400 MASSONI DISCUTONO SUL DIALOGO CON LA CHIESA

di MAURIZIO COSTANZO

ROMA, 24 marzo  1973

I Maestri Venerabili del Grande Oriente d’Italia sono riuniti dalle 9 di questa mattina in una sala riservata dell’Hilton e ne avranno almeno fino a lunedì. Oggi hanno interrotto i lavori soltanto all’ ora di colazione, un pasto frugale e le discussioni sono riprese. Sono più di 400 e dovranno eleggere il nuovo Gran Maestro il quale riceverà il  “maglietto“, un piccolo martello in legno simbolo di autorità. A Palazzo Giustiniani, sede del Gran d’Oriente d’Italia, il telefono è sempre occupato: affiliati che s’informano sull’esito dei lavori. I candidati sono due: ildottor Lino Salvini, Gran Maestro uscente, e l’ex direttore della Camera dei Deputati, il sessantenne Lucio Lupi. Anche se in questi ultimi tempi è più facile aver notizie sulla massoneria e non pochi son disposti a raccontare le lotte che travagliano la più numerosa comunità massonica (si parla di 10.000 « fratelli »), la confidenza e il colloquio con l’estraneo non sono ancora prerogativa dei massoni.

Lino Salvini, in carica da tre anni, controlla circa il 60 per cento delle logge ed è, si dice, in una posizione « tradizionalista ». Sostiene la segretezza della massoneria, l’indirizzo nei confronti delle scienze filosofiche, il poco interesse per le cause sociali. « Ma non è questo il motivo di attrito — ci ha detto un Maestro Venerabile — Salvini vuole portare avanti il discorso già cominciato con la Chiesa. E’ una svolta importante per la massoneria italiana, una prospettiva che non possiamo trascurare ». Lucio Lupi in questi anni è stato il leader della corrente di opposizione e di conseguenza ritiene che la massoneria debba entrare nel vivo dei problemi di oggi facendo conoscere la propria posizione, così come nel ‘71 (dopo discussioni a non finire) il Grande Oriente si dichiarò favorevole al divorzio e contrario al referendum e al Concordato. “ Non è detto

—       ha aggiunto il Maestro Venerabile — che alla conclusione dei lavori della as­semblea non si arrivi ad una scissione. E’ certo comunque che il Gran Maestro eletto avrà da faticare per rimettere le cose a posto e per rammentare a tutti uno degli assunti principali: la fratellanza. Gli ultimi mesi sono, stati laceranti, cose mai viste non solo nella massoneria italiana ma di qualsiasi Paese… ». Alcuni episodi riferiti fanno assomigliare i mesi che hanno preceduto l’assemblea di oggi alle vicende precongressuali  che accompagnano l’assise di un partito politico. Basta sostituire la parola sezione con loggia e l’identità è quasi perfetta. Un altro notabile che passeggiava accigliato prima dell’inizio dei lavori, diceva concitatamente ad alcuni accolti: « Quello che è successo in Sicilia è intollerabile! Non finirà cosi! ». Si dice che Lupi, recatosi in una loggia siciliana per parlarvi, abbia trovato la porta sbarrata e gli sia stato impedito di prender la parola. I sostenitori di Lupi, a quel punto, hanno messo sotto accusa Salvini. E si è arrivati all’assemblea in un clima arroventato di polemiche, di cose non dette ma sempre minacciate. Da altra parte ci viene detto: « Con l’elezione del Gran Maestro le polemiche interne si sopiranno come d’incanto. I panni sporchi, ammesso che ci siano, saranno lavati in casa .

Il        Grande Oriente d’Italia ha ottenuto nell’autunno del ‘72 il riconoscimento da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (la massoneria nacque in Inghilterra nel 1717 e in Italia, a Firenze, nel 1733) e di conseguenza l’ingresso in una organizza­zione mondiale. Erano 110 anni che il Grande Oriente d’Italia aveva fatto la prima domanda di riconoscimento agli inglesi, ma la risposta era stata sempre negativa. Questa notizia ha dato ai massoni di Palazzo Giustiniani la consapevolezza di  esser loro, in Italia, i più importanti. Più di quanto lo siano gli affiliati alla Massoneria universale (nata dalla scissione del 1908, Gran Maestro Francesco Bellantonio) o degli iscritti alla Gran Loggia d’Italia degli antichi liberi e accettati muratori (figlia di una scissione del 1955 dalla Massoneria universale) o infine dei massoni della Gran Loggia d’Italia dei liberi e accettati massoni (è del ‘51, fondata a Milano dal Gran Maestro Goffredo Sollazzo).  

I fratelli del Grande Oriente d’Italia sono circa 10.000, versano undicimila lire l’an­no di quota più un’altra sovvenzione mensile (massimo cinquemila lire) a favore della loggia alla quale si appartiene. Le logge sono formate da dieci fratelli, sono riunite in regioni, formano i collegi circoscrizionali e annualmente, in assemblea, e-leggono la gran Loggia, alla quale sono demandati i poteri di governo.

Negli anni di reggenza di Lino Salvini, il Grande Oriente ha attraversato momenti difficili. Ed è stato quando dalle riunioni segrete di Palazzo Giustiniani son trapelate indiscrezioni di collusione dei massoni con la politica. Riferiamo un episodio che, messo in giro dai sostenitori di Lupi, si racconta già da qualche tempo. Si tratta di un finanziamento che esponenti antiunitari delle tre confederazioni sindacali avrebbero ricevuto da alti rappresentanti della massoneria di Palazzo Giustiniani. Si è arrivati a dire che questo intervento è stato in realtà determinante per il raffreddamento della spinta unitaria. « Fandonie — smentisce un Maestro . Venerabile arrivato da Firenze per partecipare ai lavori dell’ assemblea — sono tutti tentativi di screditare l’attuale Gran Maestro, che agli occhi di molti ha soltanto un grave torto: aver allacciato un discorso con la Chiesa.

I difficili rapporti fra Chiesa e massoneria risalgono al 1738 quando papa Clemente XII la scomunicò. La massoneria, allora, esisteva soltanto da ventun anni. Altri cinque papi, in seguito, hanno ribadito la precedente scomunica, riaccendendo negli animi dei massoni il più assoluto anticlericalismo. In questi ultimi anni, dopo che Garibaldi professò l’appartenenza alla setta, dopo che nel 1869 all’annuncio del Concilio ecumenico Vaticano I, i massoni indissero un anticoncilio, il dialogo sembra vicino. Si dice che  la Congregazione per la dottrina della fede abbia fatto, segreta­mente, un sondaggio presso  i Vescovi, domandando l’opportunità di sollevare la massoneria dalla scomunica e che la risposta sia stata positiva. Altri religiosi stanno studiando la possibilità di un « incontro ». Se l’accordo, pur col tempo, ci sarà, dovrà deciderlo l’assemblea in corso con l’elezione del Gran Maestro.

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