IL VANGELO MURATORIO DI NANTES

Il Vangelo Muratorio di Nantes

(Loggia Paix et Union, Nantes, 1776)

Lavoro originale di ricerca e traduzione a cura di Giuseppe Vatri che ne autorizza la pubblicazione su questo sito

 

DIO

Muratore, che cosa ti dice l’armonia dell’universo?

Dice: c’è un Dio. Amarlo è il tuo primo dovere.

Da Lui noi abbiamo ricevuto tutto, l’anima, l’intelligenza,

il balsamo dei nostri mali: la Carità, la Speranza.

Quando, sul Suo nome, l’ateo osa versare delle offese,

al blasfemo rispondi con impulsi pii;

indirizza ogni giorno i tuoi voti ed il tuo omaggio

all’Architetto, al Re della terra e del cielo.

La Stella d’Oriente che il tuo sguardo contempla,

è l’occhio di Jehova che veglia sui suoi eletti;

è il suo braccio che sostiene le colonne del Tempio;

se quel braccio si sposta, il Tempio crolla.

Senza di Lui niente progresso, tutto nelle tenebre;

tutto langue e si spegne: l’anima, i sentimenti;

avviluppandoci nei sudari funebri,

l’ateismo ci spinge lentamente nella fossa.

Mentre tutta la natura, obbediente agli alti decreti,

ogni giorno offre all’uomo un nuovo beneficio,

l’uomo, ingrato, l’uomo che non è che cenere, dirà forse:

“Non credo per nulla a Dio, il caso ha fatto tutto”?

Ma noi, noi crediamo! Onta a chi lo rinneghi!

Se l’ateo avrà osato passare la soglia del Tempio

respingeremo con la spada quel genio infernale

e lo lasceremo marcire al fondo della sua tomba.

E tu, il cui cuore, puro e nutrito dalla Luce,

ama e comprende lo scopo dei lavori sublimi;

tu, che vuoi percorrere degnamente il cammino,

e che hai in orrore il riposo dell’egoismo:

A te serve un sostegno, una guida, nella lotta;

questa guida, ogni eco la annuncia, ovunque;

l’immensità, il tempo, i secoli nella loro caduta,

la terra, l’oceano, tutto ripete: “E’ Dio”!

Ai piedi del suo altare, come un figlio di fronte al padre,

a Dio esponi i tuoi bisogni e i tuoi desideri;

ma soprattutto chiedi che illumini il tuo spirito;

cammina sempre con lui, e sarai felice.

LA PATRIA

Dopo Dio, la Patria! Come un idolatra,

nutri questo puro amore nel fondo del tuo cuore;

Dio lo vuole; perché lui stesso al suolo della patria

unì ogni speranza di avvenire e di felicità.

Bambino, tu La vedevi, sorridere alla tua debolezza,

quando tua madre guidava i tuoi passi ancora tremolanti;

più tardi, sotto la Sua protezione, accogliendo la tua giovinezza,

Ella ha guidato gli slanci del tuo ardore.

Se, stringendo nelle tue braccia una sposa, o una giovane,

o uomo, tu raccogli i frutti dolci del tuo lavoro,

ecco, sono le leggi che, consacrando il diritto di famiglia,

forniscono dei sostegni alla tua felicità.

Attraverso la Patria, nei campi dove riposano i tuoi padri,

tu senti rivivere in te l’anima del ricordo;

vedendo le tue ceneri unite a ceneri così care,

per mezzo della Patria, con i tuoi, tu vivi nell’avvenire.

In cambio di benefici così grandi, che la tua riconoscenza

assicuri la Sua pace, la Sua immortalità;

talenti, anima, virtù, industria, ricchezza,

tutto dai per la Sua gloria e per la Sua prosperità.

Magistrato, sii lo schiavo fedele delle Sue leggi,

tendi al debole una mano pronta a proteggerlo;

soldato, per Lei vinci o muori; poeta, per Lei,

risuscita sotto le tue dita il liuto di Beranger!

Fuggi sempre la ricchezza appassita del traditore

non macchiare il tuo nome di una stigmate dorata;

sii un Figlio della Luce e un Figlio della Patria:

là sono i tesori, là sono le onorificenze del Muratore.

IL PROSSIMO

Felice chi è capace di alleviare le miserie altrui!

Felice chi è capace di adempiere al precetto divino:

“Amatevi l’un l’altro – dice il Cristo – perché siete tutti fratelli;

lo spirito della mia legge, è l’amore verso il prossimo”.

Qui, di quella legge tutto è segno;

a chi comprende e adempie quel dovere,

dovunque, in qualunque stato si trovi, Dio stesso

accorda il potere di favorire l’indigente.

Se per te la fortuna è prodiga dei suoi doni,

vai, lontano dai palazzi, dove tutto sorride ai tuoi desideri,

vai, per il tuo cuore disincantato e affaticato dal lusso,

vai a cercare piaceri più nobili vicino ai poveri.

Su un letto di dolore, non lasciar cadere

con indifferenza l’elemosina del disdegno;

ma che nel tuo soccorso una indigenza timida

possa riconoscere la mano di un fratello delicato.

Anche se povero, puoi sempre, nel mezzo della prova,

alleviare il dolore con un piccolo gesto;

Dio non rifiuta il denaro della vedova;

Egli misura l’offerta sulla bontà del cuore.

Ma l’oro non basta per questa opera sublime ;

il crimine, i rimorsi, rendono altri sofferenti;

tu puoi, fermandoli sull’orlo dell’abisso,

opporre le tue virtù ai loro trasporti focosi.

Se poi qui ti avesse offeso l’apparire di qualche nemico,

vai a trovarlo, fedele al precetto divino.

digli: “Io sono Muratore, io abiuro la mia vendetta,

mai più odio tra noi, Fratello, eccoti la mano”.

Sii tollerante e rispetta la fede di ognuno;

combatti il fanatismo e la sua doppiezza;

dei tuoi Fratelli, Dio solo giudica la coscienza;

colui che crede in buona fede, cerca la verità.

SE STESSO

Ci sono altri doveri da predicare con l’esempio:

apostolo del progresso, dell’ordine, della libertà,

figlio della Luce e sacerdote del proprio tempio,

il Muratore deve essere rispettato tra tutti.

Veglia sempre su te stesso con una estrema attenzione:

combatti i movimenti diversi delle tue inclinazioni;

felice colui che può, prima di tutto, conoscere se stesso!

quello non subisce gli attacchi delle passioni.

Quali che siano i tuoi onori, le tue virtù, le tue inclinazioni,

pensa che il primo può essere l’ultimo;

l’orgoglio soffoca tutto: l’amabile modestia invece

mette in evidenza chi cerca di farsi dimenticare.

Dal banchetto fraterno bandisci l’intemperanza;

l’eccesso è nemico della dolce gaiezza.

Sacro pegno per noi di gioia e di alleanza,

la Catena d’Unione vuole la sobrietà.

Mostra a tutti l’inflessibile energia del giusto

e non obbedire mai che alla voce del dovere.

sfida lo scherno di un mondo corrotto:

è forse Dio? Ha forse qualche potere sulla tua anima?

Sii te stesso in ogni momento, conserva il tuo ascendente;

scardinando i suoi complotti con la tua fermezza,

ai capricci della sorte opponi il tuo sorriso,

come una roccia oppone il suo granito alla furia dei flutti.

Fratello, ecco le leggi del Vangelo sublime:

seguile; ornamento e sostegno del nostro Tempio,

la tua opera tra noi non resterà sterile,

per la gloria dell’ordine ed il progresso del bene.

Questa voce è stata pubblicata in Poesie. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *