LE ORIGINI REMOTE DELLA MASSONERIA

LE ORIGINI REMOTE DELLA MASSONERIA

Le origini, la nascita e lo stesso sviluppo della massoneria sono difficili da ricostruire. Anzitutto, gran parte di questa storia si svolge sotto l’insegna del segreto, in varie forme (anche se non tutte le logge massoniche hanno agito come società segrete). In secondo luogo, ogni obbedienza massonica ha cercato di legittimare la propria antichità sulla base di leggende o di voci tradizionali, e ogni voce o notizia che sia per definizione tradizionale non si basa su documenti di cui si possa controllare l’autenticità. In terzo luogo, la massoneria, in quanto nasce sotto forma di logge, ovvero di libere associazioni che si costituiscono spontaneamente, è sin dalle origini fondamentalmente anarchica, priva di una organizzazione centralizzata.

Anche quando certe logge madri – come la Grand Lodge di Londra o più tardi il Grand Orient de France, o la Grosse Grand loge der Freimauerer in Germania – tentano di imporsi come centro di legittimazione di una pleiade di organizzazioni che fioriscono senza alcun controllo, la massoneria rimane un arcipelago di “obbedienze”, nate da successive scissioni, alle quali si mescolano in modo spesso inestricabile associazioni “paramassoniche” più o meno segrete.

Infine, molte delle fonti di cui lo storico dispone sono state prodotte all’interno di una data obbedienza, di cui tendono a magnificare il ruolo e l’antichità rispetto alle obbedienze rivali, con scarso rispetto per la realtà storica.

Il termine “loggia” nasce dal nome di quelle costruzioni (lodge,loge, Bauhütte) che i muratori delle cattedrali addossavano alla costruzione maggiore come laboratorio o alloggio. Questi maestri muratori (che si definivano come franchi muratori, franc-maçons, freemasons, Freimauer, e cioè artigiani liberi) costituivano delle corporazioni molto organizzate e rispettate, i cui membri condividevano alcuni segreti di mestiere, difesi gelosamente. Confraternite di tal genere, nate dall’esercizio di diverse arti, esistevano sin dall’antichità più remota, e molte corporazioni muratorie, dal Medioevo in avanti, asserivano di discendere direttamente dai costruttori del tempio di Salomone.

Queste confraternite erano di carattere “operativo”: segreti e finalità erano di carattere pratico, professionale. Ma nei loro ordinamenti e rituali si erano da tempo inseriti elementi “speculativi”, di tipo etico o religioso, come regole di buona e virtuosa condotta, e nozioni più o meno mitiche circa le origini dell’associazione. Per esempio era vivo da gran tempo il mito di Hiram, l’architetto del tempio di Salomone, che era stato misteriosamente assassinato da compagni disonesti che volevano strappargli segreti che non avevano il diritto di conoscere.

La mistica del tempio attraversava da secoli la cultura ebraica e cristiana: il tempio biblico era visto come costruzione perfetta che, attraverso le sue proporzioni matematiche, esprimeva verità mistiche. La mistica del tempio si univa così alla tradizionale mistica pitagorica, di origine egizia e greca (ma poi confluita nella tradizione numerologica ebraica e passata dal cabalismo ebraico a quello cristiano nel XVI secolo) fondata su una complessa simbologia del numero.

Non si può definire con esattezza da quando molte corporazioni artigiane avessero deciso di accogliere anche membri “accettati” (onorari), vale a dire persone estranee al mestiere, di solito di buona condizione sociale, più sensibili all’aspetto speculativo della confraternita, e cioè ai suoi principi etici, di fratellanza e benevolenza, e al fascino della loro immemoriale tradizione. Questa pratica era già in vigore nella Scozia del XVI e XVII secolo, dove le logge erano state influenzate dalla spiritualità rosacruciana.

Quella dei Rosacroce era una mitica società per la fratellanza universale, la concordia religiosa e la ricerca di rivelazioni occulte la cui esistenza era stata rivelata all’inizio del secolo XVII da due libelli, la Fama e la Confessio, dei quali non si era mai riuscito a individuarne gli autori.

Benché non si fosse potuta comprovare l’esistenza della setta (che si dichiarava segreta e definiva come invisibili i propri membri), molti personaggi del XVII secolo (come Cartesio e Leibniz) avevano cercato di incontrare questi adepti o di sapere qualcosa di più preciso su di essi.

Anche a Londra, agli inizi del XVIII secolo, si trovano logge di liberi muratori diventate sede di gentiluomini (gentlemen, non necessariamente nobili, ma anche artisti, finanzieri o medici) che trasformano le vecchie corporazioni artigiane (operative) in luoghi d’incontro, discussione ed elaborazione di temi speculativi.

Questa massoneria londinese non pare interessata a dottrine occultistiche quanto piuttosto a questioni scientifiche, a progetti educativi e assistenziali, alla coltivazione di virtù civili. Infatti, troviamo tra i suoi primi animatori John Theophilus Désarguliers, divulgatore della scienza newtoniana.

Le logge londinesi e le costituzioni di Anderson

Nel 1717 quattro logge londinesi si costituiscono come organizzazione unificata, o Grand Lodge, di cui un pastore protestante, James Anderson, stende delle costituzioni, pubblicate nel 1723.

La prima parte (basata su tradizioni muratorie precedenti) ricostruisce la preistoria della massoneria: il primo massone è stato Adamo, che aveva iscritte nel cuore le leggi di quella Geometria sulla base della quale il mondo era stato creato dal Grande Architetto dell’Universo.

Questo sapere si trasmette ai grandi patriarchi biblici, come Noè e i costruttori della torre di Babele, sino ai costruttori del tempio; ma passa anche ai costruttori delle piramidi egizie e alle altre civiltà medio-orientali e mediterranee, a Pitagora, Tolomeo, Archimede, ai latini (Augusto è presentato come il primo Gran Maestro della loggia di Roma), e poi ai popoli del nord, e in particolare alle isole britanniche (per non dire dei grandi artisti del Rinascimento, come Michelangelo o Raffaello).

In questa genealogia appaiono anche gli ordini cavallereschi medievali. Nella seconda parte delle Costituzioni di Anderson si trovano i regolamenti, che si aprono con una dichiarazione circa la “filosofia” massonica.

Queste prime costituzioni si ispirano a principi generici di fraternità e tolleranza, specie in materia di religione, dove quel che viene richiesto all’adepto è un generico deismo. Questa flessibilità filosofica e religiosa spiega il successo delle logge inglesi che subito esibiscono una caratteristica che sarà comune al movimento massonico in ogni sua forma: persone di diversa estrazione sociale, dagli aristocratici alla nobiltà di toga e ai borghesi, trovano un luogo di incontro, dove si sentono uguali nell’accettazione di regole e rituali collettivi, indipendenti dalle confessioni religiose. E questa caratteristica rimarrà costante alle obbedienze anglosassoni, dove è tipico il rapporto ufficiale con il potere (sin dagli inizi, con membri della casa reale), l’intenzione umanitaria e la tolleranza (o indifferenza) in materia di divisioni ideologiche. La segretezza riguarda al massimo il rituale, gli aspetti apparentemente ermetici della simbologia (squadra, compasso e altri strumenti dell’arte) e i segnali di mutuo riconoscimento.

Lo stesso spirito universalistico e umanitario ispirerà l’adesione alla massoneria di pensatori e artisti quali Montesquieu, Lessing, Herder, Fichte, Mozart, Goethe, Alfieri o Filangieri. Dello stesso stampo sarà l’ispirazione massonica di molti padri della Rivoluzione americana (e si consideri che liberi muratori saranno in grande maggioranza i firmatari della Dichiarazione d’indipendenza del 1776).

Da Londra alla Scozia e allo scozzesismo frances

Anche se dopo il 1717 nascono ufficialmente anche in Scozia logge speculative che si ispirano al modello londinese, esse se ne distinguono per un attaccamento al cattolicesimo e alla casa degli Stuart. D’altra parte nella stessa Inghilterra si era profilata ben presto un’opposizione tra i cosiddetti moderni e gli antichi. Era in fondo una controversia tra la massoneria “laica” delle prime costituzioni di Anderson e logge ancora legate a più espliciti principi cristiani. Nelle isole britanniche questa opposizione darà esito solo a successive oscillazioni tra affermazioni deiste e cauti ritorni a un teismo più tradizionale, ma senza produrre drammatiche fratture. Tuttavia, essa sta alla base di quello che sarà lo “scozzesismo”, fenomeno che, contrariamente a quello che il nome lascia immaginare, è eminentemente francese e tedesco.

Nel 1737 nasce una Grande Loge de France, di ispirazione scozzese, di cui è primo Gran Maestro il duca di Antin. Ma il vero e proprio “scozzesismo” nasce con il Discours (1736-1738) del cavaliere Andrew Michael Ramsay, un nobile scozzese che in Francia, sotto l’influenza dei Gesuiti e di Fénelon, diventa cattolico. Ramsay afferma nel suo Discorso che la massoneria nasce in Terrasanta all’epoca delle crociate, inserendo così nella tradizione massonica i germi di quello che diverrà poi il mito templare.

I Templari erano un ordine cavalleresco nato nel XII secolo, dopo la prima crociata, per difendere i luoghi sacri. Insediatisi a Gerusalemme, laddove un tempo sorgeva il tempio di Salomone, essi avevano contribuito a rafforzare la mistica del Tempio.Costruttori di castelli in Terrasanta e di chiese e sedi fortificate in Europa, avevano avuto senz’altro contatto con le corporazioni muratorie dell’epoca.

James Anderson

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