LA FEDE

La fede

di Anonimo


La posizione degli psicologi nei confronti della fede è molto variegata: alcuni sono fautori delle teorie freudiane, cioè, considerano Dio semplicemente come una proiezione della figura paterna e la religione un mezzo difensivo del soggetto nevrotico o uno strumento repressivo usato nei confronti dei propri simili; altri invece, come Jung, sostengono che l’aspetto spirituale sia un elemento fondamentale della personalità umana, a tal punto che non si può parlare di maturazione psicologica se il soggetto non ha elaborato un concetto equilibrato di religiosità.

Tra questi due estremi, abbiamo tutta una serie di posizioni intermedie che danno un respiro molto ampio all’argomento e mantengono vivo il dibattito: perciò, in tali condizioni, qualsiasi posizione assunta, atea o credente, è ammessa; l’importante è che vi sia il più possibile coerenza tra le proprie convinzioni e le teorie psicologiche professate.

Sicuramente, esiste una profonda differenza tra religiosità e spiritualità e tale diversità è stata decisamente favorita dall’ambivalenza dei “responsabili” di ciascuna religione (sacerdoti, bramini ecc.).

Secondo Baba, la prima causa dell’odierno ateismo, così diffuso, dipende appunto dal comportamento, quantomeno discutibile, dei suddetti rappresentanti. In ogni caso, almeno in termini di principio, Baba rinnova la fiducia a tutte le religioni (difatti, non ne considera una meglio di un’altra), anzi, le ritiene tutte similmente atte alla loro naturale funzione, ossia, quella di ricondurre l’uomo a Dio. Non a caso, il termine religione deriva dal latino re-ligare, che significa, “legare di nuovo”, cioè legare di nuovo lo Spirito individuale al Divino Spirito Universale da cui ha avuto origine; o, almeno, quella di permettergli di capire il significato della spiritualità.

Nei Suoi discorsi, Baba fa tutta una serie di precisazioni circa il significato della fede e della devozione, concetti che solo apparentemente riguardano la religiosità o la spiritualità, di fatto, esse hanno una pregnanza psicologica notevole. Se solo pensiamo che la radice etimologica della parola fede è identica a quella della fiducia, ci accorgiamo dell’enorme valore psicologico insito in questo aspetto: infatti, la fiducia in sé stessi e negli altri sono i pilastri su cui è costruita sia la struttura psichica del soggetto, che quella della società, perciò, esse sono il fondamento della sopravvivenza stessa dell’individuo sulla terra.

In senso generale, il presupposto di tutto il nostro discorso è che la fede, quella vera, non ha nulla a che fare con l’intelligenza, in quanto la trascende: in pratica, se per arrivare ad ipotizzare, o anche a credere nell’esistenza di Dio si può passare attraverso l’intelligenza, per avere fede è necessario qualcosa che l’intelligenza non è in grado di elaborare.

La fede di cui parliamo è intesa come fiducia nel Divino, una sorta di fiducia cieca che, come dice la Bhagavad Gita: “… non cambia mai, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte.”.

Come detto, con l’intelligenza non è possibile capire la fede di cui si  sta parlando, anche se con essa si possono abbozzare delle ipotesi interpretative. Baba stesso, dice: “Solo Dio capisce il devoto e solo il devoto capisce Dio, nessuno dal di fuori può capire questa relazione.”

Badate bene però, che nonostante talune manifestazioni della fede siano francamente illogiche, coloro i quali sono depositari di un simile sentimento, sono tutt’altro che malati di mente; infatti, anche se la fede trascende l’intelligenza, quest’ultima prepara il terreno alla fede vera. Purtroppo però, sia in passato che oggigiorno, si è spesso scambiata una fede vera con una manifestazione isterica o un’esaltazione psicotica (maniacale o schizofrenica).

Tutto ciò è successo perchè i contenuti mistici sono presenti in tutte le malattie mentali, sia nei deliri che nelle allucinazioni degli psicotici (coloro i quali, volgarmente, sono definiti matti), sia nelle visioni pseudo allucinatorie che nelle somatizzazioni isteriche (una tra tutte, le stimmate), persino in certi ritualismi tipici della nevrosi ossessiva.

D’altro canto, siccome la religione può essere vista come un insieme di regole che hanno la funzione di ricondurre e mantenere legato l’uomo a Dio, il rapporto che l’uomo intrattiene con essa diventa, certamente, uno dei più travagliati, sia per una persona “normale” che, ovviamente, per un nevrotico. Per gli psicotici, invece, bisogna fare un discorso a parte: per loro, infatti, l’esistenza di regole chiare costituisce una struttura protettiva di primaria importanza, utile per “tenere insieme la loro mente”, purtroppo però, visto che le regole religiose, molto spesso, sono in contraddizione tra loro, oppure, pescano in ambiti non verificabili (coperti, per lo più, da interpretazioni ambigue del tipo: “Mistero della Fede”), di fatto, anziché proteggere il soggetto, tali regole ambigue favoriscono la dissociazione (le crisi psicotiche), piuttosto che evitarne la comparsa.

Sono dunque questi alcuni motivi per i quali la religione, la fede e la devozione sono sempre state viste con sospetto dagli psicologi, specie se psicoanalisti.

In ogni caso, è oggettivo il fatto che, quando compare la fede, l’uomo viene completamente trasformato (generalmente, in meglio) ed in esso compaiono alcune caratteristiche non riscontrabili in precedenza. E questo succede anche nelle forme di fede, diciamo così, non complete: quando, per esempio, c’è la fede in Dio ma non c’è ancora la disponibilità ad accettare tutte le Sue indicazioni.

Badate bene, molto spesso si usa il termine devozione come sinonimo di fede, anche se, volendo essere precisi, la devozione si dovrebbe riferire più al sentimento di amore che il devoto prova per il Signore, piuttosto che alla fiducia nella Sua potenza. In ogni caso, fede e devozione, normalmente sono compresenti ed, in entrambi i casi, si tratta di sentimenti che, una volta comparsi, non cambiano più, qualsiasi cosa succeda (“… nella buona e nella cattiva sorte”).

Tra l’altro, quando Baba parla di fede, contempla sempre un elemento apparentemente preliminare, come la fiducia in sé stessi.

In realtà il “sé” di cui parla non è quello che comunemente si intende (l’Io immaginario o addirittura l’Io Simbolico), ma è il Sé interiore o Sé Divino (l’Io Reale).

 A questo punto, vediamo alcune delle Sue affermazioni in merito alla devozione ed alla fede in Dio.

“E’ un grave errore ritenere che ci debbano essere ragioni a sostegno della fede. Per avere fede non ci sono ragioni né stagioni. La fede è un fatto che va al di là della ragione.”

“Il fiume della vita deve essere canalizzato fra due sponde, senza le quali l’uomo soccombe la fede, con la quale l’uomo acquisisce la saggezza, l’altra è l’intelletto o la ragione con cui l’uomo dissolve tutti i suoi dubbi. Quando la vita viene protetta da questi due valori, l’uomo è benedetto dalla pace e dalla gioia e raggiungerà il mare della Grazia Divina, che è lo scopo della sua vita terrena.”

“Fate in modo di capire quale sia il sistema migliore per servirvi delle cose.

In tutto, l’unico supporto è la Divinità. Voi avete fede soltanto in questo fragile corpo e non in Dio che ne è il sostegno ed a causa di questa infatuazione avrete a patire delusioni ed ansie. Le ansie poi, vi priveranno di ogni capacità ed energia.

Soddisfatto nei sensi l’uomo dice tra sé: “Sono felice!”; ma è un grosso equivoco. Non siete voi che godete gli oggetti, ma sono gli oggetti che stanno godendo voi: infatti, l’energia dei vostri organi di senso va sempre più calando, perché gli oggetti l’assorbono totalmente; invece, quando siete veramente felici, siete anche più forti.

Quando siete oggetto di godimento siete logori ed esausti; ed è per questo che è stato detto: “Fate attenzione, dalla nascita alla morte ci saranno solo difficoltà e dolori!”.

Cari studenti, le gioie del mondo non durano e non danno un piacere reale. Potete desiderarle ed anche fruirne, ma abbiate sempre fissa nella vostra mente la meta spirituale.

Vivete dunque nel mondo secondo una visione Divina: soltanto così avrete successo in ogni campo.”

 “Senza fede e fermezza il talento non serve a nulla! Solo con la fede e lo zelo, insieme alla fermezza ed alla determinazione, è possibile fare grandi e utili cose nella vita…

Non vi è nulla di sbagliato nella scienza, ma solo nell’uso che se ne fa.

Ciò che oggi si dovrebbe fare è sviluppare, insieme al pensiero scientifico, la fede e la spiritualità.”

 “Il requisito più importante per qualunque cosa l’uomo intenda realizzare è una ferma e risoluta determinazione. Chi tentenna non riuscirà mai ad ottenere alcunchè, nemmeno le più piccole cose. Una mente che non vacilla ed un’energica risolutezza sono qualità essenziali per lo studente che voglia raggiungere i propri obiettivi.”

“Com’è possibile avere fiducia in sé stessi se non si crede nella vita? Chi manca di fiducia in sé stesso sarà sempre assalito dai dubbi e, di conseguenza, non riuscirà mai a sperimentare né pace, né benessere. Ci vuole una fede piena e sicura per poter confidare in sé stessi; e se non si ha fede in sé stessi, come fidarsi degli altri?

Come vive una persona che non si fida degli altri?

E’ impossibile.

La parola “uomo” (Manava) significa proprio “uno che ha fiducia in sé”. Quando egli dà compimento alle   cose in cui crede, si acquieta e si sente appagato, ottiene pace e benessere. L’amore è la regola aurea per sviluppare una simile fede.

“Abbiate una maggiore fiducia in voi stessi, piuttosto che nel mondo…

Abbiate sempre fiducia in voi stessi e sarete beati. Non lasciatevi mai prendere dalle preoccupazioni e dall’ansia. Acquisite abbastanza forza, sia fisica che mentale, per far fronte energicamente alle difficoltà, alle perdite e ai dolori della vita. Ciò vi risulterà facile, se metterete in pratica le quattro massime:

–          Segui il Maestro;

–          Affronta il diavolo;

–          Lotta fino alla fine;

–          Termina il gioco.”

 “Il requisito fondamentale per una vita di successo sta nell’avere fiducia in sé stessi; e solo con la fede e la fiducia in questo particolare Nome potrete avere in voi la Persona che è significata dal Nome stesso.”

“La fiducia in sé stessi oggi c’è e domani non più. La mente odierna è instabile e va soggetta in ogni momento a continui alti e bassi: quando si sente esaudita da Dio, la gente va a riporre dieci immagini sacre, invece che una sola, nella stanza delle preghiere; quando non viene esaudita nei desideri, toglie anche l’unica immagine che prima venerava. Ecco come va la mente di costoro: non è un buon comportamento…

Se la vostra mente continua ad oscillare senza posa, come farete ad avere fermezza o stabilità nella vita?

Ognuno deve fare di tutto per accrescere il coraggio di affrontare con animo imperturbabile le vicissitudini della vita, le gioie, i dolori, i guadagni e le perdite.

Oggi, c’è molta gente che si professa credente in Dio, ma a causa della condotta incoerente di questi “credenti”, molti diventano atei. Parlano di bhakti, di devozione, ma si danno a bhukti, all’edonismo. Questa non è vera devozione: il devoto deve essere disposto ad accettare gioiosamente qualsiasi cosa come un dono di Dio…

Vera devozione è quella che viene rinforzata da una fede incrollabile e rimane solida ed immutabile in ogni circostanza. Solo allora si meritano i frutti della devozione.”

“Si deve porre la massima attenzione alle parole che si dicono, al fine di conservare alla mente il suo potere e mantenere puro il parlare. In qualunque difficoltà, sotto qualunque critica, mantenete sempre fede alla parola data. Ogni vittoria può essere ottenuta solo con Dio al proprio fianco e, in altre parole, quando Dio è installato nel proprio cuore e si ripone piena fiducia in Lui.”

“L’uomo si fa ossessionare dalla febbre di possesso. “Questo è mio! Mi appartiene!”. A causa di questi sentimenti, l’uomo perde la pace della mente e va incontro a tutti gli altri guai; invece dovrebbe credere fermamente nell’aforisma: ‘Quello è Dio!’.”

“L’uomo si sta distruggendo perché crede nelle cose materiali ed ignora il Ruolo ed il Potere di Dio…

E’ il Divino che, sotto forma di linfa, permette a tutti gli organi di funzionare. L’uomo che non riconosce questa verità di base, rimane nell’ignoranza e diventa arrogante ed egoista: crede di essere lui a far tutto e perciò andrà incontro a sofferenza.

 “Solo con una fede incrollabile potrete realizzare Dio; e quella fede vi darà una forza ed un sostegno considerevoli”.

“La mancanza di fede nel è la causa principale dei problemi che oggi esistono al mondo, come la corruzione, l’ingiustizia, i fallimenti, le pene e le sofferenze. La gente non crede in sé stessa, non parliamo poi degli altri.

Anzitutto, sviluppate la fede in voi stessi, nel , che è la vostra realtà interiore e ciò vi renderà soddisfatti. Senza la soddisfazione del non potrete essere felici. Una volta ottenuta la soddisfazione del , allora, automaticamente, sarete pronti per il sacrificio del : non occorre dire che là dove c’è il sacrificio ci sarà anche la realizzazione del .”

“La vera natura della Divinità non può essere capita da tutti, per questo ci vuole fede.

Il primo passo per sviluppare questa fede è la fiducia in sé stessi: chi ha fiducia in sé, otterrà anche soddisfazione nel .

La fiducia in sé stessi rappresenta le fondamenta su cui viene costruita la dimora della realizzazione del Sé: le pareti sono l’appagamento del sé; il tetto è il sacrificio del sé inferiore.

Solo quando siete pronti a sacrificare pienamente il vostro Io inferiore, allora riuscirete ad entrare nella dimora della realizzazione di Dio.

E’ perciò di primaria importanza che siate pronti a sacrificare tutto per Dio

 “Il sacrificio ci dà la forza per progredire: chi si dibatte fra difficoltà e preoccupazioni personali non sa sacrificarsi; ma se ogni essere umano avesse fede in Dio, si sentirebbe più forte, perché la fede può trasformare l’uomo in Dio.”

 “Si diventa quello che si pensa in maniera prevalente.”

 “Devozione significa orientare la mente a Dio. Passare la vita nella visione del Divino è devozione; condurre una vita con la coscienza di essere il corpo è illusione.”

“ Non basta citare una frase da qualche libro per essere un puro saggio: la pura conoscenza può essere conseguita mediante la disciplina spirituale ed una fede incrollabile.

Chi adora Dio ottiene qualunque cosa.”

“Non è vera adorazione quella di chi ama Dio con l’intento di soddisfare desideri mondani. Si deve amare per amore.” 

“Ad un certo punto è necessario porre dei limiti ai desideri: l’uomo che dà libero corso ai desideri, non fa che lamentarsi e non ha mai nemmeno il tempo per pregare…

La devozione, e solo quella, dà forza e sapore alla vita: solo dopo aver gustato quel sapore si giungerà al distacco dalle cose e soltanto quel distacco condurrà alla liberazione.” 

“Liberatevi dell’illusione che Dio si possa trovare in qualche posto fuori di voi: voi stessi siete Dio! Professate questa fede. 

Keshava è la reale incarnazione di Brahmâ, Vishnu e Ishvara. Nell’uomo esistono tutti e tre questi divini principî: i suoi pensieri rappresentano il principio di Brahmâ, che è il principio della creazione. Isha (Shiva) è rappresentato dal cuore. L’intelletto (Buddhi) rappresenta il principio onnipervadente di Vishnu.”

“Fidatevi di ciò che vi suggerisce la Coscienza Divina: nessuno agisca contro i dettami della propria Coscienza.”

“Se obbedite agli ordini sottintesi negli insegnamenti dello Svâmi, la Sua Grazia si diffonderà automaticamente su di voi, non avrete bisogno di particolari preghiere per averla.”

“Attualmente, in ogni nazione c’è tanta violenza e paura. Questa paura va eliminata. Non abbiate timore, Dio è con voi!

Date spazio a questa somma fiducia: “Dio è con me, Io sono in Dio, Io sono in Dio! Eliminata la paura, più nulla vi spaventerà.”

“Il Paradharma è in relazione al corpo e comprende l’etica da rispettare ogni giorno nel guadagnarsi da vivere e nella vita di società. Il Paradharma comporta timori e delusioni; nel perseguire gli impegni del mondo con i suoi codici di condotta, l’uomo viene tormentato da molte paure: paura dell’insuccesso, del disprezzo o della critica, paura causata dall’incertezza e dall’ansia. Ma per colui che segue le vie dello Spirito, nell’Atmadharma, non c’è posto per la paura, né per l’ansia. L’uomo dunque, segua questa via.”  

“Quando riusciste a mantenere Dio nel vostro Cuore con fede piena e coraggio, invocateLo ed otterrete ogni successo.

E’ questo il senso dell’ultimo versetto della Bhagavad Gita: – Là dove c’è Krishna, il Maestro dello yoga, là dove c’è Pârtha, l’arciere, immancabili sono la gloria, la vittoria e la prosperità, ed anche l’immutabile legge della giustizia – .”

“Non giudicate affrettatamente qualunque cosa vedete ad occhi aperti, come se fosse una verità inconfutabile.

Al di là dello schermo c’è la pura verità; se volete conoscerla ricorrete instancabilmente a Me.” 

“Mentre ripetete il Nome di Dio nella meditazione, non abbiate paura di nessuno! …

Questa è vera fede. Perché correre dietro alla fede di altri? Seguite la vostra. Potete forse chiudere gli occhi e dipendere da un altro solo per il fatto che ha una buona vista? Voi dovete dipendere dalla vostra vista, dalle vostre gambe, dalla vostra fede. Questa è la via più sicura.

Una persona instabile di mente non può avere pace o felicità. Solamente quando avrete stabilito nel vostro cuore questa fede vi sarà possibile seguire il giusto sentiero e raggiungere con successo la meta.” 

“Si dovrebbe agire lo stesso nel modo che si è scelto, anche se non piace ad altri. 

“E’ quanto mai pericoloso cavalcare due cavalli. Montate su uno solo, se ne cavalcate due che vanno ognuno per una direzione diversa cadrete e vi farete male. Adorate Dio con fede incondizionata.”

 “Sviluppate l’amore per Dio; non lasciate la vostra devozione per Dio anche se vi ridicolizzano; non perdete la fede in Lui quando siete nelle difficoltà: considerate ogni cosa, piacere e pena, perdita e guadagno, gioia e tristezza, come doni di Dio, una Sua Grazia.

Non dimenticate di ripetere il Suo Nome in ogni circostanza: il Nome di Dio è l’unica barca disponibile per attraversare il fiume della vita.”

Quando si tratta di Dio, qualunque persona si intrometta, abbandonatela!”

“Quando qualcuno va contro Dio disobbeditegli, fosse anche vostro padre.”

Come detto all’inizio, esistono delle forme di fede, e sono la maggioranza, in cui il devoto si dichiara credente ma, nonostante ciò, continua a mantenere una o più forme di timori terreni: certo sono cose comprensibili però, parlando di fede, ci si potrebbe domandare: com’è possibile avere timore quando si ha fede in Dio?

Naturalmente, si tratta di forme intermedie di fede, oppure, detto in altro modo, di devozione “in formazione”; in ogni caso, a tale proposito, Baba fa un discorso accattivante che ho trovato su un “foglietto volante”, per cui non vi posso dare un riferimento bibliografico.

Dice comunque Baba:

 “Perché vi agitate? Lasciate a Me la cura di tutte le vostre cose. Ci penserò Io.

Io non aspetto altro che voi vi abbandoniate a Me. Io intervengo solo quando voi sapete abbandonarvi completamente a Me. Ed una volta abbandonati a Me non dovete più preoccuparvi di nulla: via ogni paura, via ogni scoraggiamento.

Dimostrate di non fidarvi di Me, invece dovete confidare ciecamente in Me.

Abbandonarsi, significa distogliere il pensiero dalle tribolazioni, distogliere il pensiero dalle difficoltà che incontrate, distogliere il pensiero da tutti i problemi che avete.

Mettete tutto nelle Mie mani dicendo: “Signore, sia fatta la Tua volontà, pensaci Tu!”; che è come dire: “Signore, Ti ringrazio perché hai preso tutto nelle Tue mani e risolverai ogni cosa per il mio bene”.

Ricordate che è contro l’abbandono pensare alle conseguenze di un fatto: cioè preoccuparvi perché una circostanza ha avuto un esito non come volevate voi.

Dimostrerete di non credere al Mio amore per voi; dimostrerete di non credere che la vostra vita è sotto il Mio controllo e che nulla Mi sfugge.

Non pensate mai: “Come andrà a finire? Cosa succederà?”.

Se cedete a questa tentazione, dimostrate di non fidarvi di Me.

Volete o non volete che ci pensi Io?

Ed allora smettete di preoccuparvi voi!

Solo se voi vi abbandonate a Me, Io vi conduco. E se devo portarvi in una via diversa da quella che avete visto voi, vi porto con le Mie braccia.

Quello che vi sconvolge è il vostro stesso ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillarvi, il voler provvedere voi ad ogni costo.

Quante cose Io opero quando l’Anima, nelle sue necessità spirituali o materiali, si rivolge a Me dicendomi: “Pensaci Tu”, e poi chiude gli occhi e riposa tranquilla.

Voi riceverete molto solo quando la vostra preghiera sarà l’affidarsi completamente a Me.

Voi nel dolore pregate perché Io operi, ma sperate che Io operi come volete voi!

Non vi rivolgete a Me, ma volete che Io mi adatti alle vostre richieste!

Non siete infermi che domandano al medico la cura, ma gliela suggeriscono!

Non fate così!

Anche nelle circostanze tristi dite: “Signore, Ti lodo e Ti ringrazio per questo mio problema, per questa mia necessità. Ti prego di disporre le cose come meglio Ti pare per la vita terrena e temporale. Tu sai molto bene cosa sia meglio per me”.

Se mi dite realmente: “Sia fatta la Tua volontà”, che è come dire: “Pensaci Tu”, Io intervengo con tutta la Mia onnipotenza e risolvo le situazioni critiche più incredibili.

A volte avete l’impressione che il malanno incalzi invece di decadere, non vi agitate, chiudete gli occhi e dite con fiducia: “Sia fatta la Tua volontà, pensaci Tu!”. E quando dite così, compio anche un miracolo, quando occorre.

Io penso sempre a voi, ma posso aiutarvi completamente solo quando vi affidate completamente a Me.”

Anonimo

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