IL SEGRETARIO DI LOGGIA

Il Segretario di Loggia

di Luigi Savina

(La funzione di Memoria dell’Officina a un tempo storica e iniziatica)

In analogia con il lavoro muratorio, ove ogni pietra è un elemento costitutivo del­l’Opera da edificare, i Fratelli Liberi Mu­ratori costruiscono il “Tempio” lavoran­do ognuno a rendere la propria pietra ri­spondente al progetto comune.
Come all’interno di ogni edificio vi so­no degli elementi architettonici destinati ad assolvere specifiche funzioni, cosi la vi­ta della Loggia è regolata dall’opera di al­cuni membri dell’Officina, a tale scopo designati da tutti i Fratelli.
Quando si ricoprono la cariche di Log­gia, si vivono, in prima persona e con par­ticolare risalto, determinati aspetti che ap­partengono, contemporaneamente, alla realtà iniziatica dei Lavori rituali e alla vita organizzativa dell’Officina. Cogliere l’es­senza di questi ruoli specifici, e l’armo­nia che determina le loro interazioni re­ciproche, potrà costituire un momento positivo di formazione e di crescita, nel corso del lavoro di sgrossamento della pro­pria pietra.
Presenteremo queste considerazioni co­minciando dalla carica di Segretario, for­se per sottolineare quanto sia delicato e importante tale ruolo, che spesso può ap­parire, da un certo punto di vista, sostan­zialmente burocratico e amministrativo.
Nell’ambito dei Lavori rituali, la figu­ra del Fr. Segretario costituisce e rappre­senta la Memoria dell’Officina, memoria a un tempo storica e iniziatica.
Il compito specifico del Fratello Segre­tario è quello di tracciare la Tavola Archi­tettonica dei Lavori condotti in Loggia, di redigere cioè il proprio verbale nel quale si fissano i momenti significativi che scan­discono l’evolversi della Tornata. In que­sto ruolo, essendo l’artefice di un’opera che riferisce di situazioni vissute in uno spazio e in un tempo sacri, egli vive pie­namente la realtà iniziatica propria del­l’incarico che i FF. dell’Officina gli han­no assegnato.
Il Verbale, che non può riprodurre lo spirito dei Lavori compiuti — perché ognuno dei Fratelli lo interpreta secondo il proprio grado di coscienza —, è la fedele testimonianza dei metodi impiegati per conseguire la sacralità nell’Officina, percorrendo il doloroso e faticoso cammi­no che ci condurrà a divenire ricettivi e operanti nel mondo delle cause, per rea­lizzare il “nosce te ipsum”.
Come, nel corso dei Lavori, ogni Fra­tello si spoglia dei propri metalli per di­venire parte integrante del Tempio. e vi­vere in una dimensione di micro e macro­cosmo, allo stesso modo la Tavola Archi­tettonica, che di quelle tensioni e di quel­le volontà coglie le fasi della nascita e del divenire, viene a costituire una tessera del­la Memoria Universale, in cui si fissano i momenti analoghi della vita di altre Of­ficine e dell’intera Comunione.
E proprio perché non contiene in sé la regalità iniziatica raggiunta dall’Officina, ma soltanto i metodi con cui essa è stata perseguita, la Tavola Architettonica —seppur tracciata con la maestria dell’ini­ziato — è un documento di carattere sto­rico.
Se poi consideriamo le funzioni che il Fr. Segretario svolge, dal punto di visto organizzativo, nella vita della Loggia, ci accorgiamo di quanto stretto e interdipen­dente sia il suo rapporto con il Maestro Venerabile. Le istanze che dai vari Fratelli provengono al Maestro Venerabile, da questo coordinate e dirette, nella gran parte dei casi, vengono infatti manifesta­mente realizzate proprio dal Fratello Se­gretario.
Il Fratello Segretario, dunque, non sol­tanto registra la storia dell’Officina: ne as­sicura, al tempo stesso, le basi materiali indispensabili all’impostazione del Lavoro iniziatico. Egli, quindi, contribuisce in modo preminente a mantenere i ‘ Offici­na nella storia.
Appare ora chiaro quanto avevamo ac­cennato nelle premesse, e cioè i motivi che ci hanno indotto a condurre le nostre con­siderazioni sui Dignitari di Loggia, ini­ziando dal Fratello Segretario.
Ci auguriamo che i Fratelli partecipino ad arricchire, con la loro riflessione, questi brevi spunti, sì da interiorizzare i segreti legami e le nascoste armonie che regolano la vita dell’Officina, rimanendo pienamente consci che soltanto quando il pensiero si trasforma in azione potremo dire di aver realizzato una piccola parte

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