LIBERO ARBITRIO E PREDESTINAZIONE

LIBERO ARBITRIO E PREDESTINAZIONE

Voglio partire da un mondo diverso e cioè dalla astrologia. In questo tipo di … logica c’è, alla base, (a mio modo di vedere) un profondo errore interpretativo che fa miscelare tra di loro cause e cause diverse, effetti ed effetti, tra di loro altrettanto diversi, e che, per peggiorare le cose, rischia di creare legami incrociarti tra cause ed effetti, sovente addirittura antinomici, e viceversa.

Riconosco una validità all’astrologia ma l’anomalia interpretativa di fondo che normalmente si fa è quella di credere brutalmente in influenze astrali, di per sé improbabilmente esistenti o, se tutto va bene, ininfluenti sotto il profilo fisico.

Non penso che si possa prendere la meteoropatia o l’influenza della massa lunare sulle maree come tesi per dimostrare il contrario.

Circa l’influenza metafisica su di me, da parte di materia vagante nello spazio, ho qualche perplessità.

Vedere l’astrologia in questa ottica equivale ad affermare che il viraggio di colore della cartina di tornasole è la causa della acidità 0 della basicità di una soluzione.

Le posizioni relative degli astri sono come la cartina suddetta: permettono solo, a chi sa leggere, di vedere e/o constatare delle concomitanze tra posizioni astrali ed un mio modo comportamentale o un fatto accaduto senza peraltro necessariamente dedurne che quelle ne siano le Cause.

In questo caso la posizione di un pianeta relata a quella di un altro può avere una significanza. Per qualche ragione (ma quale?) quando sì verifica una data posizione di astri, si possono verificare degli eventi. Finisce tutto qui. E’ solo un indicatore, non la causa.

Che poi la carta del cielo possa essere come i fondi del caffè, come la sfera di cristallo o come i tarocchi è tutto un altro discorso.

Non sono in grado di escludere, e non lo voglio, che questi siano i mezzi, attraverso i quali chi ha una attitudine ricettiva particolare possa interpretare un “accidentale” in chiave di lettura diversa e su un piano diverso, che può integrare l’analisi più logica e, perché no, più pragmatica basata su una raccolta puramente statistica di significanze.

Vengo ora al tema. È il libero arbitrio in contrasto con la predestinazione o può convivere con essa?

Come nel caso dell’astrologia siamo frequentemente portati, in questo campo, a trarre delle conclusioni che rischiano di essere fondamentalmente emotive e non intuitive come invece sovente si crede.

Parliamo di libero arbitrio. Un mio antenato, a cui il datore di lavoro aveva trovato come partner una donna (il suo doppio?), si trovava nella invidiabile condizione di mangiare, bere, 41 dormire, fare figli – ufficialmente due – senza preoccupazioni di sopravvivenza, Tutte le fonti di sostentamento erano gratuite ed a sua totale disposizione.

Era, come direbbe la Bibbia, un paradiso di delizia. Dai paradisi, però, è sempre meglio diffidare perché nel manuale di utilizzo di questi si trovano sempre delle riserve, per di più scritte nell’ultima pagina e a caratteri microscopici, In questo caso ve ne erano almeno due.

La prima non era una vera e propria riserva, era piuttosto un suggerimento, anche se caldo e pressante, ed era quello di “lavorarlo e di custodirlo”.

La seconda, non certamente di carattere dietetico, era: dall’albero della scienza del bene e del male non mangiare.

Il serpente suggerisce alla donna: Dio però sa che, in qualunque giorno ne mangerete, vi si apriranno gli occhi e sarete come dei, sapendo il bene e il male.

Avendo Adamo fatto la sua scelta fu scacciato dal Signore da quel paradiso di delizia.

ADAM cessò di essere androgino e, sul piano fisico essendo l’uno diventato due, mise alla moglie sua il nome di Eva (in ebraico vita) essendo ella la madre di tutti viventi Il Signore disse: “Ecco! Adamo è diventato quasi uno di noi e conosce il bene e il male; ch’ei non abbia a stender la mano, e prendere anche dall’albero della vita, e mangiare, e vivere in eterno!” e pose a guardia dell’Eden un cherubino con una spada fiammeggiante e roteante per custodire la via dell’albero della vita.

La scelta di Adamo fu la manifestazione primaria, originale e libera di arbitrio. Possedeva la conoscenza ma non ne era consapevole. Fu stimolato ad averla e non appena manifestò questa sua volontà ebbe invece la consapevolezza di averla persa ed entrò nella non conoscenza. Al momento di quella scelta Adamo si creò la sua destinazione, il suo destino.

Apprese che nel manuale sull’uso del paradiso c’era una appendice, che evidentemente non aveva letto, che indicava le sanzioni.

Fece allora sue, nel suo sé, le parole del Signore : Col sudore della tua fronte ti procaccerai il pane, sinché tu ritorni alla terra dalla quale sei stato cavato: perché polvere sei e polvere diventerai.

LIBERO ARBITRIO E PRE … DESTINAZIONE.

Dal sé di Adamo al mio.

C’è forse un solo momento in cui ho esercitato il libero arbitrio ed è quello in cui il mio sé incamnandosi, entrando nella non conoscenza, è diventato un IO : E’ in quel momento che mi sono scelto le esperienze indispensabili per realizzare la conoscenza.

La mia destinazione, questa predestinazione, attiene a me, è frutto di una mia libera scelta. Non c’è forzatura di Dio o del Destino.

Il concetto di fatalismo non ha più significato perché io sto solo esercitando il diritto ed il dovere di fare tutto ciò che ho liberamente scelto al momento primo. Devo evitare di scaricare su Altri delle responsabilità che sono soltanto mie.

In altre parole: il Karma me lo sono scelto da solo e, in più, secondo la mia gerarchia.

Dopo quel momento iniziale le scelte successive non sono più libere ma sono solo legate a leggi di causa ed effetto. L’’ipotesi di un non condizionamento, al momento delle decisioni dell’io in presenza di alternative, è prettamente illusoria.

Dopo quel momento il non accettare che il mio io percorra il binario senza scambi che il mio sé si è scelto potrebbe essere forse solo un problema di orgoglio e di presunzione Faber est suae quisque fortunae, che Sallustio non avesse avuto torto?

TAVOLA DEL FR.’.  E. S.

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