GLOSSARIO DI VOCABOLI

GLOSSARIO DI VOCABOLI

DI SIGNIFICATO SPECIALE NEL LINGUAGGIO ESOTERICO

PREMESSA

Questo succinto glossario è stato redatto per rispondere alla richiesta di qualche Fratello, volta ad

ottenere una precisazione del significato che assumono alcune parole nel discorso iniziatico.

A parte la presumibile mancanza di alcuni vocaboli, sì è volutamente tralasciato ogni termine che,

pur denso di argomenti esoterici, non assume significato ben specifico e diverso da quello del

linguaggio comune.

Le definizioni, anche se spesso ragionate, di ogni vocabolo, sono date nel modo più scarno

possibile; evidentemente, ogni termine può essere il germe di vastissime trattazioni.

Sì è pure omessa la definizione dei termini e dei simboli specificamente Muratori, nell’opinione

che questo Nostro Campo debba essere oggetto di ben altra e più profonda trattazione, riflessione e meditazione,

Preghiamo tutti i Fratelli di considerare questo modesto lavoro come un’opera aperta e di

contribuire al suo completamento con richieste di altri vocaboli e con l’apporto di nuove definizioni,

semprenell’ottica dizionaristica di questo Glossario.

Mario J. Bianco – Adriano Orlandi,

GLOSSARIO

ALCHIMIA

Termine di origine araba e di etimologia incerta. Il significato più probabile è al-kimya = Terra

nera, nome simbolico che gli Egizi davano al loro Paese. Tale parola passò a definire la speciale

metodologia iniziatica, di tradizione ermetica (v. Ermetismo) che conduceva alla realizzazione dei

piccoli Misteri (v. Mistero) appoggiandosi a pratiche rituali e ad un simbolismo tratti dal regno

minerale, L’Alchimia ebbe il suo massimo fulgore nell’antichità classica e nel Medioevo arabo e

cristiano; poi, con la comparsa dei soffiatori rinascimentali, cominciò la sua decadenza per scomparire,

forse non completamente, verso la fine del ‘700. La trasformazione in oro alchemico di materiali più

vili, presa alla lettera e non nel suo significato simbolico (sublimazione dell’uomo nella sua vera

componente reale), ha contribuito a declassare la Scienza Alchemica in un cumulo di pratiche

superstiziose, almeno nell’opinione corrente.

Molti Simboli alchemici sono stati ereditati dalla Massoneria, nel Rituale d’Iniziazione al 1°

Grado e soprattutto in certi Gradi dello Scozzesismo.

Si sa di Alchimie Orientali, Indiane e Cinesi,

AMORE

Consapevolezza di essere uno con il Tutto. Poiché ovviamente chi più amo è la mia persona (in

quanto tutto ciò che desidero è volto a darmi una soddisfazione, per elevata che sia), la consapevolezza di essere uno con tutti e tutto mi porta ad amare ogni cosa ed ogni essere, qualunque esso sia, come me stesso. Con questa Consapevolezza viene a cessare – o si eleva al massimo e più puro grado – la possessività, che, nella limitatezza della nostra erronea personalizzazione, fa degenerare l’amore in sentimenti di livelli tanto più bassi, quanto più è sentita la nostra individualizzazione separativa, la egoità.

ANIMA

Secondo l’apostolo Paolo, l’uomo è composto di corpo, anima e spirito. Più tardi la teologia

cristiana ha ridotto questo trinomio al binomio corpo+anima, si è così dimenticata la sola Realtà

dell’uomo. Ciò che Paolo chiama anima corrisponde all’insieme degli involucri (v.) 2°, 3°, 4° e 5°

(secondo la denominazione della Tradizione Orientale); ossia a quelli che i teosofi chiamano il corpo

astrale o vitale, quello che è sede degli istinti e dei sentimenti, il cosiddetto mentale inferiore ed il

mentale superiore. Tutti questi involucri, anche se sopravvivono al corpo fisico (1° involucro) in

misure diverse per ciascuno di essi, sono perituri, in quanto contenuti nella Manifestazione (v.); di

imperituro non c’è che lo Spirito.

ANIMO

Per alcuni, l’animus, che i latini distinguevano da anima, corrisponderebbe ai 3 involucri

superiori, sede degli stati d’animo.

ATMA, ATMAN

Da questa parola sanscrita deriva la parola greca atmòs, che vale soffio, ben equivalente a

spirito. Ne vengono i derivati jivatma, mahatma, Paramatman, che corrispondono,

approssimativamente, il primo a quel riflesso individuale che è l’Io superiore dell’uomo; il secondo

vale Grande Anima, ed è attributo degli Uomini che hanno raggiunto i massimi livelli di

Realizzazione (v.); il terzo vale Anima Suprema, Dio Immanifesto.

ASSOLUTO

Etimologicamente viene da ab-solutum, principio che vale sciolto da tutto; si usa come

sostantivo e come aggettivo. Come sostantivo indica l’Essenza, Ciò che non ha né limiti, né attributi,

che non ha parti e che contiene il tutto, pur essendo diverso dal tutto.

Non è suscettibile di definizioni, perché definire è indicare dei confini (fines), è l’Assoluto non

ha confini, e può solo essere espresso con negazioni; neti, neti! (non così, non così!) è la frase ricorrente nella Dottrina Advaitista indiana,

CABALA, KABBALAH, QUABBALAH

Termine Fbraico che vale tradizione. Indica effettivamente la corrente principale della Dottrina

esoterica tradizionale del mondo Ebraico. Ha un insegnamento ed una pratica metafisico, che sono, ilprimo, la relazione, organicamente strutturata, della Realtà sperimentata dei Profeti e dai Saggi, e, laseconda, un insieme di metodologie atte a conseguire questa Suprema Esperienza e Perfezione.

Non mancano correnti ebraiche esoteriche non kabbalistiche, come quella dei Baal Scem (setta

del Nome di Dio), taumaturghi dell’Europa centrale.

Molto largo è l’apporto kabbalistico nel simbolismo e nel Rituale Massonico; dal Tempio, dalla

Tradizione di Hiram fino alle Parole Sacre e di Passo, a molti Simboli grafici.

CERIMONIA, CERIMONIALE

Azione materiale e gestuale, codificata esplicitamente o non, diretta a produrre un certo stato

psichico, sia nei partecipanti presi singolarmente, sia nella loro psiche collettiva (v. Eggregoro), avente il carattere di segno (v.), ma non dî simbolo (v.) in quanto non lega ad una Tradizione esoterica.

CONCENTRAZIONE

Il fissare l’attenzione (riflessione prolungata e senza formazione di concatenazione di idee) su di

un solo oggetto – o sul vuoto – con il risultato di sgombrare la mente da ogni altro pensiero ed

immagine; premessa alla meditazione (v.).

CONOSCENZA

È uno dei tre conseguimenti della Realizzazione (v.); corrisponde a chit (leggere cit) della Triade

Divina sat-chit-ànanda, Essenza, Consapevolezza universale, Beatitudine.

È consapevolezza assoluta, senza limiti, e quindi ben differente da tutto il sapere del mondo

profano, che non è se non un coacervo di cognizioni,

Raggiunto, con la Meditazione (v.), il livello di coscienza supremo, nel quale si raggiunge

l’esperienza pratica della nostra identità con il Sé Universale, con l’Essenza Una, colui che esercita la Contemplazione rimane in questo stato, che è Contemplazione (Dyana, che la Tradizione Vedica pone come precedente all’Unione, che chiama Yoga e Samadhi, o Turiya, in quanto la Contemplazione è ancora duale; ossia, prima di realizzare l’Unità con l’Essenza, si contempla la Gloria dell’Assoluto).

COSCIENZA

(da cum-scire – cum scientia) è l’avvertite, nel proprio campo d’attenzione, lo svolgersi di

qualcosa; l’essere consapevoli di qualcosa.

La Coscienza, o consapevolezza, è la sola comunicazione che esiste fra il nostro lo e tutto il resto,

universo percettibile e campi non percettibili dai sensi. Il modo di esercitarla è l’attenzione, la

vigilanza; ciò che si presenta alla coscienza sono messaggi che possono pervenire, o dal mondo fisico

esterno per mezzo della percezione sensoriale, o da altri spazi, interiori o trascendenti, A questi ultimi ci si riferisce con la frase voce della coscienza, od i giudizi sintetici a priori di Kant.

La Coscienza non ha dimensioni; per ciascuno di noi, tutto l’universo esterno, il nostro stesso

corpo, e tutti gli universi non sensibili, a cominciare da quello delle nostre reazioni affettive positive o negative, fino agli universi mentali e sopramentali, sono contenuti in questo nostro Centro senza

dimensioni; un punto di consapevolezza.

CONSACRAZIONE

Cerimonia rituale con la quale viene conferito un riconoscimento di speciale sacralità a qualcuno

od a qualcosa, ed anche a qualche azione. In effetti tutto è sacro, perché lo spirito è dovunque.

Ha particolare valore di consacrazione dedicare se stessi, 0 le proprie azioni, all’Essenza,

rinunciando così a vedervi alcuna componente di profitto personale, sia esso materiale o di ordine

diverso (potere, fama, ecc.).

CREAZIONE

Atto a causa del quale l’universo è manifesto; e, per metonimia, l’universo stesso. Benché

atemporale ed immanente, la Creazione passa attraverso una serie di livelli fino a giungere al livello

sensibile, detto anche grossolano.

La ricerca del motivo della Creazione, fatta con i mezzi della mente ragionante cozza contro

molte contraddizioni. Anzitutto, contro la nozione che ci facciamo del tempo; il Creatore, da Cui

procede la Prima Manifestazione, è l’Assoluto, non soggetto a nulla, neanche al Tempo; è quindi

assurdo pensare ad una data della creazione, in termini reali. L’Assoluto, a nulla soggetto, non può poi avere dei motivi per i suoi atti, perché un motivo sarebbe una necessità esterna all’Assoluto; ma

l’Assoluto non dipende da nulla e nulla Gli è esterno.

Tutto ciò indica che la mente, che è uno strumento che è stato formato per adempiere ai bisogni di

un corpo fisico nei suoi rapporti con l’universo fisico, non è qualificata per condurre una simile

indagine, ed occorre trascenderla per giungere direttamente alla Fonte.

DIAVOLO

Dal greco dià-bolòs=ciò, o colui, che divide; il concetto stesso della separatività. Ogni

separazione è opera diabolica. Dalla separatività nasce la caduta dalla spiritualità verso la materialità;

nasce la conflittualità, la contro-iniziazione, e la tendenza ad affermare sempre maggiore suddivisione nel particolare; e nasce anche quella forma di pseudo-iniziazione, che è in realtà la contro-iniziazione mascherata, che vuole condurre all’autoaffermazione, al dominio, alla formazione del superuomo, alla cosiddetta espansione della coscienza, nella forma di un ingigantimento dell’ego. La Via Iniziatica, invece, tende a portarci alla riunione con il Padre, con il Principio; alla Realizzazione della nostra eterna Unità con l’Essenza.

Il termine Demonio viene invece dal greco daimon che non ha nulla a che vedere con diabolòds,

ma significa Genio, Entità Superiore. La guerra contro la cosiddetta idolatria pagana ha squalificato I Demoni, da Angeli che erano, a Diavoli.

In quanto è ciò che divide, Diavolo si contrappone a Simbolo (v.); e ciò spiega l’uso popolare di

amuleti, di certi oggetti simbolici al fine di esorcizzare forze diaboliche.

DEFINIZIONE

Atto con il quale si determinano confini, e limiti; o si indica il significato di una parola o di un

segno.

Nessuna definizione può partire dal nulla, o dall’Assoluto, ma si deve appoggiare a qualcosa che

si suppone cognito in precedenza.

Definitio fit per genus proximum et differentiam specificam = la definizione si fa indicando il

genere nel quale è contenuto l’oggetto della definizione, e la differenza specifica che distingue quello dagli altri elementi del genere; se definisco l’uomo come animale pensante, ne ho detto il genere – animale – e la differenza che lo distingue tra gli altri – pensante -.

Questo non è un termine propriamente e solamente esoterico, ma il suo chiarimento potrà essere

utile per procedere metodologicamente.

DIO

La Realtà Ultima; l’Essenza; Ciò che È; Esso; l’Assoluto. Non è definibile, perché non ha né

genus proximus, né differentia specifica.

I! Vedanta lo chiama Tat, e, per definirlo (per così dire), dice Tat Tvam asi = Quello Tu sei.

Lao Tse, nel Tao Te King dice: “il Tao di cui si può dire qualcosa non è il Tao”.

Esso è suscettibile solo di negazioni, perché ogni attributo affermativo indicherebbe dei limiti,

mentre Esso è Illimitato, Assoluto. Definirlo vorrebbe dire tracciarne i confini, perché la parola stessa

de-finire significa delimitare dei fines, dei confini; e l’Assoluto non ha confini, anche se contiene tutti i confini.

Non è quindi compatibile ad Esso la qualità personale; un Dio personale si viene a contrapporre

ad altre Persone, e perciò stesso verrebbero a mancare le caratteristiche dell’ Assoluto, che sono proprio la mancanza di caratteristiche.

Per Esso tutte le creature, animate ed inanimate (posto che esistano creature inanimate) esistono

(ex sistunt = vengono fuori). La Tradizione Indiana lo chiama Brahman, e questo sostantivo è di genere neutro.

DIO PERSONALE

È la Prima Manifestazione; la Prima Individualizzazione. Corrisponde alla Prima Persona della

Santissima Trinità, al Padre, a Keter (la Corona) della Kabbalah; a Brama del Vedanta e delle

Uppanishad (la Tradizione Indiana), od Iswara, pure della Tradizione Indiana; il Grande Architetto

dell’Universo.

La sua esistenza viene postulata per dar ragione allo svolgersi della Creazione, e corrisponde, nel

microcosmo umano, a Buddhi, od a Jivatma; cioè all’individualizzazione primordiale della personalità o all’essere vivente.

Patangiali, Illuminato autore di un classico della letteratura yoghica (Aforismi di Yoga) indica

Ishwara come oggetto supremo della meditazione yoghica,

Le religioni, nel loro insegnamento exoterico, presentano il Dio Personale come Essere Supremo

per l’adorazione dei devoti, nel senso di una Consacrazione (v.) totale a Dio, non importa se personale o impersonale, è il primo e fondamentale passo del Bahkti Yoga (v. Yoga).

DOTTRINA

È il corpus degli Insegnamenti Tradizionali (v. Tradizione).

EGO

In latino, ego = io. Ma convenzionalmente distinguiamo tra ego, ed anche Io superiore e Sé (v.

per i vari termini). Per chiarezza d’espressione, chiamiamo ego quella personalità fittizia che viene a formarsi per la tendenza che abbiamo ad identificarci con taluno, od anche con tutti i cinque involucri perituri, e con i loro attributi, effimeri anch’essi, quali l’intelligenza, la cultura, le virtù ed altre forme caratteriali, stati di salute, bellezza e vigore fisico, fama, posizione sociale, beni, ecc..

L’ego è il maggiore ostacolo contro la presa di coscienza della nostra natura integrale, che è presa

di coscienza della nostra reale entità con il Principio Fondamentale, non perituro, che, a tutti i livelli –

perituri – del nostro essere, dà esigenza e vita. L’ego non è se non un coacervo di memorie, di pensieri e di anticipazioni, per effetto di Quella Presa di Coscienza, si dimostra fittizio e svanisce perché inesistente; e cerca perciò di difendersi con ogni mezzo contro la Realizzazione della nostra intrinseca identità con il Principio.

EGGREGORO

Entità psichica o psiche di gruppo. È comprovato anche sperimentalmente dalla parapsicologia (v.

l’esperimento del gruppo di Toronto) che ognuno di noi può, per così dire, modellare l’energia cosmica; e che un gruppo, armonicamente orientato, assomma le energie dei componenti in modo che l’eggregoro può agire nei modi desiderati.

L’eggregoro può essere potenziato mediante pratiche adatte; e può essere utilizzato a vantaggio

spirituale dei componenti del gruppo.

La Loggia, funzionando ritualmente, dà un determinato orientamento al suo Eggregoro.

ERMETISMO

Scuola iniziatica dell’antichità, la cui origine è attribuita a Hermes (Mercurio dei Romani) ed al

Thot degli Egizi, che gli corrisponde pienamente. Il documento più conosciuto è costituito dalle Tavole di Smeraldo di Ermete Trismegisto.

La principale Scuola Ermetica conosciuta è l’Alchimia che dedica particolare interesse allo studio

delle scienze cosmologiche e del mondo intermedio (sottile, psichico), mentre le scuole metafisiche

del Vedanta Indiano e del Taoismo Cinese danno suprema importanza alla Realizzazione del Principio.

ESISTENZA

Dal latino ex-sistere = venir fuori. Hanno esistenza tutte quelle rcaltà che non hanno in se stesse

la loro ragion sufficiente, è non sono quindi soggette al divenire, oppure hanno esistenza le cose

prodotte da una causa a loro esteriore (almeno in apparenza). Tutte le cose esistenti sono in qualche

modo necessitate, o soggette al destino, in quanto limitate da quel qualcosa che le fa essere quelle che sono e non altro. È perciò contraddittorio, e quindi assurdo, parlare dell’esistenza di Dio, giacché

dell’Essere Universale si può solo dire che è, ma non che è prodotto da qualcosa, essendo Esso la Causa Prima.

La differenza tra essere ed esistere, che grammaticalmente ci permette di dire il sole è caldo, è

una differenza sostanziale; è detto che l’ente (ciò che è) erea l’esistente.

ESSO

Forma di genere neutro, a differenza di Egli, di genere maschile, del pronome; adottato nel

riferirci all’Assoluto, in quanto l’Essenza, essendo indifferenziata e senza attributi, non può essere né maschile, né femminile.

ESSENZA

V. Assoluto, Dio, Spirito, Principio.

ESOTERICA, ESOTERICO, ESOTERISMO

Etimologicamente dal greco es, che sta per eis (= in) nelle parole composte. Ciò che è più interno;

l’insegnamento interno riservato agli iniziati, in contrasto con exoterico, od essoterico, che

caratterizza l’insegnamento esterno, adatto alle folle profane.

Nelle tradizioni occidentali (Egitto, Ebraismo, Cristianesimo, Islam) è particolarmente netta la

distinzione tra la via esoterica e la religione exoterica; tanto netta che in alcuni casi (la guerra millenaria che il Cristianesimo ha condotto contro alcune cosiddette eresie) ha portato alla cancellazione totale di ogni riconoscimento all’esoterica. Nelle tradizioni orientali invece il passaggio dall’esteriore all’interiore avviene in modo meno nettamente definito, pur richiedendo sempre una Iniziazione; e la presenza della ricerca esoterica è cosa generalmente nota, ed è il sostegno per la credibilità degli insegnamenti exoterici.

EXOTERISMO

È complementare all’esoterica e denota il complesso di dottrine e pratiche rituali destinate alla

totalità degli aderenti ad una determinata Tradizione, della quale rappresenta l’aspetto, per così dire, esteriore,

ETERODOSSIA

Deviazione più o meno grave dalla Dottrina Tradizionale autentica, espressione trasmissibile

della Realtà Assoluta.

GNOSI

Dal greco ghnosis = conoscenza; da cui il latino gnoscere, ecc.. Da pronunciare con la G dura.

Vale Conoscenza diretta della Realtà Suprema; e, per estensione, denomina in primo luogo tutto il

campo dell’Esoterica, ed infine quel gruppo di Scuole esoteriche che fiorirono nell’area Ellenistica, ed in Roma stessa, nei 5-6 secoli attorno alla nascita di Gesù, Citiamo alla rinfusa, e fra gli eccelsi,

Plotino, Giamblico, Apollonio di Tiana, Simone Mago, Marcione. La lettura di quello che ci resta, per

esempio di Plotino, colpisce per la sua identità con l’insegnamento di altre Tradizioni, soprattutto con quello delle Uppanishad Indiane, che contengono l’essenza del Vedanta,

GNOSTICISMO

René Guénon fa notare la differenza di significato tra Gnosi, che è esattamente la Conoscenza

Suprema, e lo Gnosticismo, che rappresenta l’insieme delle Scuole e degli Insegnamenti gnostici.

ILLUMINAZIONE

Il raggiungimento della Presa di coscienza della nostra identità con il Principio, che, a detta di

coloro che lo hanno sperimentato e lo vivono, ha il carattere di luminosità; dello splendore di mille

* Soli come ci riferiscono tutti i Santi ed i Saggi. È la Luce che il recipiendario chiede ben tre volte al

bussare alla porta del Tempio.

ILLUSIONE

Contrapposto a Realtà. È illusione tutto ciò che ha un principio ed un fine, che è soggetto ad

aumento od a diminuzione. L’universo, a tutti i livelli, è illusorio per questa ragione; il grado di realtà

che esso possiede per noi gli è conferito solo dall’onnipresenza del Sé, dello Spirito, dell’ Assoluto, che, secondo la nota metafora dello schermo cinematografico, come questo è il supporto di tutte le immagini che, nella nostra nescienza, crediamo reali. Il mondo, che per noi è l’insieme di tutti i messaggi sensoriali e di tutte le nostre reazioni psicologiche a quei messaggi (compresi quelli che vengono dal nostro corpo fisico) è vero solo perché in noi c’è qualcosa che registra, o meglio, è consapevole dei messaggi e delle reazioni, nonché di tutte le attività della mente. Nella terminologia della Tradizione

Sanscrita (Indiana), il solo reale è Brahman; il mondo è Maya (Illusione); è Maya ha realtà solo per

quanto gliene conferisce Brahman – Atman, lo Spirito, l’Assoluto -.

IMMAGINAZIONE

Attività psichica per la quale si presentano alla coscienza esperienze appartenenti alla memoria, 0

si propongono altre esperienze ipotetiche. Secondo quanto è dato a tutti sperimentare, perché

l’immagine continui a funzionare, è necessaria attenzione non solo, ma soprattutto, partecipazione

effettiva allo spettacolo proposto dall’immaginazione. In assenza di ciò, l’immaginazione cessa di

funzionare e lo schermo interiore rimane vuoto; condizione questa necessaria per la presa di coscienza di spazi interiori più remoti.

Il non fornire energia all’immaginazione non è affatto uno stato di inattività, ma di vigilanza

continua e di intervento sempre pronto per arrestare le fughe continue di energia che si producono

spontaneamente.

IMMANENZA

L’essere presente, in modo totale, in qualche cosa; l’Assoluto è Immanenza universale perché, se

non fosse presente in qualche cosa, questa cosa sarebbe separata da Esso, e l’Assoluto avrebbe un

contrapposto e, quindi, non sarebbe più Assoluto, ma avrebbe un limite. Essendo immanente, Esso

deve essere il Principio di ogni cosa e di ogni fatto, perché, se vi fosse alcunché che avesse un’altra

causa, un altro principio, ciò si contrapporrebbe all’Assoluto, che perciò non sarebbe più tale, per la

contraddizion che nol consente.

INDIVIDUALITÀ

Prodotto dell’Individualizzazione, primo e continuo atto della Manifestazione, e quindi della

Creazione.

Nell’esperienza del nostro microcosmo umano corrisponde all’To in tutta l’indefinibilità dei suoi

prolungamenti, e si pone in relazione con il $é, che è la sua natura essenziale e la sua ragion d’essere

ultima. Corrisponde al riflesso del Sole nei mille specchi d’acqua degli esseri; è il Jivatma degli Indiani.

Ii processo iniziatico tende, prima, ad equilibrare in modo perfetto, poi, a superare la realtà individuale nella realizzazione della Realtà Trascendente.

Gli attaccamenti individuali – i metalli – sono le impurità da cui l’aspirante, per mezzo dei riti e

della meditazione, deve liberarsi per potersi immergere nella pura Luce del Sé che splende da sempre nel Centro profondo di tutti gli individui.

INFINITO

È sinonimo dell’Assoluto, dello Spirito, di Dio. Non è il cosiddetto infinito matematico, che può

esser solo chiamato indefinito, perché trascende qualitativamente tutte le sue parti, che pure contiene tutte. L’infinito è Assoluto; l’Indefinito appartiene alla sfera del relativo.

INCONSCIO

Insieme di tutte quelle zone dell’lo che non sono – tranne istanti eccezionali – nell’orizzonte della

nostra consapevolezza dello stato dì veglia.

Pare che il nostro Io individuale abbia tre diversi strati: sotto, quello del subcosciente, nel quale

immagazziniamo tutti i vari psichismi che provengono dal nostro corpo fisico, e tutte le memorie che una certa parte del nostro ego (quello che la psicanalisi chiama il super-ego, il Censore) decide di rigettare, perché traumatizzanti, o contrarie ad un certo codice etico, o tribale, ecc.. A metà, abbiamo lo strato del conscio, che è quello della vita quotidiana cosiddetta normale. In questo strato operano tutti i cinque involucri (v.), salvo l’operazione di setacciatura e di pretesa ripulitura fatta dal super-ego; si recepiscono messaggi del corpo fisico, della psiche ai suoi diversi livelli, e della mente. Quest’ultima è uno specchio a due facce; dall’inferiore, riflette ciò che proviene dal mondo degli involucri perituri, e, dalla superiore, ciò che le trasmette l’emisfero dell’Assoluto. Questa faccia speculare è il  supracosciente, dal quale la nostra coscienza ordinaria, profana, è separata dal turbinio delle azioni psichiche, turbinio che avviene costantemente nello strato del conscio, anche in istato di sogno.

Solo in rare circostanze messaggi provenienti dal supracosciente giungono allo strato intermedio;

e sono certe illuminazioni improvvise; le ispirazioni degli uomini di genio; ed infine la Conoscenza,

ottenuta da coloro che sono riusciti a spazzare lo strato intermedio da tutte le agitazioni provocate dalle esigenze e dai messaggi provenienti dai cinque involucri, e sono così in contatto con l’Emisfero

Superiore,

INIZIAZIONE, INIZIATO, INIZIATICO

Introduzione, secondo i modi della Tradizione, di un aspirante che possieda i requisiti

qualificanti, che diviene così un recipiendario, un candidato, sulla Via che potrà portarlo alla

Realizzazione. Il recipiendario, così immesso sulla Via, può, a sua esclusiva scelta, rimanere sulla

soglia; l’Iniziazione rimane allora virtuale; oppure, con dedizione, con perseveranza e con coraggio,

potrà procedere; l’Iniziazione diverrà così effettiva, finché l’iniziato raggiunge la realizzazione e

diviene così un vero INIZIATO, che inizia, incomincia, a vivere in un nuovo stato.

Ogni operazione, ed ogni Istituzione che abbiano per fine il raggiungimento della Meta finale

possono attribuirsi la qualità di Iniziatiche, il requisito fondamentale è quello di discendere da una

Catena iniziatica ininterrotta.

L’Iniziazione è contemporaneamente la trasmissione di una influenza spirituale che collega

l’Iniziato alla Catena Tradizionale e lo facilita nell’ascesi.

INVOLUCRO

Una parabola tradizionale paragona l’uomo ad un’anfora, sospesa in aria e piena di essa. Il guscio

di coccio del recipiente è l’individualità della persona umana, e, se il vaso va in briciole, l’aria non

cessa di essere quello che è, ma torna nell’aria. L’aria è lo Spirito; l’anfora, tutti gli involucri che

costituiscono la forma peritura dell’uomo.

Secondo la Tradizione, confermata financo dalle esperienze della parapsicologia, i nostri

“involucri, oltre al più materiale che è il corpo fisico, destinato per primo alla morte ed alla dissoluzione, sono:

2° il corpo vitale, o astrale, che alcuni sensitivi vedono, e, pare, si sia perfino potuto fotografare;

3° il corpo degli istinti e dei sentimenti, o dei desideri,

4° il corpo mentale, sede dell’attività della mente;

5° il mentale superiore, ossia la faccia superiore dello specchio della mente, quella che è in cospetto

dell’emisfero Superiore, ma è pur sempre peritura, perché svanisce al Ritorno dell’Anima individualizzata, del Jivatma, alla sua vera Casa, al Ritorno del Figliol Prodigo.

INTUIZIONE

Facoltà della mente umana di prendere coscienza di messaggi provenienti da livelli della sua

personalità superiori a quello della mente stessa.

Secondo la Tradizione tale facoltà corrisponde ad un involucro (v.) chiamato mentale superiore

ed assimilabile, almeno in parte, a Buddhi (= risvegliato). Anche le filosofie occidentali ammettono

tale facoltà, come, per esempio, quando Kant asserisce che possiamo fare dei giudizi sintetici a priori

(ossia affermazioni che non provengono da dati sensoriali), o che siamo sensibili all’imperativo

categorico, ossia a precetti etici che non possono provenire dall’esperienza esteriore; oppure quando Benedetto Croce parla dell’ispirazione artistica come di intuizione lirica.

Quel settore sopramentale ricettore dell’intuizione è da alcuni chiamato intelletto.

IO

lo non sono il mio corpo; io non sono la mia mente, io mi sto a guardare mentre godo, mentre

soffro, mentre lavoro, mentre penso; forse mistarò a veder morire. Queste sono esperienze quotidiane di ognuno; allora l’Ilo è qualcosa che trascende tutte queste attività; è l’individualizzazione del Principio, dell’Assoluto, Testimone impassibile di tutte le convulsioni illusorie della vita manifesta.

KARMA

Dalla radice sanscrita kr, che corrisponde ad azione. È la legge di causa ed effetto, che si estende

dal piano puramente fisico a tutti gli altri piani, ma che non affetta minimamente l’Assoluto, che è di per sé stesso al di fuori di ogni legge e di ogni limitazione, pur contenendole tutte.

Quindi, così come è karma del sasso lanciato in aria il suo ricadere, è karma di un uomo legato

d’amore verso un certo oggetto il soffrire per la mancanza di questo; è karma di un popolo incontrare le conseguenze dei suoi atteggiamenti passati, ecc..

La dissoluzione (non violenta) degli attaccamenti elimina karma; colui che ha dissolto (non

rimosso a forza) il suo attaccamento per un certo oggetto non agirà più per il suo conseguimento, né soffrirà più per la sua mancanza. Dissolvere i propri attaccamenti è detto combustione del karma.

LEGGE

L’Ordine universale è la Legge dell’Armonia, la Rita della Dottrina Vedica. La legge ad ogni

livello è detta Dharma, Ad essa tutte le creature dotate di capacità di scelta conviene che si

conformino, allo scopo di non crearsi in karma che, presto o tardi, lo colpirebbe inevitabilmente o io assoggetterebbe ad un’opera di riadattamento dolorosa e faticosa.

L’’intelletto, o la voce della coscienza, ci avverte del dharma ad ogni istante; sta a noi ascoltarne i

_fiochi messaggi ed irrobustime la voce. Non sono messaggi di un moralismo convenzionale, ma i

consigli a seguire il flusso naturale dell’universo; quello che il dr. Lilly (op. cit.) dice “going with the

flow”; e non si tratta di seguire la corrente di un certo momento sociale, di una moda o di un vezzo, ma di capire e seguire l’armonia cosmica, il Bene, la Volontà di Dio, la Voce della Coscienza Superiore

(Buddhi), i Precetti Massonici.

LIBERAZIONE

Eliminazione di tutti i condizionamenti inerenti alla situazione relativa propria di tutti i livelli

dell’esistenza. Siddharta Gautama, detto il Buddha, allevato alla corte del re suo padre, lontano da ogni bruttura del mondo, un giorno vide, fuori dal recinto dorato della reggia, le tristezze della povertà, della malattia e della morte; dedicò la sua vita a cercare l’affrancamento da tutti i mali che affliggono ogni essere vivente; lo trovò, e l’insegnò, nel nirvana, che non è, come mal compresero i traduttori occidentali, l’annullamento della persona umana, ma la sua riassunzione cosciente nell’oceano del Divino, così come, da millenni prima di lui, insegnano le Tradizioni.

Il termine liberazione rende approssimativamente il senso dei termini sanscriti moksha e mukti.

La liberazione può essere ottenuta anche in vita. Colui che è liberato in vita è chiamato, in sanscrito,

jivanmukti; colui che ottiene la Liberazione dopo la morte è detto videhamubkti.

Condizione essenziale per la Liberazione è l’assenza di ogni attaccamento ad ogni aspetto della

condizione umana; qualunque attaccamento è Karma e conduce alla rinascita in qualche stato

condizionato, nella sfera del Relativo; la Liberazione è presa di possesso cosciente della nostra vera

Natura essenziale che è l’Assoluto,

Coloro che hanno raggiunto l’Unità Suprema ci riferiscono tutti dell’esperienza di una Luce

immensa, della quale le luci del mondo non sono che un pallido simbolo (v. illuminazione).

L’Esperienza Suprema ètriplice: di essere uno con l’Essenza, di possedere la Conoscenza universale in una Luce infinita e di gioire di una Beatitudine infinita. Per antonomasia, la Luce è presa spesso ad indicare la presa di coscienza totale della nostra Identità con l’Essenza, con l’Assoluto, il Sé (vedasi il Rituale d’Iniziazione del Primo Grado).

MAGIA

Operazione diretta ad agire con mezzi psichici sul mondo degli esseri fisici. Se ne hanno due tipi,

ben differenziati dalle direzioni delle intenzioni dell’operatore.

La cosiddetta magia bianca fa appello a psichismi di ordine sopracosciente, o cosciente, ed è

volta a fini che non sono di utilità egoistica per l’operatore; la magia nera cerca di utilizzare psichismi

di ordine inferiore, subcosciente, o entità di tipo deteriore, a fini di interesse egoistico, di potere

profano, di guadagno, o di semplice ammirazione e fama.

Potremmo arrischiare di definire magia nera anche i mass-media utilizzati a fini di lucro o di

potere.

MANIFESTAZIONE

Ti fatto che l’Assoluto, Essenza, Principio, Dio Impersonale Immanifesto sia, per così dire,

presentato a se stesso nei molteplici livelli dell’esistenza; l’Assoluto esprime la sua Infinità

nell’indefinito numero delle esistenze che Esso ha in potenza. È la Possibilità che si rende Attuale,

nella Creazione, della quale a noi, creature limitate nella nostra conoscenza profana, non sappiamo

supporre di conoscere tutte le attuazioni. Già dall’esame affrettato degli strati della nostra individualità che si presentano nello stato di veglia, abbiamo coscienza di vari livelli; quello meccanico delle nostre azioni sugli oggetti esterni; quello fisiologico delle attività interne del nostro corpo, quello dei nostri sentimenti, quello delle nostre attività mentali; nulla ci permette di escludere l’esistenza di un’indefinità di altri livelli, sia nel nostro microcosmo personale, sia nel macrocosmo dell’universo.

La Tradizione, che è il documento della Visione Diretta degli Illuminati, insegna che la Manifestazione è in atto in due moti: l’uno discendente, in forma di’Energia Intelligente creatrice delle cose (La Discesa dello Spirito Santo, la Shakti indiana, la Colonna Bohaz del Ebraico, significa Forza: nostro Tempio; Bohaz, in lo Spirito quale Fondamento di ogni cosa creata, nella sua discesa verso la Manifestazione); l’altro ascendente, raffigurato nella Colonna Jakhin. Tale parola si ritrova nelle frasi del Sufismo arabo: aymal-yagin (prima contemplazione) e hagqui-yagin, che sembrano corrispondere ai termini Sanscriti Dyana e Samadhi.

Il concetto moderno di Materia ha avuto la sua massima esaltazione da Descartes, che la contrappone a Spirito, perpetuando così una dualità che non ha ragione di sussistere, La Materia vorrebbe essere qualcosa di grossolano, di tangibile; una sostanza che è l’oggetto dell’osservazione dei sensi. Gli ultimi Portati della scienza profana confermano l’identità della materia con un’altra identità, che è detta energia; Fistein ha dato la famosa equazione (e=me?) della convertibilità della materia in energia (v. le reazioni nucleari). L’energia, a sua volta, è identificata in vibrazioni, in onde (e, tra l’altro, non si sa che cosa sia che vibri).

Non è quindi possibile arrivare ad una definizione ultima ci ciò che è la Materia, almeno nell’ambito della scienza profana.

MATERIALISMO

Teoria della struttura dell’universo che fa derivare ogni cosa dalla materia. Secondo certe leggi che, non si sa per quale intervento esterno o inerente alla materia stessa, sarebbero insite in questa; essa, a partire dai suoi componenti più fini, sarebbe obbligata ad aggregarsi in moltissimi, ma ben definiti modi, e darebbe così luogo a tutti i fenomeni dell’universo. Anche i fatti cosiddetti psichici (percezione, rappresentazione, memoria, concetto, ragionamento, istinto, sentimento, volontà, ecc.) sarebbero, per i matcrialisti, degli epifenomeni della materia.

MEDITAZIONE

Operazione dell’Io, mediante la quale si cerca di ottenere l’arresto delle attività mentali, volontarie ed obbligatorie, allo scopo di giungere alla trasparenza di tutti gli strati della personalità e di scorgere, in questo modo, il fondo, che è quel punto di consapevolezza che è la nostra vera Essenza. La presa di coscienza di questo centro, a tutti i livelli del nostro essere, è Conoscenza, Unione con l’Essenza, Beatitudine; è la Liberazione ed Immortalità, è la finalità di tutte le vere Vie Iniziatiche. L’arresto di tutte le attività (o perturbazioni) mentali equivale alla tacitazione dell’ego ed all’annullamento di tutti i nostri attaccamenti. Tale arresto e tale tacitazione possono essere temporanei, in termini di tempo fisico, 0 permanenti; la Realizzazione definitiva, ossia la fusione dell’Io entro il Sé, implica la dissoluzione dell’ego che, simbolicamente, è la spogliazione dei metalli, la morte di Hiram e la Sua resurrezione ad una nuova condizione; la putrefazione degli Alchimisti.

Molti sono i metodi per esercitare la meditazione; uno è quello di concentrare il pensiero su di un solo oggetto, materiale 0, meglio, simbolico; altri sono quelli di concentrare l’attenzione su qualcosa che avviene dentro di noi, soprattutto il respiro; si tratta sempre di introvertire l’attenzione e di mantenerla su di un solo punto, o sul nulla,

Le difficoltà maggiori per la meditazione sono: mettere in atto la volontà di meditare e, durante la ‘meditazione, mantenersi vigili perché sia costantemente vanificata l’attività della mente. In meditazione, possibilmente al buio e nel silenzio esteriore, l’immaginazione fa sorgere un caleidoscopio di immagini, alle quali siamo portati a reagire affettivamente, con attrazione o con repulsione. Proprio queste reazioni forniscono all’immaginazione l’energia per il suo lavoro, finché le suc immagini appaiono quasi reali. Se però noi non partecipiamo affettivamente, rimanendo solo

spettatori e non attori, lo spettacolo cessa per mancanza di forza motrice; la lampada del proiettore si spegne e non resta che lo schermo, vuoto. Questo è lo stato da ottenere e mantenere, nella meditazione (quello che in Sanscrito è detto prathyahara, il ritiro delle sensazioni), al fine di poter sperimentare livelli di coscienza che ci sono sconosciuti nella vita quotidiana.

MEMORIA

Facoltà di ripresentazione alla coscienza di un’esperienza avuta nel passato.

All’ipotesi per la quale la memoria dell’uomo sia qualcosa di analogo alla memoria di un

computer e qualche parte del nostro sistema neuro-cerebrale sia addetta a tale funzione, si oppongono alcuni fatti della parapsicologia, che dimostrerebbero la presenza della memoria anche in assenza del corpo fisico, ossia di sistemi neuro-cerebrali fisici (v. “I miei viaggi fuori del corpo”, di R. Monroe e

J. C. Lilly, op. cit.).

MENTE

Facoltà dell’uomo di astratte concetti e rapporti dai messaggi trasmessi dai sensi o registrati nella

memoria; di presentare alla coscienza codeste astrazioni e di provocare reazioni, positive o negative,

nella sfera affettiva dell’io; questo settore corrisponde all’immaginazione. L’attività

dell’immaginazione, energizzata dalla partecipazione affettiva, focalizza l’attenzione della coscienza (o consapevolezza) sulle immagini indotte ed impedisce costantemente la presa di coscienza integrale, tanto del mondo esteriore, quanto di quello interiore (che, fra l’altro, coincidono, se lo si va a vedere).

L’acquietare le perturbazioni della mente è lo strumento migliore per la ricerca interiore; è la

Meditazione: evitare che la superficie del lago sia increspata, per vedere il fondo.

La mente è considerata (forse con un po’ di presunzione) la caratteristica specifica dell’uomo su

questo piano fisico. Essa è essenzialmente pensiero riflesso e, perciò, nella Simbologia Tradizionale è posta spesso in relazione alla Luna, che riflette i raggi del Sole (intelletto). In varie lingue la radice di Luna coincide con quella di uomo e di mente (v. inglese: mind, moon, man; tedesco: mond, mind,

mann; sanscrito: manas – mente – ce manava – uomo -).

METAFISICA

Nei libri di Aristotele, l’ultimo, che viene dopo tutti quelli sulla physikè fu denominato “tà metà

tà physikà”, ossia ciò che è dopo le scienze fisiche (anche la psicologia, la logica e l’etica sono, per

lui, scienze fisiche, e dobbiamo dargliene ragione).

Ma possiamo dire che ciò che sta al di 1à della physis, o natura cognita ordinaria, costituisce

proprio la Metafisica e corrisponde allo Spirito puro. A parte il fatto che non ha senso di parlare di

Spirito puro, perché tutto è nello Spirito, e per causa dello Spirito, e lo Spirito è puro di per sé,

possiamo ritenere che sia Metafisica tutto ciò che trascende il mondo percepito dai sensi (compresi i sensi interni) e tutto ciò che riguarda le modalità per mezzo delle quali è possibile all’uomo avere

esperienza pratica del Trascendente; ossia tutto ciò che, trascesi il mondo sensoriale, quello sottile e quello psichico, si riferisce ai principi universali. la Metafisica, in quanto Scienza dei Principi (del

Principio) non è una scienza fra le altre, ma la scienza per eccellenza in quanto contiene e trascende

tutte le altre, che sono applicazioni settoriali e propriamente cosmologiche.

MISTERI

Vie iniziatiche dell’antichità mediterranea, quali l’Orfismo, il Pitagorismo, i Misteri Eleusini,

ecc., fondati sull’insegnamento silente (v. Mistero), oppure simbolico ed anagogico (in questo senso

ogni forma iniziatica è misterica). Esiste una suddivisione tra i piccoli misteri, consistenti nel

raggiungimento dell’integrazione – o perfezione – umana (stato di Adamo prima della caduta, ovvero

stato centrale umano o Eden), e grandi misteri, miranti alla Realizzazione, a partire dal grado testé

descritto, dei Cieli e delle Gerarchie spirituali superiori, fino all’identificazione con il Principio,

l’Essenza (Identità Suprema). Nel Taoismo il compimento dei piccoli e dei grandi misteri corrisponde

ai gradi di uomo vero e uomo trascendente.

MISTERO

Dalla radice greca mu, ed anche mau del Sanscrito (Maunà è chiamato colui che ha fatto voto

del silenzio = monaco?), che corrisponde ad assenza di parola, silenzio. Si riferisce a tutto ciò che è

inesprimibile (se non attraverso il simbolo o l’analogia) e dev’essere colto direttamente dall’intelletto sotto forma di Intuizione. Impiegato nel linguaggio profano in luogo di incomprensibile, ignoto, ecc..

MISTICA, MISTICISMO

Dalla stessa radice di Mistero ed avente il significato primario di tendenza alla Realizzazione

del Divino; il senso prevalente oggi è quello di via devozionale, nella quale il devoto mantiene la

posizione di dualità tra sé stesso adorante ed una Forma Divina oggetto dell’adorazione che, per il

devoto, non ha significato di Simbolo Divino, ma di Realtà Ultima. Il Misticismo corrisponde a quella

che gli Ermetisti chiamano via umida: via affettiva, via devozionale; la fase iniziale della Bhakti

sanscrita. Dalla meta mistica si passa a quella totale, metafisica, se, nell’atteggiamento devozionale, il devoto getta tutto sé stesso, ossia il proprio ego, ai piedi del Signore, si annulla allora come individuo e si fa uno con l’Assoluto.

MONDO, UNIVERSO

Per ognuno di noi il Mondoè costituito unicamente dall’insieme dei messaggi che gli trasmettono

i sensi (i dati sensoriali che, come dice Russel, sono le componenti ultime della materia) e da tutte le reazioni interiori nostre a tali messaggi. Esiste in noi una certa facoltà per la quale gli stimoli

provenienti dal mondo esterno vengono interpretati (decifrati) in un modo speciale. Per esempio, il

mondo esterno, che manda alla retina messaggi luminosi in forma di onde caratterizzate solo da due quantità, che sono la frequenza delle onde luminose e la loro intensità, non ha colore; è questa nostra decifrazione che dà ad un certo gruppo di frequenze il colore giallo (la giallezza) e ad un altro, per esempio, l’azzurrità, ecc..

MORALE

Nell’indefinità delle regole morali, o etiche, che si rinvengono in tutte le culture, le sole

immutabili sono quelle della Legge Cosmica, del Dharma (v. Legge). Esse sono perfettamente espresse nella Legge Muratoria e corrispondono alla consonanza con il flusso universale: “fa agli altri tutto il bene che vorresti fosse fatto a te e non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”; ed “ama gli altri come te stesso”. Iniziaticamente, gli altri sono tutti gli esseri che esistono nel mondo che ci è

noto ed in quelli che non conosciamo; devi amarli come te stesso perché, nella Realtà Essenziale, essi_ sono uno con te stesso.

Nello Yoga tradizionale, le norme di comportamento sono distinte in 5 yama (divieti) e 5 niyama

(prescrizioni). Basti citare il primo degli yama, che è ahimsa (= non violenza): Non si deve usare

violenza né fisica, né verbale e neppure mentale contro nessuno e nulla, neppure contro sé stessi.

Ahisma, a ben riflettere, contiene impliciti tutti e dieci i precetti.

ORTODOSSIA

Perfetta aderenza agli insegnamenti tradizionali così come sono stati tramandati o commentati dai

saggi portatori del mandato o dell’autorizzazione a svolgere tale funzione.

Tale mandato, se regolarmente trasmesso da una catena ininterrotta, conferisce l’infallibilità

entro i limiti nei quali si applica, e nei quali solo è valido.

Per esempio, l’infallibilità del Pontefice è valida solo nell’ambito della religione exoterica, ma

non ha nessun significato quando pretende applicarsi all’esoterismo o addirittura ad altre forme

tradizionali non cristiane.

PANTEISMO

Opinione secondo la quale Dio è solamente l’insieme di tutte le cose. È un’evidente confusione

fra la creazione ed il Creatore, fra l’osservatore e le immagini; è l’affermazione dell’immanenza

(presenza di Dio in tutte le cose create) e la negazione della Trascendenza; il che equivale a dare a Dio gli stessi attributi di temporalità e di corruttibilità che sono propri delle cose del mondo.

Shànkara-charya (Saggio-santo Indiano apparso sulla terra verso il 600 d. C.) dice: “Brahman è

la sola Realtà; il mondo è Maya (illusione); Maya è (in) Brahman”. Brahman, Dio Impersonale,

l’Essenza, l’Assoluto, nella parabola del cinematografo è raffigurato nello schermo che sostiene le

immagini ed alla luce del proiettore; Maya sono le immagini; lo schermo e la luce conferiscono

all’universo (illusorio, Maya) la possibilità di prendere esistenza. Ma la luce e lo schermo

trascendono, sono altra cosa dalle immagini.

PARAPSICOLOGIA, METAPSICHICA

Studio, con metodo oggettivo, di fenomeni non spiegabili per mezzo di quelle leggi che siamo

abituati a considerare come naturali e presumibilmente ascrittibili ad agenti di ordine psichico. Si

potrebbe fare una grande distinzione tra fenomeni esteriori (fatti fisici osservati da più di una persona e da strumenti di registrazione) ed interiori, in quanto percepiti da una sola persona. Alla prima categoria appartengono fatti quali suoni o rumori privi di causa apparente, spostamenti di oggetti (apporti) o di figure (materializzazioni), ecc.. Alla seconda, fatti telepatici, premonizioni, la psicometria, ecc..

La Parapsicologia si occupa di raccogliere, accertare e catalogare tali fenomeni e di studiarli con i

metodi della cosiddetta osservazione scientifica, ossia dal di fuori, sempre nella triade osservatore atto dell’osservare-oggetto osservato precludendosi così tutto il campo dell’interiorità, dal quale

questi fenomeni hanno origine ed emergono all’esterno come le punte dell’iceberg, i cui nove decimi stanno sott’acqua. Parrebbe che il modo più efficace di ricerca dovrebbe invece essere di andare a cercare questa psiche nella sua totalità e quindi nell’interiorità dell’Osservatore; non mancano oggi ricercatori orientati in tale modo (v. “The Center of the Cyclone” di John C. Lilly, M. D.).

PENSIERO

Operazione della mente, la quale raccoglie e cataloga i messaggi giunti all’attenzione, ne astrae

caratteristiche generali, ne analizza ed estrapola rapporti, li ordina secondo certe categorie (spazio,

tempo, casualità, ecc.) e cerca di dare all’io una spiegazione sufficiente dell’universo, con i mezzi dei

quali essa dispone.

I pensieri si accumulano negli archivi della memoria e danno alla mente sempre maggiore

consistenza, contribuendo ad offuscarne la trasparenza e ad impedire il collegamento integrale delle

parti inferiori dell’io con quelle superiori. La Purificazione (v.) e la Meditazione (v.) sono i mezzi per

ripristinare la trasparenza perduta,

PERSONA, PERSONALITÀ

Dal latino persona = maschera teatrale usata per denotare un certo personaggio, una certa

personalità. In aderenza all’etimologia, intendiamo con questi vocaboli l’insieme delle caratteristiche che individuano l’essere creato, in tutti i suoi livelli, fino a quello dell’Unificazione con il Sé, che per definizione è assoluto ed impersonale.

PRATICA

1) L’’esercizio costante e volenteroso di una certa regola (sanscrito: sàdhana) volta a conseguire il

perfezionamento spirituale; consiste in determinate norme di vita, di comportamento e di

attività tra le quali predominano la Meditazione e la Contemplazione.

2) Caratteristica specifica dell’esperienza, che, se è pratica, ha tutti i segni dell’esperienza

sensoriale, anche fortemente intensificati se si tratta di esperienza spirituale.

PREDESTINAZIONE

Dal punto di vista dell’Assoluto, che è atemporale ed aspaziale, non esiste passato né futuro, ma

l’Eterno Presente; il disegno totale dell’universo, e di tutti gli universi possibili, è configurato e stabile,

il che indurrebbe a credere nella predestinazione totale. Invece, dal nostro punto di vista finito, relativo e limitato del nostro stato umano, il presente non ha dimensione, mentre passato e futuro ci appaiono estesi indefinitamente nei due sensi del tempo; ad ogni istante constatiamo la legge di causa e di effetto; abbiamo coscienza della nostra responsabilità e delle nostre possibilità di scelta. Si presenta perciò, alla limitatezza della nostra mente, la contraddizione insuperabile che nasce dall’impossibilità di affrontare il problema, che ha le dimensioni dell’Infinito.

PREVARICAZIONE

Uso ingiusto dei mezzi, ai fini contrari all’ordine Universale, È prevaricazione, nel campo

psichico, l’usare argomenti ingannevoli per convincere anche a livello di informazione neutra; usare la propria autorità per imporre le proprie opinioni; impiegare mezzi psichici per fini di interessi, propri o altrui, a danno di terzi; e così via. La Magia nera è estremamente prevaricatoria; l’uso di poteri (i siddhi di cui parlano le tradizioni Yoghiche), anche solo per farne bella mostra, è prevaricatorio.

PRINCIPIO

I vari significati della parola partono da una base comune. Inteso come inizio, 0 cominciamento,

il vocabolo riconduce a Ciò da Cui tutte le cose hanno origine; inteso come concetto ordinatore, come Idea radice, ci ritroviamo davanti all’Essenza, all’Assoluto, al Dio Impersonale, al Sé, al Tao, al

Brahman.

Ognuno di questi richiami pecca, sia perché, nel primo caso, introduce illecitamente l’idea di

tempo; nel secondo, introduce surrettiziamente un’insinuazione di frazionamento; in effetti il Principio è sempre ed è tutto, anche se trascende infinitamente il tutto così come ce lo raffiguriamo.

PSICANALISI

: Introdotta, nel principio del secolo, da Sigmund Freud, medico viennese, vuol esser l’arte di

investigare, con metodipiù penetranti di quelli della psicoterapia convenzionale, gli strati più profondi della psiche (v. Inconscio), studiando manifestazioni involontarie quali il sogno, i lapsus, i tic, ecc., o il disegno automatico (Jung) e curare disordini psichici mettendone alla luce le cause subconscie. Il Freud rivolgeva la sua ricerca al subconscio, dove l’uomo accumula, come in un deposito di rifiuti, tutti i ricordi che vuole inconsciamente respingere. Da questa pattumiera risalgono, talora, infezioni che possono turbare anche gravemente la nostra situazione psichica usuale.

Forse proprio perché rivolto alla disinfezione degli strati inferiori della psiche, Freud non si occupò granché degli strati superiori.

PSICHE

Equivalente di Anima.

PSICOLOGIA

Secondo le suddivisioni classiche della filosofia occidentale, sarebbe quella parte che si occupa

dello studio dell’anima, o, per i materialisti, di quei primi processi che vanno dalla sensazione fino

dove incomincia l’attività ordinatrice della mente.

Suo mezzo fondamentale di studio era l’introspezione, nella quale il ricercatore si pone davanti

alla propria psiche in qualità di osservatore e ne studia il funzionamento; oppure, sulla base delle

reazioni verbali o fisiche di un soggetto-oggetto dell’osservazione, cerca di inferime le attività

psichiche.

Resta sempre il trinomio osservatore-osservazione-oggetto, che inficia sempre di dualità il

processo della Conoscenza. Occorre poi osservare che nel campo psichico vale più che mai il principio di indeterminatezza di Heisenberg, il quale ha dimostrato come la presenza stessa di un osservatore alteri il fenomeno di osservare.

PROVVIDENZA

Si oppone in qualche modo al Destino, che è il Karma, la volontà oscura e necessitante della

Natura. La Provvidenza corrisponde alla Grazia, alla Volontà del Cielo. “Il Regno dei Cieli è dentro di

voi” disse Gesù; la Grazia è il Sé, ed il Sé è l’Essenza nostra e di tutte le cose. Realizzare l’eterna e

perfetta identità con il Sé è mettere in atto codesta volontà Divina, significa sfuggire al Destino, al

regno delle necessità, al quale ci leghiamo da noi stessi con i nostri attaccamenti alle cose illusorie;

recidere questi attaccamenti significa, per dirla con un termine indiano, uscire dalla ruota del samsara.

È quindi provvidenziale tutto ciò che nella vita di un uomo, venendo dall’alto, tende a liberarlo;

appartiene invece al destino tutto ciò che, venendo dal basso, tende a vincolarlo ed a condizionarlo

ulteriormente, L’Iniziato combatte perciò contro il destino mettendosi dalla parte dell’Ordine Divino. Il tipo, o mito, di questa lotta è quella degli Eroi contro i Titani, o quella dei Deva contro gli Asura.

PURIFICAZIONE

Lasciando da parte ogni riferimento alla morale (della quale il valore è comunque limitato al

campo del relativo), è puro colui che ha un solo desiderio, colui che è centrato, che ha on one poited

mind (mente puntata su di un solo bersaglio).

L’essere bene o mal centrato implica un giudizio di valore sul tipo di bersaglio scelto; dal punto

di vista iniziatico, il solo vero centro cui si deve puntare è l’Essenza, in quanto tutto il resto è effimero

e privo di valore duraturo.

La purificazione è quel procedimento per il cui mezzo ci si spoglia di ogni aspirazione che non

sia quella di cogliere il vero Centro.

I mezzi per giungere alla purificazione, a seconda delle varie metodologie tradizionali, sono

anche esterni, fisiologici, cerimoniali, Nel simbolismo massonico tale purificazione preventiva è lo

spogliarsi dei metalli, simbolo degli attaccamenti alle cose terrene, è la discesa agli Inferi che ogni

Iniziato deve compiere prima di accedere ai Gradi superiori, che sono una specie di sublimazione

(l’Opera al nero e l’Opera al bianco degli Alchimisti, che, una volta concluse, danno accesso, con

l’Opera al rosso, agli strati superiori e sopra-individuali).

QUALIFICAZIONE

Attribuzione di qualità; è una qualificazione quell’intervento dell’io, che attribuisce qualità a ciò

che, all’osservatore strumentale, non è che quantità, come, per esempio, attribuire la qualità del rosso a una certa gamma di frequenze di un raggio luminoso che è, in senso puramente meccanico, solo un numero. Anche: riconoscimento del possesso delle qualità necessarie per essere ammessi a qualcosa. Dal punto di vista iniziatico, le qualificazioni sono quell’insieme di requisiti fisici, psichici ed intellettuali che rendono un uomo idoneo a ricevere l’influenza spirituale conferita dall’Iniziazione. Nella Libera Muratoria l’operazione che tende a verificare detta idoneità è la Tegolatura,

QUALITÀ

È espressa dall’attributo applicato al sostantivo che denomina una certa cosa. Nella proposizione

il sole è caldo, l’attributo caldo, che riscontro nel sole, indica una qualità del sole.

La Dottrina Orientale enumera tre qualità fondamentali che sono:

sattva, qualità di ciò che tende alla chiarezza, all’armonia, allo Spirito;

ragias, qualità di ciò che tende al moto, all’agitazione, all’azione nel piano orizzontale, cioè

senza tendenza all’ascesa, che sarebbe sattvica;

tamas, qualità di ciò che tende all’oscurità, alla pesantezza ed all’inerzia.

Sono i tre guna (caratteri, qualità, attributi) che, in varie proporzioni, sì riscontrano in tutte le

cose ed in tutti i viventi. L’Assoluto è detto nir-guna, senza attributi.

REALIZZAZIONE

Tl significato di questo termine nel linguaggio esoterico proviene dall’inglese to realize, realization che equivale ad accorgersi, rendersi conto, prender coscienza o consapevolezza. Significa quindi la presa di coscienza della Realtà Ultima, durante questa nostra vita terrena.

Che questa presa di coscienza – che ha, fra l’altro, il carattere di risveglio alla nostra vera vita – sia

possibile è testimoniato dai moltissimi che l’anno sperimentata.

L’identità fondamentale dei loro referti, anche se enormemente distanti nel tempo, nello spazio e

per la diversità degli ambienti antropologici, ci deve essere prova della loro verità,

Molti di essi, poi, ci hanno tramandato istruzioni sul come raggiungere la Realizzazione.

REALTÀ

Nell’accezione comune, è reale ciò che colpisce i nostri sensi ed anche ciò che provoca in noi

certi sentimenti. Ma tutto questo è sempre qualcosa di transitorio che può cominciare, crescere,

diminuire e sparire; può talora esser diviso in parti; ha certe qualità che, a loro volta, possono essere

. mutevoli.

L’esperienza di tutti coloro che sono giunti alla Realizzazione, alla presa di coscienza del Sé, che

è l’Assoluto in noi, ha fatto constatare che il Sé, che è Essenza, Conoscenza e Felicità {Sat-cit-ànanda

delle Scritture Sanscrite) è infinito, imperituro e quindi ha una Realtà infinitamente maggiore di tutte le piccole ed effimere realtà della nostra vita comune. Quindi la Realtà diventa sinonimo di Assoluto, di Dio, di Verità, di Amore e di Conoscenza totale.

RELATIVO

In contrasto ad Assoluto; tutto ciò che è collegato, condizionato da altre cose, anch’esse collegate

e condizionate,

RELIGIONE

Struttura sociale che istituzionalizza la religiosità insita nell’uomo, che è la spinta naturale alla

ricerca del divino. Ne è base, di norma, l’illuminazione e l’esperienza pratica di un personaggio preso

come fondatore; dalla sua Rivelazione trae capitoli di fede (dogmi), nei quali è obbligatorio credere,

norme di condotta morale e norme rituali (v. Rito, Rituale), finendo col formare centri di potere

materiale, secolare.

La Religione, quando è ortodossa (v. Ortodossia), presenta tre aspetti essenziali: possiede una

Dottrina, tratta della Rivelazione del Fondatore, che ha un valore teologico e dogmatico in quanto è disciplina exoterica, ha una sua Legge morale ed un suo Rituale.

L’insegnamento della Religione adempie alle funzioni di istruzione accessibile a tutti, e quindi

exoterica, sulla base delle informazioni di ordine divino trasmesse dal Fondatore e da eventuali

successori autorizzati. Tale istruzione non può essere data che in forma mentale ed è quindi a livello del relativo, del limitato, del finito e del temporale, mentre l’esperienza del Fondatore è di ordine infinito ed etemo. Quindi l’insegnamento è fatto per analogia.

L’errore e la deviazione sopravvengono allorché a codesta analogia sì vuole attribuire il carattere

dell’assoluto, mentre non può mai avere che quello del relativo. L’insegnamento religioso invece

suggerisce, o addirittura impone, di credere in qualcosa che è al di là, che trascende il piano fisico.

La terza funzione è quella di instillare il rispetto di un codice di comportamento che può avere il

duplice scopo di creare le premesse per una vita avviata alla Realizzazione del Divino, o quelle per una convivenza sociale sopportabile.

Il carattere relativo della Religione esclude, per necessità logica, la ricerca del non relativo,

dell’Assoluto; la via suggerita per la ricerca religiosa ha il carattere della fede preconcetta nella

raffigurazione del Divino; la quale, non essendo assoluta, non può che essere personale, anche se al

massimo livello: quello di Dio Padre, di Adonai, di Ishwara. Perciò la massima realizzazione religiosa-

mistica – è quella di giungere in cospetto del Signore e di trovarsi davanti a Lui, in un fuoco d’amore e di sottomissione, ma sempre nella dualità di soggetto adorante e di oggetto dell’adorazione.

RIFLESSIONE

Da non confondere, com’è nell’uso comune, con Meditazione. Attività mentale per la quale si

prende in considerazione un determinato concetto, o gruppi di concetti, e se ne esaminano alcune, o tutte le derivazioni associative e consequenziali.

Il Gabinetto delle Riflessioni, nel Rituale di Iniziazione al Primo Grado, è il luogo che simboleggia stare nelle viscere della Terra, negli Inferi, dove il candidato riflette sulle componenti più  celate del suo essere, al fine di trarle alla propria consapevolezza ed esaminarne il significato ed il valore.

RITO

Cerimonia simbolica, conforme all’Ordine universale (Sanscrito: rita) e perciò simbolo di questo.

È un simbolo agito ed ha un’efficacia diretta sulla natura dell’essere che lo compie o comunque vi

partecipa, anche se non ne ha coscienza attuale. :

L’efficacia di un Rito è subordinata al ricevimento dell’autorizzazione a compierlo validamente

ed al perfetto svolgimento di esso secondo le tecniche e le regole tradizionali previste. Non deve essere confuso con la semplice Cerimonia, che, priva dei sopraddetti requisiti di simbolicità, di legittimità e di rigorosa esecuzione, rappresenta solo qualcosa di inessenziale. La semplice cerimonia agisce a livello psichico, mentre il Rito agisce a livello spirituale.

Dicesi anche Rito quell’Istituzione Massonica che è susseguente ai primi tre Gradi, avente il fine

di proseguire lo sviluppo spirituale dei Fratelli Maestri e di coordinare e seguire con amore e fratellanza i Lavori dei primi tre Gradi.

RITUALE

Aggettivo: ciò che avviene secondo il Rito.

Sostantivo: la codificazione tradizionale delle Cerimonie che si svolgono nelle diverse fasi e

circostanze del Rito, ed il significato simbolico di ciascuna di esse.

SACRO

Tutto è sacro perché lo Spirito è dovunque, Consideriamo convenzionalmente Sacro ciò cui

associamo un’esplicitazione del Divino; un oggetto, un suono, Un gesto, un essere vivente. Colui che ha raggiunto la Realizzazione vede naturalmente il Sacro in ogni cosa.

SACRIFICIO

Dal latino sacrum facere: constatare la natura sacra di qualcosa; evidenziare la sacralità di

qualcosa; offrire al Divino qualcosa, consacrandolo. L’abbandono di tutto se stesso al Divino è il

massimo Sacrificio; esso implica il riconoscimento della nullità di valore di ogni cosa che ci appartiene, dai nostri possessi fino alla nostra personalità.

Ogni atto rituale tendente all’integrazione di quanto è disperso, è quindi all’unificazione, è un

sacrificio; sacrificio come consacrazione, © meglio, riconoscimento della dipendenza di tutto

dall’Assoluto; e sacrificio, in senso profano, come rifiuto di riconoscere importanza e valore alle cose

del mondo, effimere e relative. Ciò, visto dal lato dell’individualità, appare come una perdita

(significato corrente della parola sacrificare), ma in realtà esso è un’acquisizione, così come il

sacrificio supremo richiesto all’uomo, quello del proprio To, corrisponde e porta alla realizzazione del Sé nell’infinita ricchezza che oltrepassa tutti i limiti ristretti dell’individualità.

SAGGEZZA

Possesso ed applicazione esistenziale della Conoscenza Suprema; il Saggio è più che Santo,

supposto che alla sola santità corrisponda ancora una componente emotiva che la Saggezza ha saputo trascendere.

SALVEZZA, SALVAZIONE

‘Affrancamento dell’Individualità sopravvivente alla morte fisica dalle conseguenze di un Karma

negativo; assicurazione del raggiungimento di una situazione post mortem dotata di condizioni

positive (il Paradiso promesso dalle Religioni).

SAPIENZA

Il possesso, a livello mentale ed anche in parte intellettuale, delle cognizioni riguardanti la Verità

Suprema.

SCIENZA

L’insieme di tutte le cognizioni provenienti dallo studio oggettivo degli elementi del mondo

fisico, osservabile, nella triade osservatore – oggetto osservato – atto dell’osservare, per mezzo di

operazioni quasi esclusivamente mentali, ad eccetto di brevi sprazzi di intuizione provenienti dalla

Sfera superiore, ma generalmente non riconosciuti di tale provenienza.

È l’Essenza, Una, Assoluta, Immutabile, Atemporale, Aspaziale ed Onnipresente nella Sua

Trascendenza.

Nell’Uomo è Ciò che è presente a tutti i livelli, da quello subatomico a quello cellulare, a quello

fisico, fino al più alto di essi; è ciò che sussiste dopo ogni Riduzione.

L’Operazione di riduzione può avvenire in molti modi; ad esempio tutti possiamo rilevare che

dietro ai sensi che percepiscono, esiste qualcuno che prende atto delle percezioni; che dietro alla mente che organizza i dati delle percezione e ne trae conseguenze, c’è qualcuno che è testimone di codeste attività; e, dietro a codesto personaggio, ce n’è ancora un altro che osserva le reazioni di quell’altro; che dietro ai messaggi ricevuti dalle sfere superiori, o sopramentali, c’è ancora un testimone immobile, eppure attivo di tutto. Nella parabola dello spettacolo cinematografico, il testimone, nel suo aspetto immobile, è lo schermo che sostiene immagini di catastrofi, di scene d’amore, eccetera, senza esserne minimamente affetto; nel suo aspetto attivo, è la luce che, nel proiettore, dà vita alle immagini che si agitano sullo schermo. Se cerchiamo di afferrare codeste immagini, la nostra mano non tocca altro che lo schermo impassibile, che è il solo ad essere reale.

L’universo fisico è quello che ci è interiore (che è l’insieme delle nostre immagini sensoriali e di

quelle introspettive) è formato da una congerie di messaggi, simili ai raggi luminosi che attraversano il film e che hanno consistenza solo in quanto sono sostenuti dallo schermo, su quel Testimone immobile eppure attivo , che è il Sé,

Il Sé è Uno, Assoluto; è l’Essenza Universale, della Quale noi siamo manifestazioni localizzate e

periture, ma la nostra vera Natura è LUI, il Padre, al quale ci è possibile ritornare, Questo ritorno è lo scopo di ogni Via Iniziatica.

SEGNO

Messaggio diretto ai sensi esteriori contenente un significato diverso da quello immediato

corrispondente esclusivamente alla sua forma; per esempio, un trattino orizzontale può essere non solo un segmentino di retta, ma il segno della sottrazione aritmetica; un certo suono può essere un segno di pericolo, eccetera; sempre a livello mentale.

SENSO

Ai cinque sensi che siamo abituati ad enumerare, le Dottrine Orientali ne aggiungono altri cinque

che chiamano sensi di azione (karmaendriya) mentre i primi cinque sono classificati sensi di

conoscenza (jnanendriya). Questo perché questi dieci sensi sono tutti i mezzi con i quali ci teniamo inrapporto con il mondo esterno, sia per conoscerlo, sia per modificarlo.

in effetti, ai dieci sensi enumerati, se ne aggiunge un undicesimo che è la mente, coordinatrice

– degli altri dieci. Di qui la denominazione simbolica dell’uomo come Città dalle undici porte.

SEPARATIVITÀ

Tendenza di una parte a considerarsi autonoma dal Tutto, a contrapporsi a Quello e ad altre parti.

La Separatività è generatrice della conflittualità e, come istinto di conservazione (conservazione dalla separazione, ossia, nell’uomo, di conservazione dell’individualità), spirito di contraddizione e di autoaffermazione, è anti-iniziatica, in perpetua opposizione alla tendenza a prendere coscienza della Realtà Suprema che è non-separazione.

Il Peccato Originale è la Separatività, è la Caduta, è l’Angelo, oppure l’Uomo Cosmico (Adama

Kadom della Kabbala) che chiede di mangiare dall’Albero della Conoscenza per contrapporsi al

Principio.

La Separatività è quindi l’atto della Creazione nel suo contrapporsi al Principio che, nelle Sua

infinite possibilità, le ha dato luogo.

SIMBOLO

Segno contenente significati non esprimibili con parole; mentre il Segno (v.) si richiama alla

mente, il Simbolo si richiama non solo alla mente, ma soprattutto all’intuizione.

È importante notare come Tradizioni estremamente lontane, tanto nel tempo quanto nello spazio,

hanno espresso con gli stessi simboli le stesse intuizioni trascendenti; vedasi ad esempio, il simbolo dei due triangoli intrecciati che si ritrovano nella simbolistica Tibetana ed in quella Ebraica.

L’etimologia stessa, dal greco syn-bolè (= raccogliere insieme), indica il riempimento del

Simbolo con una densità di significati che non può avere il Segno.

IL Simbolo ha lo scopo di servire da supporto per l’intuizione della realtà ad essa significata,

realtà che, per sua natura, non sarebbe altrimenti esprimibile. Data questa sua carica è particolarmente adatto a servire come centro per la concentrazione mentale, anticamera della Meditazione.

Fra Simbolo e concetto simboleggiato corre un rapporto affine a quello fra causa ed effetto; ecco

quindi la giustificazione dell’amuleto, che si suppone simbolo operante; la sua efficacia potrebbe

essere data dall’efficacia del simbolo come condensatore dell’energia psichica del possessore che

creda in quello.

SOGNO

Nel sogno si hanno esperienze che hanno, in quel momento, gli stessi caratteri di realtà di quelle

dello stato di veglia; ed è ben difficile affermare quale di queste due realtà sia più vera dell’altra.

Ammesso che una sola di esse sia reale, Occorre pur ammettere che le nostre percezioni di quell’altra hanno, nel momento che le sperimentiamo, gli stessi caratteri della prima; e che si possono perciò avere percezioni ugualmente valide, sia che esse ci giungano attraverso i sensi, sia che ci giungano in assenza dell’attività sensoriale. Occorre allora ammettere che siamo capaci di crearci un universo che, in quel momento, ha per noi la stessa validità di quell’altro. Ciò potrebbe essere considerato come qualcosa di perfettamente omologo alla Creazione.

Si è scoperto che alcuni sogni sono legati allo strato del subconscio e la psicanalisi (v.) li utilizza

nelle sue operazioni; altri sogni provengono da strati nei quali appaiono attività superiori, quali la

telepatia e la precognizione; altri sembrano solo essere immagini del dì, false e corrotte.

SPAZIO, SPAZI

‘ Ciò in cui trovano posto le cose. In assenza di cose lo Spazio non può essere definito.

Se, oltre alle cose, consideriamo i mutamenti, allo Spazio, dobbiamo aggiungere un’altra

astrazione, che è il Tempo; nella teoria della Relatività, il nostro tempo assume il carattere geometrico di un’altra dimensione che chiamiamo Lunghezza, Altezza e Spessore. Col che, se sussistono mutamenti, saremo costretti a postulare un secondo Tempo, che può a sua volta diventare una quinta dimensione, e così via (v. 5. W. Dunne “An Experiment with Time”).

Per la Tradizione Orientale, lo Spazio è detto Etere ed è un quinto elemento, insieme con Fuoco,

Aria, Acqua e Terra.

L’esperienza interiore, così come ci è riferita da innumerevoli testimonianze ed anche dal sogno,

ci parla di stati nei quali si ha la percezione di trovarci in spazi diversi da quello nel quale crediamo di trovarci nello stato che chiamiamo di veglia.

SPIRITISMO

Moltissime persone, fin dal secolo XVIII, peccando di eccessiva fretta, hanno attribuito tutti i

fenomeni dell’ordine parapsicologico all’intervento dei cosiddetti spiriti dei trapassati. Ne è nata una specie di fede verso una nuova rivelazione, con molti caratteri di fanatismo religioso, L’Insegnamento

Tradizionale, basato sulla testimonianza concorde e collaudata di tutti coloro che hanno avuto

esperienza personale e pratica di tutti gli spazi e di tutti i livelli dell’uomo e dell’universo, dice che le energie dell’uomo vivente, anzitutto, e quelle dei vari involucri (v.) che residuano dopo la morte fisica possono dar luogo a molte ed ingannevoli apparenze, pur senza escludere qualche caso eccezionale e comprovato. La seduzione che provoca il soprannaturale può creare degli attaccamenti verso le manifestazioni deteriori, tali da impedire all’uomo la ricerca della Verità Suprema.

SPIRITO

L’Essenza, l’Assoluto, Dio, il Principio, la Radice di ogni cosa esistente.

Spirito Santo: lo Spirito nel moto discendente verso la Creazione, a tutti i livelli; la Colonna

Bohaz.

Secondo la Tradizione, all’uomo è dato prendere coscienza dello Spirito (stai quieto e sappi che

sono Dio); il Vangelo, in sette parole, ci indica chi è Dio (Io sono colui che è), dov’è e come prenderne

conoscenza. Il mezzo è la ricerca interiore che porta l’Uomo ad essere la sua vera Realtà, che è identità con lo Spirito.

SPIRITUALITÀ

Tendenza di una persona a dare, nella sua scala di valori, la massima importanza alle cose dello

Spirito, che non sono affatto le cose della mente, come le arti, la letteratura, la musica, eccetera, salvo

Per quello che se ne può trarre di veramente iniziatico.

SVEGLIARSI

L’Uomo non può considerarsi risvegliato finché non ha preso coscienza di tutti gli strati che

compongono la sua personalità e che non è giunto a Quello che sta entro e sopra tutti gli strati.

Nello stadio di veglia ordinario, noi abbiamo coscienza solo dello strato intermedio; non degli

strati inferiori, nei quali si trova la coscienza fisiologica – quella delle nostre cellule e dei nostri organi,

che affiora solo in condizioni patologiche – e si trova l’archivio o, se vogliamo, il magazzino dei rifiuti,

scartati 0 perché insignificanti, o inutili, o sgradevoli, o pericolosi (che è quello in cui rovista la

psicanalisi); e tanto meno abbiamo coscienza degli strati superiori, tranne nei casi di intuizione.

L’Uomo risvegliato ha preso coscienza di tutti gli strati, è disceso agli Inferi, come,

simbolicamente, nel Gabinetto delle Riflessioni, ed è salito al Cielo, come quando ci è stata tolta la

benda dagli occhi ed abbiamo visto la Luce, Simbolo di quella Luce di mille Soli che è il Divino.

Il nome di Buddha, che fu dato al principe Gautama dopo che ebbe ricevuto l’Illuminazione,

significa appunto Risvegliato, e Buddhi è detto quel livello dell’uomo che è in perpetuo cospetto del

sé.

TEISMO

Opinione di chi ammette l’esistenza di un Dio personale, prescindendo da ogni insegnamento

dogmatico e religioso.

TEOSOFIA

Letteralmente, scienza di Dio. Usato dapprima dagli Gnostici delle Scuole Iniziatiche Ellenistiche e dell’Asia Minore, nell’area di lingua greca (distrutte in seguito alla persecuzione dei

primi secoli d. C.), il termine è stato ripreso da Madame Blavatsky e dal Col. Olcott quando fondarono la Società Teosofica, che vanta come suo fine la diffusione delle Dottrine Tradizionali nel mondo occidentale ed ha una branca di carattere iniziatico.

TEURGIA

Complesso di operazioni volte ad ottenere una manifestazione oggettiva e sensibile del Divino, a

scopo di adorazione e di perfezionamento personale. In senso rigoroso è la manipolazione di influenze spirituali e la loro intrinsecazione per scopi più o meno contingenti. Si distingue essenzialmente dalla Magia, che ha per fine esclusivo la catalizzazione ed il maneggio di influenze di ordine psichico.

La Teurgia rientra quindi, contrariamente alla Magia, nel dominio iniziatico.

TRADIZIONE

Dal latino tradere, consegnare. Insegnamento da persona a persona della Verità Eterne e delle

Vie per giungere alla sua Realizzazione, tramandato solo da chi ne ha avute esperienze pratica ed

autorizzazione diretta dal Supremo.

La forma scritta della Tradizione è data dalle Scritture che si trovano, in modalità differenti, in

tutte le culture; il confronto fra esse ne rivela, a chi è in grado di discriminare tra l’essenziale e

l’accidentale, la sostanza comune, il filo d’oro che ricorre in tutti i tessuti.

Nella Tradizione si può distinguere un aspetto orizzontale, relativo all’insegnamento trasmesso

oralmente © in testo scritto, ed uno verticale, che è il collegamento perenne (ripetuto attraverso le

generazioni) ed atemporale delle Verità alla loro Fonte Unica, immutabile ed eterna, così come la vita dell’uomo si svolge sì nel tempo, ma sussiste grazie al collegamento costante ed essenzialmente

istantaneo con la Fonte di ogni vita.

La Tradizione è spesso contraffatta in superstizione, pseudo tradizione, e contro tradizione. La

superstizione è formata da tronconi residui della Tradizione, non più sorretti né dal ritorno continuo alla Fonte, né da una completezza, ma tuttora presenti in quello che Jung chiama l’inconscio collettivo ed in quello individuale. È pseudo tradizione la contraffazione della Tradizione, o utilizzo di parti della Tradizione autentica a fini profani; ed infine, è contro tradizione ad esempio lo scienteismo, che pretende ed impone una spiegazione dell’universo su dati raccolti esclusivamente con mezzi esteriori (le scienze oggettive), 0 comunque profani, ed è rivolta a tacciare di falsità e di superstizione la vera Tradizione. Dottrina è il corpus degli insegnamenti Tradizionali.

TRASCENDENZA

Letteralmente: lo stare al di là, oltre certi limiti. Ogni livello umano, tranne quello fisico, ne

trascende alcuni; così, ad esempio, il livello mentale trascende quello fisico, il vitale e l’istintivo, ed a sua volta è trasceso da quello dell’intuizione.

Generalmente, ciò che trascende un certo livello, è anche immanente nei livelli inferiori; la

mente è immanente nei livelli inferiori; la consapevolezza, che trascende tutti i livelli, è presente

(immanente) ad ognilivello.

L’’Assoluto trascende ogni cosa ed è immanente in tutto.

UNIONE

Il congiungimento di due opposti in una unità totale.

Occorre notare che questi cosiddetti opposti, in realtà, non sono simmetrici, tranne che in certi

casi. L’acqua di un fiume, che si unisce all’oceano, non è qualcosa di paragonabile all’oceano tranne

che per la sua natura acquea; l’oceano è qualcosa di molto maggiore e diverso dal fiume.

L’Unione, il Ricongiungimento con l’Essenza non è equivalente alla fusione di due diversi elementi, ma è presa di coscienza di un’unicità che è da sempre.

UNITÀ

1).- L’uno, quantitativo, che, con la sua ripetizione indefinita, genera l’indefinito, ossia la

possibilità di trovare sempre un numero più grande di un numero dato. A differenza dell’indefinito, che è solo la possibilità predetta, l’infinito è attuale, già presente ed è contrapposto, non opposto, al finito,

L’opposto di finito è indefinito; l’infinito invece contiene il finito e tutte le potenzialità dei finiti; è

quindi qualitativamente diverso dal finito.

2).- Se si contrappone, come significato, a separatività, è ancora qualcosa di duale e, quindi, di

relativo, di imperfetto e di conflittuale; se invece è intesa come non dualità, è sinonimo dell’Assoluto.

UOMO

Essere vivente dotato di un corpo fisico, di una sfera psichica individuale e, necessariamente,

come ogni cosa dell’universo, di un’Essenza, Radice Spirituale, Principio, Spirito o Sé, scintilla o

riflesso della Luce Trascendente ed Immanente.

Da quanto sappiamo dalla Tradizione, e, se vogliamo, possiamo apprendere per nostra esperienza

pratica personale, l’Uomo ha la possibilità di realizzare – di prendere consapevolezza pratica -, in vita,

ossia mentre è in possesso del suo corpo fisico, la sua identità ed unità con lo Spirito, sua Essenza,

Trascendente (perché al di là dell’esperienza comune dei sensi) ed Immanente (perché è Essenza,

Principio e Sostegno di tutte le cose e di tutti i fatti).

Per questa possibilità che solo all’Uomo pare essere data, la Tradizione afferma che la condizione

umana è invidiata dagli Angeli (i Deva, gli Dei ed ì Geni della Tradizione Gnostica greco-latina).

VERITÀ

È vero ciò che non può essere contraddetto in nessun modo. Ciò vale separatamente per ogni

livello, o piano, dell’esistenza, ma ciò che è vero ad un certo livello può non esserlo per un altro.

Esperienza come quella già citata dai ricercatori di Toronto, i quali hanno inventato un personaggio, ne hanno romanzato la biografia e poi sono riusciti ad entrare a colloquio con questa pseudo-entità,

evocata in sedute ripetute settimanalmente, ne è una prova. I viaggi fuori dal corpo, che riferisce R.

Monroe nel suo recente libro, dimostrano la non-verità, a livello di corpo sottile, di quelle leggi che ci appaiono inderogabilmente vere al nostro livello fisico comune. L’Autore riferisce di viaggi fatti a

distanze di centinaia di chilometri, con spostamenti di durata temporale nulla: al nostro livello comune ciò non potrebbe essere vero.

La Realizzazione ha, fra l’altro, l’effetto di immergerci, di essere la Verità Suprema, che contiene

tutte le verità relative, che paiono escludersi a vicenda ai vari livelli dell’esistenza.

YOGA

Termine sanscrito da cui deriva il latino jungere e, di lì, con-giungere, ecc..

Ha, tradizionalmente, il doppio significato di Realizzazione, di presa di coscienza dell’Assoluto,

della nostra Essenza, ed anche di Via (Sanscrito marga), il procedimento per ottenere la Realizzazione; approssimativamente: ascesi.

Le Vie significate e descritte nella Dottrina Yoghica classica sono fondamentalmente quattro:

lo Hatha-Yoga, che incomincia operando sul corpo fisico, sulla base della corrispondenza fra ciò

che è in basso e ciò che è in alto – come confermato dalle Tavole di Smeraldo di Ermete Trismegisto ; il Karma-Yoga, che è la Via dell’azione perfetta e totalmente spersonalizzata: non sono io – il

mio ego – che agisco, ma è il Principio che è in me e non attendo né risultato, né compenso per

l’azione, atteggiamento che porta alla dissoluzione dell’ego e quindi alla presa di coscienza del Sé;

il Bhakti-Yoga, che parte dalla devozione, con la quale l’aspirante si rimette completamente al

Signore, lo cerca con fervore amoroso, finché il proprio effimero ego si dissolve;

lo Jnani-Yoga, che è lo Yoga della mente e dell’intelletto, della conoscenza attraverso la cognizione e la discriminazione, il discernimento continuo di ciò che corrisponde alla Verità ed alla Volontà Divina e ciò che non vi corrisponde.

Queste quattro Vie non si escludono e tutte portano alla confluenza del RAJA YOGA, lo Yoga

Regio, che è lo Yoga descritto da Patangiali nel celebre trattato Yoga Sutra (Aforismi di Yoga) che

data forse dal terzo secolo prima di Cristo. In esso Patangiali insegna a raggiungere la Realizzazione

attraverso l’ottenimento dell’assoluta calma interiore.

Nel confluire, i diversi procedimenti si realizzano nello Yoghi che ha raggiunto la Realizzazione;

è ovvio che, avendo ottenuto il culmine, tutti i poteri si ottengono, compresi quelli del Divino; e quindi il controllo totale del corpo, che è quello dello Hatha-Yoga; la massima possibilità di azione, il cui campo è quello del Karma-Yoga; il massimo dell’Amore e della Fede, che caratterizza il Bhakti-Yoga, in quanto si prende coscienza di essere Dio Stesso; e tutta la Conoscenza (Jnana), che è la ricerca e lo strumento dello Jnani- Yoga.

Tutti i poteri (Siddhi) sono a disposizione dello Yoghi Realizzato, perfetto (Siddharta); perché

non li vediamo esercitati che in misura così ridotta? Il Realizzato è entrato nella sfera degli agenti

dell’Ordine Divino (Rita, Dharma) e non gli verrà mai in mente di agire in contrasto con codesto ordine che, tra l’altro è lui stesso, e l’Ordine di Dio, e lo Yoghi è Dio. Anche noi siamo Dio, ma non sappiamo di esserlo.

Poiché ogni uomo è un caso a sé, l’insegnamento dei metodi di Yoga ha dato tante varietà quanti

sono i Maestri e tante diverse applicazioni quanti sono gli aspiranti.

Carissimo Maestro Venerabile

Innanzi tutto vi ringrazio per il cortese e fraterno omaggio del vostro interessantissimo Glossario

e desidero portarvi un mio semplice e modesto contributo su punti del vostro lavoro.

Meritate molto di più, ma la pigrizia, l’inerzia o, peggio ancora, la presunzione di aver raggiunto

qualche piano dei livelli sottili, riduce ancor più la mia volontà di scrivere quei pensieri che potrebbero (forse) dare qualche contributo.

Maestro Venerabile e tutti voi Fratelli Carissimi della Rispettabile Loggia Pedemontana,

complimenti per aver inciso una raccolta di interpretazioni massoniche, che saranno molto utili per ilfuturo di più giovani Fratelli.

Ora, se me lo consentite, vi suggerirei queste semplici e sintetiche considerazioni, da aggiungere

eventualmente al termine della voce MORALE che ha prevalente significazione orientale.

Aggiungete questa nota: “L’Occidente raggiunge, attraverso la Filosofia e nel lungo periodo storico (da Aristotele a B, Croce) detto dei Sette Savi, la formulazione del pensiero occidentale, quindi più vicino alla nostra mentalità”.

MORALE POSITIVA

Il fondamento è la natura umana.

Un atto positivo è conforme verso questa natura tendente al piacere, tendente alla buona sorte; per fenomeni diversi si ha il trasferimento alla ricerca della qualità del piacere, dell’utile, anche verso unutilitarismo collettivo.

L’atteggiamento etico dell’Uomo motiva la ricerca e la valutazione del piacere, mentre in altro

orientamento riconosce e propugna come legittima aspirazione, dell’uomo, alla felicità

Le due dottrine si possono ritrovare unite nella virtù; sono anche parte delle morali antiche

(Edonismo – Eudemonismo).

Ricordiamo per inciso che l’utilitarismo è stata una morale collettiva del XVII/XVIII secolo.

MORALE SCIENTIFICA

Di essenza prevalentemente biologica.

Ha parecchi fondamenti: l’evoluzione, l’adattamento, la morte lungo il corso della vita e la via

della selezione naturale.

Queste morali, che si possono chiamare evoluzionistiche, sono le morali del progresso umano.

Secondo Nietzsche, l’uomo stesso dovrà scomparire. Per altri meno ambiziosi, ad un periodo di

conflitti, di guerre, l’adattamento forzato; succederà uno stadio di pura convenzione, la fase ultima sarà la società senza leggi, né classi, né stati oppressori, questa sarà la fase liberalista o liberale.

MORALE DEI SENTIMENTI E MORALE KANTIANA

Secondo Alquiè, esistono delle concezioni successive che possono essere connesse al bene per

intuizioni sentimentali, la conoscenza del bene non dipenderà da alcuna autorità esteriore; come per J. J. Rousseau, la coscienza è un istinto divino che esiste in tutti.

Si troverà in Kant la stessa tendenza a giudicare la morale un atto, non per il suo contenuto (fare il

bene), ma per i suoi principi o nella sua forma (si riferisce all’incirca all’intenzione che precede

l’azione). Dove l’espressione morale formale, data dalla dottrina di Kant, può essere intesa come

morale dei sentimenti.

MORALE TEOLOGICA

La nozione è sull’Essenza Divina, essa è stata rivelata agli uomini a mezzo di Dio.

Gli uomini, dopo la morte, saranno trattati secondo i loro meriti o i loro demeriti (concetto di

Morale Teistica).

Il rapporto con Dio e con il Bene sono diversamente conosciuti. Oppure le due nature si

confondono, se ci limitano alla potenza di Dio; Dio può, con un decreto di sua volontà, cambiare il

bene nel male e viceversa; questo solleverebbe, sul piano teorico e pratico, dei problemi non risolvibili.

Sarebbe stato interessante se vi avessi aggiunto altre due note:

1) significato della Catena di Unione;

2) parola semestrale.

Sarà per una prossima volta.

Nel triplice fraterno abbraccio, vostro Fratello

Luigi Teofilo.

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