MOZART E LA MASSONERIA, CHE COSA NE SAPPIAMO PER CERTO?

Mozart e la massoneria, che cosa ne sappiamo per certo?

Mozart e Schikaneder nella loggia “Zur Neugekrönten Hoffnung” nel 1790

Nel 1781 il venticinquenne Mozart si trasferiva a Vienna dove sarebbe rimasto fino alla sua morte precoce nel 1791. Alla fine del 1784 diventava membro della loggia massonica “Zur Wohltätigkeit” (Alla beneficenza) su incitamento del suo amico barone von Gemmingen. L’anno successivo l’imperatore richiedeva la riorganizzione della framassoneria per ottenere più controllo sulle società segrete. La quantità delle logge fu ridotta a due. Mozart seguiva di nuovo von Gemmingen e diventava membro della loggia “Zur Neugekrönten Hoffnung” (Alla nuova speranza incoronata) all’inizio del 1786. L’anno dopo von Gemmingen lasciava Vienna ma Mozart restava nella massoneria rimanendo fino alla morte uno dei più fedeli ospiti delle logge viennesi. Interessante è che gli amici e fratelli massoni Mozart e von Gemmingen pensavano già nel 1778 durante un soggiorno a Mannheim in Germania a creare insieme un’opera tedesca con un messaggio speciale.

Le attività massoniche di Mozart sono importanti perché ci raccontano come interpretare il Flauto Magico. Prima di entrare nelle speculazioni, diamo un riassunto di quello che sappiamo per certo.

Nel riportare su carta la vita da massone di Mozart incontriamo ancora alcuni ulteriori problemi. Prima dalla sua ascesa nella ‘Zur Wohltätigkeit’ nel 1784 egli metteva già simboli massonici nelle sue partiture. Questo ha condotto molti all’ipotesi che Mozart fosse già membro di qualche altra loggia prima di quell’anno. Poi c’è anche il sistema dei gradi superiori. La massoneria normale contiene tre gradi: apprendista, compagno e maestro. Un maestro può essere incorporato in una società superiore. Il sistema dei gradi superiori è molto più difficile da tracciare, ma anche qua ci è sfuggita qualche notizia. Per le sue composizioni, i suoi contatti e le sue attività, ci sono indicazioni che Mozart fosse stato membro della loggia paramassonica dei Fratelli Asiatici, affiliata agli Illuminati oppure membro della confraternita della Rosacroce d’Or

Mozart e la massoneria

Scrivere su Mozart e il Flauto Magico senza accenare alla massoneria è impossibile.  Chi si immerge un po’ nel tema, si accorge presto che l’opera è piena di simbolismo massonico.  Logico se si considera che, oltre che un fedele credente, Mozart era un massone appassionato.  Accanto alla musica sacra, scriveva anche tanta musica per la massoneria.  I suoi ultimi grandi lavori ne testimoniano: il famoso Requiem e il Flauto Magico. 

Ma il fatto che l’opera sia colma di simboli massonici non ci dice tanto del suo significato.  La domanda è: perché Mozart e il librettista Schikaneder hanno usato questo simbolismo?

Mozart e Schikaneder nella loggia “Zur Neugekrönten Hoffnung” in 1790

La risposta non è facile.  Prima di tutto la framassoneria al tempo di Mozart era una società segreta.  Chi era iniziato conosceva prima i simboli.  Poi, in una iniziazione successiva, gli veniva spiegato il significato.  I simboli e i loro significati erano segreti per chi non era iniziato.  Il fatto che Schikaneder e Mozart abbiano messo riti e simboli massonici in scena era proprio una rottura con l’omertà, Mozart rompeva per così dire il silenzio.  Perché egli rompeva il silenzio?

Una ulteriore domanda è che cosa volevano dire Mozart e Schikaneder con questa opera?  Non è così evidente che si racconta una favola di un principe e una principessa e che all’improviso i due si ritrovano nel mezzo di un tempio d’iniziazione.  Per risolvere questo problema dobbiamo rivolgerci al mistero della massoneria.  Ma c’è evidentemente un problema: questo era celato, segreto. 

Ma, che cosa è un segreto?  Grazie – o malgrado – ai servizi segreti della polizia viennese del fine ‘700 sappiamo più o meno chi faceva parte della massoneria.  Siccome erano di solito persone famose e importanti, disponiamo anche delle lettere di queste persone, i libri che hanno scritto, le loro attività, ecc.  La vedova di Mozart, per esempio, ha pubblicato migliaia di pagine di correspondenza di Mozart.  Quando sembra trattarsi della massoneria, nelle lettere i nomi sono spesso cancellati.  Ma ciononostante, dopo duecento anni si è riusciti a ricostruire una gran parte della vita massonica di Mozart.

Ignaz von Born (1742 – 1791)

Negli anni ’40 del diciottesimo secolo la polizia francese irrompe in una loggia framassonica.  Ciò che vi trova è: un lapidario, un funzionario di basso rango del mercato del pollame, un giardiniere, un mercante di arazzi, un attore della Comédie Italienne, “un negro che suona la tromba nella Guardia regia”, alcuni ufficiali dell’esercito, il segretario di un nobile, tre benedettini, un valletto di Corte, un gentiluomo, un borghese e un chirurgo.  Maestro della loggia è un commerciante di vini.  Ciò che li insospettisce è il fatto che nella loggia ciascuno possa parlare liberamente e che possa scegliere da sé il proprio capo.  Nulla di particolare, penserete.  Ma nel diciassettesimo secolo, il secolo dei despoti illuminati, ciò non era ovvio.  “Esprimere le proprie opinioni liberamente, scegliere i propri presidenti, cos’è questo?  Dobbiamo preoccuparci?”  si chiesero le autorità francesi.  Dopo una temporanea detenzione e un interrogatorio, i membri della loggia vengono rilasciati, in fondo non avevano fatto nulla di male.

La framassoneria nacque ufficialmente nell’anno 1717 in Inghilterra, ma è certo che la sua origine sia molto più antica.  Dal simbolismo dei primi due gradi, quelli dell’apprendista e del compagno, si potrebbe dedurre che la massoneria provenga dalle corporazioni di muratori nell’isola britannica che ad un certo momento iniziarono ad ammettere anche membri non muratori.  Il terzo grado, quello di maestro, è a sua volta ricco di simboli richiamanti il tempio di Salomone del Vecchio Testamento che già da secoli era stato collegato da filosofi ebraici e cristiani in Inghilterra e nella terraferma europea alla saggezza sia umana che divina.  La massoneria con i tre gradi apprendista, compagno e maestro è chiamata la framassoneria azzura.

Nel 1737 lo scozzese Ramsay dichiarò a Parigi che i tre gradi della massoneria azzura nient’altro erano che un gradino di una società segreta che da secoli esisteva nell’isola britannica, ovvero quella dei Templari, un ordine cristiano di cavalieri abolito nel 1312, più di quattrocento anni prima.  Secondo Ramsay dopo l’abolizione dell’ordine diversi templari fuggirono in Scozia e l’ordine fu mantenuto nella framassoneria sotto la protezione della corona scozzese.  L’anno 1737 segna quindi la nascita della Franc-maçonnerie. (2)  La leggenda dei templari si diffonde rapidamente nelle logge europee.  Compaiono nuovi gradi, nuovi rituali di iniziazione e nuove storie sulla nascita della framassoneria.  La storia non era finita con Ramsay.  Dopo di lui anche altri rivendicano di disporre di informazioni originali e nei decenni successivi appaiono ancora più gradi, rituali e leggende sulla fondazione.  Non tutte le società segrete sostengono di provenire dai templari.  Alcune affermano di essere gli eredi dei druidi o dei Rosacroce.  Tutti questi gruppi pescano i propri membri dal mare della framassoneria azzura o ordinaria.  All’inizio degli anni ’80, anno in cui Mozart arriva a Vienna, l’alto sistema dei gradi è  ampiamente diffuso.   Il sistema templare Stretta Osservanza è dominante.

La differenza tra la framassoneria azzura della prima metà del diciottesimo secolo e gli ordini templari della seconda metà del secolo è assai notevole.  Mentre nella prima uomini di diversi ceti e perfino di colore erano ammessi, la Stretta Osservanza inizia a mostrare sempre maggiori tratti aristocratici.  Anche l’autonomia ne soffre.  A capo dell’ordine si trovano superiori incogniti ai quali il membro deve cieca obbedienza.  La razionalità fa spazio per la fede cieca.  Per tornare alla framassoneria di prima, Joseph von Sonnenfels fonda nel marzo 1781 la loggia framassonica Zur wahren Eintracht (Alla vera concordia).  La loggia si sarebbe sviluppata in  un’ Accademia scientifica e letteraria ai cui lavori partecipa gran parte dell’élite intellettuale austriaca. (3)  Poco dopo entra a farne parte il geologo Von Born, uno dei più grandi scienziati del suo tempo.  Egli guiderà Zur wahren Eintracht negli anni seguenti.

Angelo Soliman (1721 – 1796)

Troviamo forse la rottura con la framassoneria aristocratica illustrata al meglio nel fatto che Von Born quello stesso anno invita ad entrare nella loggia il sessantenne di colore  Angelo Soliman.  Il nero Soliman è uno scienziato molto conosciuto a Vienna.  Da bambino fu rapito da un mercante di schiavi e cresciuto da una famiglia aristocratica di Messina.  Per le sue notevoli doti storiche e matematiche fece presto carriera come servitore e viaggiò per l’Europa in compagnia di alte personalità.  Durante la sua carriera imparò a parlare sei lingue.  Sebbene persone di colore siano rare nell’Europa del settecento, Von Born prende Soliman nella sua loggia insieme ad altri noti studiosi del suo tempo e Soliman diventa una delle figure portanti della Zur Wahren Eintracht.

Chi ha letto qualcosa sul Flauto Magico, conosce sicuramente Von Born.  Secondo vecchie teorie, Von Born avrebbe collaborato alla scrittura del libretto dell’opera.  Altre lo vedono come modello per Sarastro.  Personalmente non sottoscrivo queste teorie.  Ma ciò non toglie che Von Born sia importante per chi desidera comprendere il Flauto Magico.

Von Born era originario della Transilvania.  Come mineralogista e metallurgista aveva acquistato grossa fama quando, nel 1776 all’età di trentatre anni, fu chiamato a Vienna dall’imperatrice Maria Teresa, dove Von Born fu nominato consigliere delle miniere e del conio.  Il minerale bornite deve il suo nome a lui.  Come descritto, entrò nella loggia Zur wahren Eintracht nel 1781 e vi rimase a capo fino al 1786.

Insoddisfatto della leggenda templare e alla relativa fede cieca, Von Born aderisce alla nuova tendenza interna alla framassoneria, cioè lo studio delle religioni misteriche classiche.  Von Born vuole sapere se le radici della framassoneria risiedono negli antichi misteri.  In quel tempo si pensava cioè che i sacerdoti nelle religioni misteriche fossero contemporaneamente scienziati.  I misteri erano una sorta di scuola dove venivano ammessi coloro che ne erano degni.  Secondo Von Born, la vera fede era una fede razionale.  Per questo fece della Zur wahren Eintracht un centro di Studi in cui le società segrete e le loro fasi di sviluppo venivano messe a confronto.  All’interno della loggia venivano regolarmente organizzate conferenze, le letture pronunciate venivano raccolte in una rivista, Journal für Freymaurer.  Von Born stesso aprì il dialogo nel 1782 con una conferenza sui misteri egizi.

Quando Mozart dieci anni più tardi lavorò all’opera di cui parliamo, non la chiamò ancora Flauto Magico, ma il mistero Egizio (Die Egyptischen Geheimnisse).  Il titolo Flauto Magico venne dato al lavoro solo più tardi.  L’opera si svolge in Egitto dove Tamino e Pamina vengono iniziati ai misteri.  Molto di ciò che succede nel Flauto Magico, era stato descritto nella conferenza di Von Born.  Ed è quindi logico fare un parallelo tra la conferenza di Von Born e l’opera di Mozart.

Mozart era dunque presente alla conferenza di Von Born?  No, nel 1782 egli non era ancora membro della massoneria a Vienna.  La loggia nella quale Mozart entrò a far parte alla fine del 1784 era Zur Wohltätigkeit (Alla beneficenza), una loggia sorella di quella di Von Born.  Le due logge lavoravano a stretto contatto e Mozart era spesso presente alla loggia di Von Born.  Mozart ascoltò anche alcune delle conferenze sugli antichi misteri.  La rivista Journal für Freymaurer era disponibile nella loggia e Mozart, che era un fervente lettore, poteva averne accesso quando voleva.  Lo stretto legame tra Mozart e Von Born si dimostra nella composizione Die Maurerfreude (KV 471) di Mozart del 1785 scritta in onore di Von Born.  La tonalità della composizione è Mi bemolle Maggiore, come quella del Flauto Magico.

 Cent’anni fa il ricercatore Egon Komorzynski formulò l’ipotesi che Von Born nel 1791 avesse suggerito il libretto del Flauto Magico dal suo letto di morte.  Questa teoria ebbe molto seguito ma non fu supportata a lungo.  Nel 1786 Mozart divenne membro di un’altra loggia, Zur Neugekrönten Hoffnung (Alla nuova speranza incoronata), e da quel momento sembra che le strade di Von Born e Mozart si siano separate.  Un’altra nota teoria è che il personaggio di Sarastro fosse ispirato a Von Born.  Anche questa è forse campata in aria. Von Born era un esempio per Mozart, ma sicuramente non L’esempio.  La ricerca di Von Born, così come il lavoro di Mozart, faceva parte della moda Egizia degli anni ’80 del diciottesimo secolo.  Pensate anche alla campagna d’Egitto di Napoleone dieci anni dopo.  C’è sicuramente un legame tra la ricerca sui misteri e il Flauto Magico, ma dobbiamo vederla in un contesto più ampio.   Importante è l’impulso dato da Von Born affinché gli antichi misteri, la loro ascesa e decadimento fossero sottoposti a una seria ricerca.  Questo non ha solo portato i misteri egizi all’attenzione dell’élite viennese di quel tempo, ma costituisce anche una notevole fonte di informazioni per gli studiosi del nostro tempo.

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