LA MORTE DI NICCOLA GUERRAZZI

Ogni Numero Cent.  5                 I               Grosseto  14  Luglio  1912                I        Anno XIX   N   umero  963
                              Direzione e Amministrazione  –  Grosseto – Piazza di Via Mazzini  N.  3.

La    morte  di Niccola  Guerrazzi

       Alle 7.48 dl Mercoledì 10 luglio, nella sua casa ospitale di Follonica, che Ettore Socci aveva chiamato il convento, si spegneva placidamente l’a­nima fiera e generosa di Niccola Guer­razzi, circondato dagli amici del Cir­colo Calamartina e fra le cure dei dott.ri Turillazzi e TorzelIini e della governante Delfina Garavaglla che da 16 anni lo assisteva premurosamente.

       L’on. Zavattori, giunto appena da Milano fu in tempo a raccogliere l’ul­timo respiro.

       Niccola Guerrazzi era sopravvissu­to a tutti i suoi parenti.

       La Maremma perde con lui una delle più belle figure che per fede, per carattere, per patriottismo, per auste­rità di costumi e gentilezza di senti­menti costituivano esempio e ragione  delle nobili tradizioni di fierezza e di bontà onde va altera.

       Niccola Guerrazzi, parente del gran­de Livornese autore dell’ ”Assedio di Firenze”, nacque a Palaia (Pisa), nel 1836 e fanciullo passò a Firenze, pres­so alcuni parenti, e in Firenze trascor­se la sua giovinezza. Adolescente, nel­l’incendio del Tiratojo, oltr’Arno, si lanciò nelle fiamme per salvare una povera donna e Il suo bambino, e vi riuscì, e n’ebbe encomio solenne dal­la municipalità fiorentina e una me­daglia d’argento.

       Durante l’occupazione austriaca in Toscana cospirò attivamente per la re­denzione d’Italia, e subì la prigionia nel Bargello, indi l’esilio. Non per que­sto cessò dal cospirare e col congiunto Francesco Domenico, e col Mordini, e con Romano Pratelli e con Beppe Dolfi, partecipò  ai moti del 1857. Compagno di Felice Orsini, dopo l’at­tentato a Napoleone III dovè abban­donare la Francia per riparare in Spa­gna, e dalla Spagna, con amici repub­blicani iberici tornò in Italia nel 1859 per combattere coi Cacciatori delle Al­pi di Garibaldi. Nel  1860 preparò col Dolfi la partecipazione dei toscani al­l’impresa dei Mille, e combattè da prode in Sicilia e al Volturno, guadagnando il grado di capitano. In quell’eroica battaglia il generale Garibaldi, togliendosela dal fianco, donò a Guer­razzi la sua spada, che oggi figura fra i cimeli patriottici di cui è ricca la casa di Follonica. Fu nel 1866 nel Trentino col volontari; nel 1867, d’accordo con Garibaldi, formò il nucleo dei maremmani, e con essi, audacemente, varcò il confine e passò nello Stato Pontificio, sconfiggendo i papalini e congiungendosi a Viterbo con l’Acerbi. Si distinse poi a Montero­tondo e nella fatal giornata dl Mentana.

 Farnese segna accanto a Calamar­tina una delle più belle pagine, che onorano la Maremma, nella storia del risorgimento italiano.

       Dal romitorio di Follonica, fucina e crogiolo di patriottismo, Guerrazzi aveva preparato tutto per invadere l’a­gro romano con i suoi volontari. E nell’autunno del ‘67, in una notte se­rena, partiva la schiera numerosa e agguerrita dei maremmani che «anda­vano a Roma» d’ordine di Garibaldi.

       Di quella partenza Egli parlava sempre con accento riconoscente ver­so i grossetani ricordando i  fratelli  Pon­ticelli  ed  altri, che  aiutarono  grande­mente  ed  efficacemente la spedizione, riconoscenza indelebile in quelle tem­pre adamantine e della quale ritroviamo anche oggi traccia nel testamento che più oltre pubblichiamo.

      Il sor Niccola, come tutti chiamavano Guerrazzi, era al comando della bri­gata ed aveva preparato tutto con la cura più scrupolosa. La colonna, per le macchie maremmane, arrivò al con­fine pontificio e lo passò; da allora co­minciò la guerra guerreggiata. Non eran soltanto i gendarmi pontifici che opponevano resistenza ma anche grup­pi di contadini e di pastori armati dai parroci e istigati contro « i diavoli ».

      Gli scontri e le scaramucce furono va­rie ma nel villaggio di Farnese fra i maremmani comandati da Guerrazzi e i pontifici raccoltisi in buon numero, si impegnò un furioso combattimento che durò diverse ore e fu sanguinoso per ambo le parti. I garibaldini qua­si tutti giovinetti e alle prime armi, si batterono accanitamente e valorosa­mente; Guerrazzi, nel furore della mi­schia – raccontano i superstiti, – era bel­lo e terribile: con la sua barba al ven­to, con la spada dl Garibaldi in pu­gno, sembrava un leone. Egli, che aveva disposto l’assalto al convento do­ve si eran barricati i papalini, in mo­do perfetto dal lato della strategia e delle condizioni del terreno, – tanto che ne ebbe poi ampli elogi dal generale – si gettò nel combattimento incitando i suoi, e ad un certo punto si trovò dinanzi il Capitano che comandava i nemici – « gli antiboini »  come sem­pre li chiamava il sor Niccola – il papalino tentò di scaricare addosso al Guerrazzi la rivoltella, ma egli non gliene dette tempo e con un fendente terribile squarciò la gola al suo avver­sario.

      Vinto lo scontro, Guerrazzi e i suoi, dopo avere seppelliti i morti dell’una e dell’altra parte, proseguirono ad in­contrare il grosso delle truppe gari­baldine.

      Saldo nella fede repubblicana per essa operò, in quella visse e mori.

      Nel 1882,fu anche candidato del­la parte repubblicana a Prato, e solo per pochi voti fu sconfitto dal Bastogi.

      Era uomo semplice, buono, mode­sto, alieno da quanto potesse, anche lontanamente, sembrare posa. Garibal­di, il Dolfi, il Bertani., il Cavallotti, il Socci, il Castellazzo, lo ebbero ca­rissimo, Giuseppe Mazzini lo onorò della sua fiducia. Tempre d’eroi buo­ni e modesti che scompaiono fra il cordoglio dei non immemori, e par che con essi scompaia un’età epica, che ai   posteri parrà leggendaria.

      La notizia telegrafata dagli amici ai più intimi si propagò rapidamente e produsse ovunque la più dolorosa impressione.

      Da Grosseto, da Massa, e dagli al­tri paesi fu un accorrere di amici e di compagni di fede a rendere tribu­to d’omaggio alla salma del venerato e venerando cittadino, intanto che o­vunque si issavano le bandiere a lut­to e si pubblicavano manifesti esprimenti il cordoglio pubblico.

I MANIFESTI

Riproduciamo quelli che abbiamo potuto raccogliere.

P. R. I.

Sezione di Massa Marittima

Cittadini !

      Niccola Guerrazzi  è morto sta­mane alle ore 7,48 nei suo storico eremo di Follonica.

Il cittadino buono, il vecchio ca­pitano che ebbe tutti i fremiti ed i sussulti delle grandi idealità garibal­dine, il repubblicano  fiero e sdegnoso   che a 76  anni conservava pure ed im­macolate le alte idealità giovanili ap­prese dagli orali insegnamenti di Maz­zini e di F. D. Guerrazzi, di Giuseppe ­Mazzoni e di Montanelli, l’amico, il fratello, il compagno dei nostri uomini più grandi e più illustri, il condottiero dei volontari maremmani nella spedizione del 1867 contro gli sgherri del papa re; l’uomo che ci ha insegnato a ricordare e ci ha entusiasmati della sua fede, è asceso algiudizio della storta, alla venerazione delle nostre anime.

      A  noi onorarlo ed imitarne l’e­sempio!

      Non lacrime, non compianto, ma sacre promesse.

Associazione Repubblicana E. Socci

FASCIO  GIOVANILE  “G. OBERDAN”

GROSSETO

Cittadini!

      Alle ore 7,48di stamani si è spen­ta in Follonica, fra i ricordi del pa­triottismo più puro, non lungi dalla insenatura di mare che diè scampo a Garibaldi inseguito, la nobile esisten­za di

NICCOLA GUERRAZZI

      Egli fu l’uomo delle congiure e dei cimenti, delle battaglie e della salda fede repubblicana, scrisse colla spada a Farnese la più bella pagina dell’eroismo maremmano, capitano prediletto della schiera  audace come lo era stato del Duce Immortale al cui fianco prese parte a ogni pugna.

      Il  cordoglio che in quest’ora di lutto incombe sul nostro partito, sarà condiviso da quanti sono educati al­le idealità più alte della vita civile e apprezzano le virtù più elette dello spirito.

Grosseto, 10 Luglio 1912.

                                                                              Il Consiglio Direttivo

A.G.D.G.A.D.U.

LIBERTA’   UGUAGLIANZA   FRATELLANZA

MASSONERIA  UNIVERSALE    FAMIGLIA ITALIANA

Sovrano CapT Rosa Croce della Valle d’Ombrone

R .’.L .’.   Ombrone all’Or.’. di Grosseto

R .’.L.’.   Vetulonia all’Or.’.   di Massa Marittima

      La bella costellazione degli Uomini, che unirono le sparse membra del­la patria nostra scompare, ma la Massoneria raccoglie dal loro alito le glo­riose tradizioni, e nel nome di questi Grandi che le appartennero, mantiene accesa la face delle rivendicazioni umanitarie di cui essi furono i più va­lorosi apostoli e soldati.

      Negli eroici ardimenti per cui l’I­talia risorse alla grandezza che la sto­ria di Roma dettava, nelle congiure che prepararono la breccia di Porta Pia

NICCOLA GUERRAZZI

ognora rivendicò alla Civiltà ed al Progresso i diritti della Città Eterna contro il potere della menzogna e del­la viltà: in ogni momento della sua vita la fede più pura ed il pensiero più immacolato volse agli ideali di verità e di giustizia cui s’ispira la Universale Massoneria, ed in cospetto della morte quelli volle riaffermati, lu­minoso esempio per i Fratelli, per gli uomini tutti.

      Ora, che irreparabile legge di natura lo toglie alla nostra Famiglia, Egli lascia a noi delle generazioni nuove un  eterno monito.

      TENETE  FERMO !        ci sussurrò l’altro giorno salutandoci per l’ultima volta…

      E noi terremo fermo, o Fratelli.

      Sulla salma lacrimata diamo tribu­to di giuramento solenne contro I ne­mici eterni della   Verità e della Scien­za, contro i falsi liberali prostituenti la patria al clericalismo, contro gli sfruttatori delle ineguaglianze sociali, contro gli oppressori della libertà politica, contro gli insidiatori della sin­cerità della vita nazionale, contro i falsificatori della volontà popolare, guerra, guerra continua, inesorabile nel nome Suo, nel nome del valorosi che come Lui combatterono per l’Ita­lia, come Lui nulla le chiesero!

                                                Dalla Valle d’Ombrone 10 luglio 1912

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Società dei  Reduci  P.B.

OTTAVIO  PIZZETTI

GROSSETO

Cittadini !

      Dopo una vita di eroiche prove, esempio luminoso della virtù del carat­tere e del patriottismo più immacola­to e ardente, moriva stamani in Fol­lonica l’amato vegliardo

NICCOLA GUERRAZZI

      Egli, che fu nostro Presidente o­norario, lascia un ricordo nel cuore de’ buoni, che Il tempo e gli eventi non varranno a sopire. Dai piani Lom­bardi alle spiagge Sicule, dalle bal­ze Trentine a Farnese ogni periglio lo vide presente, ogni nobile audacia, lo ebbe campione invitto.

      Inchiniamoci innanzi alla fredda salma, e inspiriamoci all’esempio di Lui, che portò nella vita privata tut­to il profumo di quella bontà che so­la può rendere l’esistenza serena. Co­si i meriti di milite e di cittadino si intrecciavano nell’animo suo, in meravigliosa armonia, con quelli di fratel­lo e di amico. Sia onorata sempre la sua memoria.

Grosseto10 luglio 1912.

II  CONSIGLIO  DIRETTIVO

BERNARDINO CECCHINI Presidente

BALDASSARRE STRAGLIATI  Vic-Pres.

ALCIBIADE SANSONI Consigliere.

AMOS TONISSI   idem.

FERDINANDO PEROZZO  Cassiere.

il  Testamento

      Alla Pretura di Massa Marittima venne aperto il testamento di cui era tenutario l’amico Dottor Torsinelli.

      E’, nella sua forma semplice e rude, un documento di fede e di fierezza:

      “Ultime volontà da osservare durante i momenti che non potrò più parlare e dopo la mia morte:

      Voglio, da coloro che mi assisteranno o mi trove­ranno, amici o nemici o conoscenti, che il prete o figura di questi non si avvicini al mio corpo, né durante gli ultimi momenti né dopo esalato l’ultimo respiro. Che nessuno gli permetta cospargere il mio corpo con acqua lustrale, non avendo mai creduto a simili imposture.

      Desidero che il mio corpo sia bruciato, gettando poi le ceneri al vento; qualora però il despotismo degli uomini vietasse ciò, allora, la mia governante Delfina Garavaglia, che lascio mia erede di tutto quanto è nella casa di Follonica, escluso le collezioni ed i ricordi pa­triottici che consegnerà al Museo di Grosseto, per mio ricordo, a quei cittadini che mi vollero sempre bene, mi farà mettere accanto al mio carissimo amico Florio Mazzoni, nel crematorio di Pisa, con la seguente iscri­zione:

Qui sono gli avanzi

di Niccola Guerrazzi

Repubblicano e Lavoratore

 

      Coloro che trovando questo foglio non adempi­ranno a queste ultime mie volontà saranno ritenute le più canaglie del mondo.

      Auguro ai superstiti una Patria meno schiava di quello che è attualmente.

Viva la Repubblica Universale!”

Niccola Guerrazzi

Follonica 7 maggio 1900.

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