) che con grafica accattivante
analizza le problematiche scolastiche e sociali legate al mancinismo; il
Lorin’s Left-Handed Site (http://duke.usask.ca/~elias/left/index.html) di
stampo scientifico (da questo sito sono state ricavate le teorie sul mancinismo
riportate nell’articolo a fianco).
Per chi vuole acquistare oggettistica mancina, due negozi: on-line,
Tiro-mancino (http://tiro-mancino.it) e, off-line, Jasper Store (Via Madama
Cristina 40 – Torino. Tel. 011.650.77.77; mancini@arpnet.it) propongono
orologi, mouse, forbici, posate gadgets ergonomicamente corretti.
La Festa Mondiale dei Mancini si celebra il 13 agosto. Perché questa data?
Perché nel 1976, anno della prima edizione della Festa, il 13 agosto era un
venerdì, l’equivalente anglosassone del nostro “venerdì 17”: un modo
per dire che, anche rispetto alla superstizione, i mancini la pensano
all’incontrario.