LA VIA DEL PELLEGRINO

LA VIA DI UN PELLEGRINO

A Pilgrim’s Way

di Rudyard Kipling

(1865-1936)

TRADUZIONE IN ESCLUSIVA PER LA MELAGRANA

A CURA DI CARLO RONDELLI

Non cerco santi che mi guidino sul mio cammino,

Né tentatori o  tentatrici che mi portino fuori strada.

Se questi mi accompagneranno, ne sarò felice — altrimenti non mi importa,

Purché io abbia il permesso e la possibilità di incontrare i miei fratelli.

Per come veniamo e per come andiamo (ed esizialmente andiamo assai presto!)

La gente, oh Dio, il Tuo popolo, è buono abbastanza per me!

Così io onorerò gli uomini devoti le cui virtù risplendono in modo tanto vivido

(Sebbene nessuno sia più sorpreso di me quando per caso mi comporto rettamente),

E compatirò gli uomini stolti per il dolore che i loro peccati hanno causato

(Sebbene novantanove volte su cento io decida e giudichi con la mia sola testa).

E, Amorrita o Eremita, o per più comune mediocrità,

La gente, oh Dio, il Tuo popolo, è buono abbastanza per me!

 E quando qualcuno giungerà ad annoiarmi eccessivamente, non mi rifiuterò di ascoltare,

Ricordando i tanti che io ho annoiato sino alle lacrime.

E quando qualcuno lavorerà alacremente per mettersi in luce, io non diffiderò di lui né lo schernirò;

Poiché io stesso non sono stato da meno e — talvolta mi sono tirato indietro.

Sì, per quanto noi siamo e non siamo, e pretendiamo di essere,

La gente, oh Dio, il Tuo popolo, è buono abbastanza per me!

 E quando qualcuno per caso agirà scorrettamente con me, come spesso è stato,

Io non gli serberò rancore troppo a lungo (neanche le mie mani sono senza peccato).

E quando qualcuno per caso si comporterà generosamente con me non fingerò di essere sorpreso.

Non più di quelli che io ho confortato con benevolenza lungo la strada.

Ma, per quanto noi diamo e prendiamo — quale che sia il nostro prendere —

La gente, oh Dio, il Tuo popolo, è buono abbastanza per me!

Ma quando mi imbatterò nella folla delirante che biasimevolmente proclama

Che non può esistere perdono per le sue stesse colpe, di questo non mi preoccuperò

Finché non avrò provato che il Paradiso e l’Inferno che portiamo nei nostri cuori

Non rivelano nulla di irrimediabile sull’uno o l’altro lato della fossa.

Per come viviamo e moriamo — se la Morte assoluta veramente esiste —

La gente, oh Dio, il Tuo popolo, è buono abbastanza per me!

Liberami da ogni superbia — da quella più comune, dalla nobile e dalla meschina —

Che mi precluda dallo stare al fianco di un fratello, qualsiasi superbia egli ostenti.

E purificami da tutte le eresie di pensiero e di parola e di penna

Che mi portino a giudicare lui diversamente da come io sono giudicato. Così sia!

Che possa io cantare del Popolo o del Re o della compagnia trovata per strada,

Che possa io lavorare nel mio tempo, secondo la mia vocazione e il mio grado,

Per dimostrare la stessa cosa con gli atti e le parole, e tenere ben salda in me

(In qualsiasi luogo io vada, qualunque cosa io possa conoscere, e chiunque sia il mio prossimo)

Questa sola fede nella Vita e nella Morte e verso l’Eternità:

  ” La gente, oh Dio, il Tuo popolo, è buono abbastanza per me! “

I do not look for holy saints to guide me on my way,

Or male and female devilkins to lead my feet astray.

If these are added, I rejoice—if not, I shall not mind,

So long as I have leave and choice to meet my fellow-kind.

For as we come and as we go (and deadly-soon go we!)

The people, Lord, Thy people, are good enough for me!

Thus I will honour pious men whose virtue shines so bright

(Though none are more amazed than I when I by chance do right),

And I will pity foolish men for woe their sins have bred

(Though ninety-nine per cent. of mine I brought on my own head).

And, Amorite or Eremite, or General Averagee,

The people, Lord, Thy people, are good enough for me!

And when they bore me overmuch, I will not shake mine ears,

Recalling many thousand such whom I have bored to tears.

And when they labour to impress, I will not doubt nor scoff;

Since I myself have done no less and—sometimes pulled it off.

Yea, as we are and we are not, and we pretend to be,

The people, Lord, Thy people, are good enough for me!

And when they work me random wrong, as oftentimes hath been,

I will not cherish hate too long (my hands are none too clean).

And when they do me random good I will not feign surprise.

No more than those whom I have cheered with wayside charities.

But, as we give and as we take—whate’er our takings be—

The people, Lord, Thy people, are good enough for me!

But when I meet with frantic folk who sinfully declare

There is no pardon for their sin, the same I will not spare

Till I have proved that Heaven and Hell which in our hearts we have

Show nothing irredeemable on either side of the grave.

For as we live and as we die—if utter Death there be—

The people, Lord, Thy people, are good enough for me!

Deliver me from every pride—the Middle, High, and Low—

That bars me from a brother’s side, whatever pride he show.

And purge me from all heresies of thought and speech and pen

That bid me judge him otherwise than I am judged. Amen!

That I may sing of Crowd or King or road-borne company,

That I may labour in my day, vocation and degree,

To prove the same in deed and name, and hold unshakenly

(Where’er I go, whate’er I know, whoe’er my neighbor be)

This single faith in Life and Death and to Eternity:

“The people, Lord, Thy people, are good enough for me!”

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{15-07-2001}

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