PREPARAZIONE ALL’INIZIAZIONE

PREPARAZIONE ALL’INIZIAZIONE

Di Franco Massimo

Affianchiamoci al profano che si accinge ad essere ricevuto Massone,

e poiché l’Istituzione intende fare di lui un eletto, un saggio, un pensatore e poiché, come dice Porciatti, «pensare è regnare», vediamo di interpretare tutti quei simboli (allegorie, misteri, cerimonie simboliche, ecc.) che egli incontra lungo il cammino e che lo inducono appunto a pensare.

Ci fanno da guida il Porciatti ed il Farina con le opere già citate («Simbologia Massonica – Massoneria Azzurra» e «Rituali dei lavori dell’Ordine degli Antichi Liberi Accettati Muratori (A.L.AM.»):

Il profano viene condotto in un luogo appartato e viene invitato a deporre tutti gli oggetti metallici che ha con sé; tutto viene consegnato al Fratello Preparatore.

I metalli non hanno luce propria ma brillano di una luce riflessa

e perciò ingannevole; vanno quindi deposti, come vanno deposte le

idee preconcette (o pregiudizi), le false nozioni anche generalmente

ammesse, le opinioni raccolte, delle quali il pensatore deve sempre

diffidare. E’ più agevole pervenire a concepire la verità quando non

si sa nulla che quando sì è imbibiti di errori. Inoltre l’aspirante deve

imparare a separarsi dalle cose futili se vuole sentirsi libero; «chi

vive contento di nulla tutto possiede» poiché «la cupidigia è il perno

di tutti i vizi antisociali» (Porciatti). Le antiche cosmogonie rappresentavano la cupidigia con il simbolo del serpente. Deponendo i vili metalli, l’iniziando (o recipiendario) accetta uno stato di purezza, di

innocenza, di umiltà. «La pratica di deporre l’oro ed ogni metallo

prezioso prima di affrontare le prove iniziatiche risale ai più antichi

tempi ed era seguita dagli Egizi come dai Greci» (Porciatti).

Spogliato dei metalli, è pronto per la meditazione e viene introdotto

in una piccola stanza denominata appunto «Gabinetto di riflessione» o di «meditazione». «Negli antichi misteri, l’Iniziazione era

preceduta da formalità preparatorie quali il digiuno, le abluzioni e

la solitudine sotterranea che duravano molti» (Farina). Al recipiendario

viene quindi tolta la benda che gli copre gli occhi; rimasto

solo, egli osserva il luogo in cui si trova: una piccola stanza parata a

nero con emblemi e simboli della morte; nessuna luce se non quella

fioca di una lanterna, simbolo del Principio creatore; uno sgabello,

un tavolino e, posti su questo, un teschio, un pane, una brocca d’acqua

e il necessario per scrivere; da un lato, una bara aperta con uno

scheletro e sopra questo due scritte, due ammonimenti: «vigilanza»

(sulle tue azioni) e «perseveranza» (nel bene); altre scritte ammonitrici

appaiono sulle pareti e fra tutte spicca l’acrostico alchemico

«V.I.T.R.I.O.L.».

È la prima prova che l’iniziando deve superare: la prova della

Terra. «Nella totale solitudine, alla presenza di quanto lo richiama

alle immutabili leggi della natura, il profano deve, meditando, misurarsi, resistere o tremare, proseguire se ha virtù sufficienti, fuggire

se vizi o debolezze lo corrompono» (Porciatti). «Se l’immagine della

morte è presentata al recipiendario al principio della sua vita iniziatica,

è perché la Libera Muratoria considera l’idea di morte come il

migliore insegnamento. In effetti di fronte a questo pensiero le vanità

umane svaniscono e l’uomo si trova solo, in presenza di quell’interrogativo che rappresenta V’al di là» (Farina). «I funerei emblemi del Gabinetto delle riflessioni richiamano alla naturale fine delle cose, alla fragilità della vita umana ed alla vanità delle ambizioni terrestri» (Porciatti). Il luogo angusto, nero ed oscuro richiama alla mente le tenebre delle profonde viscere della terra (il pozzo delle antiche

iniziazioni) e le tenebrose profondità dell’animo umano. «Le tenebre

della profondità del pozzo e della ricerca della profondità dell’io sono ostacolo alla Verità, ma da esse deve sprizzare la luce ed è fra esse che deve essere spinta l’indagine profonda racchiusa nel socratico “conosci te stesso”. Nei misteri di Cerere ad Eleusi tale concetto si precisa e l’Iniziando rappresenta il seme sotterrato che subisce la putrefazione per poi germinare la pianta virtualmente racchiusa nel germe; e presso gli Alchimisti la ricerca del profano, fra il nero e le tenebre che lo circondano, è commessa all’azione dissolvente del Vitriolo, Vitriol, acrostico della formula: “Visita Interiora Tua Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, che anche nella sua variante «Visita Interiora Terrae” ha il significato di ricerca, di penetrazione nell’intimo, di liberazione delle scorie, ed alchemicamente, nel suo significato letterale, di acido che produce il Sale il quale rappresenta la parte stabile dell’Essere, e simboleggia, dal punto di vista intellettuale, morale e fisico la essenza stessa della personalità» (Porciatti). (Letteralmente V.I.T.R.LO.L. significa: visita le parti più profonde della Terra (o del tuo io) e, seguendo la retta via, scoprirai la pietra segreta).

«Il pane e l’acqua riuniti insieme simboleggiano la frugalità, fonte infinita di bene» (Farina). «Il saggio deve apprendere a con- tentarsi del necessario senza rendersi schiavo del superfluo» (Porciatti). Pane ed acqua; simbolicamente, nutrimento spirituale, moderazione, modestia.

E quindi le iscrizioni sulle pareti: «Se la curiosità ti ha condotto qui, vattene » (la Massoneria non può offrire alimento ad una vanità curiosa, o ad una vana curiosità; biasima le cose futili e obbliga allo studio e all’introspezione; si preoccupa di essere utile piuttosto che di piacere); «Se temi di essere illuminato sui tuoi difetti, ti troverai male fra noi» (il fraterno, amichevole avvertimento che ognuno deve esigere dai propri Fratelli, spogliandosi dello sciocco orgoglio profano, riesce sovente a correggere i nostri immancabili difetti); «Se sei capace di dissimulare, trema, sarai scoperto» (l’ipocrisia è causa di grandi mali, perciò va smascherata e combattuta; dovrai quindi essere sincero); «Se tu tieni alle distinzioni umane, esci, qui non se ne conoscono » (i Liberi Muratori debbono sentirsi tutti uguali fra loro e non si consentirà mai che taluno si avvalga di distinzioni profane per umiliare altro Fratello; le sole distinzioni sono determinate dalla morale e dalla cognizione massonica di ogni Fratello); «Se la tua anima ha sentito lo spavento, non andare più oltre » (dice il Farina: « È importante ricordargli (all’iniziando) che il coraggio è spesso necessario nelle prove della vita e che può divenire indispensabile per il compimento dei suoi doveri verso l’Ordine in momenti di intolleranza e di persecuzione. Se molti pseudo iniziati tenessero nel giusto valore questo ammonimento che pur hanno avuto per molto  tempo sotto gli occhi, non vi sarebbero, ad ogni stormir di fronda, tanti vili transfughi»); « Se tu perseveri, sarai purificato dagli elementi, uscirai dall’abisso delle tenebre, perverrai alla Luce» (dice il

Farina: «Nei misteri egizi, un ammonimento pressappoco simile era

rivolto al recipiendario: “ogni morto, che procederà solo e senza

incertezza in questo labirinto tenebroso, sarà purificato dal Fuoco,

dall’Acqua e dall’Aria, e sarà iniziato ai sacri misteri della Dea Iside”.

Allora, come oggi, la purificazione simboleggiava l’edificazione morale

che deve scaturire dall’Iniziazione, dissipando le tenebre dell’ignoranza

e i pregiudizi mondani e facendo brillare agli occhi degli Iniziati

la luce della Verità»).

Nel Gabinetto di riflessione l’Iniziando deve compilare il «Testamento», deve cioè rispondere per iscritto a tre domande vertenti sui doveri dell’uomo verso l’Umanità, verso la Patria, verso se Stesso.

«La formalità del testamento ricorda oggi al candidato che dobbiamo

essere sempre pronti ad abbandonare l’Oriente della vita e che ogni

nostra azione deve essere sempre regolata in modo che una fine prematura o improvvisa lasci di noi non solo il miglior ricordo, ma un

esempio da imitare» (Farina). Iniziazione, come ho già detto, significa:

morte e rinascita a nuova vita; perciò il recipiendario, il quale

si accinge ad abbandonare la vita profana per rinascere a vita massonica, redige il proprio testamento spirituale ed egli stesso, una volta iniziato, diverrà l’erede e l’esecutore di quella promessa che è contenuta nelle tre risposte. Inoltre le risposte che egli saprà dare, consentiranno alla Loggia di formarsi una prima e fondata idea del valore intrinseco e dei sentimenti dell’Iniziando. Egli ha terminato così laprova della Terra; ha già compiuto un primo separamento di se

stesso. Nel Gabinetto di riflessione si è compiuta una vera catarsi: il

recipiendario ha lasciato in esso quanto poteva costituire ostacolo e

pregiudizio alla sua futura esistenza di uomo eletto.

Quando esce ha gli occhi bendati: la benda simboleggia gli errori

e i pregiudizi che dominano il mondo profano e che la Libera Muratoria

è decisa a dissipare. L’Esperto gli toglie una parte dei vestiti.

La benda sugli occhi e lo scarso abbigliamento stanno a provare che

l’aspirante si pone nelle mani della Libera Muratoria in piena umiltà.

Dice il Porciatti: «La pianta che spunta alla superficie del suolo

abbandona alla terra le scorze che ne proteggono il seme; pure il

bimbo, nascendo, si spoglia dell’inviluppo che conteneva il feto; analogamente, il Profano esce dalla camera di meditazione abbandonando in essa una parte dei suoi vestiti. Vuole il Rito che esso si presenti alla porta del tempio con il cuore scoperto, il ginocchio

destro a nudo, il piede sinistro scalzo.

«Il fianco sinistro è scoperto in segno di sincerità e franchezza e

per sottolineare che nessun sentimento egoistico deve isolare il Massone dai suoi Fratelli.

«Il ginocchio destro è nudo per indicare i sentimenti di nullità che debbono informare la ricerca del vero.

«In quanto al piede senza calzatura esso si richiama ad un uso

degli Orientali che si scalzavano prima di calpestare il suolo di un

recinto sacro». …omissis…

«Il Gabinetto delle riflessioni rappresenta la matrice ove si sviluppa il germe; il bimbo vi lascia le membrane che lo contengono ed in seguito ad uno sforzo supremo viene al mondo; esso è trattenuto ancora dal cordone ombelicale ricordato dalla corda che l’’iniziando ha al collo e che l’Esperto tiene in mano.

«Nelle moderne iniziazioni si vuole soprattutto fare comprendere

che ogni vera scienza è figlia dell’umiltà. L’ignorante presuntuoso

crede di tutto sapere e non sente il bisogno di istruirsi, Si realizza

dunque un primo progresso convincendo che non si sa un bel nulla. Molti Massoni si immaginano di conoscere la Massoneria quando

non suppongono neppure l’esistenza dei suoi Misteri e del suo esoterismo.

Essi non hanno saputo curvarsi sino a terra penetrando nel

Santuario, ed ora essi vi si trovano e si comportano quali intrusi o

quali profani».

Così preparato, l’Iniziando è ammesso a bussare alla porta del Tempio

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